• 3 giorni fa
Tgs Sette, edizione del 2 febbraio 2025
Trascrizione
00:00Buona domenica e bentrovati a TGS7, il nostro rotocalco settimanale, un programma che dedichiamo ai fatti di cronaca più importanti della settimana che ci siamo lasciati alle spalle.
00:29E all'inizio della settimana abbiamo ricordato Mario Francese, giornalista, cronista di razza che decise e fu in grado di svelare gli interessi dei corleonesi su Palermo nella loro fase più espansiva.
00:45Per questo fu ucciso, cribellato di colpi il 26 gennaio del 1979 a Palermo, in pieno centro, un delitto scioccante che colpì molto la redazione del giornale di Sicilia.
00:58Ne vogliamo parlare con suo figlio in studio, Giulio Francese, che saluto. Giulio ciao.
01:02Ciao Marina, buonasera.
01:04Nostro caro collega e poi Presidente dell'Ordine dei giornalisti e adesso da anni ormai animatore di un premio intitolato a Mario e Giuseppe Francese, del quale parleremo fra poco.
01:15In primo luogo ti chiedo com'è stata quest'anno la manifestazione che avete dedicato al ricordo di Mario Francese, sempre più partecipata devo dire, mi è sembrato di vedere, è vero?
01:26Sì, è stata una cerimonia molto bella, molto sentita, ampia la partecipazione da parte delle istituzioni, delle autorità civili e militari, ma anche da parte della società civile, comprese alcune scolaresche.
01:46Mi piace questa figura, negli anni è come se l'avessimo studiata tutti un po' meglio, il cronista, l'uomo, questa figura anche di uomo privato che piano piano viene raccontata sempre di più, è vero?
02:01Sì, la città ha scoperto questa figura di uomo, uomo vero dico io, uomo generoso, figura assolutamente limpida, un uomo appassionato del proprio lavoro, con una grande passione non solo per la professione, ma una grande passione civile.
02:21Era uno che si spenneva il suo mestiere, non guardava orari, andava sui luoghi della cronaca anche quando era libero per vedere con i propri occhi e cercare di approfondire.
02:36E poi era un computer vivente, in un'epoca in cui non si pensava assolutamente al computer, lui era un computer vivente, una memoria capace di creare collegamenti su due piedi così.
02:54Giulio volevo chiederti, quanti anni avevi in quel giorno terribile?
03:0020 anni.
03:01Avevi 20 anni e i tuoi fratelli?
03:04Ci vediamo tutti i tre anni, il più piccolo Giuseppe ne aveva 12, quel giorno era a casa perché influenzato, lui che sentiva i colpi e si allarmò per primo, forse aveva capito…
03:19Una cosa che lo ha segnato per sempre e che se lo è anche portato via.
03:23Sì, sì.
03:24Volevo chiederti, che sentore c'era nella vostra famiglia? Mario Francese era uno che era andato dritto al punto, siamo alla fine degli anni 70, non è esplosa del tutto la guerra di mafia fra i palermitani e i corleonesi, ma ci sono i prodromi.
03:39E i prodromi sono dati dagli affari che i corleonesi cercano di fare nell'ambito dei grandi appalti, avevano messo gli occhi sulla diga Garcia, è lì che comincia tutto, da quell'inchiesta di Mario Francese?
03:50Sì, lui partì anche da prima, cominciò a guardare e a esplorare in direzione di Corleone nel 1975, mise uno dietro l'altro tutta una serie di delitti che si erano compiuti in quel territorio, parlando di una nuova strategia della mafia corleonese.
04:09Poi l'attenzione si era concentrata sulla diga Garcia, che era diventato il grande affare della Sicilia, oltre 350 miliardi di lire, un affare che aveva chiaramente stimolato gli appetiti di questa cosca dei corleonesi, che hanno avuto a mettere le mani sugli appalti della diga.
04:34Quindi la diga Garcia diventa il grande affare della mafia, che fa un salto di qualità ulteriore in quell'occasione, in quanto si proietta direttamente nel mondo degli appalti.
04:49Volevo anche chiederti il processo, è stato lungo e molto doloroso arrivare alla verità, viene punita la cupola di Cosa Nostra, questo delitto viene deciso da Totorina, Pernato Provenzano, dai grecchi, da chi guidava la cupola, questo significa che quelle inchieste avevano del tutto colpito nel segno?
05:10Lo dico ora anche i pentiti, Mario Francese era quello che più di tutti si era avvicinato alla verità, Mario Francese soprattutto per quanto riguarda le vicende della diga Garcia e dell'omicidio del colonnello rosso.
05:23Poi Mario Francese era, come dirà anni dopo in una trasmissione da lui curata, Lucarelli, scrittore Lucarelli, era fissato con i corleonesi e questo dava fastidio perché lui capiva che il vento della mafia aspirava da Corleone ed era un vento che faceva paura e lui aveva puntato i suoi occhi in quella direzione.
05:50Qualcuno rimprovava di guardare soltanto i corleonesi, di essere appunto uno fissato, qualcuno lo accusava di essere un po' visionario oppure di voler cercare di scopo a tutti i costi, sono accuse che gli sono state fatte a Calabria Ancora Caldo nel suo ambiente di lavoro da alcuni giornalisti.
06:10I fatti dimostreranno, le deliberazioni di Buscetta dimostreranno che mio padre aveva colto nel segno e poi, come dirà qualcuno dei suoi colleghi al processo, non avevamo capito che Mario Francese era avanti di dieci anni rispetto a noi.
06:31Il metodo giornalistico è sicuramente perfiuto e intuito.
06:35Lui parlava direttamente con la gente, non si limitava soltanto a guardare le carte, parlava con la gente, andava sui territori, voleva vedere con i suoi occhi.
06:43Ecco di questo parleremo anche a proposito della sua eredità.
06:47Volevo chiederti se a casa si respirava un'aria di pericolo a quel tempo.
06:51Le minacce le abbiamo ricevute, le ho colte pure io per telefono, le ha colte mia zia, però duravano poco perché mio padre aveva questa strana abilità di fare evaporare la paura.
07:04Come bolle di sapone.
07:07Ci rideva su, diceva sempre una cosa che io ricordo sempre agli studenti, faccio il mio dovere e non ho nulla da temere.
07:17Ecco questa parola dovere è oggi poco usata, lui la ripeteva sempre, il senso del dovere.
07:22Mi piaceva questo di mio padre, aveva un senso del dovere molto…
07:25A che età se le ha portato via il dovere di raccontare la verità?
07:28Avrebbe compiuto dopo pochi giorni 54 anni, quindi è molto giovane e per me è rimasto giovane.
07:36Le sue foto che vi stiamo mostrando e che vi rimostriamo sono bellissime.
07:40Dicevo dell'eredità, l'eredità di Mario Francese è diventato un premio, un premio che viene organizzato da te ormai ogni anno con una bellissima collaborazione.
07:50Vorrei fare vedere la foto di Silvia, Silvia Francese, splendida attrice, piena di entusiasmo e anche di impegno civile.
08:02Possiamo anche rivelare che si è costituita una speciale giuria per questo premio che viene assegnato agli studenti delle scuole.
08:11Qui viene offerto un'opportunità, quella di fare da cronisti in un certo modo, alla vecchia maniera come Mario Francese è così?
08:18Sì, intanto voglio fare una precisazione, il premio è curato dall'ordine, è l'ordine dei giornalisti a cui offro la mia collaborazione.
08:32Quest'anno il premio è realizzato anche con la collaborazione del Giornale di Sicilia, con la collaborazione del Comune, con il patrocinio dell'ordine nazionale dei giornalisti
08:42e ovviamente con l'associazione Uomini del Colorado di cui mia figlia Silvia è presidente.
08:51Era un'espressione che usava Mario Francese quando entrava e usciva dal giornale?
08:55Ed è stata l'ultima con cui si è congedata da questa vita perché ha salutato i colleghi dicendo Uomini del Colorado vi saluto e me ne vado,
09:03è uscito con questo saluto, con questo sorriso e sono state le sue ultime parole, mi piace ricordarlo così, col sorriso sulle labbra.
09:11Quindi dicevamo di questo premio che viene assegnato ovviamente a fior di giornalisti, ormai da anni, altro che, e anche agli studenti.
09:22E anche agli studenti, questa era stata una mia intuizione maturata anni fa, quella di rivolgersi alle nuove generazioni che non hanno vissuto quel periodo,
09:33ma che quella storia fa parte anche della loro storia, è giusto che loro sappiano da che cosa veniamo, che cosa ci portiamo sulle spalle, che cosa si portano sulle spalle i loro genitori.
09:46L'idea era quindi quella di stimolare la curiosità di questi ragazzi, renderli in qualche modo protagonista e invogliarli a guardarsi intorno, a raccontare la realtà che li circonda.
10:00E a contempo però era una sfida che io volevo lanciare a noi stessi nel mondo giornalistico, cioè cogliere le sfumature che ci vengono dal mondo giovanile, i segnali che ci vengono, gli stimoli, perché io dico che abbiamo anche noi molto da imparare dai ragazzi.
10:19Altro che, altri che, questi premi verranno assegnati il 6 di febbraio a Palermo al Teatro Politeama, quindi un appuntamento aperto a tutti, chi vuole può venire a seguire la cerimonia.
10:27Sì, io mi auguro che ci siano molti giovani, ci saranno le scuole che hanno denaro al premio, ce ne saranno altre.
10:35Da tutta Italia, lo sottolineamo, da tutta Italia.
10:38Bene, Giulio, io ti ringrazio molto di aver accettato il nostro invito, siamo legati ad un affetto particolare, tanti anni trascorsi qui in questo palazzo, in via Lincoln, è sempre un po' la soggezione di chi parla a chi ha vissuto un'esperienza così forte.
10:55Complimenti per come ne avete tratto solo energie. Un solo piccolo ricordo, Giuseppe, tuo fratello, che non ha retto al peso di questa vicenda, i processi che andavano lentamente, cosa ha pesato di più sulla sua vita?
11:12Il collegio Giuseppe è una ferita ancora aperta per me.
11:16Lo so, lo so, poche parole per aiutarlo.
11:20Lui ha il grande merito di aver ottenuto la verità e giustizia per nostro padre, senza il suo impegno, senza la sua tenacia non ci sarebbe stata la ripertura dell'inchiesta, non ci sarebbe stato il processo, al termine del quale lui probabilmente ha considerato conclusa la sua missione su questa terra e ci ha detto addio, dolorosamente.
11:41Lo salutiamo perché ne ho anche io un bel ricordo, ti abbraccio affettuosamente, ti ringrazio, ci rivediamo il 6 febbraio per il premio francese a Palermo, venite a sedere.
11:53Al Teatro Politeama.
11:55Ci fermiamo fra poco alla seconda parte di TGS7.
12:12Eccoci in studio per la seconda parte di TGS7 che vogliamo dedicare ai bambini, quelli che ce l'hanno fatta e i tanti che non ce l'hanno fatta, bambini, ragazzi, minorenni che hanno affrontato la traversata del Mediterraneo, uno spaccato che non sempre arriva alla giusta ribalta.
12:33Ne parliamo con Save the Children, con la portavoce nazionale di Save the Children, Giovanna Di Benedetto che saluto e che ringrazio di avere accettato il nostro ospite, tra l'altro è palermitana, è una collega, mi fa piacere davvero doppiamente averla in studio.
12:46Nei giorni scorsi abbiamo dato questo dato, molto difficile da accettare, nel 2024 120 bambini o ragazzi morti durante la traversata del Mediterraneo, per lo più canale di Sicilia, sud di Lampedusa, fino a pochi giorni fa la notizia di altri bambini, tutti i fratelli venuti a mancare durante la tratta, diciamo, per lo più fra la Libia negli ultimi tempi e abbiamo un po' anche capito perché, e la Sicilia.
13:16Allora Giovanna, mettere insieme questi dati penso non faccia bene a nessuno, neanche a chi si occupa come voi di bambini da sempre, Save the Children.
13:25No, non fa bene mettere questi dati, dare questi dati, non fa bene incontrare le persone ogni giorno sui moli, ai porti, sicuramente i bambini, gli adolescenti rappresentano una parte di questo flusso migratorio oramai da decenni, 10-15%,
13:48abbiamo valutato che dal 2014 almeno 127.600.000 minori non accompagnati in questo caso sono arrivati via mare in Italia e Lampedusa è la porta di accesso dove arrivano la maggior parte di queste persone.
14:04Queste persone purtroppo fanno un viaggio, come sappiamo, molto pericoloso, molto difficile, ma soprattutto in questi tempi incerti caratterizzati da guerre, da violenze, da crisi umanitaria, gravate anche dalla crisi climatica, queste persone non si fermano e pur di cercare un futuro possibile in Europa per sé, per i propri figli, mettono a rischio la propria vita.
14:29Nel fenomeno è che questi ragazzi, lo abbiamo visto anche attraverso il cinema che ha il coraggio di raccontare quello che noi non ci vogliamo raccontare fino in fondo, questi ragazzi nell'esercizio del diritto di muoversi esercitano anche il diritto e l'obbligo ad allontanarsi da posti dove patiscono la fame, dove non c'è il diritto al futuro, dove subiscono grandi violenze.
14:57Che storie avete raccontato in questi anni?
15:00Le storie sono diverse, chiaramente individuali, ma hanno appunto questo filo conduttore di un percorso difficilissimo perché i viaggi sono viaggi in cui sperimentano violenze, abusi, vedono morire persone care, compagni di viaggio o anche genitori o amici, persone che hanno fatto il percorso.
15:24Sono storie molto complesse, ognuno chiaramente reagisce con i propri strumenti, ma certamente i minori e i minori non accompagnati sono tra le persone più vulnerabili e hanno bisogno di una protezione e un'accoglienza adeguata.
15:40Per la legislazione italiana i minori che arrivano via mare devono avere garantiti gli stessi diritti dei minori italiani, ai sensi della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia, quindi hanno bisogno di una protezione, di essere inseriti nel sistema e di fare un percorso di inclusione.
15:58Questo non sempre avviene, non sempre è possibile, non sempre avviene per le lungaggini, per delle strutture e tra l'altro la cosa che abbiamo anche verificato in questi anni è che anche all'interno dell'Unione Europea, perché le persone che arrivano in Italia non sempre vogliono rimanere in Italia.
16:14Vogliono dirlo a gran voce?
16:16Sì, assolutamente.
16:17Non vogliono invadere l'Italia?
16:18No, non vogliono rimanere.
16:21Alcuni sì, altri hanno un percorso migratorio diverso, vogliono raggiungere parenti, comunità in altri paesi europei.
16:27Però abbiamo visto che purtroppo le frontiere interne ed esterne dell'Unione Europea sono diventate anche dei luoghi molto pericolosi per i migranti, per i minori migranti in cui vengono violati i loro diritti.
16:40Anche quello all'interno dell'Europa, quindi non solo quelle che loro affrontano e attraversano prima di arrivare in Europa.
16:47Come ricordavi tu, purtroppo siamo alla traversata del Mediterraneo, è uno dei momenti più difficili perché è veramente una delle rotte più letali al mondo.
16:56Ricordavi giustamente i tre fratellini che sono morti pochi giorni fa, tutti sotto i cinque anni, quindi bambini piccolissimi, che sono però gli ultimi di 120 solo nell'ultimo anno dal 2024.
17:10Ma se consideriamo che dal 2014, cioè da quando si è iniziato a fare un po' questo monitoraggio dopo il naufragio di Lampedusa, risulta che siano morti o risultano dispersi nel Mediterraneo almeno 31.200 persone e queste sono sicuramente stime approssimate per difetto.
17:32Che cosa succede quando arrivano questi bambini, ragazzi, al molo favaloro di Lampedusa che ormai conosciamo tutti quanti e dove siamo stati un po' tutti quanti? Cosa scatta?
17:42Io vedo quando vado a Lampedusa che immediatamente si chiama Save the Children, ecco una foto molto simbolica, siamo qui proprio a Lampedusa, riconosco io stessa. Che cosa fate? Cosa accade?
17:52Allora, noi siamo presenti innanzitutto come Save the Children dal 2008 in tutti i principali luoghi di sbarco e in frontiere, quindi diciamo anche a Lampedusa.
18:01C'è un team multidisciplinare che ha l'obiettivo di attuare subito quelle misure di tutela e di protezione nei confronti delle persone più vulnerabili, proprio come i minori soli.
18:10E quindi noi iniziamo a interagire con i bambini, non solo con i bambini perché in realtà ci sono anche donne sole, nuclei familiari, quindi famiglie con bambini piccoli, quindi non solo con minori non accompagnati.
18:23E cerchiamo di assicurare innanzitutto una risposta ai loro bisogni primari e poi di dare, fornire orientamento, informativa legale, attività di partecipazione, primo supporto psicosociale e cercare di valutare immediatamente le specifiche vulnerabilità.
18:41Abbiamo anche raccontato storie a lieto fine anche con la procuratrice per i minori di Palermo, Claudia Caramanna. Ci sono poi bambini che ottengono anche rapidamente intanto un affidamento, il ricongiungimento fino all'adozione in alcuni casi.
18:57Riuscite ad arrivare fino alla fine di questi percorsi? Seguite tutti?
19:02Tutti, ovviamente è difficile, sono centinaia di migliaia, però seguiamo, ci sono dei casi, io per esempio personalmente ricordo uno dei primi casi che abbiamo seguito, parlo di dieci anni fa, di una bambina siriana che aveva perso in un naufragio terribile genitori, fratello, c'era rimasta sola.
19:21In quel caso, però subito la sera stessa è stata affidata a una famiglia meravigliosa e qua ricordiamo l'importanza dell'affido familiare perché purtroppo pochi minori riescono a raggiungere l'affido familiare, invece è una misura importantissima.
19:35La bambina era piccola, aveva pochi anni, poi siamo riusciti a metterci in contatto con i parenti che erano rimasti, il nonno e la zia, e dopo un percorso la bambina è tornata con loro, è stata sicuramente una storia drammatica ma diciamo con un lieto fine.
19:49Vediamo a quello che bisognerebbe fare, per esempio in un momento come questo in cui c'è il grande rientro, c'è il controesodo degli sfollati di Gaza, la questione del Medio Oriente ha molto a che vedere con questo flusso migratorio, si può immaginare che molta gente decida di lasciare quel territorio così devastato dove non sarà probabilmente così possibile ricominciare da capo, ricostruire le proprie case.
20:16Siete pronti a tutto? Immaginate che i flussi possano cambiare, variare e ritornare lì in quella rotta?
20:23I flussi variano di continuo perché i flussi dipendono appunto dalla situazione internazionale, dipendono dalle guerre, dipendono dalle situazioni di siccità estrema come per esempio nel corno d'Africa, dipendono dai conflitti, dalle persecuzioni, dipendono da moltissime cose.
20:39Chiaramente, sicuramente il conflitto in Medio Oriente ha acceso un po' i riflettori, anche se al momento sembra che per ora stiano rientrando invece le persone verso le loro caratteristiche di origine nonostante sia distrutto.
20:55Siamo pronti, nel senso chiaramente monitoriamo e siamo pronti sempre ad accogliere, a cercare di garantire le misure di protezione necessarie.
21:04Questo per dire che poi alla fine basterebbe poco, aprire un corridoio? Come la pensate voi di Save the Children?
21:11Quello che noi chiediamo a gran voce da tempo è l'apertura di canali irregolari e sicuri, perché le persone affrontano questi viaggi della morte purtroppo, in assenza di vie legali e sicure per raggiungere l'Europa.
21:24Quindi invece cerchiamo e chiediamo l'apertura di canali irregolari e sicuri per accedere all'Europa, che garantiscono il pieno rispetto dei diritti umani.
21:32È un'assunzione, questa è importante, di responsabilità condivisa dell'Italia, degli Stati membri dell'Unione Europea e dell'istituzione europea per attivare un sistema strutturato e coordinato di ricerca e soccorso.
21:43Che non riesce proprio a decollare.
21:45Ma che è fondamentale per salvare le vite umane, tra l'altro nel rispetto dei principi del diritto internazionale e dando prova di quella solidarietà che è il valore fondante dell'Unione Europea.
21:55Come possiamo aiutarvi? Per esempio, una maggiore informazione sulla questione dell'affido, perché avere bibi in affidamento è facilissimo.
22:03Anche noi che poi alla fine siamo la prima porta per queste creature, per questi bambini e ragazzi. Non è complicato, no?
22:11Non è complicato, però non è una cosa semplicissima, perché purtroppo, come dicevo, i percorsi...
22:16Noi abbiamo una legge, la legge cosiddetta Zampa, che è una legge incredibilmente positiva per l'accoglienza moderna, la migliore diciamo in Europa per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
22:28Purtroppo, diciamo, nell'applicazione molte parti si perdono.
22:32Per esempio, i minori che arrivano dovrebbero stare un tempo molto limitato nei CAS, dove vengono solamente garantiti i servizi essenziali e poi andare invece nelle strutture di secondo livello.
22:43Dove iniziare proprio il percorso di inclusione. Questa cosa succede purtroppo non sempre. E questo inficia poi tutto il successivo percorso.
22:54Grazie Giovanna, grazie per questa testimonianza. In bocca al lupo, viaggi molto, sei palermitana, è comunque un'esperienza enorme quella che fai.
23:04È un'esperienza incredibile, perché si sta a contatto con tanta gente che ha un bagaglio di sofferenza fortissimo, ma anche un'umanità incredibile.
23:15Ti invidio un po' per questo. Grazie, buon lavoro, in bocca al lupo.
23:19Grazie a te e a voi.
23:21Allora, TGS7 finisce qui. Vi ringrazio per averci seguito. Ci vediamo la prossima settimana. Ancora buona domenica.

Consigliato