https://www.pupia.tv - Emilia Romagna - La memoria proattiva della Resistenza
“Se c’è una cosa che mi ha lasciato è proprio questo, il coraggio di non essere indifferenti, che io cerco di avere ogni giorno facendo memoria proattiva della Resistenza”.
Giovanni era il nonno buono che raccontava tante storie su quello che aveva vissuto durante la Resistenza. Carlotta era una bambina che da quei racconti ha imparato il significato e il valore della Resistenza e adesso da diversi anni è iscritta all’Anpi: "Mio nonno era un ragazzo di poco più di vent’anni che aveva paura, ma che ha avuto anche la forza di scegliere l’altra faccia della paura: il coraggio, il coraggio di essere un partigiano".
Scopri tutte le iniziative per celebrare gli 80 anni dalla Liberazione dal Nazifascismo 👉 https://regioneer.it/25aprile25 (23.04.25)
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“Se c’è una cosa che mi ha lasciato è proprio questo, il coraggio di non essere indifferenti, che io cerco di avere ogni giorno facendo memoria proattiva della Resistenza”.
Giovanni era il nonno buono che raccontava tante storie su quello che aveva vissuto durante la Resistenza. Carlotta era una bambina che da quei racconti ha imparato il significato e il valore della Resistenza e adesso da diversi anni è iscritta all’Anpi: "Mio nonno era un ragazzo di poco più di vent’anni che aveva paura, ma che ha avuto anche la forza di scegliere l’altra faccia della paura: il coraggio, il coraggio di essere un partigiano".
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NovitàTrascrizione
00:00Crescendo, penso che quel ragazzo di 20 anni, di cui sono fierissima di avere lo stesso sangue,
00:07avesse una paura immane.
00:13Mio nonno nasce nel marzo del 20 a Terrasini, un paesino tra Palermo e Trapani.
00:22E poi a 18 anni, come molti giovani dell'epoca, trova una via di fuga nell'arma e quindi si arruola nell'arma dei carabinieri.
00:34Dopo l'8 settembre, quindi dopo l'armistizio, la caserma dove era a distanza, che era verso Scarperia, quindi in Toscana,
00:43viene presa dai nazisti e allora lui lì decide di fare una scelta e di prendere parte alla guerra partigiana come partigiano,
01:01proprio a Scarperia. Non ha mai tradito e non tradirà mai la divisa del carabiniere, lo prendevamo anche in giro
01:09chiamandolo carabiniere, noi nipoti, però ha fatto un'altra scelta che era doverosa e molto coraggiosa.
01:19Era il nonno buono, era il nonno complice, quindi gli aneddoti che mi raccontava erano per me storie, avventure.
01:28Ho fatto i conti con quegli aneddoti molto dopo e uno dei tanti che mi è rimasto sempre molto impresso,
01:35proprio perché all'inizio era quasi, quando mi veniva raccontato, ero piccola, come se mio nonno fosse un supereroe,
01:42adesso capisco che era un ragazzo di poco più di vent'anni.
01:47La caserma presa d'assalto dai nazisti, mio nonno, non parlando una parola di tedesco,
01:55vede che questi nazisti portano in carcere, nella caserma, due ragazzi, capisce che sono partigiani,
02:01e mio nonno non capendo bene appunto la lingua, però capisce questa parola che è caput.
02:09E quindi che, insomma, la mattina dopo questi due ragazzi li avrebbero fatti fuori, due ragazzi della stessa età,
02:15allora lui lì decide di liberarli, scappa con loro e da lì inizia la sua avventura partigiana.
02:22E se c'è qualcosa che mi ha lasciato è proprio questo, che l'altra faccia della medaglia della parura è il coraggio
02:32e il non essere indifferenti e questa è la scelta che io cerco di fare ogni giorno e di fare memoria proattiva in questo senso qua.