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Le parole di Piero Calamandrei su Resistenza e Costituzione, per ricordare il senso della lotta partigiana ottant'anni dopo la Liberazione dell'Italia dal nazifascismo.​«Visto da vicino», la videorubrica di approfondimento: qui tutte le puntate.

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Novità
Trascrizione
00:00Ora è sempre resistenza, quattro parole che ci sono entrate nella pelle. Il 25 aprile,
00:14giorno della liberazione dal nazifascismo, tornano dalla lapide ad ignominia, dedicata
00:20al generale Albert Kesselring, comandante delle forze armate tedesche in Italia durante
00:24la seconda guerra mondiale. Condannato a morte, poi all'ergastolo, poi scarcerato per motivi
00:30di salute, Kesselring disse che gli italiani avrebbero dovuto in realtà erigergli un monumento.
00:36Fu allora che Piero Calamandrei, eminente giurista fiorentino tra i fondatori del partito d'azione,
00:42compose il testo per la lapide della vergogna. Cominciava così. Lo avrai, camerata Kesselring,
00:48il monumento che pretendi da noi italiani, ma con che pietra si costruirà a deciderlo,
00:53tocca a noi. Il seguito è emozione che cresce fino a quelle quattro parole. E in quel sempre
00:59c'è il senso di un resistere che per il professor Calamandrei significa onorare il sacrificio di
01:04chi ha dato la vita per la libertà, la giustizia, la democrazia, proteggere quel testamento di centomila
01:10morti che è la Costituzione. E la Costituzione è un ideale incompiuto che richiede l'assunzione
01:16di responsabilità di ognuno di noi, impegno e lavoro quotidiano per consentire il pieno sviluppo
01:21della persona umana. Rimuovere gli ostacoli, come stabilisce l'articolo 3. Dare a tutti
01:27gli uomini dignità di uomo. Lo dice Calamandrei nel discorso agli studenti del 26 gennaio 1955,
01:34un anno prima di morire, presso la Società Umanitaria di Milano. Ha la voce rotta. Ascoltiamola.
01:39Dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare la scuola a tutti, dare a tutti
01:54gli uomini dignità di uomo. La libertà è come l'aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia
02:04a mancare. Quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito
02:12per vent'anni e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai quanto sangue, quanto dolore
02:20per arrivare a questa Costituzione. Dietro a ogni articolo di questa Costituzione, o giovani,
02:27voi dovete vedere giovani come voi, caduti, combattendo, fucilati, piccati, torturati, morti
02:40di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade
02:49di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia
02:59potessero essere scritte su questa carta. Quindi quando vi ho detto che questa è una
03:05carta morta, no, non è una carta morta. Questo è un testamento, un testamento di centomila
03:16morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione,
03:31andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi
03:42dove furono imprigionati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la
03:53dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.

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