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Trascrizione
00:00Buonasera, bentrovati ad un nuovo appuntamento con il TG preview a profondimento di Teletutto
00:16che questa sera dedichiamo alla giornata della memoria, 80 anni fa infatti si aprivano i
00:21cancelli di Auschwitz, la fine di un incubo per i prigionieri sopravvissuti ma anche
00:28la scoperta dell'orrore della Shoah e di milioni di vittime. Fare memoria oggi significa ovviamente
00:33lanciare anche un monito permanente su quanto può accadere ancora, sui rischi anche del male
00:41che si infiltra anche nella società odierna ma anche un impegno a fare memoria che viene
00:47tramandato e che ora che anche le testimonianze dei sopravvissuti via via vengono a mancare
00:56si rinnova nelle scuole con documenti, testimonianze di parenti che raccontano, portano i racconti
01:06di storie familiari. E' il caso ad esempio di Guido Della Volta che ha perso il nonno
01:13e lo zio proprio ad Auschwitz e che ha raccontato della storia della sua famiglia in un romanzo
01:21da Ariani. Una testimonianza che vi proponiamo proprio in apertura di questo TG Preview,
01:26l'abbiamo intervistato e poi ritorniamo in studio.
01:28Queste pietre per me vogliono dire molto, nel senso che il luogo dove io ritrovo mio
01:35nonno e mio zio per noi è come visitare un cimitero, sicuramente molto meglio di un cimitero
01:41perché sono vive, nel senso che di qua loro sono passati, sono anche molto drammatiche
01:47e evocative perché in questa piazza loro sono stati arrestati, qua vivevano, quindi
01:50c'è un misto di vita e di memoria molto significativo.
01:55Era il 1943 quando Guido Alberto Dalla Volta vennero arrestati a causa delle loro origini
02:00ebraiche condotti prima nel campo di Fossoli e poi ad Auschwitz da dove non fecero più
02:04ritorno. A ricordarli da alcuni anni sono due pietre di inciampo poste proprio davanti
02:09al portone del palazzo di Piazza Vittoria dove la famiglia all'epoca viveva.
02:1370 anni dopo è stato posto qualcosa per la prima volta in loro ricordo e quindi è un
02:18primo piccolo successo sul cammino della memoria che era stata abbastanza trascurata e dimenticata.
02:24Manca un libro, Vite Dariani, che Guido Dalla Volta, stesso nome del nonno, ha recentemente
02:28pubblicato con l'obiettivo non solo di fare memoria ma pure di ricuccire la trama di una
02:33storia di famiglia a lungo taciuta perché intrisa di sofferenza.
02:36Questo libro l'ho potuto scrivere quando mio padre non c'era più e anche mia madre
02:41poi scomparsa e con loro presenti probabilmente non avrei potuto scrivere quello che ho scritto,
02:46non ricordo di troppo dolorosi e che hanno richiesto quattro anni di ricerche perché
02:52la maggior parte di quello che racconto non era noto.
02:55Tra il non noto anche il fatto che l'Alberto di cui parlò Primo Levi nel suo sequestro
03:00un uomo fosse proprio lo zio.
03:01Sì, il mio zio era l'Alberto di Primo Levi e sicuramente questo legame ha donato una
03:09memoria, è diventato un personaggio letterario, mi ha anche aiutato nel raccontare questa
03:14storia perché sicuramente quando cito Alberto dalla volta, Alberto di Primo Levi mi si aprono
03:19anche le porte del racconto, sono una decina di anni che presento questa storia anche nelle
03:23scuole e in eventi diversi, però per raccontare proprio quel non detto, io non sapevo che
03:29mio zio fosse Alberto di Primo Levi e ho letto il sequestro di un uomo soltanto all'età
03:34di vent'anni per un caso e da allora ho compreso parte della storia che mi era stata non raccontata.
03:41Tra gli aspetti a lungo trascurati nel racconto anche storico delle deportazioni e che emerge
03:45invece nel libro sui della volta, il peso del tradimento.
03:49Guido dalla volta e i figli Alberto e Paolo, quest'ultimo salvo perché gravemente malato
03:53il giorno degli arresti, erano perfettamente integrati nel loro contesto sociale.
03:57Guido era un patriota e per il regime aveva combattuto tanto da non temere di essere in
04:02pericolo nemmeno dopo l'emanazione delle leggi razziali.
04:05Non praticavano la legione ebraica, non erano iscritti a una comunità ebraica, però avevano
04:10queste lontane origini che hanno decretato la loro persecuzione.
04:14In queste origini mio nonno non poteva credere a quello che stava succedendo perché lui
04:19si sentiva profondamente italiano, era una generazione di abili italiani, erano particolari
04:24perché avevano partecipato all'unità d'Italia, avevano dato il loro contributo nel risorgimento,
04:29avevano partecipato a tutta la prima guerra mondiale, erano dei veri patrioti.
04:32Molti di loro avevano anche aderito al regime perché il consenso al regime che era massimo
04:37fra gli italiani, chiaramente era anche fra gli ebrei perché erano italiani come gli
04:42altri, forse più degli altri, forse più nazionalisti degli altri, forse più con questa ambizione
04:47di uscire dai ghetti dove erano stati confinati per 200 anni e partecipare alla vita pubblica,
04:52quindi per loro era difficile pensare in quel momento di sottrarsi e quindi hanno sperato
04:57che il regime continuasse quella storia che era stata la loro storia di assimilazione
05:02e risorgimento, quindi quando dico tradimento dico tradimento perché mio nonno è stato
05:06tradito come fascista, è stato tradito come patriota, come ufficiale dell'esercito, è
05:11stato tradito da socio in affari che gli ha portato l'ultima delazione, quindi il tradimento
05:16è qualcosa in cui fino all'ultimo non vuoi credere.
05:20Un racconto che da anni ormai è entrato anche nelle scuole, reso ancora più toccante dall'emozione
05:25che scaturisce dalle parole di Guido quando parla della sua famiglia.
05:28Io racconto di Alberto come un ragazzo come loro ed era un ragazzo come loro e facendogli
05:33immaginare cosa poteva essere una storia di un bresciano, uno che aveva una vita simile
05:37alla loro, della loro età e raccontagli quello che è successo, quindi attraverso le emozioni,
05:42attraverso le fotografie, attraverso molti documenti, ecco i documenti la carta aiuta
05:47moltissimo, tu vedi un pezzo di carta come c'era alla prefettura di Brescia con una cartelletta
05:52azzurra con scritto dalla volta Guido ebreo, ecco quando vedi quel fascicolo ti emoziona
05:59molto di più che una storia, un libro di storia dove trovi date ed eventi, ecco.
06:04Dunque ruolo della memoria e il passaggio di testimone alle giovani generazioni sono
06:09il tema di questa sera, ne parliamo in studio con Gabriele Andreani, che ormai alcuni anni
06:17fa ha partecipato all'esperienza del treno opera Auschwitz, a cui hanno partecipato ormai
06:22migliaia di studenti anche della nostra provincia e do il benvenuto in collegamento al professore
06:28Stefano Pasta dell'Università Cattolica che è membro del centro di ricerca sulle
06:33relazioni interculturali dell'Ateneo. Buonasera. Parto da lei professore Pasta, tra l'altro
06:41lei ha contribuito alla stesura delle linee guida sul contrasto all'antisemitismo nelle
06:46scuole, che ruolo ha oggi la scuola nel fare memoria? Bisogna partire da qui. In questi
06:54ultimi anni c'è un forte dibattito se il giorno della memoria, voluto tra gli altri
07:00da Furio Colombo che è scomparso proprio in questi giorni, abbia avuto un ruolo positivo
07:06o meno, perché lo vediamo anche nelle polemiche di questi giorni, attorno al 27 gennaio si
07:11riaprono anche alcuni episodi di antisemitismo, di divisione. Penso che la scuola, in realtà
07:18educativa, sia la prima di queste, siano chiamate anche a stare di fronte alla fatica della
07:24memoria, non a caso accentuata dai momenti di guerra che stiamo vivendo. Penso che abbia
07:31un ruolo molto importante e quando appunto con il centro di ricerca sulle relazioni interculturali,
07:37come lo abbiamo scritto anche nell'Ineguida, io ragionerei su tre livelli, se posso.
07:43Il primo è l'incontro con una storia personale. Abbiamo ascoltato quello di Alberto, molti
07:51conoscono Edith Brook, Liliana Segre, ma appunto la storia personale, l'incontro con una
07:57persona e forse anche con un luogo, ne credo parleremo tra poco. Poi però non ci possiamo
08:02fermare lì, anche la commozione con l'incontro con quella storia, quell'Alberto di cui dicevamo,
08:08ma occorre, e qui è un secondo livello, passare a una contestualizzazione geotemporale degli
08:13eventi, spiegare che cosa è successo, prima anche nel servizio veniva richiamato una storia
08:19bresciana, un tradimento di italiani traditi da altri italiani, italiani fascisti, e su
08:27cui appunto credo sia importante in un momento, penso al dibattito sui social, in cui si tende
08:32a non storicizzare, a non inserire quanto successo in un momento specifico della storia
08:38italiana, quella della dittatura e poi della guerra. E infine un terzo livello, forse quello
08:43più difficile, ma a cui credo la scuola non debba esimersi, che è quello del passaggio
08:50sui diritti umani, sul presente. È la scritta, in differenza, che Liliana Segre ha voluto
08:56al Memoriale della Scuola di Milano, invito tutti a visitarlo per chi non l'ha ancora
09:01fatto, proprio come monito insegnamento della storia. La storia non serve per i paragoni,
09:08dobbiamo dire anche in questi giorni, ma serve sì per capire i meccanismi, le responsabilità
09:15e appunto le conseguenze delle nostre scelte, delle nostre indifferenze. Su questo la scuola
09:21può fare molto.
09:22Storinava prima, Guido, della volta nel suo intervento anche l'importanza del toccare
09:27con mano i documenti, i reperti, rendere in qualche modo tangibile qualcosa che altrimenti
09:32per dei ragazzi che vivono oggi sembra molto lontano nel tempo, forse quasi scollato dalla
09:39loro realtà, così incredibile, così distante.
09:42Sì, ho citato non a caso il Memoriale della Shoah. Il Memoriale della Shoah non è un
09:47museo, ma appunto è un luogo, un luogo da cui partivano gli ebrei, i deportati politici,
09:56italiani, spinti da altri italiani, lo racconta sempre Liliana Segre, appunto nei treni mercipe
10:04per Aschez e per gli altri campi di sterminio. Andare in un luogo, parleremo anche tra poco,
10:10incontrare un documento, incontrare la testimonianza di un testimone, c'è tutto il tema anagrafico
10:16per cui oggi pochi sono le persone, i testimoni ancora vivi, ma i libri, le testimonianze registrate,
10:24abbiamo degli altri supporti per farlo, ecco questo è un passaggio molto importante, anche
10:31perché ovviamente c'è un coinvolgimento emotivo, significativo, è più facile commuoversi per uno
10:37che non per tutti, lo abbiamo capito guardando Schindler's List quando ci siamo commossi per
10:43la bambina col cappotto rosso, nell'incumulo di cadaveri, ci commuoviamo per quando riconosciamo
10:48la bambina, quella bambina specifica, però poi non dobbiamo fermarci solo a quell'incontro,
10:56pur importante, a quella visita, a quel giorno, ma dobbiamo inserire quanto è successo in una
11:02storia con dei meccanismi che ha un'accelerazione dovuta alla guerra, la guerra è la madre di tante
11:11povertà e in questi giorni occorre ripeterlo, quindi appunto con dei meccanismi, per esempio
11:18l'obbedienza passiva, che rendono possibile, l'indifferenza appunto, che rendono possibile
11:24il grande male, la Shoah, questo penso appunto sia il modo corretto per affrontare appunto queste
11:35pagine. Gabriele che esperienza è stata quella del viaggio ad Auschwitz, tra l'altro ne parlavamo
11:43anche prima, sono esperienze che vengono preparate prima e che hanno un seguito anche dopo, come è
11:49stato viverla e che tipo di, che cosa ha lasciato quell'esperienza? Sì, mi riallaccio subito alle
11:58parole del professore, in particolare il fatto che il viaggio ad Auschwitz non si concretizza
12:04soltanto nei tre giorni in cui effettivamente si viaggia, ma ha una preparazione e ha un seguito,
12:13affinché sia un'esperienza che diventi poi significativa per la vita, per la vita di
12:19ciascuno. Io ho dei ricordi, ormai il viaggio per me è stato nove anni fa, ero in quarta superiore
12:28e ho delle immagini sia della parte di Auschwitz museale, in particolare una teca con un ammasso
12:40di capelli, un'immagine molto forte, sempre riguardo ai reperti anche, e in generale di Birkenau
12:50l'immensità, veramente lo spazio così grande che tante volte vediamo in fotografia e che invece
13:01vivendolo di persona lascia spiazzati. Mi ricordo anche un consiglio che ci era studiato
13:10dal nostro docente di lettere, il professor Paradisi, che non ci fosse un modo sbagliato
13:17di vivere l'esperienza di Auschwitz, quindi emozionarsi andava bene, non emozionarsi andava
13:23bene, perché non essendo io una persona particolarmente emotiva avevo anche un po' questa
13:28preoccupazione, ma se vado lì, in questo luogo che è simbolo di così tanta sofferenza e non
13:32piango, ho qualcosa di sbagliato. Penso sia anche questa una riflessione molto importante,
13:41ognuno ha il proprio modo di vivere queste esperienze così forti, così profondamente
13:46umane, ed è poi la riflessione sull'umano che va portata avanti al di là della singola
13:53esperienza. Nel suo caso una riflessione che poi ha spinto anche a un impegno comunque
14:00anche personale nei confronti di altri giovani, comunque a portare avanti anche la testimonianza
14:07e anche nei confronti della sua comunità. Sì, ho avuto occasione di raccontare la mia
14:14esperienza del viaggio, di rimanere in contatto con l'associazione che l'ha organizzato e poi
14:21penso che in qualche modo questa esperienza mi abbia spinto a continuare nell'interesse per la
14:26politica, per l'attualità e poi a fare la mia parte per il mio comune di Colleveato candidandomi
14:33per il Consiglio Comunale, attualmente sono consigliere comunale da tre anni.
14:38Professore, torno da lei per parlare anche di, dicevamo all'inizio, i rischi, non siamo immuni,
14:47sembra una storia lontana ma il seme del male purtroppo per me ancora ha le nostre società,
14:55penso ad esempio, lei accennava prima brevemente al tema dei social, spesso i social diventano
15:03anche strumento di diffusione di odio, di discriminazione, è un problema con cui dobbiamo
15:11fare conti quotidianamente. Penso che il perché facciamo memoria, oltre che per un senso di
15:17giustizia, è proprio questo, per evitare che accada avete proiettato all'inizio una frase
15:22di Primo Levi che ricordava come monito questo impegno e credo che tutti siamo colpiti dalle
15:29parole di Liliana Segre che anche in questi giorni, un po' come rischio, evoca il rischio,
15:36scusate il gioco di parole, che lasciò a diventi una riga nei libri di storia. Credo che dobbiamo
15:41tutti prenderci l'impegno perché questo non accada. I social, quindi uno spazio dove tutti
15:48viviamo relazioni, conversazioni, discorsi, sono uno spazio a grande rischio di decontestualizzazione.
15:58Prima sottolineavo l'importanza di inserire la Shoah, i cammini di Auschwitz, sono molto
16:05d'accordo con quanto detto dall'ospite e studio, è un luogo dove chi ha la possibilità dovrebbe
16:12recarsi un po' come un pellegrinaggio laico, ma vanno inseriti in una storia, una storia che
16:17inizia anni prima, che ha nella guerra un'accelerazione, lo dicevo già, ma è una storia di
16:22continue discriminazioni. Faccio spesso l'esempio che una delle primissime prese di leggi
16:29discriminatorie contro gli ebrei della Germania nazista è l'esplosione della Federazione Nazionale
16:35Tedesca nel gioco degli scatti, una piccola discriminazione, ma l'accettazione sociale di
16:42piccole discriminazioni permette arrivare ai cammini di Auschwitz, questo ci dice anche
16:48l'impegno sul presente dove sta. I social sono uno spazio in cui ci abituiamo a togliere la
16:54cornice storica in un presente istantaneo, continuo, in cui la banalizzazione dei contenuti,
17:01in particolare le speech online, la banalizzazione dei contenuti è un dato che spesso torna a delle
17:10punte, ricordiamo le stelle di David associate alla critica, è una critica legittima, ma non
17:20erano legittime quelle modalità al Green Pass o durante il Covid, eccetera. Quello è una
17:27banalizzazione, una distorsione della Shoah e questo è un tratto tipico del nostro tempo,
17:33si è passato dal negazionismo Tukur di alcuni anni fa a una banalizzazione e distorsione della
17:40Shoah. Tutti i momenti di crisi fanno riportare il razzismo e l'antisemitismo come narrazioni
17:49semplicistiche dei rivolgimenti storici, lo dice la storia, vale per la rivoluzione del 1917,
17:56la crisi economica del 1929 e poi dopo la seconda guerra mondiale, ma lo vediamo anche in questi
18:04giorni, in questi mesi, la guerra tornata normale prima con l'invasione dell'Ucraina, poi della
18:10crisi in Palestina, dopo il 7 ottobre ha fatto tornare delle altre forme di distorsione della
18:18Shoah e di paragoni che non sono accettabili. Gabriele, violenze verbali che in qualche modo
18:27contribuiscono a diffondere odio, è una percezione che ha anche lei?
18:33È difficile distinguere quello che avviene sui social da quello che avviene nella vita reale.
18:45Io penso sia importante rendersi conto che la maggior parte di noi vive, quasi tutti noi
18:56viviamo in un contesto molto privilegiato e il fatto di essere nati in Europa in questo
19:01periodo storico, in cui rispetto a tutto il resto del mondo siamo molto fortunati, ci
19:08fa riflettere sull'importanza di non dividerci, di non tornare verso una logica che è molto
19:19umana, ma soprattutto nel novecento è emersa e ha fatto tutti i suoi danni, che è quella
19:26della tribù, quindi il mio gruppo, soprattutto tutti gli altri, e di fronte a problemi così
19:33universali, così umani come quelli dell'odio, penso sia importante far valere invece la
19:40logica del problema che riguarda tutti e richiede il contributo di tutti per essere risolto.
19:46È semplice, se uno ci pensa in modo distaccato, capire che se tutti dicono prima io, prima
19:58il mio gruppo, l'unico esito possibile è quello dell'odio, dello scontro e nello scontro
20:05trionfa il più forte.
20:07Accennavamo prima anche all'importanza che si crei sempre più una coscienza europea su
20:15questo.
20:16È un aspetto che è emerso molto nel progetto a cui ho partecipato e penso sia importante
20:24rimarcare il ruolo del fatto di essere europei.
20:28La storia dell'Europa ci insegna che dopo tanti scontri, dopo tanti scontri nati dalle
20:35discriminazioni, hanno portato delle conseguenze terribili, proprio in questa Europa sono nati
20:42e sono cresciuti i concetti di tolleranza, di democrazia e sono gli strumenti migliori
20:49che abbiamo trovato per far sì che non valga la legge del più forte, ovviamente con tutte
20:57le storture e i limiti del caso, però non mi sembra che abbiamo trovato una logica migliore
21:05di questa per vincere anche l'odio e la discriminazione.
21:10Professore un'ultima domanda, ritornando anche alle linee guida a cui facevamo riferimento
21:17prima, qual è la direzione da prendere?
21:23Ecco abbiamo fatto riferimento al ruolo delle scuole, l'importanza di una coscienza europea,
21:29le lascio un ultimo minuto del nostro tempo per mandare anche un messaggio, dove ci dobbiamo
21:34concentrare a livello proprio sociale.
21:36Io credo che in una giornata come questa sia importante sottolineare, penso in particolare
21:43agli insegnanti, che Auschwitz, lo sterminio, la Shoah vanno spiegate, anche quando facciamo
21:52fatica va ricordato che certamente rappresentavano il luogo dell'eliminazione dei cosiddetti
21:59subumani, gli ebrei e Roma, ma rappresentavano anche un modello di società che il nazismo
22:05e il fascismo volevano costruire.
22:07In questo senso Hitler e Mussolini non erano pazzi della storia, non erano casi isolati,
22:13ma va spiegato come si è potuti arrivare a cose così indicibili e atroci, di cui però
22:22dobbiamo fare la fatica di dire e soprattutto spiegare.
22:25In questo senso non è l'ideologia alla base della Shoah, non è stata fattorita da
22:31lamenti malati o da una follia collettiva, ma è il risultato di un clima che ha visto
22:37prima sorgere il fascismo italiano, accompagnato da una critica radicale alla democrazia e
22:42alle sue strutture, importantissimo richiamo all'Unione Europea che si diceva prima,
22:47una brutalizzazione della politica, dicono molti storici.
22:50A questa miscela si è aggiunto il razzismo, l'antisemitismo come narrazioni semplicistiche
22:56e poi la guerra ha fatto fare il salto di qualità verso il male, verso il baratro.
23:02In questo senso l'immagine oggi del Presidente Mazzarella insieme a tanti capi di Stato
23:09europei che sono ad Ascet per gli 80 anni, è un'immagine che però nella fatica di stare
23:16davanti a quel luogo, dobbiamo continuare a farla, ci dice però una direzione che è
23:23quella che l'Ospite in Studio richiamava.
23:26Sarei di essere stato con noi fin qui, grazie per il suo contributo e grazie al mio ospite
23:34in studio, grazie di essere stati con noi, alla prossima.
23:36Io vi saluto, vi rimando all'appuntamento tra pochissimo, 19.30 puntuali per una nuova
23:42edizione del nostro OTG.