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L'intervista di Giulia Carla De Carlo a Roberta Recchia per Il Piacere della Lettura

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Trascrizione
00:00Benvenuti al Piacere della lettura, il vodcast di quotidiano nazionale dedicato ai libri,
00:08agli scrittori, alle scrittrici e alle storie. Con noi nei nostri studi la scrittrice Roberta
00:14Recchia. Ciao Roberta. Grazie, grazie mille per l'invito. Il libro di cui parleremo oggi è Tutta
00:19la vita che resta, edito da Rizzoli. Prima di parlare del libro voglio chiederti quanti premi
00:25hai vinto e se hai ancora spazio nella tua stanza. Allora in realtà di spazio nella mia stanza ce
00:31ne sarebbe, mancano però gli spazi adeguati perché non avevo mai preso in considerazione
00:35di dare alla mia stanza l'aspetto di qualcosa che potesse accogliere dei premi. Adesso siamo al
00:42quarto premio e quindi il primo a cui sono affezionatissima è il premio San Salvo, poi c'è
00:48il premio Io Donna, il premio Massa Rosa e poi sono terza classificata al premio Severino Cesari,
00:55all'interno di Umbria Libri. Ed è il tuo esordio, ed è il tuo esordio se iniziamo così, siamo già a
01:01metà dell'opera ma secondo me molto molto di più e hai fatto anche un libro molto particolare perché
01:07non è catalogabile in un genere, è stato problematico anche definirlo all'inizio giusto?
01:14Sì, tuttora ci sono delle opinioni discordanti su quale sia il genere più adatto, di base è un
01:20romanzo familiare proprio perché racconta la storia di una famiglia, 30 anni di vita di una
01:24famiglia, 1955-1985, però è anche un romanzo di formazione, c'è un tocco di giallo, ci sono
01:34delle storie d'amore, quindi un po' come succede nella vita, difficile mettere un'etichetta alla
01:39vita ed è anche difficile quindi collocare un romanzo che parla di vita in un genere specifico.
01:45Infatti il titolo lo specifica, tutta la vita che resta parla di vita e appunto non ha un genere
01:51proprio perché parla di vita. Puoi parlarci della genesi del tuo romanzo?
01:56Sì, la genesi del mio romanzo in realtà è molto semplice, è molto naturale perché io
02:01non costruisco a tavolino le storie, io entro in contatto in qualche modo con dei personaggi e
02:09lascio che questi personaggi mi raccontino le loro storie, se le storie mi conquistano,
02:14se mi colpiscono allora decido di impiegare il mio tempo a raccontarle.
02:20All'inizio del tuo libro Marisa, incontriamo Marisa, incinta, che il fidanzato lo voglia,
02:26no, lei tiene il bambino. In un momento in cui si parla di femminismo e di patriarcato,
02:33sono le donne come Marisa che inconsapevolmente femministe hanno dato l'avvio a questo movimento?
02:40Assolutamente sì, infatti a chi mi dice beh però Marisa è una figura un po' tradizionale,
02:45io dico che Marisa non è assolutamente una figura tradizionale, anzi è una figura importante
02:50perché è una figura di transizione, di mediazione, tra un'immagine femminile un po' legata al passato,
02:56perché Marisa aspira ad avere una famiglia, dei figli, non necessariamente ad avere un lavoro,
03:02lei aiuta il marito alla bottega ma perché ce n'è necessità, però nello stesso tempo anche
03:08nel modo in cui educa i suoi figli e soprattutto la sua secondogenita vediamo quanto Marisa è
03:14moderna, perché la educa ad esprimersi in modo libero senza avere falsi odori, senza reprimere
03:21la sua personalità che è spumeggiante, quindi Marisa è estremamente moderna, poi chiaramente
03:27non ha ancora quelle caratteristiche tipiche delle donne che sarebbero venute nei decenni
03:31successivi, però è sicuramente un personaggio importante di transizione. Parli molto dei tuoi
03:36personaggi perché sono loro che ti ispirano anche alla narrazione, il corpo centrale del tuo libro
03:43ha uno stupro, è scritto in maniera molto delicata nonostante sia molto violenta la scena,
03:50tu che senti i tuoi personaggi, come ti sei sentita mentre scrivevi questa scena? Allora
03:58in realtà la fase del coinvolgimento precede la fase della scrittura, perché la fase della
04:03scrittura deve necessariamente essere una fase un po' di distacco, perché se non c'è quel distacco
04:08è anche difficile poi lavorare con le parole in modo tecnico, in modo pratico, in modo giusto,
04:16in modo misurato, per cui se c'è un eccessivo coinvolgimento poi magari si tende a enfatizzare
04:22eccessivamente, per cui nel momento in cui scrivo la fase emotiva in qualche modo è già passata,
04:29me la lascio alle spalle per fare in modo di raccontare con il massimo equilibrio possibile
04:35quello che voglio raccontare, però con la memoria delle emozioni e delle sensazioni che ho provato
04:41durante la gestazione della scena, questo sì, chiaramente la memoria delle emozioni deve essere
04:46chiara, però in quel momento deve essere lucida per raccontarla nel modo più giusto. Quindi in effetti
04:50ci sono due passaggi? Due fasi diverse, quella della visione della scena che poi è un'ideazione,
04:58una costruzione, ma tutto in forma estremamente teorica e poi però nel momento in cui praticamente
05:05la scena prende vita è normale che ci vuole un distacco, almeno per quello che mi riguarda per me
05:11è necessario. Quando c'è una vittima di stupro o femminicidio emergono tante domande e le domande
05:20non sono chi è stato lo stupratore, ma com'era vestita, che tipo fosse la ragazza, se era libertina,
05:28se non lo era, tante domande che tu inserisci poi tra l'altro nel tuo libro. Secondo te, comunque si
05:34parla di una sorta di passato, anche se recente, secondo te ancora così sono queste le domande che
05:41le prime domande che si fanno le persone? Tristemente sì, nonostante la vicenda che io
05:46racconto, questo stupro, questo fatto drammatico appenga nel romanzo nel 1980, in realtà gli
05:53aspetti in comune con tanti fatti di cronaca che oggi riempiono i giornali sono tanti. Adesso
05:58sappiamo che quel processo che hai descritto tu si chiama vittimizzazione secondaria e cioè
06:03focalizzare troppo, anzi focalizzare in maniera totalmente errata su quelle che possono essere le
06:11responsabilità della vittima piuttosto che concentrarsi su chi il crimine l'ha commesso,
06:16cioè andare proprio a ricercare negli atteggiamenti, nei comportamenti prima e dopo la violenza
06:23delle forme di colpevolezza di un soggetto che in realtà è soltanto vittima. Uno dei personaggi più
06:30amati del tuo libro è Corallina e ci parli con Corallina che è una donna trans di disforia
06:37di genere, però in genere la diversità nel tuo libro è molto sottolineata ed è un pregio.
06:46Assolutamente, la diversità è un pregio, anche la diversità tra uomo e donna è una cosa che
06:52secondo me va valorizzata, cioè la conquista non sta nel fatto di dire siamo uguali, la conquista
07:00sta nel fatto di dire abbiamo pari valore che è una cosa ben diversa, io sono una grande sostenitrice
07:06della diversità, quindi madri diverse nel mio romanzo, quindi tante madri, la figura materna
07:12declinata in modi diversi, uomini diversissimi, cioè uomini orribili e uomini meravigliosi e poi
07:19c'è questa figura Corallina che forse tutte queste diversità in realtà le comprende dentro di sé.
07:24E parli anche di ceti sociali, ci sono ceti molto umili e anche borghesia, la borghesia non
07:29ne esce benissimo. Ma non ne esce benissimo però in realtà è un caso, anche questo non è che io
07:34avessi un preconcetto particolare rispetto a questa cosa, come non c'è un preconcetto nei
07:40confronti della della borghata, cioè nel romanzo non si dà per scontato che dalla borghata possa
07:46venire soltanto violenza o illegalità, quindi ogni personaggio ha una sua evoluzione, però
07:53in realtà non è che ho voluto dimostrare che la borghesia ne esce male, semplicemente ci sono
07:59dei personaggi che appartengono ai quartieri più popolari, ci sono dei personaggi che appartengono
08:03alla borghesia, ma in un'altra storia la situazione potrebbe essere assolutamente ribattata.
08:08Ci stai dicendo qualcosa di imprevisto? No, assolutamente no, nessuna anticipazione. Tu scrivi
08:14il segreto è l'amore che ti salva, sostiene con te il dolore affinché non ti schiacci, ti cura,
08:21è questo il segreto della vita? Io penso di sì, assolutamente, perché l'amore non è
08:30assolutamente vitale, c'è gente che vive tranquillamente anche in solitudine, quindi se
08:36si trova un equilibrio con se stessi e non si ha bisogno dell'amore degli altri, io lo dico sempre,
08:42io racconto una storia possibile, un'evoluzione possibile, una risposta possibile, ma poi ce ne
08:47sono tante. Certo è che soprattutto nei momenti di debolezza, di fragilità, di bisogno, ma anche nei
08:54momenti di felicità, parliamoci chiaro, quando ci accade qualcosa di bello il primo istinto che
08:59abbiamo è quello di andarlo a condividere con le persone che amiamo, quindi forse il segreto per
09:04l'equilibrio, per il benessere, sta nell'amore che riceviamo e che diamo. La particolarità dei
09:10libri scritti bene, che pongono tante domande, poche risposte e tante domande, tra le tante
09:16domande che tu ci fai fare è quella con Dio, cioè proprio la domanda con Dio e con la religione e
09:26tu racconti di tanti momenti belli, ma anche di momenti molto crudi, come ne abbiamo parlato
09:32prima, a quel punto dov'è Dio? Cioè la domanda è dove sei tu Dio quando ci sono queste...
09:39Allora la risposta ai miei personaggi, cioè la domanda ai miei personaggi se la fanno, se la fa
09:45addirittura una suora all'interno della storia, una suora a un certo punto che ha una sua fede
09:52ben solida, si ritrova con queste sue convinzioni che vacillano, tutti i personaggi si confrontano
09:58anche con l'ingiustizia che forse proviene da Dio. Ora qualcuno ha detto che il mio romanzo alla
10:06fine ha una risposta cattolica, io su questa cosa non sono d'accordo, perché è vero che a un certo
10:12punto, senza voler spoilerare, però in qualche modo il mio personaggio trova una forma di
10:19consolazione, ma trovare una forma di consolazione nella speranza non necessariamente corrisponde
10:27al trovarla in Dio. Avere fede nella speranza significa avere fede nel fatto che domani ci
10:33possa arrivare qualcosa di bello che restituisca un senso alla nostra vita, che non è una cosa
10:38che necessariamente deve provenire da Dio. Come il vaso di Pandora, tu hai aperto il vaso, tutti i
10:44sentimenti e le emozioni, anche quelle, soprattutto quelle crude, escono fuori e poi alla fine rimane
10:51la speranza e allora ti chiedo che cosa ne è di noi senza la speranza? È la fine, perché anche nei
11:00momenti più positivi della nostra vita c'è sempre qualcosa che ci manca, un vuoto secondo me
11:06dentro ce lo portiamo tutti e senza la speranza che tutti i nostri vuoti un giorno possano essere
11:12colmati sarebbe molto difficile vivere. Oggi al piacere della lettura abbiamo parlato di tutta
11:18la vita che resta, edito da Rizzoli, e tu Roberta quale libro consiglieresti per il piacere della
11:23lettura? Io per il piacere della lettura, visto che ultimamente si parla tanto di letture per
11:30i giovani, quanto è difficile avvicinare i giovani alla lettura o comunque a un tipo di lettura che
11:35piaccia agli adulti, voglio consigliare questo libro di Delphine de Vigan che si chiama
11:41Gli effetti secondari dei sogni, che è un libro che può essere letto tranquillamente da adolescenti e
11:47da adulti perché parla di un adolescente, la giovane Lou, che ha 13 anni, un'intelligenza
11:53straordinaria però ha problemi di relazione e di emozioni, tanto che va in giro a spiare le
11:59emozioni degli altri per capirne i meccanismi, lei è curiosa, vuole capire che cosa rende felice
12:04le persone e perché, e durante queste sue ricerche incontra una ragazza poco più grande di lei
12:12che ha 18 anni e che vive come una clochard e quindi cerca di capire il suo mondo, queste due
12:19persone così diverse si avvicinano e questa ragazza Randaggia, in qualche modo Lou cerca
12:26di adottarla, se volete sapere se ci riesce leggetelo, può essere letto da genitori e figli,
12:33può diventare anche un bellissimo spunto di riflessione. Grazie mille. Grazie.
12:42Grazie.

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