(Andrea Arzilli) Si chiama Francesco Ceravolo, è calabrese originario di Vibo Valentia, e per 13 anni è stato il gelataio di Papa Francesco. Anche perché il suo negozio, Hedera nel cuore di Borgo Pio, ha aperto esattamente il giorno dell’elezione di Francesco, il 13 marzo 2013. «Amava i sapori semplici, gusti come limone e mango, ma avevo carta bianca: i dolci che gli preparavo erano a sorpresa». Per più di 12 anni Ceravolo ha inviato a Francesco torte e gelati con cadenza settimanale. La prima torta «fatta con una crema al limone del sud Italia».
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NovitàTrascrizione
00:00Siamo stati nella parte dolce del suo papà. Per molti anni? Sì, sin dall'inizio noi abbiamo questa
00:07congiunzione astrale, abbiamo aperto lo stesso giorno in cui lei è stata eletta il Stoio di Pietro,
00:11la stessa giornata. Questa gelateria è stata inaugurata casualmente, lo stesso giorno in cui
00:16c'è stata la fumata bianca. Abbiamo regalato la prima torta a Pontefice, che era una torta con
00:24San Giorgio e Luci del Drago. Gli piacque molto, poi aveva iniziato a collaborare con il suo
00:32staff. Lo stupivamo ogni volta con sorbetti particolari, torte particolari, gelati particolari.
00:40La prima torta che cos'era? La prima torta aveva una crema chantilly fatta con un limone del sud Italia,
00:48perché noi veniamo dalla Calabria, quindi ci tenevamo a fare questa roba qui. Le altre torte
00:53sarei tutte molto a sorpresa, perché ogni torta conteneva un tema. Il tema è l'unico in quel momento,
00:59la torta dei migranti, la torta dei bambini della giornata della gioventù, la torta fatta dai bambini
01:06oncologici delle bambini Gesù di Roma. L'abbiamo sempre colpito con qualche sorpresa.
01:12Chi ha lasciato? No, questa è una copia più piccola di un ostia commestibile, perché tutte le volte,
01:19come dicevo sull'ostia, c'era il tema. In un'occasione metteva un tema che nel mondo era brecciato,
01:25tutte le sue cucitive, le sue sofferenze che lui portava addosso, ma c'era anche la sua
01:30borsa nera, con cui salivi in aero, vecchia borsa, con la sciarpa e la sua squadra del cuore.
01:34Esatto. Quando la notizia, poi la lasciamo ai suoi clienti, la notizia della scomparsa?
01:41La notizia sono lasciato sgumenti, io ero una commissione di lavoro con oltre quattro persone,
01:45tre delle qualiate, che piangevano se fossero credenti. C'era abituato a questa cosa, nel senso
01:51che erano tre mesi che lo sapevamo, ma nessuno era abituato alla sua assenza.
01:55E cosa ci lascia? Ci lascia un messaggio di sofferenza negli ultimi tre mesi, che solo oggi
02:00iniziamo a vedere, che ha offerto a tutti. Ci lascia una semplicità pazzesca, ci lascia dei temi che
02:05nessuno ha mai trattato. La cura del creato, sono enciclica, ma in realtà il mondo e le sue sofferenze
02:12anche climatiche. Ci lascia una grandissima durezza verso tutte le guerre, sempre combattuto
02:17politicamente e comunque come un rivoluzionario. E lascia un solco difficile per chi le fa.
02:22Nessuno potrà prescindere da quello che ha cambiato lui in 13 anni ripropato rispetto ai
02:27precedenti di Milano. Una roba più frivola, se chiudendo, diciamo, se doveste dire un paio
02:34di gusti, quelli preferiti. Ma era una persona che più semplice la si può. Un limone, un mango,
02:40un sorbetto assoluto, la faccia di felice. Ma era molto curioso. Ogni sorpresa che gli portava
02:44era curioso di tagliare la fetta e capire cosa ci fosse dentro, perché noi abbiamo sempre avuto
02:47carta bianca, si è sempre divertuto molto con quello che lui preparava.
02:52Grazie. Grazie a voi.