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CortometraggiTrascrizione
00:00Arriva, José.
00:19Ho deciso di dividere il mio regno
00:23e così scavarmi di tutto per affrontare più serenamente l'idea della morte.
00:30E ora a te, Cordelia, cosa sai dire per permettermi di intestare a te la parte più ricca d'estesa del mio regno?
00:41Niente, signore.
00:45La molla propulsiva di questo lavoro è stata indubbiamente la tensione che ho da quando faccio questo lavoro verso l'arte.
00:54Ma è una tensione esclusivamente di chi visita i musei e di chi vampirizza delle immagini, delle suggestioni
01:02e le riporta poi funzionalmente al proprio lavoro.
01:05Questo all'inizio della mia carriera.
01:07E viva questa cosa si è un po' affinata e quindi la coincidenza ha voluto che mentre allestivo lo spettacolo al Chiostro del Bramante
01:15in prova in una sala che mi era stata messa a disposizione
01:18c'era la personale di Michelangelo Pistoletto all'interno del Chiostro, proprio alla sua inaugurazione.
01:25L'ho incontrato e io ho parlato del progetto e ho detto ma che strano, anch'io ho tre figlie come Ray Lear.
01:31Le sue opere in qualche modo mi suggerivano qualcosa ma è strano come una balausta di ferro,
01:38un segno porto, una cornice, uno specchio con una persona dentro, un labirinto di cartone
01:42possano stimolare chissà quale fantasia cinematografia.
01:46E invece è proprio quello che mi ha spinto a cercare di combinare arte, cinema e teatro
01:51che è un po' tutto quello che ha accompagnato tutta la mia carriera.
01:54E quindi ho cercato di concentrare attraverso il testo di Shakespeare la grande capacità di Pistoletto
02:01di essere pertinente alla storia che stavo raccontando e di come far diventare quelle opere
02:06uno strumento di narrazione, tant'è che poi molte scene di questo documentario sono state girate
02:11al Palazzo Ducale, all'Arsenale e alla Fondazione Cini, luoghi di grande tradizione architettonica,
02:18artistica e pittorica nei loro ambienti.
02:22Detta così sembra molto facile, ma è stato l'incontro con l'arte, sicuramente è stato
02:27il motivo di cercare di combinare il cinema, il teatro, cioè lo spettacolo, perché poi
02:33il documentario parla chiaramente del making of e delle riprese laterali dell'opera teatrale
02:40e l'arte attraverso le opere di Pistoletto e la fondazione di cui lui è il custode, il suo
02:49a Biella, quindi attraverso tutto il suo percorso artistico, le sue dichiarazioni e quindi
02:53poi il cinema che è una conseguenza di questo incontro fra l'arte e il teatro.
02:58Si apre con un detto babilionese, fino a quando sono nella tua bocca le parole ne sei padrone,
03:16quando escono ne sei schiava.
03:18Questo forse è l'elemento più interessante del rapporto, che poi è il principio che è
03:23alla base di questo racconto, che è il rapporto fra padre e figlia, in questo caso, nel momento
03:29in cui i padri si relazionano ai figli con delle parole, delle richieste, argomentano un
03:36pensiero, un'emozione in maniera molto volta improvvisa, non controllata, non misurata
03:43alla sensibilità dei figli, possono succedere delle cose tremende, dei terremoti emotivi
03:51giganteschi e quello è il principio da cui parte proprio il rapporto che Cordelia, figlia
03:58di Lire, ha nei confronti del padre, il quale gli chiede di mettere sulla bilancia il suo
04:03amore rispetto alle terre che avrà in eredità.
04:07E questo è il problema delle parole di cui non si è più padroni nel momento in cui
04:11le si condivide con un figlio così giovane, gli effetti propulsivi di questo aforisma
04:20così antico li abbiamo sotto gli occhi in continuazione, sono le parole che sono in
04:27qualche modo, nel momento in cui vengono condivise, sono quasi diaboliche e quindi creano degli
04:32incidenti narrativi come è nel caso della nostra storia.
04:35se sono capaci di creare, mi genero continuamente, arrivato all'età di 90 anni mi sento generato
04:44quanto mai.
04:45Pistoletto dice a un certo punto che quando si nasce siamo antichi, siamo già vecchi
04:51perché ci vengono donate delle parole e piano piano diventiamo giovani.
04:57è verissimo, è forse la cosa che mi emoziona di più, che mi ha sorpreso di più, di cui
05:01non mi ero reso conto quando l'avevo intervistato e che poi nel combinare con le immagini è stata
05:07una riscrittura, cioè quando nasciamo abbiamo in eredità quello che è tutto il bagaglio
05:12dei nostri genitori, della cultura, dei movimenti, del come camminiamo, di come parliamo, di come
05:16mangiamo, di come osserviamo, dell'ambiente da cui siamo circondati e che poi via via ci assedia
05:23sempre di più. Dopodiché noi dobbiamo sviare, cercare di generare a nostra volta qualcosa
05:29di nuovo e io trovo che questa sia una rivoluzione di crescita del genere umano fantastica, cioè
05:38pensare che tutto quello che noi facciamo deve essere qualcosa di nuovo per poter lasciare
05:44a chi viene dopo di noi qualcosa che sia almeno un po' diverso da quello che abbiamo
05:49morito. Lo potremmo banalizzare parlando dell'educazione, riceviamo determinate cose
05:55dalla nostra famiglia che ci precede, che ci ha generato e a nostra volta cerchiamo di
05:59aggiustare il tiro rispetto ai nostri figli, i quali a loro volta genereranno qualcosa di
06:04nuovo rispetto ai tempi in cui si vive. Quindi da questo punto di vista Pistoletto, per quello
06:10che mi riguarda come regista e come pubblico mi ha veramente commosso. Sicuramente la cecità
06:18permette di essere un pochino più sintonizzati con quelli che sono i propri sentimenti, che
06:24poi alla fine sono quelli che condividiamo con tutti. Nel momento in cui non abbiamo e non
06:28siamo condizionati da ciò che la vista può mistificare o può tradurre in maniera sbagliata,
06:34ma abbiamo la possibilità di stare dentro, siamo tutti uguali. Questo credo che sia il
06:39messaggio che questa cecità ritrovata di Lear mi ha somministrato.
06:48Arriva la bufera!