https://www.pupia.tv - Bologna - UE. "GUERRA NON CI DÀ PACE", A BOLOGNA READING IN PIAZZA CONTRO RIARMO
Bologna, 18 apr. - Un coro di voci per la pace e contro il riarmo dell'Europa, perché "ai guerrafondai si può rispondere solo con le idee". È l'iniziativa promossa per oggi pomeriggio a Bologna da un gruppo di intellettuali e associazioni in piazza Nettuno, contro le guerre e più nello specifico contro "una promessa di spesa di centinaia di miliardi di euro che verranno rubati al popolazione italiana e agli stati europei". Per questo Valerio Minnella, tra i fondatori di Radio Alice, e Beppe Bottaro insieme all'associazione Serendippo hanno organizzato un reading collettivo, nel corso del quale artisti, studenti, e attivisti della società civile a turno parlano al microfono "di pace, di nonviolenza, di disarmo", per ribadire "il ripudio dell'idea stessa di guerra e il proprio credo pacifista", spiega Minnella. "Sappiamo bene che i media mainstream, questa brutta parola, non sono dalla nostra parte, ma amplificano soprattutto le voci dei potenti e di chi la guerra delle armi la porta avanti. Questa ci è sembrata la soluzione migliore: senza una sigla, senza un partito, senza un sindacato, tantomeno senza un sindaco", sferza l'organizzatore. Del resto, oltre quelli dedicati ai piani dell'Europa, alle minacce russe, a Trump e al conflitto in Palestina, spunta anche un cartello dedicato proprio al primo cittadino bolognese, raffigurato con l'elmetto e il sottotesto 'Lepore va alla guerra'. Tra i protagonisti ci sono Alessandro Bergonzoni, padre Benito Fusco, gli studenti di Copernico e Minghetti, e le letture di testi di Franco 'Bifo' Berardi, Carlo Rovelli e Francesco Benozzo, il docente dell'Alma Mater scomparso da poco.E poi c'è la testimonianza di Islem, ragazza di Gaza chiamata dall'Associazione Bologna per Gaza, che racconta del dramma vissuto dai palestinesi. "Non c'è vita a Gaza. Niente case, niente cibo, né ospedali, né scuole. Bambini morti e case distrutte- racconta- mia madre è morta vicino a me. Il mio cuore è spezzato. Mio fratello ha 17 anni e ha perso un piede, i miei due figli sentono le bombe, è molto difficile". La pace adesso "è diventata poco erotica, infantile, banale, sciocca, per molti. Per pusillanimi", attacca Bergonzoni. "Hanno detto che la guerra è più eroica, più forte e hanno detto, anche persone che io stimo molto, che comunque siamo diventati dei deboli. Quando la parola debolezza significa dover difendere persone che a tutt'oggi ora in queste ore vengono bombardate, colpite nelle ambulanze, negli ospedali, devo dire che la parola chiave è rivoluzione. Io non accetto più assolutamente che le armi siano l'unica risposta a quello che potrebbe essere". In questo senso, gli occhi sono puntati sulle scelte dell'Europa. "Io credo in Ventotene e credo in Spinelli ma non riesco a pensare che noi siamo soltanto e unicamente la nostra patria e la nostra Europa: io sono nato in Europa ma tendenzialmente guardo a tutte le persone
Bologna, 18 apr. - Un coro di voci per la pace e contro il riarmo dell'Europa, perché "ai guerrafondai si può rispondere solo con le idee". È l'iniziativa promossa per oggi pomeriggio a Bologna da un gruppo di intellettuali e associazioni in piazza Nettuno, contro le guerre e più nello specifico contro "una promessa di spesa di centinaia di miliardi di euro che verranno rubati al popolazione italiana e agli stati europei". Per questo Valerio Minnella, tra i fondatori di Radio Alice, e Beppe Bottaro insieme all'associazione Serendippo hanno organizzato un reading collettivo, nel corso del quale artisti, studenti, e attivisti della società civile a turno parlano al microfono "di pace, di nonviolenza, di disarmo", per ribadire "il ripudio dell'idea stessa di guerra e il proprio credo pacifista", spiega Minnella. "Sappiamo bene che i media mainstream, questa brutta parola, non sono dalla nostra parte, ma amplificano soprattutto le voci dei potenti e di chi la guerra delle armi la porta avanti. Questa ci è sembrata la soluzione migliore: senza una sigla, senza un partito, senza un sindacato, tantomeno senza un sindaco", sferza l'organizzatore. Del resto, oltre quelli dedicati ai piani dell'Europa, alle minacce russe, a Trump e al conflitto in Palestina, spunta anche un cartello dedicato proprio al primo cittadino bolognese, raffigurato con l'elmetto e il sottotesto 'Lepore va alla guerra'. Tra i protagonisti ci sono Alessandro Bergonzoni, padre Benito Fusco, gli studenti di Copernico e Minghetti, e le letture di testi di Franco 'Bifo' Berardi, Carlo Rovelli e Francesco Benozzo, il docente dell'Alma Mater scomparso da poco.E poi c'è la testimonianza di Islem, ragazza di Gaza chiamata dall'Associazione Bologna per Gaza, che racconta del dramma vissuto dai palestinesi. "Non c'è vita a Gaza. Niente case, niente cibo, né ospedali, né scuole. Bambini morti e case distrutte- racconta- mia madre è morta vicino a me. Il mio cuore è spezzato. Mio fratello ha 17 anni e ha perso un piede, i miei due figli sentono le bombe, è molto difficile". La pace adesso "è diventata poco erotica, infantile, banale, sciocca, per molti. Per pusillanimi", attacca Bergonzoni. "Hanno detto che la guerra è più eroica, più forte e hanno detto, anche persone che io stimo molto, che comunque siamo diventati dei deboli. Quando la parola debolezza significa dover difendere persone che a tutt'oggi ora in queste ore vengono bombardate, colpite nelle ambulanze, negli ospedali, devo dire che la parola chiave è rivoluzione. Io non accetto più assolutamente che le armi siano l'unica risposta a quello che potrebbe essere". In questo senso, gli occhi sono puntati sulle scelte dell'Europa. "Io credo in Ventotene e credo in Spinelli ma non riesco a pensare che noi siamo soltanto e unicamente la nostra patria e la nostra Europa: io sono nato in Europa ma tendenzialmente guardo a tutte le persone
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00:00Perché è un ridim? Perché bisogna, ai guerrafondari si può rispondere solo con le idee, non possiamo rispondere ai guerrafondari con la contrapposizione di piazza né ovviamente con le armi, le armi noi le rifiutiamo, l'unica cosa che possiamo portare, che non possono sconfiggere, sono le nostre idee.
00:25Il problema è poterle esporre queste idee, poterle far arrivare alla popolazione perché sappiamo bene che i media mainstream, questa brutta parola, non sono dalla nostra parte ma amplificano soprattutto le voci dei potenti e di chi l'idea delle armi la porta avanti.
00:51La pace adesso è diventata poco erotica, infantile, banale e sciocca per molti, è pusillanime, hanno detto che la guerra è più eroica, più forte e hanno detto anche persone che io stimo molto, gli è scappato proprio detto che comunque siamo diventati dei deboli.
01:09Quando la parola debolezza significa dover difendere persone che a tutt'oggi, ora, in queste ore, vengono bombardate, colpite nelle ambulanze, negli ospedali, devo dire che la parola chiave è rievoluzione.
01:27Io non accetto più assolutamente che le armi siano l'unica risposta a quello che potrebbe essere, come dice Emergence, ripudia.
01:37La guerra non c'è vita, è vita in Gaza, niente case, niente cibo, niente ospedale, niente scuole, i bambini tutti morti, la casa è struttura, non c'è niente, non c'è vita.
01:57La mia madre è morta, la mia madre è morta, è morta la mia madre vicino a noi, io, la mia corrisposta, mio fratello togliere il piede, non c'è piede, ha 17 anni.
02:16Anche la mia figlia, i due, anche c'è bomba, non lo sai perché, ma ho sentito molto, molto, molto difficile.