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Trascrizione
00:00Tutto pronto per una nuova puntata di Psofattoli Italia si racconta.
00:04Conosceremo una Ollus che opera in Africa per la chirurgia regostruttiva e
00:10la formazione con il fondatore e presidente dottor Daniele Bollero.
00:14Parleremo poi dell'annoso problema delle morroidi con il professor Edoardo
00:19Cervi, specialista in chirurgia vascolare generale.
00:23Avremo ospite l'artista Michela Giorgi in occasione dell'uscita del suo nuovo
00:27singolo e analizzeremo insieme il potere del buongiorno in compagnia di
00:33Nicola Giliberti. Ovviamente insieme alle nostre rubriche vi aspettiamo
00:38subito dopo la sigla.
00:57Eccoci, ben ritrovati alla nuova puntata di Psofattoli Italia si racconta e in
01:09apertura parliamo di Cute Project, una Ollus che opera in Africa soprattutto per
01:14persone ustionate, in particolare bambini, permettendo loro di tornare a
01:20una vita normale. In collegamento abbiamo il fondatore e
01:23presidente il dottor Daniele Bollero. Dottore buongiorno, ben trovato e grazie.
01:28Buongiorno e grazie mille a voi dell'invito.
01:32Lei è da sempre impegnato nel volontariato, dal 2004 a oggi è dirigente
01:36tra l'altro medico di primo livello presso l'ospedale CTO di Torino, insomma
01:41l'impegno è tanto ma ciò non toglie spazio a questa attività che lei voi
01:46portate avanti. Le chiedo, come è nata ai tempi l'idea di fondare Cute Project
01:53e quali sono stati i primi passi che avete mosso tra risultati e difficoltà?
01:58Il punto è quello che ha detto lei, nel senso che si racconta un po' la nostra
02:03vita, la vita di tutte le persone che fanno i professionisti e che c'è tanto
02:07impegno e in realtà anche tante soddisfazioni. Io credo che sia
02:11importante ridare qualcosa. I tempi cambiano, adesso bisogna ridare anche
02:16qualcosa, sicuramente in Italia già lo stiamo facendo, però ai tempi i paesi
02:23in via di sviluppo erano i paesi che avevano bisogno di noi e quindi da lì nasce
02:27quest'idea di dare un volontariato partecipativo, perché anche il tema del
02:32volontariato è bellissimo, tutti hanno voglia di giustamente ridare e di fare
02:36qualcosa e allora l'idea mia è sempre stata quella di perché non dai quello
02:40che tu sai fare per essere ancora più efficace e da lì nasce questa storia che
02:45ha portato dentro tante persone perché anche in un progetto medico ci sono
02:50addetto stampa per esempio che ci ha messo in contatto, ci sono altre persone
02:55altre figure non mediche come il commercialista, l'avvocato, chi si occupa
03:02della parte logistica, quindi in realtà questo è un progetto che l'idea è stata
03:06un po' la mia di portare la chirurgia plastica ma che ha coinvolto tante persone
03:10che vogliono fare volontariato di tipo concreto, fai quello che sai fare.
03:16Certo il fatto di potersi mettere al servizio del prossimo con le proprie
03:20competenze insomma facendo quello che si sa fare è un po' il fulcro centrale
03:26della vostra mission, ma di missioni vere e proprie si parla, le chiedo dottor
03:31Bollero, qual è la principale sfida che di solito incontrate quando vi recate sul
03:36posto? Ma allora la sfida è tutti i giorni perché una realtà come questa è
03:42una sfida chissà se ce la faremo andare avanti, chissà se riusciremo a
03:47concretizzare quel progetto, chissà se i materiali arriveranno perché un altro
03:51punto fondamentale sono i materiali che devono arrivare fino in Uganda o in
03:56Benin dove noi lavoriamo, in Congo dove siamo stati, perché se no non potremo
04:00lavorare e poi chissà ci saranno i pazienti e forse questa è l'unica cosa
04:07che adesso siamo molto tranquilli perché avendo fatto un progetto continuativo in
04:12realtà è molto divertente questa cosa, cioè il mio nome e anche se io ce l'avessi
04:17di fianco loro sanno il mio nome ma non sanno chi sono, perché sanno che
04:20arriviamo e quindi in realtà questa cosa in questi paesi è molto importante
04:24perché i pazienti arrivano e quindi questo ci dà ancora più forza secondo
04:29me per continuare a lavorare, come dire, a concretizzare ogni anno nuovi progetti e
04:37nuove missioni e cose di questo genere oltre a formare il personale locale
04:41perché poi noi andiamo via, però loro stanno quindi ci va qualche uno che
04:46continua a seguire questi pazienti, quindi noi abbiamo degli infermieri, dei medici
04:48che lavorano con noi oramai da anni e quindi sono loro che vanno avanti, quindi
04:52la sfida è tenere tutta questa situazione, come dire, sempre attiva e
04:57sempre fattiva anche da punto di vista economico.
05:02E certo, chiaramente tutto deve essere una macchina oleata al meglio anche
05:06perché poi si ha a che fare con le persone e in questo caso si parla della
05:10salute delle persone, quindi tematica particolarmente delicata.
05:15Parlava della formazione, dottore, ci vorrei tornare, vorrei spendere
05:19sinceramente con lei due parole in più perché la formazione sappiamo essere a
05:23ogni latitudine importantissima, però in alcuni paesi lo è ancora di più
05:28perché formazione spesso è sinonimo, diventa sinonimo poi di indipendenza, di
05:34autonomia, di possibilità a cavarsela da soli, ecco e ci vorrei tornare, se non le
05:41dispiace possiamo anticipare quello che l'avrei chiesto dopo e parlare meglio
05:46dell'attività di formazione che portate avanti?
05:49Sì, in realtà proprio perché tanti anni che faccio questo tipo di volontariato
05:56ho pensato a lungo e abbiamo pensato tutti a lungo qual è il modo giusto di
06:01fare volontariato, non è che l'abbiamo trovato, però non è più un volontariato
06:05arriva il medico bianco e arriva in una situazione, quindi scusate arrivo io,
06:11spostatevi un attimino, ma è una situazione invece dove arriva il medico
06:16bianco, arrivano i materiali del medico bianco che è un altro punto fondamentale
06:20che loro non hanno, ma loro hanno internet, vedono tutto, sono preparati,
06:25possono accedere magari a determinate tecnologie leggendo le cose di questo
06:30genere o tecniche di tipo chirurgico, quindi in realtà noi dobbiamo, è stato un
06:36percorso e dobbiamo fare in modo che loro lavorino con noi. Come lo facciamo
06:40concretamente? Allora come dicevo prima ci sono gli
06:43infermieri e i medici che già lavorano con noi, sono tre o quattro, per la
06:48carità oramai sono inquadrati, ma in realtà è una conquista tutti i giorni, cioè noi
06:52dobbiamo conquistarli con il nostro esempio, giusto per dire delle cose come
06:55si, che uno poi dopo magari dice una cosa giusta, però poi ci pensa
07:00e non è facile, quindi noi dobbiamo essere tutto come gruppo, un ottimo
07:06gruppo e poi tutte le volte dobbiamo lavorare con loro, quindi una delle cose
07:09che noi facciamo che veramente è all'inizio cercare di conquistarli,
07:14perché poi in realtà c'è una rotazione molto forte in questi ospedali e quindi
07:18questa rotazione molto forte magari non trovi più il medico che è tornato
07:22nella capitale, noi lavoriamo un po' lateralmente nella parte più periferica
07:27perché abbiamo scelto di fare questo tipo di lavoro nelle zone che devono
07:31migliorare ancora, in un paese in via sviluppo, ma ancora loro sono le zone che devono
07:36migliorare ulteriormente e quindi dobbiamo prima di tutto conquistarli,
07:39come si fa? E c'è questa frase che ha detto anche un giornalista che è venuto
07:45con noi, Gianluca Favetto, che l'aveva colpito che era questa, chi si lava con me?
07:49Cioè questa cosa che sembra una cosa banale, come dire anche
07:55decontestualizzatelo, invece è come chi viene nel campo operatorio con me,
08:00questa è una cosa che noi tutte le mattine diciamo ed è un modo per
08:04conquistarli, cioè dire siamo lì, partecipate e poi piano piano questa
08:09cosa deve crescere, devo dire che ho visto dei ragazzi che sono veramente
08:12cresciuti molto. Quindi in generale comunque la reazione delle comunità
08:16locali è una reazione proattiva e propositiva, non di chiusura, anche se poi
08:23bisogna conquistare la fiducia, il lavoro di equipe e quant'altro, è così
08:27dottore? È proprio quello che sottolinea lei, cioè la fiducia si conquista,
08:33il naturale scetticismo ce l'abbiamo di tutte le cose che facciamo, anche in
08:36Italia c'è sempre un po' di scetticismo su qualunque cosa uno fa all'inizio,
08:41perché la gente ti guarda e dice, come dire, questi sono arrivati qua, vediamo
08:45come si comportano. Sicuramente il fatto di tornare in stessi posti, che è stato
08:50una delle chiavi del successo di QUT Project, anche nella possibilità di
08:54concretizzare queste missioni, è stata proprio questa, cioè di riuscire piano
08:59piano a ritornare. Il punto è stato quest'anno, che siamo tornati dopo
09:05quattro anni, perché il covid ci ha bloccato quattro anni, perché due anni di
09:09covid, poi le frontiere erano chiuse e l'anno dopo siamo ritornati e quindi in
09:14realtà lì è cambiato completamente il gioco, cioè siamo finiti a grazie che
09:20siete tornati perché non sapevamo se voi avevate la forza di continuare, avete la
09:26voglia di continuare in un progetto di questo genere, quindi in realtà siamo
09:30arrivati in un progetto che anche noi stessi siamo più stimolati, perché vediamo
09:34che dall'altra parte c'è questo ringraziamento fin dall'inizio.
09:37Certo, chiarissimo, come dire, i rapporti sono stati sdoganati in qualche modo,
09:43ormai viaggiate in discesa da questo punto di vista, mi sembra di aver compreso.
09:48Ci sono delle storie particolarmente significative che poi avete portato con
09:53voi in Italia, a cui ripensate? Beh, la chirurgia plastica, cioè proprio la mia
09:59specialità, è storia, cioè io potrei raccontare tutti i giorni, racconto molto
10:03spesso storie di qualunque tipo anche in Italia, perché poi se proprio devo
10:07raccontare una storia, mi viene da raccontare una storia molto
10:10bella che successe a Genova, così per cambiare un po' la location, perché poi
10:16sembra sempre il fatto dell'Africa. Allora eravamo dieci anni fa e anche più
10:20in un congresso di volontariato a Genova e raccontavamo l'Uganda come oggi,
10:25raccontavamo il Benin, raccontavamo il Congo e salta fuori un ragazzo africano
10:30che era lì presente e diceva, oh scusate, bravissimi che andate in Africa, bravissimi
10:35che fate tantissime cose in quei posti lì, ma non vi siete accorti che
10:40l'Africa è qua. Io parlo di anni fa, quando questo tema di oggi molto
10:45comune non era così comune e da lì sinceramente una delle frasi che mi ha
10:50colpito di più e da lì è partito il nostro impegno anche in Italia, che io ci
10:53tengo anche a sottolineare, perché poi è anche questo un risvolto importante,
10:58dove noi abbiamo aperto gli ambulatori per le persone che non hanno accesso alle
11:01cure, quindi che non riescono a venire nei nostri ospedali e quindi abbiamo
11:07un'ambulatoria al Sermic che fa proprio questo, cioè che accoglie le persone che
11:10poi riusciamo a rimettere a posto e a farle entrare, anche perché i pazienti
11:15ustionati che curiamo lì, sono pazienti ustionati che possiamo trovare anche a
11:19Torino, nel senso che sono pazienti che hanno dei tipi di ustione che in realtà
11:24portare in Italia per la cura costerebbe tanto, invece noi che andiamo là e
11:28operiamo più di 100 persone, in realtà il costo paziente diminuisce molto e
11:33quindi permette grandi grandi risultati da punto di vista di impatto per la
11:38popolazione e questo anche appunto l'aiuto delle istituzioni ugandesi e
11:41anche dell'ambasciata italiana, che come dire ci supporta non
11:47finanziariamente, ma sicuramente moralmente in questa situazione.
11:52Ecco, c'è un modo invece per supportare Cute Project? Non so se ci sia un sogno che
11:58ancora magari non è stato realizzato, diciamolo così in termini un po'
12:01romantici, dottor Bollero, che è un grande progetto medico che volete portare
12:06avanti, volevo chiudere con lei sia dal punto di vista dei progetti, ma anche dal
12:11punto di vista estremamente pragmatico.
12:15Sì, questa è stata, ripeto, di nuovo la nostra forza, il fatto che abbiamo fatto tantissime cose, quindi Cute Project ha in questo momento tre canali aperti,
12:24cioè l'Africa, come diceva giustamente lei, il canale degli ambulatori, di cui ho
12:30già parlato, e il canale della prevenzione dell'illusione nelle scuole.
12:36C'è un gruppo di noi che va nella prevenzione delle scuole dell'illusione.
12:38Tutte queste cose costano e quindi noi abbiamo sempre chiesto, facciamo
12:43delle serate a Torino, dove è la nostra base, ma anche a Palermo, dove c'è un gruppo di
12:47noi che lavora, e quindi facciamo delle serate di sensibilizzazione, di raccolta
12:52fondi. In realtà però bisogna leggere, come dicevo, il tempo e quindi in questo
12:58momento il tempo ci dice che anche la situazione locale ha bisogno di un
13:05aiuto e quindi in realtà se vogliamo parlare di un progetto concreto che
13:09vogliamo concretizzare, ma ancora non abbiamo fondi, è un progetto che si
13:13chiama, appunto, Chiama Bruno. Bruno è un nome per noi molto importante,
13:19perché era una persona che lavorava con noi, che ha dato l'input di tante cose e
13:24purtroppo non è più con noi e quindi in realtà Chiamare Bruno è un po' un filo
13:29conduttore per poter pensare che c'è una persona che ci può aiutare, per noi ci
13:35può aiutare perché ci aiuta ancora tanto da lontano e quindi questo progetto si
13:39basa sul fatto che molto spesso i pazienti escono dal reparto di chirurgia
13:44plastica, escono dal centro di serate e fanno fatica a rientrare nel territorio, dove
13:48prendo le gazze, dove prendo le medicazioni, chi mi fa la fisioterapia,
13:52dove trovo qualcuno che mi segue, l'inail, le terme e cose di questo genere.
13:57Quindi abbiamo creato il numero verde, un numero di telefono dove il paziente può
14:02telefonare per trovare un'assistenza, un trade union tra l'ospedale e il
14:07territorio. Noi crediamo molto in questo progetto
14:10perché siamo presi dall'Africa, eravamo nel 2012, siamo arrivati in Italia con
14:15gli ambulatori di chirurgia plastica per persone che siamo di colore, che
14:19iniziano di colore ma adesso sono delle persone che anche magari non hanno
14:24accesso alle cure. Abbiamo iniziato la campagna di prevenzione, ora il nostro
14:28sogno è quello di dare un aiuto alle persone che hanno avuto un trauma, un
14:33trauma di chirurgia plastica, perché poi la chirurgia plastica tutti pensano che
14:37sia soltanto vanità, ma invece c'è gente che ci casca dentro e si trova in
14:41difficoltà e quindi in realtà la chirurgia plastica di un certo tipo
14:46avviene in ospedali centrali e quindi magari io sono a Torino e il paziente
14:53invece è molto lontano da me anche se è in Piemonte e si trova un po' sperso la
14:56dimissione e quindi è un po' questo il sogno, di riuscire a fare un trade union e
15:00continuare ad aiutare le persone che in questo momento con questa sanità un po'
15:04in difficoltà si trovano un pochettino spersi. Professore, la devo salutare per
15:09tempi televisivi sempre tiranni però volevo chiederle il reperimento di
15:14questo numero verde facilmente trovabile attraverso il sito internet
15:19per esempio o ce lo vuole dare se se lo ricorda adesso al momento?
15:25Il punto è proprio questo, lei mi ha chiesto il sogno, questo è il sogno, è tutto
15:30concreto, cerchiamo di finire coi fondi e quindi magari proprio con questa
15:36trasmissione qualcuno ci contatterà, ci trovate sui social
15:39CUTE PROJECT HOLLUS. Ha guardato speranzosa troppo in avanti ma sono
15:45sicura che poi arriverà il momento e saremo qua di nuovo a parlarne.
15:49Dottor Bollero, grazie, grazie ancora per essere stato il nostro ospite.
15:53Grazie a voi, grazie a voi. Grazie, grazie e ora invece torna la nostra Costanza
15:59Marana con la sua rubrica Piccolo Quotidiano Poetico, ascoltiamola insieme.
16:10Benvenuti nel nostro Piccolo Quotidiano Poetico. Oggi parleremo di Pablo Neruda.
16:20Egli nasce nel Cile meridionale all'inizio del Novecento, il cui paesaggio e la cui
16:27natura rappresentano il suo imprinting culturale. L'oceano, il vento, la roccia
16:35forgiano la sua sensibilità e passionalità fin dall'infanzia. La sua famiglia era di umili
16:42origini. Neruda svolgerà la carriera di diplomatico, questo lo porterà a viaggiare
16:48molto tra paesi come l'India, l'Argentina, la Francia e l'Italia. La sua indole però
16:57rimarrà fedele al suo paesaggio natale dove l'impeto della natura porta il suo stigma.
17:04Il suo temperamento lo accosterà al mondo della poesia per esprimere la sua sensibilità.
17:10Nel 1924 esordisce con la sua prima raccolta poetica, 20 poesie d'amore e una canzone
17:20disperata. Il suo stile contempla tutta l'eterogenità del registro metaforico, affonda
17:28nella sensualità dell'io e descrive l'incontro con un'enfasi primordiale, l'incontro tra l'uomo,
17:36la natura e il cosmo. Neruda avvicina all'ideale della donna alla pienezza del mondo, il corpo
17:45femminile assorge a simbolo delle acque, gli stessi occhi appaiono come degli enormi oceani.
17:52Allo stesso modo, come il poeta approfonde la sua espressività individuale e caratteristica del
18:00paesaggio che lo circonda, Neruda sembra voler richiamare inconsapevolmente e solo a tratti
18:07anche il simbolismo francese, ma il suo continuo universo di riferimento è e sarà sempre l'America,
18:15in particolare Walt Whitman. La sua traccia stabile è descrivere l'autorità della natura
18:24in comunione con lo spirito, l'oceano è la forza creatrice e distruttrice del suo universo
18:32immaginario, è morte e rinascita. Sono circondato da giorni, mesi, acque che solo io conosco. La
18:43sua poetica è pervasa da un intento sociale di volersi avvicinare al mondo degli umili e
18:49degli oppressi. Neruda condivide la loro sensibilità per le piccole cose e la loro
18:56sete di rivendicazione. Egli canta la loro sofferenza e sigmatizza la loro unione con
19:04l'elemento della terra. Neruda canta e sublima ogni frutto terrestre e ricorda nei suoi versi
19:13il respiro cosmico di ogni elemento vitale terreno. Ciò che colpisce nel leggere Neruda è la grandezza,
19:22la copiosità espressiva in cui il poeta racchiude le sue visioni metaforiche. Una cipolla acquisisce
19:31il ventre di rugiada, il suo umore è più sterminato dell'erba, l'autunno è un costruttore
19:39di pianeti, le alghe sono dei guanti a lutto. La sua immaginazione sfrenata libera da condizioni
19:48e inibizioni contenuta solo in versi brevi ma molto incisivi. La sua poetica è imprevedibile
19:56poiché è a seconda la sua immensa sede di vita. Leggendolo si è pervasi da un'energia vitale che
20:06coinvolge ogni senso. Ora vi leggo alcuni dei suoi versi. Giochi tutti i giorni con la luce
20:15dell'universo, esile visitatrice tu giungi nel fiore e nell'acqua, sei più di questa testolina bianca
20:23che stringo come un grappolo tra le mie mani ogni giorno. Non assomigli più a nessuna da quando ti
20:30amo, lasciati dissendere tra ghirlande gialle. Chi scrive il tuo nome con lettere di fumo tra le
20:36stelle del sud? Ah lasciati ricordare com'eri allora quando ancora non esistevi. Ad un tratto il vento
20:44ulula e colpisce la mia finestra chiusa, il cielo è una rete stracolma di pesci d'ombra, qui convergono
20:52tutti i venti, tutti, la pioggia si sfoglia, passano uccelli in fuga, il vento, il vento, io posso
21:01contrastare solo la forza degli uomini, il temporale travolge in mulinelli foglie scure e scioglie tutte
21:08le barche ormeggiate ieri sera nel cielo. Tu sei qui, ah tu non fuggi, tu mi risponderai fino all'ultimo
21:16grido, ragomitali accanto a me come se avessi paura.
21:31E grazie come sempre anche alla nostra Costanza Marana, parliamo di emorroidi e bene sì lo facciamo con il
21:38professore Edoardo Cervi, specialista in chirurgia vascolare generale. Buongiorno, ben ritrovato
21:44dottor Cervi, professor Cervi, buongiorno. Buongiorno, grazie mille per l'invito, sempre molto gradito.
21:51E io la ringrazio per essere nostro ospite. Allora un tema noto a tutti ma se vogliamo ha un po' un alone di tabù
22:00intorno perché nessuno ne parla mai volentieri, è un tema delicato e forse non conosciuto nell'accezione
22:08giusta. Vorrei che quando si parla di o il problema di emorroidi o le emorroidi ci chiarisse esattamente
22:15che cosa intendiamo professor Cervi, prego. Certo, giustamente, come diceva lei è un problema tabù nel senso
22:25che purtroppo il paziente giunge all'attenzione dello specialista molte volte tardivamente, quando ha visto
22:35che non riesce spontaneamente a risolvere il problema tramite terapia per osso cioè per bocca
22:43o terapia topica e arriva a un livello tale che è costretto a rivolgersi allo specialista, al cosiddetto
22:50proctologo che è colui che si occupa della patologia emorroidaria. Perché c'è anche un cosiddetto
22:58misunderstanding, cioè quando il paziente arriva dice dottore io sono qui per le emorroidi, ma tutti
23:05noi abbiamo le emorroidi che sono dei cuscinetti venosi che svolgono tanti ruoli, tra cui uno
23:12importante è nell'aiutarci nella defecazione. Per cui ad esempio interessante è l'etimologia
23:21della parola emorroidi che è una parola derivante dal greco, composta da due parti, aima che è il
23:30sangue e reo che è il verbo che vuol dire scorrere, quindi sangue che scorre, questo perché i primi a
23:36descrivere la patologia emorroidaria furono proprio i greci che vedevano che da queste tumefazioni a
23:42livello dell'ano ci poteva essere una perdita di sangue e quindi da qui è nato il nome e poi insomma
23:50tutte le cose che noi sappiamo attualmente sulla patologia emorroidaria. Grazie anche per questa
23:57reminiscenza greca che ci permette poi di ricordare meglio l'accezione del termine, quindi mi conferma
24:06che spesso ne facciamo un utilizzo sbagliato, cioè ormai è entrato nell'uso comune questo modo di
24:12dire alle emorroidi, ma in realtà non è la patologia in sé, ma questo complesso che in maniera del tutto
24:19fisiologica abbiamo. Dottore, professore, dunque stando a dei dati numerici, questo problema che
24:27incidenza ha è più un problema che coinvolge una certa fascia di età, più il sesso maschile, più il
24:34sesso femminile, non ci sono distinzioni? Allora questa patologia ha un'incidenza molto elevata,
24:44in letteratura viene riferito che circa il 50 per cento della popolazione, quindi numeri
24:52elevatissimi, soffrirà di patologia emorroidaria, quantomeno avrà uno dei sintomi della patologia
25:00emorroidaria, che se vuole poi tratteremo ed analizzeremo. La fascia di età maggiormente
25:06colpita è fra i 45 e i 65 anni, l'incidenza è quasi sovrapponibile, c'è da dire che nelle donne
25:15durante il periodo della gravidanza sono più soggette a questo problema. Questo immagino anche
25:24proprio per il peso del pancione del bambino e quindi una maggiore pressione sulla parte,
25:30è così professore? Esattamente, durante la gravidanza ovviamente le donne hanno due momenti
25:38importanti, il primo è quello dell'inizio della gravidanza dove c'è un cambiamento ormonale molto
25:48importante e successivamente sopraggiunge anche il discorso, come lei giustamente ha detto,
25:54del peso, quindi il peso del piccolino va a incidere ovviamente anche sul peso a livello
26:02del nostro plesso emorroidario. Professore, escludendo il periodo magico da una parte
26:09più complicato della gravidanza, in generale le cause quali sono? Certamente, come tutte le
26:19patologie abbiamo due componenti, la prima componente è la componente familiare, solitamente
26:27i pazienti se si va a vedere il loro albero ginealogico comunque trovano qualche parente
26:33con questo problema, perché c'è una familiarità così come per la patologia venosa degli arti
26:38inferiori e poi subentrano i fattori di rischio cosiddetti esterni, per quanto riguarda la
26:45patologia emorridaria è importante l'alimentazione, l'alimentazione che è un po' la chiave nel
26:52paziente con emorroidi, perché se noi abbiamo un'alimentazione corretta e poi il paziente
27:01stesso diventa dottore, perché capisce che ci sono determinati alimenti che possono dargli
27:06molto fastidio, quelli generalmente sono il cioccolato, le spezie, ad esempio il caffè,
27:14sono tutti quegli alimenti che vanno a infiammare, a irritare l'emorroidi e l'alimentazione mi
27:21coinvolge anche il mio alvo, cioè se il paziente ha un alvo stitico, quindi è molto importante
27:28l'apporto delle fibre, perché un alvo stitico ovviamente cosa mi preclude? Un ponzonamento,
27:34una spinta molto importante per far uscire le feci e quindi mette in stress il plesso
27:40emorroidario. Anche una raccomandazione che faccio sempre anche nel paziente e soprattutto
27:46nel paziente stitico, l'atto della defecazione deve essere un atto rapido, veloce, non bisogna
27:53stare tanto tempo, meglio ritornare, perché ovviamente lo stare più tempo per cercare
28:01di spingere ed evacuare, questo va a peggiorare il mio plesso emorroidario. E' chiaro poi che
28:07anche uno stile di vita corretto, inteso come un'attività sportiva, adeguata, perché ci sono
28:12alcuni sport anche che possono controindicare i pazienti con patologie emorroidarie, è sempre
28:17importante. Per cui tutto quello che è lo stile di vita che noi raccomandiamo per l'apparato
28:24cardiocircolatorio, che raccomandiamo per l'apparato osteomuscolare, ovviamente è valido
28:31anche per i pazienti che soffrono di patologia emorroidaria. Tra l'altro l'abbiamo persa proprio
28:39mezzo secondo ma poi abbiamo recuperato il collegamento, è tutto chiarissimo, risentitiggio
28:44io, componente familiare da una parte, fattori di rischio esterni, i consigli che lei ha dato
28:49giustamente faceva notare sono un po' quelli che vengono dati per qualsiasi tipo di prevenzione
28:56o di patologia che è già subentrata purtroppo per mantenere uno stile di vita sano o per cercare
29:03di ripristinarlo. Professore potremmo fare anche una sorta di classificazione del problema delle
29:10emorroidi con i relativi magari sintomi? Certo, esiste una classificazione perché i pazienti poi
29:17che soffrono di patologie emorroidarie si trovano scritto dal proctologo emorroidi di primo,
29:25secondo, terzo grado, quarto grado, questa è una classificazione che noi facciamo per
29:31renderci un po' in conto di quanto è grave il problema della patologia emorroidaria e di
29:38conseguenza anche i trattamenti che devono essere effettuati. Abbiamo un primo grado che quando il
29:43paziente ha una sintomatologia, la sintomatologia può essere un bruciore, un dolore, può essere
29:50anche un sanguinamento come vi dicevo precedentemente, poi abbiamo un secondo grado
29:55quando le emorroidi escono, quindi noi ce le ritroviamo all'esterno ma rientrano spontaneamente,
30:03il terzo grado è quando le emorroidi sono fuori e non rientrano spontaneamente ma noi siamo obbligati
30:11digitalmente a riposizionarle nella loro sede naturale e poi abbiamo il quarto grado quando le
30:18emorroidi escono ed è impossibile riposizionarlo nella loro cavità. È chiaro che in base al grado
30:26della mia patologia emorroidaria poi lo specialista deciderà qual è il trattamento più opportuno.
30:32Certo su questo ci arriviamo quasi in chiusura professore ma prima volevo chiedere la diagnosi,
30:37arriviamo tardi dallo specialista perché è un argomento ancora considerato tabù e nel momento
30:45in cui ci sediamo sul vostro lettino la diagnosi come avviene? Certamente,
30:52allora la diagnosi nel momento in cui noi decidiamo come specialisti di fare una diagnosi,
30:58di approcciarci alla patologia emorroidaria, l'esame ambulatoriale consta di esplorazione
31:05rettale per avere un'idea del problema che dobbiamo affrontare seguito da una visita
31:12anoscopica. L'anoscopio è un piccolo strumento, un piccolo tubicino che mi permette di vedere
31:19all'interno il problema delle emorroidi. È chiaro che se non siamo sufficientemente
31:28soddisfatti della visita digitale, della visita anoscopica, a quel punto richiederemo un
31:37approfondimento diagnostico che è una rettoscopia e una conoscopia, esami dove si entra sempre con
31:48un tubicino, però questo tubicino è dotato di una videocamera che dà una diagnosi migliore
31:55rispetto ovviamente a un esame anoscopico. Perfetto professore, non da ultimo per ordine
32:01di importanza, gli approcci terapeutici immagino che nel corso degli anni, anche perché è un
32:07problema, citavamo i greci prima, quindi un problema piuttosto datato, che coinvolge
32:12la popolazione, ci siano stati dei grandi passi avanti, meno invasivi, oggi a che cosa
32:19ricorrete di solito, in base anche ai vari stati di cui ci parlava poco fa?
32:23Certamente, ha detto giustamente che oggi possiamo proporre vari trattamenti ai nostri
32:33pazienti, cioè non c'è più solo la chirurgia, se prima eravamo obbligati solo dal gesto
32:38chirurgico, il nome tecnico è emorridectomia, cioè asportazione delle emorroidi, che richiedeva
32:46ovviamente un trattamento in anestesia generale o spinale, un'adegenza e ovviamente un decorso
32:54post operatorio un po' più impegnativo rispetto alle nuove tecniche. Oggi sono possibili e
33:00fattibili anche altre tecniche, vi parlo della legatura elastica, vi parlo delle tecniche
33:08termoablative, parlo di laser e radiofrequenza, cioè trattare con una fonte di calore le emorroidi
33:16e poi una tecnica diciamo la meno invasiva in assoluto, che è la scleroterapia con schiuma,
33:24questa è una tecnica che è rientrata nel trattamento della patologia emorroidaria
33:30dico rientrata perché prima la scleroterapia delle emorroidi si faceva ma senza nessun risultato,
33:35perché veniva iniettato un liquido, quindi in una cavità grossa non aveva nessun effetto,
33:40con la scoperta della schiuma sclerosante il trattamento sulla patologia emorroidaria con
33:46questa tecnica è tornato in auge, è un trattamento questo puramente ambulatoriale,
33:52non richiede anestesia, il paziente può tornare immediatamente alla sua attività quotidiana
34:02lavorativa e fisica, è una tecnica che può essere eseguita ovviamente sotto indicazione
34:09del proptologo o sotto guida anoscopica o rettoscopica e trova in particolar modo nelle
34:18emorroidi sanguinanti la sua indicazione più felice, è chiaro che il proctologo deve avere
34:25in mano un po' tutte le tecniche per poter decidere in base al grado delle emorroidi,
34:31in base al paziente che abbiamo davanti con le sue patologie associate, con i suoi farmaci,
34:36qual è la tecnica migliore per il trattamento della patologia emorroidaria, tenendo conto che
34:44questa problematica è una problematica che avrà delle recidive, che io utilizzi la chirurgia,
34:49che io utilizzi la scheroterapia, che io utilizzi le tecniche termoblative, purtroppo per il discorso
34:54di componente genetica è una tecnica, è una malattia che avrà delle recidive e quindi
35:01l'approccio tendenzialmente deve essere il meno invasivo possibile, il più ripetibile possibile.
35:07E quindi ancora di più vale sempre la pena ricordare l'importanza della prevenzione
35:13anche della tempestività, battendo questi tabù che a volte ci fanno davvero ritardare come se
35:19fosse una colpa o una debolezza soffrire di alcune patologie. Professore, io la ringrazio
35:25tanto, tanto, tanto per essere stato il nostro ospite, per averci spiegato insomma in termini
35:30semplici e adatti a tutti, anche a chi non fa la sua professione, di che cosa stiamo parlando.
35:35Abbiamo ingorretto anche, come dire, l'utilizzo errato che facciamo dell'etimologia della parola.
35:40Grazie ancora professor Cervi.
35:43Grazie mille a voi, è stato un piacere.
35:45Grazie.
35:46E ora cambiamo completamente argomento, parliamo di musica, perché è uscito il nuovo singolo
35:53inedito di Michela Giorgi dal titolo di Michè. Il brano è stato scritto da Ciro Imperato
35:59e Maurizio Nesa, quest'ultimo a sua volta autore a suo tempo di alcuni brani per Mina.
36:05Abbiamo l'interprete, nostra ospite in collegamento. Michela, buongiorno, ben trovata e grazie
36:11per essere qui con noi.
36:12Buonanotte, grazie.
36:13Livornese tu, piombinese io, anche se spatriate nel profondo nord, però tu ancora più di
36:23me, perché sei ancora più su dalla Val d'Aosta, sei in collegamento, però insomma adesso
36:28cerchiamo di non parlare proprio in labroningo, parliamo in italiano il più possibile puro,
36:33però insomma abbiamo questa vicinanza territoriale e geografica.
36:37Allora, ci porti un elento con una grandissima atmosfera, ecco che cosa va a fotografare
36:43questo brano? Le parole di che cosa parlano? Poi ne vedremo magari anche un pezzettino.
36:47Allora, diciamo che il brano, come hai detto tu, è lento, quindi è piuttosto melodico,
36:54va a fotografare la storia di amore di due persone, di una coppia, che però si interrompe.
37:06La protagonista comunque spera ancora che la persona amata possa ritornare.
37:13Noi le auguriamo perché ci piacciono le storie al lieto fine, Michela ovviamente, e tra l'altro
37:20c'è questo video suggestivo che avete girato in un posto che io adoro del Piemonte, ovvero
37:25sull'isola del lago di Orta a San Giulio, ne vogliamo vedere magari un breve strato,
37:30il primo minuto regia, così lo commentiamo insieme a Michela. Vediamolo.
37:35Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
38:05Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
38:35Grazie regia. Allora, Michela, sai che premetto per onestà intellettuale e morale che non sono un'esperta di musica in senso stretto, sono un'appassionata ma non ho la detta ai lavori, però sai che io risento nell'interpretazione e anche nelle sonorità molto di Mina, sei d'accordo con me?
38:59Beh, direi di sì, anche perché ovviamente, come avevi citato prima, il compositore della musica, perché ricordiamo chi ha scritto le parole, Ciro Imperato, che tra l'altro è il mio discografico, e colui che ha composto la musica è stato uno degli autori di Mina,
39:27quindi ovviamente si possono sentire questo stile.
39:31Beh, è un imprinting sicuramente di grande qualità e che si ritrova inevitabilmente perché è il proprio talento artistico, la propria, direi, cifra stilistica, ecco, sicuramente una grandissima responsabilità interpretare un brano e poi metterci del tuo e nel frattempo riuscire comunque a scovare delle omiglianze, sei d'accordo con me? Te lo dice una che è stonatissima.
39:56Allora, ascolta, io ti devo dire la verità, io adoro Mina, io adoro Mina, l'ho sempre adorata e ho avuto anche il piacere di cantare anche delle cover di Mina, quindi diciamo, mi sono sempre molto avvicinata al suo stile e mi sono sempre un pochino anche identificata così con Mina.
40:21Fare a darti torto del resto, è una celebrità che rimane nel corso della storia e rimarrà per sempre nella musica italiana e non solo.
40:30Tu canti fin da giovanissima, raccontaci i primi passi.
40:34Sì, infatti diciamo che l'amore per la musica e per il canto io ce l'ho sin da quando ero bambina, poi finalmente si è presentata l'occasione di esibirmi in varie trasmissioni televisive dove appunto presentavo canzoni melodiche ovviamente
41:03ma nel mio repertorio ce l'ho sempre i cover di Mina, io posso citare Il giorno d'una stanza, E se domani, però poi a volte insieme alle canzoni di Mina cantavo anche altre canzoni di altre interpreti importanti come può essere Barcella.
41:29Sì che per alcune cose ci ritrovo comunque sempre a livello di cifra stilistica ovviamente ognuna con le proprie peculiarità.
41:37Insomma arriva la tv, non siamo solo toscanacce livornesi di origine ma insomma condividiamo anche questo Michela e dal 2017 tu sei anche la station manager di radio Michelle, l'amore senza fine che è una radio che si può ascoltare sul web.
41:57Ecco io ti volevo chiedere dall'alto della tua esperienza che cosa pensi di questa fruizione nuova che la tecnologia, la rete, internet ci hanno messo a disposizione, sta prendendo piede e avrà sempre più seguito a tuo avviso?
42:12Ma sì io penso che innanzitutto internet sia un mezzo meraviglioso perché permette a tutti quanti di cimentarsi, basti pensare che qualsiasi tipo di utente si connette attraverso i social.
42:29Per quanto riguarda poi il discorso web radio diciamo che le web radio sono innovative e io le definirei le radio del futuro anche perché internet dà la possibilità alle web radio di essere ascoltate dappertutto.
42:52Tu devi pensare che radio Michelle viene ascoltata sia a livello nazionale che internazionale e quindi questa è la grande soddisfazione.
43:04Cambiano proprio le metodologie di fruizione, gli stili di fruizione e uno sceglie e non ha il problema della frequenza in una determinata zona geografica.
43:17Se ci pensiamo è molto democratico l'web da questo punto di vista.
43:22Ti faccio una domanda prima di salutarti, in realtà te ne faccio due, una è quella un po' di rito sempre che arriva e ritorna, ma prima ti faccio una domanda Michela che di solito rivolgono a me.
43:33Occupandosi di radio e di tv, tu conduttrice televisiva, speaker radiofonica e anche conduttrice, quale dei due mezzi immediati ci ami di più?
43:46Ce n'è uno dei due per cui il cuore batte di più?
43:49Sì, di lei la televisione perché il mezzo televisivo comunque è più immediato, più completo, dà molta più visibilità rispetto alla radio e secondo me poi c'è il discorso anche dell'emozione,
44:07cioè attraverso non solo il suono della voce ma anche attraverso l'immagine si trasmette più emozione al telespettatore.
44:22Diciamo che c'è anche un maggiore coinvolgimento, ora è vero che tante tv, tante radio, scusami Michela, utilizzano io stessa nel mio format che conduco radiofonico o il video abbinato alla voce,
44:37però se pensiamo di più a dei format di vecchio stampo, la voce era ciò a cui veniva demandato tutto il potenziale, l'ascolto e la voce da una parte,
44:50invece la tv ha sempre richiesto necessariamente anche proprio l'utilizzo dell'immagine, quindi ti butti a tutto tondo con la tua identità e questo dà molta visibilità
45:01e dall'altro chiaramente è difficile a volte riuscire a tenere testa e a dominare un set televisivo e la scena, sei d'accordo?
45:12Sì, certo.
45:14Senti, ecco qua la domanda, prima di salutarti e ringraziarti, progetti futuri ce ne sono?
45:20Sì, diciamo che per il momento cerchiamo insieme al mio disco grafico di promuovere Di Michè, però diciamo che qualcosa che bolle in pentola ci dovrebbe essere e quindi l'idea comunque di nuove canzoni, nuove idee, di diversi.
45:40Insomma, sei proprio un'artista e per scarafanzia non ci hai svelato in anteprima niente di più, ma va bene così, te lo concedo, è stato un piacere, quindi buon percorso di diffusione di questo nuovo singolo, tante cose, insomma dita incrociata a Michela Giorgi e allo staff che lavora al tuo fianco, grazie ancora Michela.
46:03Grazie a te.
46:05E allora l'ultimo ospite di questa puntata, non ovviamente come dico sempre in ordine di importanza, parliamo del Buongiorno, perché tutto inizia con un buongiorno ed è proprio il titolo di un libro di Nicola Giliberti dove il buongiorno è assolutamente la parola chiave del pensiero positivo.
46:25Abbiamo qui il suo autore, buongiorno Nicola, ben trovato.
46:28Buongiorno Francesca, buongiorno a tutti i telespettatori, grazie per l'invito.
46:33Grazie a te di averlo accolto.
46:36Sicuramente delle riflessioni ti avranno ispirato per incominciare a scrivere, a stendere nero su bianco le tue riflessioni su questa parola che a volte diamo per scontata ma che assolutamente poi nella quotidianità non lo è.
46:52Partiamo da qua Nicola, che cos'è che ti ha ispirato?
46:56Dunque, io sono stato ispirato da un percorso fondamentalmente personale, tutto comunque nasce da esperienze.
47:08Ho avuto delle situazioni anche professionali molto complicate ma anche personali per cui ho dovuto trovare quelle risorse interne lavorando dentro di me per scavare e andare a scoprire quali elementi, quali armi potevano darmi una mano in un momento molto difficile.
47:30Ho scoperto, facendo questo percorso straordinario, che l'essere umano ha veramente delle capacità incredibili.
47:40Nel tempo ho capito che la trasmissione delle energie positive dipendevano dalla mattina perché quando incontravo delle persone anche in un momento di difficoltà e il saluto del buongiorno ho capito che il fatto con un sorriso dava quelle energie incredibili che a loro volta trasmettevano anche alle persone del benessere.
48:02Da lì ho iniziato a capire che probabilmente era una strada da conoscere meglio, da perseguire e da scoprire.
48:09Devo dire la verità che anche oggi mi dà quella corazza, quella forza, tutto quello che sto studiando ovviamente alle spalle della parola buongiorno mi dà quella forza per affrontare anche dei momenti di difficoltà che possono avverarsi e possiamo andare incontro in questo momento.
48:32Quindi insomma dietro la parola buongiorno c'è tutto un mondo che si apre, c'è molto di più che si nasconde. Io ti capisco perché anche per me è fondamentale. Il sorriso e un saluto cambiano praticamente in positivo il corso di una giornata.
48:50Sono come una sorta di vibrazioni positive che andiamo a sentire. Tu fra l'altro parli del domino del buongiorno. Ci vuoi spiegare qualcosa di più? Mi ha colpito molto questo effetto domino del buongiorno.
49:05Guarda Francesca, il domino del buongiorno è un passaggio tanto semplice ma è tanto meraviglioso che a volte non capiamo, non comprendiamo cosa può donare a tutti noi perché come le energie negative che affrontiamo in un momento particolare, nel momento in cui ci spostiamo da un momento particolare di negatività e andiamo in un altro ambiente,
49:32ci portiamo dietro delle emozioni negative che trasmettiamo alle persone con cui stiamo dialogando. Per cui partendo dalla parola buongiorno invece ho scoperto che dedicando, donando il buongiorno alle persone, le persone si sono sentite assolutamente apprezzate, si sono sentite corteggiate a livello spirituale.
50:02E di conseguenza, questo è un dato di fatto perché ho potuto appurare con persone amiche nella loro giornata e hanno trasmesso questa parola che a loro era stata dedicata poco prima e che gli aveva trasmesso delle energie positive.
50:19Per cui è un vero e proprio domino del buongiorno, è una reazione a catena che se portata avanti anche in ambienti più giovani potremmo ambire ad avere probabilmente in futuro questa parola ancora all'ordine del giorno perché l'abbiamo un po' persa.
50:40Ecco, io ti ringrazio Nicola perché mi hai dato un'assista importante. Ti avrei chiesto se educare al buongiorno sia fondamentale sin dalla più tenera età. Mi sembra di aver già intuito la tua risposta, però vorrei che tu ci spiegassi qual è il tuo punto di vista e che noi adulti possiamo fare.
51:02Guarda, noi adulti abbiamo un ruolo importante, quello di trasmettere ai giovani, anche grazie alle esperienze negative, ciò che di positivo possono fare.
51:14Se tu pensi che in Giappone, faccio un esempio semplice, salutano e ringraziano anche quando attraversano sulle strisce pedonali dove poi lì è un diritto, se ci pensi è un diritto. Abbiamo tanto da imparare ancora nella nostra civiltà, nella nostra cultura occidentale.
51:31Il poter introdurre poi dei futuri uomini e donne con una consapevolezza diversa nella condivisione fra esseri umani, per cui vuol dire che il rispetto non è più un optional ma diventa un punto fermo della nostra società e questo è un passaggio fondamentale dove nel libro io dedico proprio un capitolo anche ai giovani perché è fondamentale ripartire da lì.
52:00Nel libro parli anche di una nuova categoria letteraria che è quella dei romanzi motivazionali, vero Nicola?
52:07Sì, è una categoria a cui tengo molto perché nasce dalle esperienze sempre personali e la fusione di queste due parole magiche che sono romanzi motivazionali vanno a intercettare tutti quegli autori, quegli scrittori che nei loro testi vogliono raccontare con qualcosa di personale, magari in maniera romanzata come faccio anch'io nel mio libro.
52:34Il primo capitolo lo dedico a un'esperienza mia personale legata al buongiorno in maniera molto romanzata, molto colorata perché deve esserci anche un po' di leggerezza, però di conseguenza vado anche a sprigionare delle energie positive che possano dare al lettore un elemento motivazionale importante.
53:01Questa categoria è una categoria a cui tengo molto e che porterò avanti nel tempo perché vorrei coinvolgere tutti quegli autori che hanno questa linea di scrittura vicina a romanzi motivazionali.
53:22Il tuo libro è sicuramente un grande messaggio di fiducia, quindi l'idea è quella di non fermarti qui ma anzi di creare una sorta di collettivo di autori che in qualche modo vanno verso questa direzione che tu hai iniziato ad esplorare, è corretto Nicola?
53:45Assolutamente, sì. Nella mia idea romanzi motivazionali deve diventare una raccolta di autori che raccontano tramite esperienze personali e a loro volta trasmettono quelle informazioni che servono per un mindset vincente, per una ricrescita, per dare spirito allo spirito per poter ripartire e avere più fiducia.
54:16Siccome di fiducia e di speranza ne abbiamo bisogno, tutti, sempre, e visto che stiamo anche in chiusura di puntata, io approfitterei della tua presenza per fare un bel saluto a chi è anche un saluto ricco di gratitudine per chi ci segue sempre con affetto tutte le settimane.
54:41Quindi a questo punto io mi faccio piccola piccola, ringrazio chi ci ha guardato, do appuntamento come sempre alla prossima settimana a una nuova puntata di Ipso Fatto, l'Italia si racconta, ma soprattutto lascio salutare a te, chi ci sta guardando. Prego Nicola.
54:55Allora un messaggio che vuole essere un suggerimento ma provatelo, dedicate un buongiorno anche a chi non conoscete, guardatelo negli occhi, cercate l'incrocio degli sguardi e con un sorriso accennate un buongiorno.
55:13Vi posso garantire che è una formula magica, vi risponderanno, ma chiunque, il manager, la casalinga, l'operaio, l'industriale, tutti vi dedicheranno il buongiorno e vi sentirete sicuramente molto meglio. Provateci perché è una formula magica.
55:34Insomma cerchiamo di impegnarci a innescare questo effetto domino, io lo faccio e devo dire che sono la prova approvata di un grandissimo beneficio che do agli altri ma che ricevo nello stesso tempo anche io perché è un effetto doppio, non è univoco, ma è univoco. Nicola grazie ancora, grazie ancora a Nicola Giliberti, grazie a tutti voi e alla prossima puntata di Ipso Fatto.
55:59Grazie, alla prossima puntata di Ipso Fatto, l'Italia si racconta.