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Dolore e gratitudine, i sentimenti condivisi da tanti ecclesiali: fra loro il messinese Marco Sprizzi, presidente dell’Ufficio del lavoro della Santa Sede e il rettore della basilica di S. Antonio Mario Magro. Li abbiamo sentiti

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Novità
Trascrizione
00:00Non è sceso dalla croce, si è offerto quotidianamente, è morto sulla breccia, donandosi e spendendosi fino alla fine.
00:12Ci lascia un esempio di pastore, lascia un marchio indelebile nella Chiesa e nell'umanità.
00:20Nessuno potrà tornare più indietro nell'itinerario di sinodalità, di missionarietà, di essenzialità, di umiltà che lui ha impresso alla Chiesa, di trasparenza.
00:35Ciò che Papa Francesco ha compiuto in questi dodici anni di pontificato ha introdotto la Chiesa in un'era nuova, un'era che ci richiama alle origini, le origini della Chiesa apostolica, della Chiesa degli inizi.
00:50Padre Mario, una notizia che coglie tutta la città di sorpresa. Lei ha intrattenuto per lungo tempo bei, lunghi rapporti con Papa Francesco, in ragione del suo duplice ruolo, presidente del collegamento nazionale dei santuari, ma anche consultore del di Castero per l'evangelizzazione.
01:09Sì, è una tristissima notizia, non ce l'aspettavamo, l'abbiamo visto ieri giorno di Pasqua anche in mezzo al popolo, quindi è arrivata così, come un fulmine a ciel sereno, per cui veramente oggi il nostro cuore, la nostra società è triste, anche la nostra città credo che vivrà questo momento con grande dolore.
01:33Sì, io ho avuto la gioia per diverse volte di averlo incontrato, Papa Francesco, e ho sempre notato veramente la paternità del Papa, sia nei confronti miei, ma in modo particolare dei tanti santuari che sono sparsi in Italia e nel mondo per la pastorale che noi svolgiamo nell'accogliere tantissimi pellegrini, tanti fedeli.
02:00Ecco, la prima cosa che ci diceva proprio nei nostri incontri Papa Francesco a livello nazionale era proprio questo, pellegrini, pellegrini, una parola utilizzava per dire accogliete la persona, la persona al centro,
02:16oltre che mettere al centro Dio, ma mettere al centro anche l'uomo che tante volte è ferito, che tante volte cerca Dio e che nei santuari riesce a trovare questa via, questa luce, la propria fede, la propria conversione.

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