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Trascrizione
00:00La Bernale Architettura è ormai da anni un laboratorio che guarda al presente globale
00:09e alle sue sfide nell'ottica di trovare risposte alle tematiche più stringenti.
00:13Anche la 19esima edizione curata da Carlo Ratti sceglie di guardare alle problematiche del nostro
00:18tempo, in particolare a quelle della difesa dell'ambiente e dell'adattamento ai tempi
00:22del cambiamento climatico. E lo fa con un numero molto alto di progetti da ogni parte del mondo
00:27che guardano ad alcune parole chiave, collaborazione, cambiamento, intelligenza collettiva, tecnologia,
00:33sempre nell'ottica di un'azione comune. Progetti che, pur nella diversità, sembrano muoversi in simbiosi tra loro.
00:40Effettivamente un modo per vedere questa Biennale potrebbe essere proprio quello di un superorganismo.
00:44Un superorganismo in cui tutti questi progetti, tantissimi progetti, la Biennale con più progetti da sempre,
00:50in qualche modo si parlano e diventano un messaggio unico, chiaro, potente.
00:55Il messaggio è che l'architettura deve cambiare, deve adattarsi un mondo che cambia.
00:59La Biennale, intitolata Intelligence, naturale, artificiale e collettiva, si muove da una semplice considerazione.
01:06Per affrontare un mondo in fiamme, l'architettura deve riuscire a sfruttare tutta l'intelligenza che ci circonda.
01:11È una Biennale che ci accompagna nella realtà, attraverso il tenace lavoro del pensiero,
01:18il concetto, la costruzione di un progetto che incontra una necessità, quella di considerare come l'umanità,
01:28avendo a disposizione la Terra, deve rinnovarla nell'essere mondo.
01:33L'aspetto del rinnovamento, della creazione di una vera economia circolare,
01:37si fonda sull'attenzione e la ricerca su progetti portati avanti nel mondo.
01:40E così, negli spazi dell'arsenale, si incontrano nuove visioni urbane ispirate da una città come Legos in Nigeria,
01:47oppure progetti realizzati interamente con materiali recuperati da disastri naturali e perfino dalle guerre.
01:52O ancora, studi su Venezia, con la sua natura di città vivente e fragile, ma anche sul ripopolamento dei grilli,
01:58fino ad arrivare a un progetto che utilizza ed è pure l'acqua della laguna per produrre un caffè che viene servito ai visitatori,
02:04il tutto con la volontà di guardare avanti, nonostante le difficoltà.
02:08Il futuro è l'unico presente possibile, quello che noi viviamo è già passato,
02:15è la stessa idea di contemporaneità, è statica rispetto alla possibilità di costruire cose che sembrano essere utopie,
02:24ma sono delle bellissime realtà.
02:26Quando guardiamo il futuro non possiamo che essere ottimisti,
02:29ma ottimisti perché lo dice il grande filosofo Karl Popper, insomma l'ottimismo è un dovere.
02:34È un dovere perché il futuro è aperto, dipende da noi, da cosa costruiremo.
02:37E l'architettura è proprio quello, pensare al domani.
02:39Un pensiero che questa biannale tenta di mostrare nella sua bellezza formale,
02:43e molte delle installazioni presentate sembrano tutti gli effetti opere d'arte,
02:47ma che poi diventa di reale impatto a livello dei fatti, delle azioni, della forza, delle proposte,
02:52anche radicali, che vengono presentate, spesso alla ricerca di forme di ibridazione e cooperazione,
02:58che ci permettono di guardare oltre l'attuale sistema economico globale.
03:07Grazie.
03:08Grazie.

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