La storia della Bonifica Pontina, raccontata grazie a un documentario di Gianluca Botti, di Cmunicazione Tecnologica, che ha raccolto la testimonianza di Annibale Folchi, memoria storica dell'Agro Pontino, purtroppo recentemente scomparso.
Questa è la seconda di due puntate dedicate al'Agro Pontino e alla sua Bonifica, in cui parleremo dei tentativi che fin dall'epoca romana e poi ancora nel Cinquecento e nel Settecento, imperatori e papi hanno ideato per bonificare l'area.
Si parlerà poi dell'avvenuta bonifica realizzata nel ventennio, della nascita di nuove città, per arrivare ai giorni nostri, insieme anche a Gianluca Campagna ed Emanuela Gasbarroni, autori di libri, documentari e spettacoli sulla storia dell'Agro Pontino.
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Questa è la seconda di due puntate dedicate al'Agro Pontino e alla sua Bonifica, in cui parleremo dei tentativi che fin dall'epoca romana e poi ancora nel Cinquecento e nel Settecento, imperatori e papi hanno ideato per bonificare l'area.
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TVTrascrizione
00:00:00Polis, il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti.
00:00:30La sostanza, eppure lontani, sorgevamo dentro un'alba diffusa, da una forza che era corrente
00:00:40ancestrale, rabbiosa, un amore.
00:00:45Il nostro appuntamento, nei secoli, è nella casa sul mare.
00:00:52Qui i miei palmi diventano il prolungamento dei tuoi, in una metamorfosi dove la fine
00:01:00è inizio raddoppiato, nascita.
00:01:04I nostri figli vivono nella città al di là dell'acqua, noi scorriamo dentro di loro senza
00:01:11sosta, li nutriamo con il nostro sangue trasparente.
00:01:22Così, ti guardo da millenni, nel tuo andare e venire infinito, nel vuoto e nel pieno delle
00:01:29forze gravitazionali, le stesse che sempre ci attraggono l'una verso l'altro.
00:01:40La storia ha piegato le nostre dita, sulcato i nostri volti, ha carezzato le nostre superfici.
00:01:47L'abbiamo scoperta come un messaggio dal futuro.
00:01:59Ascolta, l'eco del mito risuona ancora insieme alla mia voce, che chiama il tuo nome.
00:02:05Mi senti?
00:02:07Io sono nel solco di un graffito, nell'errare nostalgico in cerca di itaga, nel pigmento
00:02:13di un affresco, nel marmo, nel travertino, negli occhi di una madonna, nel movimento che
00:02:21agita la veste di un angelo.
00:02:25In questa distesa pianeggiante, florida e vaporosa, che è nostra creatura, torno sulle
00:02:31tue sponde a declamare la mia lettera d'amore per te, che è una fede, una preghiera eterna.
00:02:43Benvenuti, benvenuti su Polis, il racconto dei territori.
00:02:58Oggi la seconda e due puntate dedicate all'agropontino, alla bonifica venuta un secolo fa.
00:03:07Tutto questo grazie anche alle immagini di un documentario, un documentario che abbiamo
00:03:14cominciato a vedere insieme la scorsa settimana, in cui abbiamo scoperto ciò che è avvenuto
00:03:20nei secoli passati, fino ai primi del Novecento e all'avvento del regime fascista.
00:03:28Continueremo a raccontare questa storia, continueremo a vedere le immagini di questo documentario
00:03:34che porta la firma di Gianluca Botti, che è uno degli ospiti, l'ospite in studio qui
00:03:41con noi, Gianluca.
00:03:43Abbiamo raccontato questa storia anche attraverso poi le parole, la testimonianza di colui che
00:03:52è un po' la memoria storica dell'agropontino, purtroppo scomparso alcuni anni fa, ovvero
00:03:59Annibale Folchi.
00:04:00Sì, questo documentario è praticamente il racconto raccolto negli ultimi mesi di vita
00:04:08di Annibale Folchi, della sua attività di ricerca degli archivi e delle fonti scritte
00:04:17più precise che gli archivi di Stato conservano, che sono la memoria storica del nostro Paese
00:04:25e soprattutto di questi territori, ricerca che lui ha condensato in una serie di libri,
00:04:32circa 15 se non sbaglio, adesso non mi ricordo il numero preciso, ma che sono libri di analisi
00:04:40delle fonti, quindi libri molto precisi, molto densi di informazioni che non hanno una vocazione
00:04:46di divulgazione o di racconto, sono veri e propri strumenti al servizio invece degli storici
00:04:53e di coloro i quali invece devono fare un'analisi storica di un periodo.
00:04:59Io invece tramite appunto questo strumento del video ho cercato di raccogliere la sua memoria,
00:05:07appunto tutto il patrimonio che lui aveva immagazzinato in quegli anni di ricerca,
00:05:13che poi si erano condensati dalla pensione in poi, cioè lui è stato un giornalista che
00:05:18nel giorno in cui è andato in pensione ha deciso di entrare negli archivi storici,
00:05:23negli archivi di Stato, nell'archivio del Comune, nell'archivio ad esempio del Genio Militare,
00:05:29insomma di tutti gli enti che conservano una memoria storica e di raccogliere tutto quello
00:05:34che era utile a raccontare la storia di questo territorio.
00:05:37In questo video ho cercato di raccogliere il suo racconto e la sua esperienza.
00:05:42Ecco, e a proposito di racconto e di esperienza, di racconto della storia dell'agropontino,
00:05:49di ciò che è avvenuto, soprattutto dopo la bonifica,
00:05:54beh, di tutto questo attraverso i suoi libri, attraverso i suoi spettacoli,
00:05:59si è occupata anche la seconda degli ospiti che oggi sono qui con noi,
00:06:05a cui do il benvenuto perché in collegamento c'è Emanuela Gasbarroni.
00:06:09Ciao, grazie per essere qui.
00:06:12Ecco, non sento bene l'audio di Emanuela Gasbarroni, ma comunque adesso Andrei,
00:06:21eccoci, eccoci, ti sentiamo adesso.
00:06:24Eccoci adesso, ok, sì, sono un po' lontano quindi...
00:06:27Sì, è vero perché poi tra l'altro svegliamo questo segreto, perché tu sei ovviamente in latina,
00:06:35hai raccontato in più occasioni, attraverso diversi mezzi, la storia dell'agropontino,
00:06:40però in questo momento specifico ti stai collegando dall'altra parte del mondo,
00:06:46perché sei, se non sbaglio, a Islamabad.
00:06:48Sì, Islamabad è la capitale del Pakistan, io lavoro qui per l'Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo,
00:06:55Ministero degli Esteri, sono la detta la comunicazione di tutti i progetti che abbiamo,
00:07:01che l'Italia, qui tra Pakistan e Afghanistan, progetti molto importanti, molto belli.
00:07:06Tra l'altro Islamabad è una città di fondazione come Latina, e quindi...
00:07:13Quindi c'è un legame che unisce addirittura l'agropontino.
00:07:16È incredibile questa cosa, sì, sì, sì.
00:07:18L'agropontino e il Pakistan.
00:07:21Sì, perché il Pakistan è una nazione nuova del 1947, si è scissa dall'India,
00:07:27e il 14 agosto del 67, dopo 20 anni, è stata, 14 agosto del 1947, fondazione del PA, l'Indipendenza.
00:07:36Nel 67, dopo 20 anni, viene costruita questa ex novo, questa città,
00:07:40che quindi è una città di fondazione a tutti gli effetti.
00:07:44È su un territorio pianeggiante, intorno alle colline di Margala,
00:07:48che sono un po' i nostri Montilepini, quindi come territorio,
00:07:51dove io vado a fare trekking la domenica con un gruppo, come territorio molto simile.
00:07:57Questo è veramente sorprendente e inatteso.
00:08:01Intanto però, per chi non ci avesse seguito la settimana scorsa,
00:08:05io andrei a vedere una sorta di piccolo riassunto della prima parte del documentario di Gianluca Botti
00:08:12sulla bonifica dell'agropontino.
00:08:15I proprietari del luogo, i possidenti, si resero conto che la bonifica dell'agropontino
00:08:21andava fatta per esigenze che trascendevano l'economia, la salute ambientale, gli interessi locali.
00:08:32Erano diventati un problema per la nazione, che tendeva a garantire al paese la sufficienza alimentare.
00:08:42La famosa battaglia del grano, istituita nel 1925, aveva proprio questo,
00:08:49di promuovere il recupero della terra incolta, migliorare le coltivazioni per avere maggiori rendimenti.
00:08:59Ma soprattutto si convinse che lo Stato, se non si realizzava la bonifica attraverso le forme istituzionali,
00:09:09cioè i consorzi fatti dai proprietari con l'aiuto dello Stato,
00:09:15lo Stato stesso avrebbe conferito anche a società e soggetti privati
00:09:21di espropriare i terreni incolti o scarsamente coltivati,
00:09:29di ammetterli ai benefici della bonifica e di farli espropriare.
00:09:33Allora, per non perdere il possesso delle terre,
00:09:38aderirono in maggior grado al programma di bonifica del consorzio
00:09:43e gradualmente, sotto la guida illuminata di questo tecnico,
00:09:50che era di grandissima competenza, avviarono il piano di trasformazione.
00:09:55La riuscita di questo progetto, la sua validità, risiedette nella capacità che Prampolini ebbe
00:10:04di assicurarsi i finanziamenti attraverso le anticipazioni delle banche
00:10:09e di organizzare in modo moderno la logistica per tutto quanto serviva per i lavori dell'agropontino,
00:10:18la ricerca delle imprese, la ricerca e il riusclusamento degli operai,
00:10:25insomma una serie di iniziative e strumenti che per quei tempi erano addirittura moderni, nuove.
00:10:34Che so, lui per esempio creò una rete ferroviaria, le cauville,
00:10:40per il trasporto dei materiali da costruzione, per il trasporto degli operai,
00:10:45perché il deposito dei materiali era a sermoneta, allo scalo ferroviario,
00:10:51ma i cantieri della Bonifica erano disseminati in quasi tutto il territorio
00:10:58e mano a mano che procedevano nella correzione dei canali,
00:11:03nella liberazione dei terreni, nel disboscamento,
00:11:06quindi nei lavori di Bonifica, per ridare luce, calore alla terra, avanzavano
00:11:14e quindi la distanza doveva essere superata con mezzi di trasporto adeguati.
00:11:21Di strade non ce n'erano, le strade erano di terreno battuto.
00:11:28Durante la stagione piovosa non consentivano l'impiego dei mezzi,
00:11:32quindi questa ferrovia, che ebbe un costo, ma si rivelò straordinaria,
00:11:39disolutiva per i problemi della Bonifica.
00:11:42Poi il fascismo decise di appoderare i terreni dopo essersi convinto
00:11:49che nessun privato avrebbe messo i suoi capitali per risanare l'agrocontino,
00:11:57incaricò l'opera combattente di presentare un progetto per appoderare l'agrocontino,
00:12:03cioè di fare la Bonifica agraria dei terreni, che la Bonifica idraulica, via via,
00:12:10faceva riemergere e metteva al sicuro dall'impasione delle acque.
00:12:15Abbiamo conosciuto Annibale Folchi, la memoria storica dell'agrocontino,
00:12:30che ci ha lasciato questa testimonianza attraverso il documentario di Gianluca Botti,
00:12:37di cui andremo a vedere un altro estratto fra pochissimo, pochi secondi,
00:12:43e poi ritorniamo qui su Polis.
00:12:46Polis, il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti.
00:12:52Ben ritrovati su Polis, il racconto dei territori,
00:12:55oggi stiamo facendo un viaggio nell'agrocontino,
00:12:58stiamo raccontando la storia della Bonifica avvenuta negli anni 20 e 30 del Novecento
00:13:06attraverso un documentario di Gianluca Botti,
00:13:10di cui andiamo a vedere ora un altro estratto.
00:13:17L'opera Combattenti era un ente pubblico costituito prima della fine della Prima Guerra Mondiale,
00:13:24proprio per assolvere alla promessa che il governo aveva fatto ai soldati contadini
00:13:31che alla fine della guerra avrebbe dato loro la terra da coltivare.
00:13:37Quindi l'opera Combattenti fu creata per questo fine,
00:13:41comprare i terreni incolti,
00:13:45espropriare quelli scarsamente coltivati,
00:13:49di attrezzarli per la coltivazione
00:13:51e di assegnarli ai soldati.
00:13:55Quindi il progetto che il Duce propose all'opera Combattenti
00:13:59andava perfettamente nei compiti istituzionali dell'opera Combattenti.
00:14:06A quel tempo l'opera Combattenti era dotata di fondi assai cospicui,
00:14:12quindi accettò e presentò il progetto
00:14:14per trasformare dal punto di vista agrario l'agrocontino.
00:14:17Le opere di trasformazione agraria incominciarono il primo gennaio 1932.
00:14:25La prima cosa che fecero, fare le case, le case coloniche,
00:14:30le opere annesse, le stalle, i pozzi, le concimaie, le porcilaie
00:14:35e ogni unità poderale avrebbe avuto la casa
00:14:42per consentire alla famiglia colonica di risiedere stabilmente sul podere
00:14:48e di far pronte a tutte le esigenze del podere e anche del territorio
00:14:55nel quale era inserito il podere.
00:14:59Contemporaneamente alla bonifica agraria,
00:15:03l'opera Combattenti ha cercato di reclutare i coloni, i mezzatili
00:15:08che avrebbe dovuto insediare nelle case che stava costruendo.
00:15:14Allora il problema non era la reperibilità della monopera
00:15:18perché era un momento anche di disoccupazione, di difficoltà per il paese
00:15:24e anche nell'ambito del Lazio o nella vicina Campania, Abruzzo, Umbria
00:15:32Marche avrebbe potuto trovare mano d'opera da insediare nei poderi.
00:15:40ma il governo giustamente si preoccupò della condizione umana ed economica
00:15:48delle popolazioni del Veneto
00:15:50che a causa della guerra, a causa della crisi economica conseguente
00:15:56erano in una difficoltà estrema rispetto alle popolazioni locali.
00:16:03Le regioni venete erano più densamente abitate delle regioni meridionali.
00:16:08Secondo il progetto originario, il suggerimento dato all'opera Combattenti,
00:16:15due dovevano essere le province venese a procurare i coloni per l'agropontino.
00:16:23Il reclutamento per conto dell'opera Combattenti
00:16:27avvenne per il tramite del Comitato per la Migrazione Interna e la Colonizzazione
00:16:34che era un organismo che esisteva da metà degli anni 20
00:16:38per favorire l'assunzione della mano d'opera per i grandi lavori.
00:16:43Questo comitato organizzò una commissione costituita da un medico,
00:16:49da un funzionario del comitato stesso e da un funzionario dell'opera Combattenti
00:16:55per esaminare le famiglie che erano disponibili
00:17:00ed erano idonee, in grado di affrontare la vita nell'agropontino
00:17:07che non si presentava tra le più facili.
00:17:10Prima per la mano d'opera che esigeva,
00:17:13in secondo luogo anche per la salute,
00:17:16perché sicuramente non era un luogo di villeggiatura.
00:17:19C'era l'esigenza che la famiglia fosse fornita sufficiente a mano d'opera,
00:17:26minimo 3-4 unità lavorative, quindi adulti,
00:17:32gente in condizione di lavorare nel pieno delle forze,
00:17:35più naturalmente i piccoli, i vecchi eccetera.
00:17:39Questa famiglia che doveva venire in agropontino
00:17:42fu designata nella misura di almeno 10 unità.
00:17:45Nella zona ai confini dell'agropontino
00:17:48le famiglie erano molto più piccole,
00:17:52padre, madre, uno, due, tre figli.
00:17:55Non esistevano famiglie così numerose
00:17:58e non esistevano in modo rilevante anche nell'Alta Italia,
00:18:04per cui alcuni potestà, alcuni segretari di partito,
00:18:08alcuni gerarchi suggerirono di unire fratelli,
00:18:14le parentele, insomma, di unire le famiglie
00:18:18in modo da stabilire almeno 10 persone
00:18:23che avrebbero dovuto fare capo al combattente.
00:18:28Quindi via via che i poteri venivano attrezzati,
00:18:32le famiglie venivano qui.
00:18:34I comuni anticipavano la spesa per il trasporto sul treno,
00:18:38poi l'opera combattente li rilevava con i propri mezzi,
00:18:43per lo più autocarri,
00:18:44alla stazione ferroviaria di Cisterna,
00:18:48oppure di Nettuno, oppure di Terracina,
00:18:51a seconda del tragitto che assegnavano ai singoli convogli,
00:18:56e li portava nei borghi che stava costruendo.
00:19:01Quindi la famiglia entrava nella casa e nel potere,
00:19:07ignara dell'ambiente, ignara delle abitudini,
00:19:10senza relazioni.
00:19:12L'unica relazione che aveva,
00:19:14che era anche uno stato di necessità,
00:19:18era la direzione aziendale,
00:19:20cioè il personale dell'opera combattenti
00:19:22che prendeva la famiglia, cioè la colonia,
00:19:25in carico e provvedeva a tutte le esigenze della famiglia,
00:19:32sia nel dare disposizione per l'esecuzione dei lavori,
00:19:36sia per il mantenimento, il sostentamento della famiglia,
00:19:42perché queste famiglie non erano dotate di mezzi propri,
00:19:46ma erano proprio in una grande difficoltà,
00:19:49e allora anticipava, quindi finalmente,
00:19:52delle piccole somme di danaro,
00:19:55e poi il vitto, il grano, i generi alimentari,
00:20:00in modo che si sostenesse,
00:20:03e naturalmente non era una donazione,
00:20:06ma era un'anticipazione, era un prestito,
00:20:09e ogni volta che effettuava un'anticipazione,
00:20:12sia in natura che in danaro,
00:20:15segnava su un libretto colonico,
00:20:18dove c'era il dare e l'avere,
00:20:20per cui a fine anno,
00:20:23al momento del raccolto,
00:20:25e della ripartizione del raccolto,
00:20:28l'opera combattenti dava la quota indispensabile al colono,
00:20:35che era di due quintali di grano per persona,
00:20:38e naturalmente si tratteneva le spese che aveva fatto,
00:20:42per cui il colono, si può dire che era quasi in perdita,
00:20:46questo lo abiliva in molti casi,
00:20:51e lo rendeva anche inquieto,
00:20:54per cui via via poi l'opera combattenti
00:20:57è stata costretta a rivedere.
00:20:59Il colono, quindi,
00:21:02venne a Latina senza conoscenze,
00:21:04senza relazioni,
00:21:06e solo sotto la cura e la direzione personale dell'opera combattente.
00:21:12I rapporti non furono buoni,
00:21:15un po' perché molte famiglie
00:21:17non soddisfacevano le esigenze dell'opera combattente,
00:21:22cioè risultarono non sufficientemente adatte a coltivare
00:21:26e non sufficientemente laboriose.
00:21:30Poi i rapporti tra i coloni e i fattori,
00:21:36che erano gli esecutori degli ordini dell'opera combattenti,
00:21:41non sempre erano buoni,
00:21:43perché l'opera combattente aveva messo in atto
00:21:46un'organizzazione di tipo militare,
00:21:48e quindi questo naturalmente limitava,
00:21:52deprimeva anche l'autonomia del colono,
00:21:55il suo spirito di iniziativa,
00:21:58sebbene egli fosse un socio dell'opera combattenti
00:22:02nella gestione del podere,
00:22:05perché la mezzatria era un contratto associativo,
00:22:09invece nei primi tempi per tutti i coloni
00:22:12risultava un rapporto di lavoro subordinato.
00:22:15E d'altra parte non poteva essere diversamente,
00:22:21perché il colono aveva bisogno di tutto
00:22:24per vivere e lavorare,
00:22:27e spessissimo aveva anche bisogno estremo
00:22:31di sapere cosa e come fare
00:22:33per la coltivazione del terreno.
00:22:36Anche le relazioni degli nuovi
00:22:38con le popolazioni autoctone
00:22:40furono abbastanza difficili,
00:22:44e questo può aver aggravato
00:22:46anche la condizione umana
00:22:48delle famiglie dei coloni.
00:22:50Anche il rapporto con l'opera combattenti
00:22:52fu contrassegnato da azioni,
00:22:56diciamo, riprovevoli,
00:22:57nel senso che i coloni
00:22:59cercavano di sottrarre
00:23:01quanto più era possibile
00:23:02all'opera combattenti,
00:23:05sottrarre alla divisione
00:23:07e al prodotto.
00:23:09Quindi moltissime famiglie
00:23:11sotto questo aspetto
00:23:13delusero l'opera combattenti,
00:23:16ma il rapporto andò avanti,
00:23:19perché poi col tempo
00:23:20la pratica, l'esperienza,
00:23:22anche la buona volontà,
00:23:23i coloni si applicarono
00:23:27e migliorarono
00:23:28sia la loro condizione umana
00:23:30che professionale.
00:23:33Però molti furono quelli
00:23:34che rinunciarono,
00:23:36che non ce la fece.
00:23:37E via via che un potere
00:23:39si votava,
00:23:41rimpiazzavano la famiglia
00:23:42rilevando i nominativi
00:23:44dalle liste degli aspiranti
00:23:46che aveva compilato
00:23:49questo comitato
00:23:50per la migrazione
00:23:51della colonizzazione interna.
00:23:55L'opera combattenti
00:23:57inizialmente ha comprato
00:23:59o espropriato terreni
00:24:02pagandoli a seconda
00:24:04della resistività
00:24:05dei singoli terreni
00:24:07dalle mille alle duemila,
00:24:10duemila cinquecento
00:24:12lire l'ettaro.
00:24:14Una volta che ha fatto le case,
00:24:17ha fatto le scoline,
00:24:18ha fatto la riforma agraria,
00:24:21ha gestito le famiglie coloniche
00:24:24ed è arrivata al 1941
00:24:26al momento della messa in vendita.
00:24:29Ha portato il prezzo della terra
00:24:31a 11-12 mila lire l'ettaro.
00:24:36Ha cercato di restare
00:24:38la partita non in perdita.
00:24:41Il che è stato possibile
00:24:42per una parte
00:24:43perché poi nel 1941
00:24:45quando le terre
00:24:46sono state assegnate
00:24:48proprio per la indisponibilità
00:24:51della spesa
00:24:52al carico
00:24:53dell'opera combattenti
00:24:54da alcuni coloni,
00:24:56quelli più bravi,
00:24:57più intraprendenti,
00:25:00hanno proceduto
00:25:01all'acquisto
00:25:01del potere a rate
00:25:03rateizzando il costo
00:25:06e altri
00:25:07non potendolo fare
00:25:08si sono visti
00:25:09trasformare il contratto
00:25:11di mezzatria
00:25:12in un contratto
00:25:13di affitto
00:25:14a cinque anni.
00:25:15Poi le famiglie
00:25:16più di diseredate,
00:25:17le famiglie
00:25:18che erano state
00:25:19anche impoverite
00:25:21dalla guerra,
00:25:23erano restate
00:25:24così col vecchio
00:25:25contratto
00:25:26ma semi-abbandonate.
00:25:29Perché l'opera combattenti
00:25:31ha incominciato
00:25:32a smobilitare
00:25:33il suo apparato
00:25:35organizzativo
00:25:36e produttivo
00:25:38a ottobre del 41
00:25:39quando sono state
00:25:41assegnate i poteri
00:25:42ai coloni,
00:25:44non a tutti
00:25:44ma a chi era
00:25:45in grado di comprare.
00:25:49E continueremo
00:25:51ad ascoltare
00:25:52le parole
00:25:52di Annibale Folchi
00:25:54nel documentario
00:25:55di Gianluca Botti
00:25:56ma fra pochissimo,
00:25:58pochi istanti
00:25:58e poi ritorniamo qui
00:26:00su Polis.
00:26:02Polis
00:26:03il racconto
00:26:05dei territori
00:26:05con Massimiliano Cacciotti
00:26:07e poi
00:26:10con Massimiliano Cacciotti
00:26:12e poi
00:26:16con Massimiliano Cacciotti
00:26:17e poi
00:26:17con Massimiliano Cacciotti
00:26:17Grazie a tutti.
00:26:47Grazie a tutti.
00:27:17Grazie a tutti.
00:27:47Grazie a tutti.
00:28:17Grazie a tutti.
00:28:47Grazie a tutti.
00:29:17Coloni, soprattutto provenienti dal Veneto, una storia che poi tu racconti nei tuoi libri e nei tuoi spettacoli, Emanuela?
00:29:25Io non racconto proprio il pionierismo dei Veneti, perché è stato tanto raccontato e comunque faccio i miei complimenti al regista, prima di tutto perché l'intervista da Nibale Folchi è eccezionale.
00:29:45Lui veramente ha fatto un lavoro talmente meticoloso, il regista menzionava gli archivi dove ha lavorato.
00:29:53Se voi leggete i libri di Nibale sono veramente densi di fonti, ha fatto un lavoro certosino.
00:30:00E' una storia molto raccontato, è una storia molto raccontata, ma che ancora si può raccontare senz'altro, nel senso che tra l'altro complimenti anche perché ho visto molte immagini inedite.
00:30:12Ormai quelle che girano alla fine sono conosciute, mentre invece il regista si vede ha fatto anche un lavoro di ricerca non banale nell'associare al racconto di Nibale Folchi le immagini.
00:30:27Io ricordo anche che, forse l'avete detto, la bonifica fu così importante, perché poi molte parti in Italia furono bonificate, ma quella di Latina fu la bonifica integrale,
00:30:42c'era sanitaria, idraulica e agricola. Quindi c'erano molti aspetti, perché non c'era solo da bonificare l'acqua, ma c'era anche la malaria, quindi c'era tutta un'operazione sanitaria che fu fatta molto importante, c'era un'opera idraulica importante,
00:31:01e poi la riconversione in questa estensione agricola. Nibale descrive molto bene tutta la suddivisione.
00:31:09Io il racconto che ho fatto è stato più di altre pagine della città, perché mentre la storia della bonifica viene molto raccontata, sembra che Latina abbia solo quella, però è vero che è una storia che si riverbera anche negli anni successivi e anche in una lettura dell'oggi,
00:31:33quindi benvengono tutte altre declinazioni che si fanno della bonifica con film, con libri, eccetera, perché comunque ci aiutano sempre a raccontare anche gli anni 50, gli anni 60, gli anni 70, gli anni 80, gli anni 90.
00:31:47Perché se vuoi raccontare questa città non puoi prescindere poi non solo dall'opera, cioè la bonifica è anche un qualcosa che appartiene alle genti che si sono ritrovate in tanti a venire in questo posto dove non c'era nessuno.
00:32:02Oggi siamo una città di più di 100 mila abitanti, tutti venuti da altrove, per cui insomma, come dire, era una situazione ben complessa da raccontare.
00:32:14Ecco, Emanuele, infatti lo dicevamo anche la settimana scorsa, è una sorta di melting pot quello che si è venuto a verificare a Latina, antelittera, ma quando ancora non si parlava di melting pot, forse nemmeno negli Stati Uniti o solo lì.
00:32:33Sì, perché poi è un osmosi, cioè ognuno, la parola si adatta bene a osmosi, cioè ognuno ha ceduto all'altro un pezzo di cultura, non è che c'era un ceppo che era autoctono e gli altri si sono poi integrati, non c'era niente.
00:32:48Per cui tutti, la mia generazione, io sono nata negli anni 60, hanno tutti genitori che provengono da altre destinazioni, non c'è nessuno che ha genitori nati a Latina, io forse sono la prima generazione.
00:33:04E quindi ho esplorato altri momenti della città e della sua strana composizione, quindi il campo profugo di Latina che ha ospitato dal 56 con l'invasione dell'Ungheria fino alla caduta del muro di Berlino, ha ospitato circa 100.000 rifugiati che scappavano dai paesi dell'est e poi andavano in Canada, Australia e Stati Uniti, però si fermavano a Latina per molto tempo.
00:33:28Ognuno di noi ha un ricordo, io ci ho fatto un film, essendo anche io provengo da studi di storia, sono laureata di scienze storiche, ho fatto un lavoro molto attento sempre all'archivio di Stato, devo dire che Annibale Folch è stato anche un mio riferimento come ricercatore storico, ho lavorato circa 300.000 documenti e poi ho portato anche in scena uno spettacolo teatrale che si chiama Radicinaria,
00:33:55dove io racconto proprio tutta la genesi e poi lo sviluppo della città fino ai giorni nostri.
00:34:01Esatto, Emanuela tra l'altro abbiamo mandato una piccola clip la scorsa settimana del tuo spettacolo, ne vedremo un'altra parte poi più tardi nel corso della puntata.
00:34:13Emanuela, a proposito di scorsa settimana mi allaccio a una frase che hai detto, tu sei autrice di un film, la settimana scorsa con Gianluca Campania che era ospite qui con noi abbiamo parlato del perché non stimolare una sorta di genere letterario,
00:34:36cioè rendere l'agropontino il far west d'Italia, cioè raccontarlo così come è stato raccontata l'epopea del west.
00:34:47C'è chi l'ha fatto, anche scrittori famosi, Gianluca Botti.
00:34:52Pennacchi ci ha regalato uno scorcio della vita dei coloni ma anche del dopoguerra nei suoi due libri Canali Mussolini e quello successivo,
00:35:05che sicuramente sono affascinanti, gli è valso comunque un pregno strega, quindi è stato sicuramente una parentesi importante ma che potrebbe stimolare anche altri prodotti,
00:35:17insomma sia di carattere letterario ma anche cinematografico, non abbiamo, a mia memoria non abbiamo un film veramente importante insomma con dei nomi e con anche magari delle risorse
00:35:31che raccontano questa che come giustamente hai detto tu ricorda un'epopea umana simile anche se non uguale a quella dei coloni americani.
00:35:42Ricordiamo che lì erano veramente, lì diciamo far west anche per una sorta di selvaggia libertà di chi andava lì a colonizzare quelle terre.
00:35:54Qui invece c'era un'organizzazione, abbiamo sentito anche nel documentario quasi militare.
00:35:59Esatto, quindi con degli effetti diversi.
00:36:02Prego, prego Manuela.
00:36:03Posso dire una cosa, in realtà c'è un film documentario di Gianfranco Pannone che si chiama proprio Piccola America.
00:36:10Io nel 2019 organizzai un festival Latina sotto le stelle con cinque documentari, i libri e il cibo.
00:36:21Tutto della città erano all'Arena Corso, fu veramente tutte le sere, si facevano i martedì, cinque martedì di seguito tra luglio e agosto, fu un successo inaspettato.
00:36:31Cioè i latinenzi hanno bisogno, desiderio di raccontarsi e debbono trovare la loro modalità perché è una città davvero anomala.
00:36:41Io il radicinario lo dico sempre, se noi dobbiamo raccontare questa città con i soliti paradigmi storici della piazza antica, della palla del 300, delle storie, le filastroche, le tradizioni, non troviamo nulla di tutto questo.
00:36:54Troviamo molto altro. Gianfranco si chiama proprio Piccola Mary che parla tutto del pionierismo e io ho un amico abitato per anni a Firenze,
00:37:03un amico produttore e regista Stefano Mutolo, il quale era fissato con la storia di Latina.
00:37:10Venne pure a fare un sopralluogo, lui aveva scritto proprio un vero e proprio film con una sceneggiatura in cui c'era questo bandito che si nascondeva nelle paludi, nell'agropontino.
00:37:26E quindi partiva una storia di cowboy, di far west, di banditi e lui l'ambientava assolutamente nell'agropontino.
00:37:34L'agropontino è stato anche storicamente, come tutto quanto il sud del Lazio, terra di briganti, quindi anche l'epopea dei briganti, briganti del Lazio forse meno noti.
00:37:50Io guardo un cognome da brigantese, il brigante Casparrone era assolutamente il più fastendale che c'era.
00:38:00Tra l'altro abbiamo raccontato qui su Polis qualche tempo fa la storia del brigante Casparrone attraverso un altro bel documentario che è stato realizzato sulla sua vita.
00:38:16Allora, lanciando questa sfida, che poi sfida non è, visto che esistono già delle opere, quindi magari raccogliendo quelle esistenti e realizzando delle nuove sulla storia dell'agropontino,
00:38:31io fra poco continuerei a raccontare quella storia anche attraverso l'immagine del documentario di Gianluca Botti, solo pochi istanti, poi torniamo qui su Polis.
00:38:46Il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti
00:38:50Ben ritrovati su Polis, il racconto dei territori, stiamo parlando oggi, così come abbiamo fatto la scorsa settimana, della storia della bonifica dell'agropontino.
00:39:01Lo stiamo facendo grazie a un documentario realizzato da Gianluca Botti, ospite in collegamento con noi.
00:39:11Oggi c'è anche Emanuela Gasbarroni, che è la brigantessa, come dicevamo prima, del break pubblicitario, visto che ha un cognome che ricorda quello di un famoso brigante
00:39:24che è vissuto ai primi dell'Ottocento. A parte questo, Emanuela ci ha raccontato che lei ha narrato attraverso i suoi libri,
00:39:36attraverso uno spettacolo che si intitola Latina Radicinaria, la storia di quei territori, quel territorio dell'agropontino,
00:39:46e quelle città di fondazione come l'ex Littoria poi divenuta Latina, anche se lo ha fatto relativamente a un periodo storico post-Seconda Guerra Mondiale,
00:39:57raccontando poi quello che...
00:39:58No, no, non solo, io sono partita sul tempo molto lungo, io parto proprio da Satricum nel mio spettacolo Radicinaria,
00:40:07parto proprio da un territorio, proprio per non circoscrivere alla bonifica, ma parto proprio da Satricum,
00:40:12dai papi che avevano bonificato, da Leonardo da Vinci, fino ad arrivare poi alla bonifica di inizio secolo,
00:40:19senz'altro importantissima, alla fondazione delle città nuove, però arrivare fino ai giorni nostri,
00:40:25cioè per una riflessione sui giorni nostri, altrimenti era fine a se stessa, e soprattutto dargli una lettura
00:40:33che fosse anche filosofica, antropologica, mi rifaccio a Narent, mi rifaccio a tanti filosofi
00:40:41che danno una lettura di tutto ciò che è straniamento, terra di passaggio, l'altro, lo sconosciuto, il diverso,
00:40:50c'è tanto da narrare e da continuare a narrare, e si può fare in tanti modi, con un documentario,
00:40:57con un film, con un reading, con una canzone, pure Calcutta, il cantante Calcutta, oppure Tiziano Ferro,
00:41:04Tiziano Ferro, quindi di sicuro diciamo che è una città, siamo ancora tutti un po' pionieri,
00:41:13qualsiasi cosa che facciamo un po' la facciamo per la prima volta, perché è talmente così particolare
00:41:19e saper cogliere le chiavi di lettura, diciamo utili, non consuete, quindi uscire dalle soli territorie,
00:41:29perché altrimenti cosa si dice di questa città? Che è brutta, che è fascista, che non è storica,
00:41:36che non ha storia e come dico io, noi non abbiamo una storia perché ne abbiamo tante,
00:41:41adesso vedo la copertina del mio libro, quella è una pagina di storia pazzesca,
00:41:47sono arrivate centomila persone da tantissimi paesi dell'est che hanno mantenuto con Latina,
00:41:54anche dopo tanti anni un legame. Io ho aperto una pagina Facebook nel 2015 che si chiama
00:42:01Campo Profi Latina, è un continuo che mi scrivono da tutto il mondo, anzi se qualcuno ci vuole andare
00:42:07leggerete perché è una pagina aperta, caricando le loro foto, i loro ricordi, i documenti,
00:42:13è veramente un qualcosa, io penso dovrò fare qualcosa, uno spettacolo, un reading, un libro,
00:42:21una narrazione anche su quella situazione lì.
00:42:26Assolutamente, e anzi è un invito a farlo quando magari rientrerai in Italia, perché come abbiamo detto prima
00:42:34tu sei a Islamabad, c'è anche un problema di fuso orario, adesso è piuttosto tardi nella notte.
00:42:41Certo, perché se ne può quasi andare a dormire.
00:42:43Ecco, esatto, è piuttosto tardi nella notte da quelle parti, quindi Emanuela io ti saluto anche se...
00:42:51Un caro saluto dal Pakistan, un caro saluto a tutti.
00:42:54Benissimo, anche se continueremo a parlare anche del tuo spettacolo, anzi io direi di vedere un piccolo estratto
00:43:01proprio dello spettacolo di Emanuela Gasbarroni, Latina, alle radici in aria.
00:43:06Prima di iniziare ho parlato con le persone del pubblico. Sedute qui in prima fila ci sono due signore,
00:43:15entrambe insegnanti, si chiamano Ilaria Gardin e Luciana Versa.
00:43:19Già il cognome Gardin, se ci pensate, rimanda al Veneto.
00:43:23In realtà il nonno di Ilaria era friulano, arrivato con la bonifica.
00:43:27La mamma di Ilaria, che di cognome faceva Re Canello, era di origine veneta.
00:43:33Il nonno Vittorio era stato il primo sarto di Latina, anzi di Littoria.
00:43:38Fece anche le prime divise per gli aviatori all'aeroporto militare appena inaugurato.
00:43:43Il loro podere era Burgo Santa Maria, che prima si chiamava Nif Niaf, suono onomatopeico degli stivali nell'acqua.
00:43:50Luciana invece di cognome fa Aversa. Il padre Italo veniva da Santa Francesca, una frazione di Veroli, paese in provincia di Frosinone.
00:43:59È stato uno dei primi alunni del liceo classico di Latina Italo.
00:44:03Si iscrisse a Medicina, era un idealista, un degasperiano.
00:44:07La mamma di Luciana invece era della bellissima piazza Armerina, in provincia di Enna.
00:44:11A Rimini, dove faceva l'assistente in una colonia, aveva conosciuto la sorella di Italo
00:44:16e di ritorno verso la Sicilia si era fermata a casa loro a Priverno
00:44:20e aveva conosciuto appunto quello che poi sarà il padre di Luciana.
00:44:24Colpo di fulmine, si fidanzarono e decisero poi di venire a Latina.
00:44:29Lei insegnerà all'Istituto Agrario San Benedetto.
00:44:31Lui sarà impiegato come funzionario all'amministrazione provinciale.
00:44:36Poi ci sono io, che ho madre nata a Roma, di sette generazioni, in via Fontanella Borghese, ci tiene moltissimo,
00:44:43padre di Terracina.
00:44:44Quando offrirono un lavoro a mia madre negli anni 50, a Latina lo disse a mia nonna,
00:44:49la quale le chiese, vai a Latina, e dove sta? E mia madre?
00:44:53Ma non lo so, forse vicino Littoria, perché davvero non aveva idea.
00:44:59E poi ad esempio qui sul palco c'è Anna Lisa, che è arrivata di recente per amore,
00:45:04ma Cristiano è nato a Latina, ma il nonno era di Cittadella, da Padova,
00:45:10è arrivato in bicicletta, da Padova a Latina, dal Friuli, poi è sceso in bici dal Veneto, dal Veneto, sì.
00:45:20Lui ha fatto, ha realizzato il nonno, la prima casa costruita al Pantanaccio,
00:45:26ed era nel cantiere di Piazza del Popolo la sera prima che fosse inaugurata.
00:45:31E poi tu, Elisabetta?
00:45:34E poi ci sono io, sì.
00:45:37Sempre un'emozione parlare dei propri genitori.
00:45:40Allora, io, la parte di padre, mio nonno Antonio era Campano, di Sant'Antimo,
00:45:47mia nonna Antonietta era di Sezze.
00:45:50La parte di madre, invece, mio nonno Camillo era Sardo, di Villa Sor,
00:45:55e mia nonna Maria era Veneta, era di Este, provincia di Padova.
00:46:00I miei genitori, eccoli qua che belli, si sono conosciuti qui a Latina,
00:46:08si sono innamorati e si sono sposati nella chiesa di Santa Maria Goretti,
00:46:13poi hanno festeggiato nel ristorante di quel che fu l'Albergo Italia,
00:46:18l'albergo che stava in Piazza del Popolo, sotto i portici, dove ora c'è la biblioteca.
00:46:24E io poi sono nata qui a Latina e quindi, ecco.
00:46:27Eccoci, ho iniziato con queste informazioni, non per farvi l'albero genealogico del pubblico presente
00:46:34o intrattenervi con intrecci familiari amorosi, ma per introdurvi al racconto di una città
00:46:40che è davvero bizzarra e difficile da definire, un vero e proprio crocevia di destini e culture,
00:46:46traiettorie umane da nord a sud che qui hanno trovato il loro centro.
00:46:50Cristiano ed Elisabetta sono i più giovani, ma ad esempio Ilaria, Luciana e me,
00:46:55nate intorno agli anni Sessanta, non abbiamo genitori nati a Latina.
00:47:00Nessuna e nessuno di questa generazione, ovvero nata intorno agli anni Sessanta,
00:47:04in questa città ha genitori nati a Latina, veramente pochissime le eccezioni.
00:47:09Sono sicura che se avessi chiesto a ognuno di voi presenti,
00:47:12mi avreste raccontato storie di destini che d'altro dove qui si sono fermati.
00:47:17I miei figli, nati negli anni Ottanta, sono la prima generazione diffusa di figli con genitori nati a Latina,
00:47:23quindi che parlano un italiano con lo stesso accento, che ha memoria degli stessi luoghi,
00:47:29che mangia un cibo simile, che ascolta storie con un passato di situazioni e persone appartenenti alla città.
00:47:36La mia generazione è cresciuta invece con amici i cui genitori parlavano con accenti molto diversi,
00:47:41alcuni non si comprendevano nemmeno, mangiavano la polenta come si fa in Veneto,
00:47:45ovvero tagliata con il filo, o la cassata siciliana, l'abbacchio e la trippo o la pagliata,
00:47:51come si fanno a Roma, ricette abruzzesi o napoletane.
00:47:55Narravano storie, filastrocche, racconti che venivano da Ferrara, Verona, Potenza, Udine o Palermo.
00:48:01Sentite la relazione finale di una maestra della scuola elementare di Piazza Dante,
00:48:06nell'anno 1938-39, che sta nel volume C'era una volta il banco.
00:48:11La scolaresca, come la trovai fin dai primi giorni, era nelle condizioni più sfavorevoli che si possano immaginare.
00:48:20La lingua, tanto parlata che scritta, mi ha dato molto da fare.
00:48:25Alunni provenienti da tutte le regioni d'Italia avevano un cumulo di difetti, i più disparati da correggere.
00:48:32«Sì, è avvenuta una scenetta graziosa, una piccola siciliana tutta viva città e loquacità.
00:48:38Raccontava della sua terra natia, quando ad un tratto esclamò
00:48:42«Qui a Littoria non si sa come parlano, mentre il dialetto del mio paese si capisce».
00:48:47A questa parola ci furono frasi di protesta da parte di tutte le altre alunne,
00:48:52le quali cominciarono a scherzare con la compagna, molto amichevolmente, sul suo dialetto.
00:48:58Ci fu per qualche tempo un grazioso dibattito tra Venete, Siciliane, Toscane,
00:49:04che finì con una risposta un po' salace ma molto tipica della luna siciliana,
00:49:09che fece ridere tutti e acquettiare il diverbio.
00:49:13In questo luogo latino, che non è né nord né sud, ma ingloba entrambi questi punti cardinali,
00:49:20ed è nord e sud, si sono ritrovate in poco, pochissimo tempo, un paio di decenni,
00:49:26tante e tantissime persone, arrivando ad essere più di centomila.
00:49:29Prima non c'era nulla.
00:49:31La parola che avete sentito ripetere nel mio racconto iniziale è stato
00:49:34«Il primo sarto, le prime divise, tra i primi allunni del liceo classico».
00:49:39Qui non c'era qualcuno che prima avesse fatto qualcosa, qui ci sono stati i pionieri.
00:49:44Danno anche premi e attestati, ci sono installazioni, opere d'arte per i pionieri della bonifica.
00:49:49In Europa, in particolare in Italia, la storia è millenaria.
00:49:53Un edificio che a cento anni diciamo che è nuovo.
00:49:56Le famiglie abitano la stessa casa per generazioni.
00:49:59Le filastrocche si tramandano di madre in figlia, cantate di sera con la stessa nenia.
00:50:05La ricetta per cucinare un determinato piatto è custodita con una grafia antica
00:50:09tracciata dalla nonna o dalla bisnonna.
00:50:12Si parla in dialetto e ci si capisce.
00:50:14Le foto di famiglie sono ambientate in piazze antiche, vicoli medievali,
00:50:20davanti a fontane o campanili storici che sono rimasti intatti.
00:50:24Dalla Sicilia alla Val d'Aosta le dinamiche sono simili, tranne a Latina.
00:50:30Cancellato l'elenco di tradizioni, abitudini, rituali linguistici, culinari, musicali, artistici storici.
00:50:36Qui non esistono, anzi no.
00:50:40Molto meglio, sono moltiplicati.
00:50:42Qualcuno la chiama la piccola America.
00:50:45Chiunque arriva non è un forestiero.
00:50:47Oppure no, lo siamo tutti.
00:50:49Un gioco ti specchi i riflessi, dove alla fine non capisci più l'origine.
00:50:54Rispetto a chi dovresti essere l'altro, se tutti siamo altri.
00:50:58Se entri in un barro al supermercato e l'accento siciliano o milanese,
00:51:02è difficile che qualcuno ti chieda, ma non sei di Latina?
00:51:06E non perché ci siano turisti.
00:51:07Abbiamo visto le immagini, lo spettacolo di Emanuela Gasbarroni, Latina alle radici in aria.
00:51:16Continueremo a parlare di Latina, continueremo a parlare di Agro Pontino,
00:51:21continueremo a parlare della storia della bonifica Pontina.
00:51:25Questo lo faremo grazie alle immagini del documentario di Gianluca Botti.
00:51:29Botti, tutto questo però lo faremo fra poco, pochi secondi d'attesa,
00:51:34e poi ritorneremo qui su Polis, il racconto dei territori,
00:51:39per questa che è la seconda di due puntate dedicate alla bonifica Pontina.
00:51:44Polis, il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti
00:51:51Ben ritrovati su Polis, il racconto dei territori,
00:51:57stiamo parlando di Agro Pontino,
00:51:59stiamo raccontando la storia della bonifica di quei territori,
00:52:04lo stiamo facendo grazie a un documentario di Gianluca Botti,
00:52:08un documentario che abbiamo cominciato a vedere la scorsa settimana,
00:52:13la prima di queste due puntate dedicate alla pianura Pontina,
00:52:18e io andrei adesso a vedere la penultima parte del documentario,
00:52:24per poi commentarla insieme all'autore qui in studio.
00:52:38Ad aprile il duce venne a visitare i lavori dell'Agro Pontino
00:53:07e restò impressionato dall'ampiezza dell'area di intervento,
00:53:13dalla grandiosità anche dell'orizzonte,
00:53:16perché questo terreno incominciò a essere disboscato in un modo furioso,
00:53:22quindi si aprì un orizzonte inatteso anche allo sguardo di Benito Mussolini.
00:53:29E spontaneamente il duce disse a Cencelli,
00:53:33che era il commissario di governo dell'Opera Combattenti,
00:53:38di realizzare nell'Agro Pontino, nel luogo più impervio,
00:53:43più malsano e più disagevole, una città che avrebbe chiamato Littorio.
00:53:51Ora la legge sulla bonifica,
00:53:53quella del 38 che definiva compiutamente le modalità di intervento,
00:53:58vietava nei comprensori di bonifica di fare i centri urbani,
00:54:04ma consentiva solo di realizzare villaggi operai e direzioni aziendali.
00:54:13E questo perché questa disposizione era coerente con la politica rurale del fascismo,
00:54:20che aveva professato lo svuotamento delle periferie della città,
00:54:27di portare il proletariato alla terra
00:54:29e ridare stabilità e continuità di lavoro agli operai,
00:54:35soggetti continuamente a periodi di disoccupazione,
00:54:39a situazioni di insoddisfazione, di ribellione, eccetera.
00:54:44Quindi la cosa sembrò assai strana,
00:54:50ma non fu reclamizzata quella di fare una città nel luogo più disagevole
00:54:57che veniva recuperato alla vita, diciamo, all'agricoltura.
00:55:03Quindi Valentino Orsolini Cencetti, che dirigeva l'Opera Combattenti,
00:55:08mentre in un primo momento aveva pensato di utilizzare il centro aziendale del quadrato,
00:55:17che già preesisteva, di utilizzarlo come centro dell'Opera Combattenti,
00:55:23incaricò un architetto di fare un progetto per l'Uttoria,
00:55:29ma non attivò le procedure che anche allora erano previste,
00:55:34che so, il piano regolatore, l'intervento di ministeri competenti.
00:55:40Abbio questo progetto di fare la città
00:55:43nello stesso modo con cui stava autorizzando la progettazione delle case coloniche.
00:55:52Con la differenza però che la spesa delle case coloniche
00:55:56veniva imputata al Ministero dell'Agricoltura
00:55:59perché erano opere di bonifica.
00:56:03La città invece non fu presentata, perché non lo potevano, come opera di bonifica,
00:56:09ma fu realizzata improprio dall'Opera Combattenti.
00:56:13La costruzione di questa città
00:56:16prese la mano al commissario dell'Opera Combattenti
00:56:21che superdimensionò alcune strutture,
00:56:26che so, il comune, la sede degli uffici statali
00:56:29e altre cose che non si conciliavano con un borgo rurale.
00:56:35Ma lui aveva chiaro di preparare il nucleo della città del fascismo, di Littoria.
00:56:42Quindi a un certo punto, col tacito appoggio di Mussolini,
00:56:47che all'inaugurazione fece pinta di non venire
00:56:50e raccomandò a Cencelli prudenza
00:56:54perché Littoria comunque sarebbe stata un villaggio agricolo
00:56:59e lui sapeva che non lo era.
00:57:01L'Opera Nazionale per i Combattenti,
00:57:05gelosa custode della tradizione romana del miles agricola
00:57:08sotto la guida di Valentino Orsolini Cencelli,
00:57:11getta oggi, 30 giugno dell'anno decimo dell'era fascista,
00:57:16le fondamenta di Littoria.
00:57:17Insomma, i lavori vanno avanti.
00:57:22L'Opera Combattenti aveva mezzi cospicli.
00:57:24Il 18 dicembre inaugura Littoria.
00:57:28Viene il Duce e, inaspettatamente,
00:57:32è un successo enorme,
00:57:35nazionale ed estero,
00:57:38perché tutti restarono stupiti
00:57:40dalla intensità, dalla qualità,
00:57:44dalla novità dell'intervento
00:57:46che il regime fascista operava in questo territorio,
00:57:51che, artatamente dalla stampa fascista,
00:57:55era sempre presentato come il luogo della morte,
00:57:59dell'ignoranza,
00:58:00e invece risorgeva con un respiro creativo del fascismo.
00:58:05Insomma, il successo fu tale
00:58:07che l'Opera Combattenti
00:58:09ebbe un ulteriore invito ad andare oltre.
00:58:13Ma la città richiedeva soldi.
00:58:15L'Opera Combattenti non aveva fondi illimitati.
00:58:20A un certo punto restò senza soldi,
00:58:23entrò in crisi
00:58:24e minacciò di chiudere i cantieri
00:58:27della riforma agraria,
00:58:28quindi delle case,
00:58:30della messa a cultura dei poteri,
00:58:32perché non aveva soldi,
00:58:33quindi era costretta a licenziare.
00:58:36L'intervento del Duce,
00:58:38e l'intervento dei ministri
00:58:40incaricati da Mussolini
00:58:42di accogliere le richieste
00:58:44per quello che era possibile,
00:58:46i Ciancelli superarono la crisi.
00:58:50Con l'intervento del governo,
00:58:52l'Opera Combattenti ottenne,
00:58:54a prezzo molto elevato,
00:58:56un prestito di 400 milioni,
00:58:59però perdendo alcune facoltà
00:59:01nella gestione degli appari pontini.
00:59:04Insomma, riprese piato
00:59:05e poter continuare.
00:59:07L'accoglienza favorevole
00:59:09che la stampa
00:59:10e l'opinione pubblica
00:59:12riservò a Littoria
00:59:13indusse Mussolini
00:59:15ad autorizzare Ciancelli
00:59:17a creare Sabbatia.
00:59:19Però Sabbatia fu creata
00:59:21con una maggiore accortezza,
00:59:23nel senso che il progetto
00:59:25del piano regolatore
00:59:27fu messo a concorso
00:59:29e fu vinto
00:59:30da una quaterna di architetti
00:59:32molto bravi,
00:59:34giovani ma molto valorosi,
00:59:37che si ispirarono
00:59:38all'architettura razionale,
00:59:41quindi crearono
00:59:42un manufatto
00:59:43molto apprezzato
00:59:45sia allora che adesso.
00:59:48E quindi poi ancora
00:59:49fu autorizzata
00:59:51la costruzione di Pontinia,
00:59:54ma Pontinia però
00:59:55in una dimensione
00:59:56molto contenuta,
00:59:58molto ristretta,
00:59:59molto rurale,
01:00:00perché tra l'altro
01:00:03diceva la stampa
01:00:05e alcuni gerarchi
01:00:07a Pontinia
01:00:08la sera
01:00:09le persone
01:00:10vanno a letto
01:00:11perché la mattina
01:00:12devono alzarsi presto
01:00:14e andare nei campi.
01:00:16Quindi fu caricato
01:00:17questo aspetto
01:00:18contenuto,
01:00:20rurale,
01:00:21molto più modesto.
01:00:22Insomma,
01:00:23una storia
01:00:23assai interessante
01:00:25che tuttavia
01:00:27nulla toglie
01:00:28al risultato
01:00:29per cui
01:00:30questo territorio
01:00:31alla fine
01:00:32cambiò volto,
01:00:34cambiò destinazione
01:00:35e accolse
01:00:37oltre 30.000
01:00:38coloni.
01:00:45Oltre 30.000
01:00:47coloni
01:00:48che adesso
01:00:48sono diventati
01:00:49quasi 100.000
01:00:50tanti sono
01:00:50gli abitanti
01:00:51di Latina.
01:00:53Gianluca Botti
01:00:54abbiamo sentito
01:00:55le parole
01:00:57di Folchi
01:00:58che
01:00:58Latina
01:00:59in un certo senso
01:01:01possono definirla
01:01:02un abuso edilizio.
01:01:03purtroppo sì,
01:01:05diciamo che
01:01:05nel fervore
01:01:06creativo
01:01:08diciamo
01:01:08di quegli anni
01:01:09si puntò
01:01:10più al risultato
01:01:11che non
01:01:11effettivamente
01:01:12alle procedure
01:01:13e così
01:01:14la costruzione
01:01:15di Lativa
01:01:16iniziò
01:01:16senza un vero
01:01:17e proprio
01:01:18atto
01:01:19amministrativo
01:01:20che l'autorizzasse
01:01:21ma comunque
01:01:22in quel tempo
01:01:23insomma
01:01:24il volere
01:01:25del governo
01:01:27era preponderante
01:01:29rispetto anche
01:01:30alle procedure
01:01:31amministrative.
01:01:32In ogni caso
01:01:32la cosa interessante
01:01:34è che
01:01:35proprio
01:01:35questi due aspetti
01:01:36che abbiamo visto
01:01:37adesso
01:01:37cioè
01:01:38l'aspetto
01:01:38della vita
01:01:39dei coloni
01:01:39e l'aspetto
01:01:40delle città nuove
01:01:41che poi
01:01:42ovviamente
01:01:42sfoceranno
01:01:43entrambi
01:01:44negli eventi
01:01:45della guerra
01:01:45sono
01:01:45a mio avviso
01:01:46ma si capisce
01:01:47anche dalle parole
01:01:48di Annibale
01:01:49i due capitoli
01:01:50forse più interessanti
01:01:52e più avvincenti
01:01:53di tutta la storia
01:01:54dell'agropontino
01:01:56e della sua bonifica
01:01:57che poi portano
01:01:59ovviamente
01:01:59quello che è diventato
01:02:01oggi
01:02:01questo territorio
01:02:03ecco
01:02:03siamo quasi
01:02:05in chiusura
01:02:06ormai
01:02:06manca soltanto
01:02:08l'ultima parte
01:02:09del tuo documentario
01:02:11facendo una sintesi
01:02:15di questo lavoro
01:02:16che hai fatto
01:02:17quale pensi
01:02:18che sia
01:02:18l'aspetto
01:02:19più importante
01:02:20di testimonianza
01:02:23attraverso
01:02:23le immagini
01:02:24che tu
01:02:24ci hai
01:02:25regalato?
01:02:26sicuramente
01:02:28il racconto
01:02:29di Annibale
01:02:30Folchi
01:02:31ci ha regalato
01:02:31un escursus
01:02:33abbastanza
01:02:35completo
01:02:35e preciso
01:02:37di quello
01:02:37che è stata
01:02:38la storia
01:02:38di questo
01:02:39territorio
01:02:40di questo
01:02:42racconto
01:02:43che io
01:02:44ho documentato
01:02:45manca
01:02:46una parte
01:02:47che forse
01:02:47Annibale
01:02:49ha accennato
01:02:50in alcuni discorsi
01:02:51che riguarda
01:02:52quello che è successo
01:02:53nel dopoguerra
01:02:54e la situazione attuale
01:02:56non abbiamo realizzato
01:02:58per quello
01:02:58un documentario
01:03:00perché erano tutti
01:03:01lacerti
01:03:01erano tutti
01:03:02spezzoni
01:03:03che abbiamo fatto
01:03:04fatica
01:03:05a riunire
01:03:06in un discorso
01:03:07come dire
01:03:08compiuto
01:03:08e unitario
01:03:10per dare vita
01:03:10ad un'altra puntata
01:03:12quindi
01:03:12ad una settima parte
01:03:14ora mi ripropongo
01:03:15sempre
01:03:16magari
01:03:16integrando io
01:03:18qualcosa
01:03:19che manca
01:03:20anche facendo ricorso
01:03:21ai miei ricordi
01:03:22rispetto
01:03:22a questa
01:03:23esperienza
01:03:24umana
01:03:25che ho vissuto
01:03:25io stesso
01:03:26nel raccogliere
01:03:27la testimonianza
01:03:29di Annibale
01:03:30che è stata
01:03:30un'esperienza
01:03:31che mi ha segnato
01:03:32comunque
01:03:33perché
01:03:33Annibale è stata
01:03:35una persona
01:03:36che ha lasciato
01:03:38un segno
01:03:39anche nella mia vita
01:03:40ho avuto la fortuna
01:03:41di conoscerlo
01:03:41per pochissimo tempo
01:03:43solo il tempo
01:03:44di quelle interviste
01:03:45quindi pochi mesi
01:03:47ma comunque
01:03:48mi ha dato tanto
01:03:49anche da un punto
01:03:50di vista umano
01:03:50era una persona
01:03:51veramente eccezionale
01:03:52quindi magari
01:03:53un giorno
01:03:54io riuscirò
01:03:54ad integrare
01:03:55questi racconti
01:03:57che rimangono
01:03:57e dare vita
01:03:58a una
01:03:59come dire
01:04:00a una sintesi
01:04:01conclusiva
01:04:02di questo suo lavoro
01:04:03anche se poi
01:04:04in realtà
01:04:05una conclusione
01:04:06non c'è
01:04:06perché la storia
01:04:07di Latina
01:04:07continua
01:04:08e continuerà
01:04:09nei prossimi
01:04:10decenni
01:04:11andremo a vedere
01:04:12fra pochissimo
01:04:13l'ultima parte
01:04:14del documentario
01:04:15di Gianluca Botti
01:04:16solo pochi istanti
01:04:17poi ritorniamo qui
01:04:18su Polis
01:04:19Polis
01:04:22il racconto
01:04:23dei territori
01:04:24con Massimiliano Cacciotti
01:04:26e ben ritrovati
01:04:28su Polis
01:04:29il racconto
01:04:29dei territori
01:04:30e andiamo a vedere
01:04:32insieme
01:04:32la sesta
01:04:33e ultima parte
01:04:34del documentario
01:04:35di Gianluca Botti
01:04:37sulla bonifica
01:04:38dell'agro pontino
01:04:40la seconda guerra mondiale
01:04:47resta uno
01:04:48dei momenti
01:04:48più dolorosi
01:04:49della storia
01:04:50dell'agro pontino
01:04:52e in generale
01:04:54anche
01:04:54della provincia
01:04:55di Latina
01:04:56allora Littoria
01:04:58essa lasciò
01:05:01un quadro
01:05:02di devastazioni
01:05:03incredibili
01:05:04alcuni
01:05:05degli elementi
01:05:06per rappresentare
01:05:07quella situazione
01:05:09migliaia di ettari
01:05:11di terreno
01:05:11allagati
01:05:13la popolazione
01:05:15colpita
01:05:15da vari ordini
01:05:17di sgombero
01:05:18dapprima
01:05:19entro la fascia
01:05:20di 5 km
01:05:21dal mare
01:05:22successivamente
01:05:2310
01:05:24si disperse
01:05:26nelle campagne
01:05:27e riparò
01:05:28nei paesi
01:05:28della collina
01:05:30in cerca di protezione
01:05:31e di sicurezza
01:05:33molti centri
01:05:35furono bombardati
01:05:36dall'avversione
01:05:37alleata
01:05:38e quindi
01:05:39il patrimonio
01:05:40abitativo
01:05:41subì fortissimi
01:05:42danni
01:05:43la struttura
01:05:44civile
01:05:45amministrativa
01:05:46sociale
01:05:47fu totalmente
01:05:48dissolta
01:05:49insomma
01:05:50una situazione
01:05:51difficile
01:05:52anche da
01:05:53immaginarsi
01:05:54l'agro pontino
01:05:57all'inizio
01:05:57delle ostilità
01:05:59diede un contributo
01:06:00non diverso
01:06:01da quello
01:06:01delle altre province
01:06:03cioè
01:06:03subì
01:06:04il reclutamento
01:06:05delle classi
01:06:06giovani
01:06:07i poteri
01:06:09si indebolirono
01:06:10persero
01:06:11la mano d'opera
01:06:12e quindi
01:06:13questo
01:06:14incise
01:06:15anche
01:06:15sul rendimento
01:06:17dei raccolti
01:06:18la stessa cosa
01:06:20accadde
01:06:21nelle poche industrie
01:06:22che esistevano
01:06:23nel luogo
01:06:24ma
01:06:26l'anno
01:06:27terribile
01:06:28nella guerra
01:06:29e soprattutto
01:06:30per la situazione
01:06:32di Latina
01:06:33fu il 43
01:06:34alla fine
01:06:36di luglio
01:06:36il comandante
01:06:37della
01:06:38221esima
01:06:40divisione costiera
01:06:42che presideva
01:06:43alla difesa
01:06:45del territorio
01:06:46ordinò
01:06:47perentoriamente
01:06:48ai consorsi
01:06:49di bonifica
01:06:49di sospendere
01:06:52il funzionamento
01:06:53delle idropole
01:06:54allo scopo
01:06:55naturalmente
01:06:55di allagare
01:06:56il territorio
01:06:58il blocco
01:06:58di questi impianti
01:07:00determinò
01:07:00l'intasamento
01:07:01dei canali
01:07:02che si gonfiarono
01:07:03fino a tracimare
01:07:05e l'acqua
01:07:06naturalmente
01:07:06incominciò
01:07:07a invadere
01:07:08i campi
01:07:09e questo fenomeno
01:07:12durò
01:07:13un retto tempo
01:07:14incominciò
01:07:16in modo
01:07:17inarrestabile
01:07:18il 2
01:07:19o il 3
01:07:19agosto
01:07:20del 43
01:07:21e andò
01:07:22avanti
01:07:23fino alla conclusione
01:07:25delle operazioni
01:07:26militari
01:07:27che si conclusero
01:07:29con la liberazione
01:07:30del territorio
01:07:31alla fine di maggio
01:07:32del 44
01:07:34a gennaio
01:07:38del 43
01:07:38si determinò
01:07:40una situazione
01:07:41ancora più grave
01:07:43perché
01:07:44le truppe
01:07:45alleate
01:07:46raggiunsero
01:07:47il fiume
01:07:48garigliano
01:07:49e si attestarono
01:07:51sulla sponda
01:07:51sinistra
01:07:52del garigliano
01:07:54dove l'esercito
01:07:55tedesco
01:07:56aveva
01:07:57prontato
01:07:57la linea
01:07:58Gustav
01:07:59che tagliava
01:08:00l'Italia
01:08:01a metà
01:08:02passando
01:08:03per Cassino
01:08:03fino al fiume
01:08:06Orsogna
01:08:06in Abruzzo
01:08:08e a gennaio
01:08:10dopo qualche
01:08:12settimana
01:08:13nella notte
01:08:14del 22
01:08:14gennaio
01:08:15si barcarono
01:08:16ad Anzio
01:08:17e Nettuno
01:08:18stabilendo
01:08:19la testa
01:08:20di ponte
01:08:21di Nettuno
01:08:22con l'intenzione
01:08:23di penetrare
01:08:24nel territorio
01:08:25e attaccare
01:08:26le difese
01:08:27dalla capitale
01:08:28le operazioni
01:08:33naturalmente
01:08:34militari
01:08:34incontrarono
01:08:35molte difficoltà
01:08:37davanti al
01:08:38cedimento
01:08:39immediato
01:08:40improvviso
01:08:41dei tedeschi
01:08:42che non si aspettavano
01:08:44questa iniziativa
01:08:45dell'esercito
01:08:46alleato
01:08:47poi si ripresero
01:08:48rinforzarono
01:08:50le linee
01:08:51contrattaccarono
01:08:52e quindi
01:08:53impegnarono
01:08:54le forze alleate
01:08:56in duri combattimenti
01:08:58e questo
01:08:59per alcuni mesi
01:09:00quindi per 5 mesi
01:09:02da gennaio
01:09:03a maggio
01:09:04il territorio
01:09:04pontino
01:09:05subì
01:09:06la presenza
01:09:07di due fronti
01:09:09con difficoltà
01:09:11immaginabili
01:09:12sul piano civile
01:09:14sul piano
01:09:14dei rifornimenti
01:09:16e soprattutto
01:09:17sotto
01:09:18intensificarsi
01:09:19dei bombardamenti
01:09:21perché
01:09:21l'intero
01:09:22territorio
01:09:23pontino
01:09:23era
01:09:24la retrovia
01:09:25dei due fronti
01:09:26Garigliano
01:09:27e
01:09:28Testa di Ponte
01:09:29di
01:09:30Anzio
01:09:30e Tugo
01:09:31Littoria
01:09:33e il lago
01:09:34pontino
01:09:34uscirono
01:09:35da questa
01:09:36morsa
01:09:36mortale
01:09:37verso la fine
01:09:38di maggio
01:09:40con la liberazione
01:09:41del territorio
01:09:42La situazione
01:09:44che trovarono
01:09:45gli alleati
01:09:46fu davvero
01:09:47drammatica
01:09:48perché
01:09:48in tutto il periodo
01:09:50della guerra
01:09:51ancora prima
01:09:52del 43
01:09:53tutte le opere
01:09:55di bonifica
01:09:55non avevano
01:09:56avuto manutenzione
01:09:58quindi erano
01:09:59degradate
01:10:00l'allagamento
01:10:02iniziato
01:10:02agosto
01:10:03del 43
01:10:05e prolungatosi
01:10:06fino a maggio
01:10:08aveva sconvolto
01:10:09il territorio
01:10:10quindi era
01:10:11una situazione
01:10:12molto drammatica
01:10:13quindi
01:10:14il primo intervento
01:10:16che fecero
01:10:17utilizzando
01:10:18le risorse
01:10:19locali
01:10:20quindi
01:10:20dovettero
01:10:21ripulire i canali
01:10:23e ridare
01:10:24spruzzo
01:10:25alle acque
01:10:26far funzionare
01:10:27per quello
01:10:28che era
01:10:28possibile
01:10:29le idrovore
01:10:30e ripristinare
01:10:32condizioni
01:10:33accettabili
01:10:34di vita
01:10:35sul territorio
01:10:36la popolazione
01:10:37si era dispersa
01:10:38piano piano
01:10:39tornava
01:10:40ma trovava
01:10:41enormi difficoltà
01:10:42abitative
01:10:43alimentari
01:10:45la ripresa
01:10:46fu lenta
01:10:47fu dolorosa
01:10:48fu estremamente
01:10:50faticosa
01:10:51il governo
01:10:53alleato
01:10:54si insediò
01:10:55in tutti i comuni
01:10:56nominando
01:10:57degli incaricati
01:10:59inizialmente
01:11:00funzionari
01:11:01della prefettura
01:11:03e persone
01:11:05che non
01:11:05si erano
01:11:05compromesse
01:11:06con il regime
01:11:08fascista
01:11:09ma il controllo
01:11:11dell'attività
01:11:11amministrativa
01:11:12come quella
01:11:14del governo
01:11:15d'altra parte
01:11:15che era
01:11:16a Brindisi
01:11:17era sotto
01:11:19l'autorità
01:11:19e il controllo
01:11:20americano
01:11:21legata
01:11:22alla guerra
01:11:22e agli
01:11:23avvenimenti
01:11:23bellici
01:11:24che si svolsero
01:11:25nell'agropontino
01:11:27c'è
01:11:27la malaria
01:11:28che riprese
01:11:29vigorosamente
01:11:30durante
01:11:31le operazioni
01:11:32militari
01:11:33e ancora
01:11:34prima
01:11:35e quindi
01:11:36vi fu
01:11:37una epidemia
01:11:39che colpì
01:11:40la gran parte
01:11:41della popolazione
01:11:42questo a causa
01:11:44della cattiva
01:11:45nutrizione
01:11:46degli alloggi
01:11:48precari
01:11:49la malaria
01:11:50colpì oltre
01:11:51il quinto
01:11:52della popolazione
01:11:53questo sia
01:11:54nell'agropontino
01:11:55che nel sud
01:11:56della provincia
01:11:58alcuni anni fa
01:11:59un autore
01:12:01americano
01:12:02un professore americano
01:12:03ha affermato
01:12:04che
01:12:04nell'agropontino
01:12:06i tedeschi
01:12:07durante la guerra
01:12:08sperimentarono
01:12:10la lotta
01:12:10biologica
01:12:11cioè
01:12:12coltivarono
01:12:14in Germania
01:12:15nei laboratori
01:12:16nazisti
01:12:17un tipo
01:12:18di anopele
01:12:19particolarmente
01:12:21tenace
01:12:22e resistente
01:12:24con una
01:12:25incredibile
01:12:26capacità
01:12:26di riprodursi
01:12:28e
01:12:29lo immisero
01:12:30nell'agropontino
01:12:31che avevano
01:12:33preventivamente
01:12:33allagato
01:12:34attingendo
01:12:35acqua dal mare
01:12:36la cosa
01:12:38è stata presa
01:12:39con seria
01:12:40considerazione
01:12:42mancano però
01:12:43le fonti
01:12:43ufficiali
01:12:44questo autore
01:12:45non ha dato conto
01:12:46dei documenti
01:12:48delle fonti
01:12:49da cui ha attinto
01:12:51queste
01:12:51notizie
01:12:53secondo il mio
01:12:55modesto
01:12:56punto di vista
01:12:57e secondo i risultati
01:12:58della mia ricerca
01:13:00che è stata
01:13:01sistematica
01:13:02sulle fonti
01:13:04sia locali
01:13:05che nazionali
01:13:06non ci sono
01:13:07tracce
01:13:08di questo tipo
01:13:09né sospetti
01:13:11tanto più
01:13:12che qui
01:13:13durante il periodo
01:13:14dell'infaludamento
01:13:16era
01:13:17restato nel territorio
01:13:18il direttore
01:13:20del comitato
01:13:21provinciale
01:13:22antimalarico
01:13:23una persona
01:13:24molto dotata
01:13:25molto qualificata
01:13:27il quale
01:13:28rilavò
01:13:29l'espandersi
01:13:30dell'infaludamento
01:13:31il ritorno
01:13:32furioso
01:13:33della malaria
01:13:34ma non notò
01:13:35un'alterazione
01:13:36nel campo
01:13:37degli anoperi
01:13:38c'è anche
01:13:39da dire
01:13:39che
01:13:40quel tipo
01:13:41di anopere
01:13:42che avrebbero
01:13:43coltivato
01:13:44i tedeschi
01:13:46e immesso
01:13:47nel territorio
01:13:48qui esisteva
01:13:50da parecchio tempo
01:13:51l'amministrazione
01:13:52provinciale
01:13:53che si era
01:13:54ricostituita
01:13:55dopo la liberazione
01:13:57sia pure
01:13:58sottoposta
01:13:58alla vigilanza
01:13:59e al controllo
01:14:01del governo
01:14:02alleato
01:14:03nominò
01:14:04capo
01:14:04del comitato
01:14:05provinciale
01:14:06antimalarico
01:14:07Alberto Missiroli
01:14:09che era
01:14:10uno studioso
01:14:10di malaria
01:14:11e un dirigente
01:14:13dell'ufficio
01:14:14superiore
01:14:14di sanità
01:14:15questo
01:14:17venne
01:14:18a Latina
01:14:18accettò
01:14:19l'incarico
01:14:19riordinò
01:14:20i servizi
01:14:21e dopo
01:14:22qualche tempo
01:14:23volle
01:14:24sperimentare
01:14:26l'impiego
01:14:26del DDT
01:14:27nel territorio
01:14:29per la lotta
01:14:30della malaria
01:14:31il DDT
01:14:31era conosciuto
01:14:33negli ambienti
01:14:33della ricerca
01:14:34però non era stato
01:14:36mai utilizzato
01:14:37per combattere
01:14:39le zanzare
01:14:40Missiroli
01:14:42ebbe un intuito
01:14:44geniale
01:14:44lo impiegò
01:14:46proprio per combattere
01:14:47le zanzare
01:14:50il suo impiego
01:14:51era relativamente
01:14:52facile
01:14:53la sostanza
01:14:54che costituiva
01:14:55questo rimedio
01:14:56questo medicamento
01:14:57la scioglievano
01:14:58nell'acqua
01:14:58e la irroravano
01:15:00con le pompe
01:15:01in tutti gli ambienti
01:15:03soprattutto
01:15:04quelli
01:15:05dove
01:15:06si annidavano
01:15:07naturalmente
01:15:08le zanzare
01:15:09cioè le stalle
01:15:10le grotte
01:15:11i casolari
01:15:13abbandonati
01:15:14e in quel periodo
01:15:16i casolari
01:15:17abbandonati
01:15:17i casolari
01:15:18distrutti
01:15:19i semi distrutti
01:15:20ce n'erano
01:15:21tantissimi
01:15:22per cui
01:15:23l'abit
01:15:23del zanzare
01:15:25si era dilatato
01:15:26a dismisura
01:15:27e impiegarono
01:15:29quantità
01:15:30incredibili
01:15:31di
01:15:31dtt
01:15:32con il risultato
01:15:34che
01:15:35debellarono
01:15:36la malaria
01:15:37ma
01:15:38naturalmente
01:15:39dopo aver fatto
01:15:39diversi trattamenti
01:15:41sistematici
01:15:42in tutto il territorio
01:15:44e in tutta
01:15:46la provincia
01:15:47e furono
01:15:49tante le quantità
01:15:51di
01:15:51dtt
01:15:52irrorate
01:15:53che negli anni
01:15:54successivi
01:15:55furono riscontrate
01:15:56presenze notevole
01:15:57di dtt
01:15:58nel territorio
01:15:59però
01:16:00il risultato
01:16:02fu molto
01:16:03brillante
01:16:04perché
01:16:04nel 47
01:16:06già
01:16:06l'epidemia
01:16:08fu contenuta
01:16:09e poi
01:16:10nel periodo
01:16:11successivo
01:16:12si ridusse
01:16:13ai livelli
01:16:14normali
01:16:16e dopo
01:16:17alcuni anni
01:16:18fu completamente
01:16:19vinta
01:16:20e con questa pagina
01:16:25drammatica
01:16:25è la nostra storia
01:16:27si conclude
01:16:27il nostro
01:16:28viaggio
01:16:28nell'agro
01:16:29pontino
01:16:30un viaggio
01:16:30che ci ha portato
01:16:31a scoprire
01:16:33la storia
01:16:34la lunghissima
01:16:36storia
01:16:36della bonifica
01:16:38di quei territori
01:16:40tutto questo
01:16:41grazie a
01:16:42Gianluca Botti
01:16:42autore del documentario
01:16:43che abbiamo
01:16:44appena visto
01:16:45bene
01:16:47a questo punto
01:16:49non resta che
01:16:49salutarci
01:16:51appuntamento
01:16:52con Polis
01:16:53la prossima settimana
01:16:54sempre qui
01:16:55sul canale 14
01:16:56del digitale
01:16:58terrestre
01:16:59di Radio Roma
01:16:59News
01:17:00grazie a tutti
01:17:01e arrivederci
01:17:03Polis
01:17:05il racconto
01:17:06dei territori
01:17:07con Massimiliano Cacciotti