Vai al lettorePassa al contenuto principaleVai a piè di pagina
  • ieri
https://www.pupia.tv - Bologna - 25 APRILE. A BOLOGNA CORTEO "CONTRO GUERRA E RIARMO, COME IL PAPA"
Bologna, 24 apr. - Sobrietà per il 25 aprile? "Non è un invito che possiamo accettare". Così la galassia tutta a sinistra di Potere al popolo, comunisti, sindacati di base e studenti respinge il monito del Governo per la festa di domani per l'anniversario della Liberazione, in concomitanza con i cinque giorni di lutto per la morte di Papa Francesco, e promuove il tradizionale corteo a Bologna, da piazza dell'Unità fino al Pratello. "Ci vorrebbero silenziare proprio nel momento in cui diciamo le stesse cose, quindi ovviamente non è un invito che possiamo accettare", attacca Riccardo Rinaldi, di Potere al popolo. Francesco "parlava appunto di pace, di disarmo, diceva che in Palestina probabilmente c'è un genocidio e non veniva ascoltato dal nostro Governo e da tanti potenti". Per questo "il Papa è più comodo da morto che non da vivo". E dunque, domani è confermata alle 10 la partenza del corteo da piazza dell'Unità per arrivare alla festa di via del Pratello. Al via, Potere al popolo, collettivo Minghetti, collettivo Isart, Pratello R'Esiste, circolo Granma, Peacelink, Osa, Potere al popolo, Cambiare rotta, Pci, centro sociale Villa Paradiso, Usb tra gli altri. Una celebrazione della lotta del passato, ma anche un collegamento con il presente. "Non potevamo non collegare la Resistenza e l'esempio che ci hanno dato i partigiani rispetto al ripudio della guerra", che si traduce "non soltanto in un generico concetto di pace ma anche in un concetto di disarmo", per questo uno dei temi della manifestazione sarà "denunciare il piano di riarmo dell'Unione europea", oltre alla "solidarietà totale al popolo di Palestina che continua a subire un genocidio indiscriminato". Non a caso lo slogan dell'evento recita "Partigiane e partigiani contro guerra, riarmo e pacchetto sicurezza. Per la Palestina libera". D'altra parte, aggiunge Federico Serra di Usb, "l'economia di guerra la pagano i lavoratori, con aumento del carovita, crisi industriali e tagli ai servizi sociali, anche in questa città". Per questo domani si vuole marcare "un punto di discontinuità rispetto alle politiche di destra e sinistra che anche in questa città con le bandiere dell'Unione europea evocano un riarmo e un'economia di guerra che pagheranno i cittadini", come avvenuto nell'evento del 6 aprile promosso dai sindaci di Bologna e Firenze Matteo Lepore e Sara Funaro. E peserà anche sugli studenti, presenti domani appunto con i collettivi di Osa, Cambiare rotta, del Minghetti e dell'Isart: "L'Unione europea decide di spendere 800 miliardi in armamenti per il riarmo mentre noi vediamo ogni giorno le scuole che ci crollano a pezzi con aule mancanti e sempre più tagli all'istruzione pubblica", sottolinea Viola di Osa. "Ci danno spesso dei pacifisti violenti, ma noi crediamo che i violenti non siano gli studenti che occupano le scuole, come abbiamo fatto qui a Bologna, ma tutta quella classe dirige

Categoria

🗞
Novità
Trascrizione
00:00Viviamo in uno stato laico e la festa della liberazione è sicuramente una festa laica.
00:06Detto questo ci viene da ridere perché evidentemente il Papa è più comodo da morto che non da vivo
00:12quando parlava appunto di pace, di disarmo, metteva la questione che in questo momento in Palestina
00:18probabilmente c'è un genocidio, fino a lì non veniva ascoltato dal nostro governo,
00:23non è da tanti potenti e in questo momento ci vorrebbero silenziare proprio nel momento in cui noi diciamo le stesse cose
00:31quindi ovviamente non è un invito che possiamo accettare.
00:35In questo momento non potevamo non collegare la lotta di resistenza e l'insegnamento,
00:40l'esempio che ci hanno dato i partigiani rispetto al ripudio della guerra che per noi vuol dire appunto
00:46non soltanto un generico concetto di pace ma anche un concetto di disarmo.
00:52Questo ovviamente in questo momento vuol dire soprattutto denunciare il piano di riarmo dell'Unione Europea
00:58e parlare fortemente invece a favore di una politica che metta il disarmo e la cooperazione
01:05fra i paesi e fra i popoli come un punto centrale.
01:09Il 25 aprile è una data di liberazione dalla guerra, dalle guerre future
01:14e per cui i lavoratori e i lavoratrici saranno in prima linea a marcare un punto di discontinuità
01:21rispetto alle politiche di destra e di sinistra che anche in questa città con le bandiere dell'Unione Europea
01:26evocano un riarmo e un'economia di guerra che pagheranno i cittadini e i cittadini, i lavoratori e i lavoratrici.
01:32Parliamo di una guerra sempre più alle porte con l'Unione Europea
01:37che decide di spendere 800 miliardi in armamenti per il riarmi Europe
01:43mentre noi andiamo a scuola ogni giorno con le scuole che ci crollano a pezzi
01:47con le aule mancanti, insomma con sempre più taglia all'istruzione pubblica
01:52quindi in generale sempre più taglia alle spese pubbliche
01:55e ovviamente poi 800 miliardi vanno in guerra.
02:00Noi combattiamo una guerra giornaliera di tutto l'anno
02:02in cui ci sono circa 1000-1500 lavoratori che muoiono regolarmente per mancanza di sicurezza.
02:10Tralascio tutti i motivi perché altrimenti diventerà lungo
02:13per questo motivo noi saremo ancora in piazza
02:15e noi vogliamo ovviamente il rispetto della Costituzione
02:18che è fondata sul lavoro e riporta all'articolo 11
02:22rinnega la guerra come elemento di controversia, della risoluzione delle controversie.

Consigliato