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La potenza del web si unisce a quella di una voce autorevole. La recente testimonianza della giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi ha acceso i riflettori sulle criticità del sistema sanitario italiano, evidenziando le difficoltà che i pazienti affetti da malattie croniche affrontano nell'accesso alle cure necessarie. La sua esperienza personale, condivisa attraverso un post sul suo profilo Instagram, ha sollevato un dibattito sull'effettiva tutela del diritto alla salute nel nostro Paese.​

[idgallery id="2137361" title="Sclerosi multipla: quanto ne sanno gli italiani"]
Francesca Mannocchi, il post di denuncia su Instagram
Su Instagram Mannocchi ha raccontato che a causa della sclerosi multipla, deve sottoporsi ogni sei mesi a una terapia specifica e a una serie di esami, tra cui la risonanza magnetica, per monitorare l'andamento della malattia. Tentando di prenotare l'esame tramite il Centro Unico di Prenotazione (CUP) della sua regione, il Lazio, si è scontrata con linee telefoniche intasate e, una volta ottenuta risposta, le è stato proposto un appuntamento a luglio 2025 in una struttura distante 90 chilometri dalla sua residenza.
Di fronte a questa situazione, si è rivolta a una clinica privata, dove ha ottenuto un appuntamento in due giorni al costo di 680 euro, «mi hanno risposto con la cortesia che si riserva a chi paga», ha scritto. Nel suo post, ha citato l'articolo 32 della Costituzione Italiana, che tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività. ​
[idarticle id="2149062,1657041,218741" title="Sclerosi multipla e sport: l'impresa di Maria Luisa Garatti,''Il bianco è il colore del danno'' di Francesca Mannocchi,Genitori, nonostante la sclerosi multipla"]
La malattia
La condizione di Mannocchi è quella di altre 137mila persone in Italia. La diagnosi, per la giornalista, è arrivata nel 2017. Si tratta di una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale. Da allora, ha affrontato la propria condizione con determinazione, sottolineando l'importanza della responsabilità collettiva nella tutela della salute pubblica.
Il suo post su Instagram, infatti, si aggiunge alla lunga lista di occasioni in cui la giornalista ha raccontato la propria malattia, anche per dare voce a chi si trova nella sua stessa condizione. Un altro esempio è il suo libro, Bianco è il colore del danno. 

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00:00Te lo dico raccontando come mi sono sentita quando è iniziato il lockdown. Mi sono chiesta
00:26per qualche settimana perché sei meno scossa degli altri, perché sei meno nervosa, perché senti
00:32meno la cattività e ho capito che io a questo stato di incertezza sono ormai abituata da qualche
00:40anno. Cioè l'idea che oggi sono così, sto qua, parlo con te, mi guardo intorno, ridiamo, ballo
00:47mentre tu balli. Io prima ballavo. Io ballavo laggiù mentalmente però io domani potrei svegliarmi
00:55con una gamba che non si muove.

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