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CortometraggiTrascrizione
00:00Adesso io devo andare, ti do mostro troppo chiaro.
00:04Oh, io papà.
00:11Sofì.
00:12Non mi chiamare Sofì perché non sei mia madre.
00:14Avete discusso di nuovo?
00:16Mi sembra sempre di darle fastidio, non lo so.
00:18Ne parliamo tutti insieme, ok?
00:20Se mi volete fermare, magari ce lo lasci per cenare.
00:23No, vederci.
00:25Diciamo, l'input che ci è stato dato a me e a Valentina,
00:32la sceneggiatrice, la mia compagna Perlan,
00:34è stata un po' la dichiarazione che fece il papà di Erika,
00:37tanto tempo fa l'avevamo visto su un'intervista,
00:40che appunto racconta qualche cosa,
00:42comunque rimane sempre mia figlia, questo era un po'...
00:44Poi abbiamo trovato questo libro e da lì l'abbiamo sviluppato.
00:47Ma quello che poi in realtà a noi interessava
00:50non era l'atto in sé che compie la ragazza,
00:52ma proprio questa, diciamo, riparazione, questa ricostruzione
00:55che per un uomo o una ragazza grande, maggiore,
00:59è molto diverso da una ragazza di 14, 15 o 16 anni.
01:04Quindi il nostro percorso che poi abbiamo affrontato insieme a lei
01:07nella scrittura, quindi passare in tutti i luoghi dove lei,
01:10tutti gli step per arrivare poi a questa riparazione,
01:13sono molto duri.
01:15Sono molto duri per una ragazza che fino a quel momento
01:18ha vissuto, diciamo, nel benessere.
01:20E quindi ti trovi catapultata in un inferno,
01:23in un mondo totalmente diverso.
01:25Poi c'è l'abitudine, è vero che piano piano ti abitui là dentro,
01:28però io credo che più che l'abitudine lì serve appunto la riparazione
01:33e quindi dare una possibilità ad alcuni ragazzi
01:36di riparare il danno che hanno fatto.
01:46Davanti ad una storia così piena di colpi, di scena, di emozioni,
01:51era facile anche, come dire, immergersi, immergerci sì completamente.
01:58Allora, in questo devo dire due cose.
02:00Sia l'incontro con Ivano, l'incontro artistico con Ivano,
02:03ha un modo di raccontare queste storie che ti abbraccia,
02:07non ti respinge emotivamente.
02:10E di questo me ne sono accorto subito dalla prima volta che mi ha parlato della storia.
02:13Ha anche un modo ormai, essendo questo film chiude una trilogia,
02:17tematicamente, ha un modo di affrontare le emozioni sullo schermo anche pudico,
02:23anche non si dimentica mai che le sta raccontando a qualcuno.
02:26Non so come dire.
02:27E allo stesso tempo non è mai, secondo me, ricattatorio,
02:30non è mai solo frontale, eccetera.
02:34E poi ridevamo.
02:36Ridevamo con Ivano.
02:37Questa cosa mi ha colpito perché è un set dove credo fosse una necessità ridere,
02:43sia per non lasciarsi sprofondare dentro queste emozioni,
02:48sia perché ridere, quando hai a che fare con una materia così drammatica,
02:52ti permette di mantenere una distanza che non ti fa perdere lucidità,
02:55o perlomeno credo che quello fosse il nostro tentativo,
02:58di non perdere la lucidità emotiva.
03:01Perché è facile, altrimenti, fare qualcosa che, come dire,
03:06quando si affrontano certe tematiche si può arrivare ad un limite,
03:09ad un livello emotivo che quasi diventa respingente.
03:12Mentre invece giocare un po' su quel crinale che è fra
03:17rifiuto l'emozione, la vivo oppure la vedo nascere
03:20può essere molto più coinvolgente dell'intento del film,
03:23cioè che cosa avrei fatto io al posto di quest'uomo, di questa ragazza.
03:27Il PM ha disposto l'arresto sotto forma cautelare.
03:30Che significa?
03:31Sofia! Sofia!
03:35Sofia ha confessato. È stata lei.
03:42Quando si parla di alcuni temi,
03:44o si tende, anche scrivendo, a drammatizzarlo ancora di più,
03:48oppure a alleggerirlo troppo.
03:51Io, sempre con difficoltà, ma cerchiamo di rimanere
03:55su un equilibrio instabile a volte, perché è molto difficile.
03:59Quindi anche entrare e raccontare delle dinamiche
04:01dentro a un carcere, che poi sono molteplici.
04:03Io ne ho raccontate alcune.
04:04Infatti non è un film sul carcere minorile,
04:07però è un film su una ricostruzione.
04:08Quindi quel percorso io volevo raccontarlo
04:10stando attento appunto a non cadere nel pietismo
04:14oppure a minimizzare alcune cose.
04:17E sono stato aiutato in questo caso sia da Ginevra Francesconi,
04:20che la protagonista, ma anche da altri ragazzi
04:23che non avevano mai fatto nulla.
04:25Alcune che conoscevano un pochino quel mondo.
04:29Quindi insieme queste ragazze mi hanno dato veramente tante.
04:32In un momento c'è proprio questa amicizia tra ragazzine
04:37dentro un mondo chiuso, che è quello del carcere minorile.
04:40Quella è un'altra cosa che mi interessava.
04:42Molto delicata, un'amicizia che si crea là dentro.
04:44Prima violenta e poi diventa un'amicizia.
04:46Un'amicizia o perlomeno consapevoli che stanno tutte nello stesso luogo.
04:50Stanno a fallo che ha processo.
04:52Sono tutti fenomeni ma non stanno in televisione.
04:54Per lui non è facile adesso.
04:56Papà verrà, Sofia.
04:57No, non verrà.
04:58Hai ragione se non mi vuole vedere più.
04:59Quello che ha fatto l'ho fatto a me!
05:01Sicuramente partivamo da un copione che era molto pensato,
05:05molto scritto e molto accurato.
05:09E anche appunto da una visione registica molto precisa.
05:12Ivano tra l'altro gira in pellicola.
05:14È uno dei pochissimi autori che ancora girano in pellicola.
05:17Questo fa sì che si giri molto meno.
05:19Cioè le inquadrature vanno molto pensate prima.
05:21Per dire che c'era un pensiero dietro alle scene.
05:25Guarda, io credo che spesso la cosa che poi mi emoziona
05:30è che quando io vedo qualcuno parlare di qualcosa di estremamente doloroso,
05:35la telecamera ha uno strano effetto.
05:37La telecamera ti porta a mostrare le emozioni.
05:40Ma se sei una persona pudica, cerchi di trattenerle.
05:43Tendenzialmente.
05:45Quindi spesso si comincia a vedere una persona che parla
05:48di certe cose molto drammatiche e parlando,
05:50quasi uno non se ne accorge, sai,
05:52comincia a toccarsi il naso e fa una pausa un po' più lunga.
05:55E lì ti rendi conto che c'è una resistenza all'emozione.
05:59Ecco, abbiamo in parte applicato questo concetto.
06:04In parte, invece, quell'urlo che non si sente avviene.
06:07E ho urlato. E come? E davo i pugni sul volante. E come?
06:11Però dietro a questo frastuono del lavaggio auto,
06:14dietro a questa schiuma che cade sul parabrezza.
06:17Ed è un po' un filtro di pudore che secondo me Ivano mette in pratica.
06:21Poi c'è anche il momento in cui tu vedi un personaggio
06:23che sta piangendo nella sua solitudine, nel suo momento privato,
06:26più privato possibile.
06:28Credo che il dolore sia un'emozione molto complessa,
06:31cioè non si limita al piangere.
06:33Quindi ci sono vari momenti di dolore, c'è il rifiuto,
06:37c'è la rabbia, c'è il senso di colpa.
06:40Il dolore è veramente estremamente articolato
06:42e abbiamo cercato con Ivano di metterlo in scena
06:45nelle sue varie sfaccettature.
06:47Mi è piaciuto molto la documentazione, ma questo lo faccio su tutti i film,
07:01quindi ho parlato sia con i giudici, ho parlato con gli assistenti sociali
07:05e gli educatori, che sono una figura fondamentale
07:07dentro le carceri minori, sono quelli che stanno più tempo con i ragazzi.
07:11Non sempre sono quelli buoni, perché se no sembra che sia sempre quello buono.
07:14Io ho cercato di dividersi, anche la guardia carcera, quella buona, quella cattiva,
07:18per capire che è un mondo molto variegato, l'ho detto.
07:38Quello che interessava a me è vedere questa ragazza catapultata,
07:41sbattuta da una vita normale, regolare,
07:43a ritrovarsi in un luogo dove deve eseguire delle regole,
07:46ferre, le alzate, tre volte le battute alle finestre della cella,
07:51ha una serie di cose, di attività da fare.
07:55E in tutto ciò vediamo questo cambiamento,
07:58questo che volevamo, questo cambiamento di questa ragazzina normale
08:01che poi a un certo punto diventa donna.
08:03C'è proprio quasi un... cambia anche, non dico il modo di parlare,
08:06ma proprio c'è il viso diverso.
08:07Lei si trova spaisala, ma veramente vorrebbe anche sparire da quel luogo,
08:13senta anche di farlo, in qualche modo.
08:16E poi, come a un certo momento, lei la vita la aiuta ad andare avanti.
08:22Quindi una figlia... è una doppia figlia, il nostro film.
08:26Anche se è la cosa che vorrei di più al mondo, non posso tornare indietro.
08:36Non sono più sicuro di niente, ma è mia figlia.
08:39Cos'altro posso fare?
08:41Io credo che la poetica di Ivano di entrare all'interno della famiglia
08:44e di non fermarsi al titolo, in questo mare di informazioni
08:47in cui ogni titolo deve essere più efficace dell'altro
08:51e si va spesso in una tendenza super di impatto, anche negativo.
08:56Il fatto di entrare con la macchina da presa in una famiglia,
08:58e Ivano lo fa come sua poetica,
09:01fa sì che appunto i rapporti vanno affrontati in un modo diverso.
09:04Cioè tu hai una narrazione cinematografica di un'ora e mezza
09:07in cui devi raccontare delle dinamiche complesse, estremamente complesse,
09:12perché poi è facile generalizzare in negativo o in positivo dall'esterno,
09:17ma in realtà la materia è sempre più complessa di quanto non sembri.
09:20E lui giustamente entra in quella complessità
09:23ed è questo, credo, che porterà chi vedrà il film a farsi delle domande,
09:28che è un po' poi il mestiere del cinema, no?
09:31Far sì che ci poniamo delle domande, soprattutto.
09:33Un figlio deve smettere prima o poi di essere un figlio,
09:43ma un genitore non può mai smettere di essere un genitore.
09:46Qualunque cosa accada...
09:52Ciao.
09:53Ciao.