https://www.pupia.tv - Roma - MOZAMBICO. NOURY (AMNESTY): FARE GIUSTIZIA SU CAOS POST-ELETTORALE
Roma, 5 mag. - "Nel 2024 una delle peggiori repressioni delle proteste è avvenuta in Mozambico". Lo certifica all'agenzia Dire Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, riferendo dei risultati del Rapporto 2024-2025 sui Diritti umani nel mondo, reso noto la settimana scorsa. Lo studio di quasi seicento pagine prende in esame 150 stati ed evidenzia "l'insinuarsi di pratiche autoritarie e feroci repressioni contro il dissenso", una "strisciante diffusione di pratiche autoritarie, alimentate da leader candidatisi o eletti con l'intenzione di essere agenti di distruzione" che "ci hanno trascinato in una nuova era di agitazioni e crudeltà", come ha avvertito al segretaria generale, Agnès Callamard. Tra i Paesi in cui la situazione si fa più preoccupante, per Amnesty c'è appunto il Mozambico, in particolare all'indomani delle tensioni seguite alle elezioni generali di ottobre scorso. Come ricorda Noury,alla luce del "risultato contestato delle elezioni, lo sfidante Venancio Mondlane ha chiamato i suoi sostenitori a scendere in pazza", cortei pacifici a cui "il presidente Daniel Chapo ha risposto ordinando alle forze di polizia di sopprimere le proteste con estrema violenza, una sorta di 'sparare per uccidere'". Continua Noury: "Nel nostro report si parla di 227manifestanti uccisi, in realtà una ricerca successiva è arrivata a contarne fino a quattrocento". Lo scorso 23 marzo, il leader dell'opposizione Mondlane è rientrato a Maputo - dopo essersi trasferito all'estero inseguito alle violenze - per incontrare il presidente Chapo: i due si sono stretti la mano e hanno annunciato l'avvio di un dialogo congiunto per "affrontare le cause profonde della violenza". Una "buona notizia", commenta il portavoce di Amnesty, "ma- osserva- per una riappacificazione vera e genuina serve la giustizia ad Amnesty ad oggi non risulta che sia stato preso alcun provvedimento nei confronti delle forze di polizia e di sicurezza responsabili dei massacri di manifestanti". Oltre a chiedere giustizia per i fatti di Maputo degli ultimi mesi, Noury solleva anche il tema delle violenze che coinvolgono la regione settentrionale di Capo Delgado. Qui, dopo la scoperta di cospicui giacimenti di gas naturale, sono scoppiati scontri tra milizie jihadiste ed esercito per la gestione stessa di questi siti, che il governo di Maputo ha affidato da multinazionali tra cui la francese Total. Negli scontri sono finiti nel mirino anche civili e interi villaggi, presi d'assalto, con migliaia di persone costrette alla fuga. Alla luce delle crescenti violenze, la Total ha sospeso le attività, portando via il personale. Il 2 maggio scorso però, l'amministratore delegato di Total Patrick Pouyanne ha confermato che le operazioni potrebbero ripartire il prossimo mese, come già affermato in un primo annuncio di febbraio, quando si sono registrate nuove violenze, che neanche stavolta hanno risparmia
Roma, 5 mag. - "Nel 2024 una delle peggiori repressioni delle proteste è avvenuta in Mozambico". Lo certifica all'agenzia Dire Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, riferendo dei risultati del Rapporto 2024-2025 sui Diritti umani nel mondo, reso noto la settimana scorsa. Lo studio di quasi seicento pagine prende in esame 150 stati ed evidenzia "l'insinuarsi di pratiche autoritarie e feroci repressioni contro il dissenso", una "strisciante diffusione di pratiche autoritarie, alimentate da leader candidatisi o eletti con l'intenzione di essere agenti di distruzione" che "ci hanno trascinato in una nuova era di agitazioni e crudeltà", come ha avvertito al segretaria generale, Agnès Callamard. Tra i Paesi in cui la situazione si fa più preoccupante, per Amnesty c'è appunto il Mozambico, in particolare all'indomani delle tensioni seguite alle elezioni generali di ottobre scorso. Come ricorda Noury,alla luce del "risultato contestato delle elezioni, lo sfidante Venancio Mondlane ha chiamato i suoi sostenitori a scendere in pazza", cortei pacifici a cui "il presidente Daniel Chapo ha risposto ordinando alle forze di polizia di sopprimere le proteste con estrema violenza, una sorta di 'sparare per uccidere'". Continua Noury: "Nel nostro report si parla di 227manifestanti uccisi, in realtà una ricerca successiva è arrivata a contarne fino a quattrocento". Lo scorso 23 marzo, il leader dell'opposizione Mondlane è rientrato a Maputo - dopo essersi trasferito all'estero inseguito alle violenze - per incontrare il presidente Chapo: i due si sono stretti la mano e hanno annunciato l'avvio di un dialogo congiunto per "affrontare le cause profonde della violenza". Una "buona notizia", commenta il portavoce di Amnesty, "ma- osserva- per una riappacificazione vera e genuina serve la giustizia ad Amnesty ad oggi non risulta che sia stato preso alcun provvedimento nei confronti delle forze di polizia e di sicurezza responsabili dei massacri di manifestanti". Oltre a chiedere giustizia per i fatti di Maputo degli ultimi mesi, Noury solleva anche il tema delle violenze che coinvolgono la regione settentrionale di Capo Delgado. Qui, dopo la scoperta di cospicui giacimenti di gas naturale, sono scoppiati scontri tra milizie jihadiste ed esercito per la gestione stessa di questi siti, che il governo di Maputo ha affidato da multinazionali tra cui la francese Total. Negli scontri sono finiti nel mirino anche civili e interi villaggi, presi d'assalto, con migliaia di persone costrette alla fuga. Alla luce delle crescenti violenze, la Total ha sospeso le attività, portando via il personale. Il 2 maggio scorso però, l'amministratore delegato di Total Patrick Pouyanne ha confermato che le operazioni potrebbero ripartire il prossimo mese, come già affermato in un primo annuncio di febbraio, quando si sono registrate nuove violenze, che neanche stavolta hanno risparmia
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00:00Nel 2024 una delle peggiori repressioni delle proteste ha avuto luogo in Mozambico.
00:07Il rapporto di Amnesty International parla di 227 manifestanti uccisi, in realtà una
00:15ricerca successiva è arrivata a contarne fino a 400. Lo scenario degli ultimi mesi dell'anno
00:21è stato quello del risultato contestato delle elezioni. Lo sfidante Mondlane ha chiamato
00:29i suoi in piazza e il presidente Ciapo ha ordinato alle forze di polizia di sopprimere le proteste
00:37con violenza estrema, una sorta di sparare per uccidere. Alla fine i due contententi si sono
00:44stretti la mano, riappacificati, ma per una riappacificazione vera e genuina occorre la giustizia.
00:52Ad Amnesty International non risulta che sia stato preso alcun provvedimento nei confronti delle forze
00:58di polizia e di sicurezza responsabili di questo massacro di manifestanti. Il tutto
01:04è avvenuto nella capitale Maputo, ma nel nord del Mozambico c'è uno scenario sconosciuto
01:12che Amnesty International denuncia da anni e cioè la provincia di Cabo Delgado che è nelle
01:17mani di un gruppo armato islamista che si scontra con le forze di sicurezza, le quali però hanno una
01:25priorità che non è affatto la tutela delle popolazioni civili, è la tutela degli interessi
01:31delle imprese, degli idrocarburi, tant'è che quando si è trattato nei mesi, negli anni scorsi
01:37di mettere in sicurezza il territorio, il territorio messo in sicurezza è stato quello delle prospezioni
01:44da parte delle aziende. In alcuni casi di evacuazione addirittura è stato riportato che sono stati
01:50portati via nel ricottero persino i cani dei funzionari di queste imprese multinazionali
01:56piuttosto che le persone che avevano bisogno di evacuazione.