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NovitàTrascrizione
00:00:00The Passenger, storie senza barriere, con Andrea Candelaresi.
00:00:07Tutte le strade si sa portano a Roma e noi quelle strade le percorriamo senza paura.
00:00:11Benvenuti ad una nuova puntata di The Passenger.
00:00:13Oggi tantissimi i temi da trattare, perché?
00:00:16Perché è stata una settimana intensa sul piano delle relazioni internazionali e della geopolitica.
00:00:23Dalla tregua a Gaza fino all'insediamento di Donald Trump.
00:00:28Cercheremo di capire come in questi sette giorni il mondo sta cambiando.
00:00:34E io partirei proprio da lì, da Gaza, perché è forse il fil rouge che unisce tutte le aree di mondo che andremo ad analizzare stasera.
00:00:44Una tregua agognata sicuramente dalla popolazione palestinese che ha sofferto mesi e mesi di violenze e di massacri.
00:00:55Una tregua agognata anche dalla comunità internazionale che ha provato, attraverso la diplomazia,
00:01:02ad arrivare quantomeno a questi giorni di pausa dai bombardamenti.
00:01:08E che magari possano mettere anche una prima pietra per costruire il bellissimo edificio della pace lì a Gaza.
00:01:17Ecco, partirei da lì e partirei dalla storia di questo luogo, perché effettivamente non viene raccontata spesso.
00:01:23Anche se è importante per capire le dinamiche che hanno portato a questo tipo di tregua.
00:01:29E allora chiamerei il mio sostegno, il nostro esperto di storia, Paolo Battaglia. Buonasera Paolo.
00:01:35Buonasera Andrea, buonasera a tutti.
00:01:38Dunque, una tregua difficile da raggiungere, che però finalmente è arrivata.
00:01:45Una tregua travagliata, anzi un tavolo della diplomazia sicuramente travagliato,
00:01:50come la storia di questo luogo. Grande, poco più in realtà della città di Roma,
00:01:57ma che negli ultimi decenni ha visto tanti cambiamenti e purtroppo ha sofferto molto.
00:02:02Allora io partirei dal 1948, che è un anno cardine per la storia di quei luoghi,
00:02:09perché è l'anno in cui effettivamente viene fondato lo Stato di Israele.
00:02:15Ecco, come cambia da lì la vita a Gaza, Paolo?
00:02:21La vita cambia a Gaza nella misura in cui Gaza purtroppo, come giustamente hai ricordato tu,
00:02:27è stata sempre al centro di grandi conflitti tra Israele e Palestina,
00:02:34tra Israele appunto e l'autorità palestinese, ma al centro anche di interessi di altre potenze straniere.
00:02:40E come hai ricordato nel 1948 viene fondato lo Stato di Israele,
00:02:44ma improvvisamente scoppiano quelle che erano le inevitabili guerre con i paesi confinanti
00:02:51e soprattutto con gli arabi. Questo perché? Perché come sappiamo in realtà
00:02:56il mandato britannico in Palestina si concluse anche attraverso la risoluzione dell'ONU
00:03:03che spartiva quell'area tra palestinesi e israeliani,
00:03:09un accordo che non fu rispettato, fu criticato appunto dai palestinesi
00:03:14e soprattutto non fu rispettato dalle potenze arabe,
00:03:18che nel 1948, tra il 1948 e il 1949 scatenarono quella che fu la prima guerra arabo-israeliana
00:03:26e che vide appunto la striscia di Gaza occupata dalle forze egiziane,
00:03:32mentre in quelli che erano i progetti appunto delle potenze arabe
00:03:37la parte appunto della striscia di Gaza sarebbe andata all'Egitto,
00:03:41mentre la parte appunto della transgiordania sarebbe poi stata occupata dalle forze giordane.
00:03:48Un'occupazione quella dell'Egitto che durò moltissimi anni,
00:03:52perché in realtà l'occupazione egiziana durò dal 49 fino al 1967,
00:03:58allorché appunto scoppiò una ulteriore guerra, la famosa guerra dei sei giorni,
00:04:03e che vide contrapposto appunto Israele con l'Egitto
00:04:07e vide sconfitto l'Egitto rodinosamente, perché non solo la striscia di Gaza fu di conquistare Israele,
00:04:15ma Israele si spinse in tutta la peninsola delle Sinai
00:04:18e quindi Israele riconquistò quell'area fino appunto ai famosi accordi di Oslo nel 1994.
00:04:27Ecco, quindi da lì poi cambia tutto, no?
00:04:31Anche gli anni 90 sono anni particolari nei rapporti tra israeliani e palestinesi.
00:04:38Sappiamo su tutti perché comunque in quegli anni si sigleranno gli accordi di Oslo,
00:04:42quindi cambierà un po' anche il rapporto istituzionale tra Israele e palestinesi,
00:04:48tra gli israeliani e palestinesi, e quindi anche il governo di Gaza, è così?
00:04:55Sì, in realtà gli accordi di Oslo devono mettere una parola fine a quella che era stata da sempre
00:05:01la guerra che aveva contrapposto i palestinesi con gli israeliani,
00:05:05e negli accordi di Oslo era previsto appunto la creazione finalmente,
00:05:09in quelli che erano i disegni di Yasser Arafat e dell'ANP, cioè l'autorità nazionale palestinese,
00:05:16della fine della guerra terroristica contro Israele,
00:05:20la creazione finalmente di un'entità palestinese.
00:05:23Questa creazione però fu parecchio travagliata, perché in realtà lo Stato palestinese
00:05:29si creò sulla base di una divisione territoriale importante,
00:05:34da una parte appunto la Trasgiordania, cioè la Cisgiordania come viene ricordata oggi,
00:05:40e dall'altra parte l'Enclab appunto di Gaza.
00:05:43Ovviamente questa spartizione territoriale lo si capisce benissimo
00:05:49anche guardando una semplice cartina, aveva già reso difficile la creazione di uno Stato unitario.
00:05:55E da qui poi soprattutto la difficoltà di creare un governo indipendente,
00:06:04soprattutto con una, diciamo, una linea politica uniforme.
00:06:09E non a caso la striscia di Gaza, che negli accordi appunto di Oslo
00:06:14sarebbe dovuta essere abbandonata immediatamente dalle forze israeliane,
00:06:19in realtà fu continuamente e perduramente occupata da Israele fino al 2005.
00:06:27Fino a quando, cioè, la striscia di Gaza fu liberata dalle forze israeliane
00:06:34e finalmente esindissero delle elezioni anche a Gaza.
00:06:39Ma, se vogliamo, fu proprio quello l'inizio della fine della pace a Gaza,
00:06:45perché nelle elezioni del 2006-2007 fu proprio sorprendentemente Hamas,
00:06:53cioè quel partito nato dai fratelli musulmani nel 1987,
00:06:58a sconfiggere al Fatah, che era il partito di Yasser Arafat e il partito dell'ANP,
00:07:05e diventando una sorta di Stato nello Stato,
00:07:09e quindi creando una contrapposizione fra quella che era la striscia di Gaza
00:07:13e la Cisjordania, cioè l'altra parte dello Stato palestino.
00:07:17Ecco, quelli saranno anche gli anni di una battaglia,
00:07:21la battaglia di Gaza tra Hamas e Fatah.
00:07:24Ecco, perché si è creata questa battaglia?
00:07:27Ma, innanzitutto, perché sono due partiti profondamente diversi.
00:07:31Al Fatah riprende una forma di socialismo laico,
00:07:35e quindi non legato al nazionalismo arabo.
00:07:39In realtà, invece, Hamas è proprio tutto il contrario.
00:07:43Prende origine, come ho detto, dai fratelli musulmani,
00:07:46in realtà è un'organizzazione umanistica, in qualche modo,
00:07:51e quindi addirittura vista di buon occhio da Israele
00:07:54nella sua prima fase, nella sua fase embrionale.
00:07:59Poi, ovviamente, la situazione, soprattutto il mancato raggiungimento
00:08:04da parte dell'ANP e di Al Fatah, di quelli che erano gli obiettivi,
00:08:08gli accordi che loro sono stato indipendente e sovrano,
00:08:12portarono poi Hamas a risultare vittorioso.
00:08:15Cioè una politica molto più radicale, molto più nazionalista,
00:08:18e soprattutto volta alla distruzione di Israele,
00:08:21all'attacco frontale contro l'occupazione sionista di quelle terre.
00:08:27E ovviamente alla fine risultò che nel 2007,
00:08:31dobbiamo anche considerare che nel frattempo era morto Yasser Arafat,
00:08:35ma Al Fatah fu di fatto lasciata dalla striscia di Gaza
00:08:39e ancora oggi è Hamas che governa Gaza
00:08:43e lo governa con un assoluto consenso da parte anche della stessa popolazione.
00:08:51E come siamo arrivati poi all'assedio israeliano?
00:08:55Perché gli accordi di Oslo erano chiari.
00:08:58Tanti israeliani poi hanno anche lasciato quelle terre nei primi anni 2000.
00:09:03Poi tutto è cambiato.
00:09:05Oggi vediamo una Gaza martoriata da Israele, sicuramente dopo il 7 ottobre,
00:09:10ma non era la prima volta da dopo gli accordi di Oslo
00:09:13che Israele interveniva a Gaza, no?
00:09:16No, assolutamente.
00:09:18Questo è dovuto soprattutto, almeno Israele giustifica,
00:09:22l'intervento a Gaza soprattutto per la presenza di Hamas.
00:09:25Di fatto nei piani di Israele ci sarebbe quello di eliminare Hamas.
00:09:30Ricordiamo che Hamas è considerato un'organizzazione terroristica a tutti gli effetti,
00:09:35da tutte le potenze occidentali e da Israele in primis.
00:09:38È chiaro che l'attacco frontale che Hamas ha riportato nel cuore di Israele,
00:09:44soprattutto dopo anche i fatti del 7 ottobre,
00:09:47ma come è ricordato giustamente anche prima,
00:09:50determina ovviamente una situazione di stallo pericolosissimo per Gaza.
00:09:57Ricordiamolo, Gaza è un territorio veramente piccolo,
00:10:01è largo appena 10 chilometri, lungo 40,
00:10:04e con all'interno una popolazione che superava abbondantemente
00:10:08i due milioni e mezzo di persone.
00:10:10Adesso bisognerà vedere quanti dopo questo anno di guerra.
00:10:16È evidente che è uno Stato che non ha fra l'altro una forma di indipendenza,
00:10:21soprattutto di natura economica,
00:10:23perché Israele controlla gli approvvigionamenti dell'acqua e dell'energia,
00:10:27controlla i mari, controlla lo spazio aereo di Gaza.
00:10:30Quindi è evidente che è uno Stato non Stato.
00:10:33Ovviamente questo atteggiamento di Gaza nei confronti di Israele
00:10:37è dovuto anche forse alla situazione che si è creata nell'altra parte della Palestina,
00:10:42dove il colonialismo sionista ha fatto da padrone.
00:10:46Ricordiamo che basterebbe anche visitare quelle aree per rendersi conto
00:10:50che in realtà non esiste uno Stato per proprio.
00:10:53Sono tanti insediamenti sionisti di Israele
00:10:58in un territorio che teoricamente dovrebbe essere quello palestinese.
00:11:03Quindi è evidente che forse è anche una forma di risposta
00:11:07a questa situazione che invece si è creata dall'altra parte del territorio.
00:11:12Velocemente, credi che questa tregua sia un primo passo per raggiungere una pace perpetua
00:11:19o pensi che sia solo un rimandare poi i bombardamenti,
00:11:23il massacro a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi?
00:11:28Temo purtroppo con una forma di realismo anche abbastanza cinico
00:11:33che sia un rimandare quella che è una situazione che non credo
00:11:38non troverà mai soluzione fino a che non si crederà
00:11:43quelle che erano le condizioni della prima risoluzione dell'ONU.
00:11:47Ritorniamo appunto al 1948 con la creazione di un vero e proprio Stato palestinese.
00:11:52Di fatto Gaza non è uno Stato, è una sorta di enclave,
00:11:56un enclave controllata ad Israele con un confine meridionale
00:12:01chiuso da parte dell'Egitto che non vuole ovviamente i palestinesi.
00:12:06Dobbiamo anche considerare una cosa,
00:12:08i palestinesi sono considerati dei veri e propri apologi
00:12:11perché nell'Egitto, soprattutto dopo l'occupazione del 1948,
00:12:14ha mai concesso la cittadinanza egiziana ai palestinesi
00:12:18e un po' quello che ha fatto anche Reussen nella situazione in Cisdordania.
00:12:24Quindi è evidente che questo popolo è un po' considerato ai marcini della società araba
00:12:33ed è spesso utilizzato in realtà per battaglie portate avanti dalla politica araba,
00:12:39soprattutto quella più revanchista, quella più nazionalista,
00:12:43proprio per rivendicare territori che sono ancora e che non credo Israele cederà.
00:12:50Assolutamente. Allora grazie Paolo Battaglia per essere stato con noi anche stasera.
00:12:54Buona serata e buon lavoro.
00:12:55Grazie, grazie a voi. Alla prossima.
00:12:58Ci prendiamo una piccola pausa,
00:12:59poi cerchiamo di capire cosa ne pensano i palestinesi che vivono qui in Italia di questa tregua tra poco.
00:13:06Ed eccoci carissimi passenger,
00:13:08stiamo raccontando tutte le novità che arrivano in termini di politica estera,
00:13:13di geopolitica, di relazioni internazionali in giro per il mondo,
00:13:17ovviamente quelle che arrivano dall'ultima settimana,
00:13:19una settimana densa di novità a partire dalla tregua a Gaza.
00:13:24Ecco, dopo aver ripercorso la storia travagliata di questo luogo,
00:13:28cerchiamo di capire cosa pensano i palestinesi che vivono nel nostro paese di questa tregua.
00:13:35E allora chiamiamo Youssef Salman, presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio.
00:13:41Buonasera Youssef.
00:13:42Buonasera a voi.
00:13:44Dunque Youssef, una tregua molto agognata,
00:13:48una tregua comunque difficile da raggiungere anche sul piano delle trattative,
00:13:55una tregua che però sicuramente farà almeno rifiatare
00:13:58tutti quei palestinesi che hanno sofferto per mesi e mesi i bombardamenti e i massacri a Gaza.
00:14:05Come viene vista questa tregua dai palestinesi che vivono nel nostro paese?
00:14:09Certo, noi facciamo parte del nostro popolo palestinesi
00:14:14che abbiamo accolto in maniera, abbiamo giito, abbiamo, non dico fra virgoletti, festeggiato questa tregua
00:14:27perché praticamente fermare questo sterminio, questo genocidio,
00:14:32fermare, non vivere più in modo diretto sotto i bombardamenti, nella distruzione, nella morte.
00:14:42Per questo, questa tregua ha dato a questo popolo martoriato un po' di riposo, un po' di salvezza.
00:14:54Quindi parlare di speranza, certo noi diciamo come sempre, la speranza è l'ultima a morire,
00:15:03però purtroppo la tregua è importantissima ma non è la soluzione politica di questo conflitto che perdura da più di 76 anni.
00:15:15Assolutamente, quindi credi che non sia un vero preludio per la pace,
00:15:21credi che sia soltanto una pausa di questi massacri?
00:15:27Purtroppo sì, perché questo è anche quello che hanno dichiarato i governanti dello Stato d'Israele,
00:15:34da Netanyahu a Smoric al Ben Gavir, si è demesso insieme ai suoi ministri dal governo di estrema destra in Israele
00:15:46perché vogliono continuare l'opera che hanno iniziato dopo il 7 ottobre,
00:15:52quella meranti, se non alla caccia dei palestinesi della striscia di Gaza,
00:16:002 milioni e 300 mila palestinesi verso l'Egitto, almeno se non abbandonano le loro case, le loro terre,
00:16:12quello che abbiamo visto fare a subire, cioè l'uccisione e la morte,
00:16:20quindi tutto il mondo ormai ce l'ha sotto gli occhi quello che è successo a Gaza,
00:16:27più dell'85%, il 90% di Gaza è stato completamente distrutto o raso al suolo,
00:16:3747 mila morti, ne parliamo di 13 mila ancora sotto le macerie,
00:16:44certo adesso con questa tregua abbiamo visto centinaia e migliaia di palestinesi
00:16:52abbandonare le loro tende per tornare a casa, però quando sono arrivati a casa cosa hanno trovato?
00:17:02Hanno trovato cumuli di macerie, distruzione completa,
00:17:09praticamente niente che può farle fare una vita di un essere umano normale
00:17:18e quindi il governo israeliano, anche Netanyahu l'ha continuato a dire
00:17:25che ormai questa non è una soluzione, non è un accordo di pace però
00:17:33e quindi l'opera del governo israeliano continuerà e noi sappiamo benissimo per quale motivo,
00:17:42perché se voi vi ricordate per tre volte Netanyahu si è presentato alle nazioni
00:17:53con una mappa chiara dove non c'era la Palestina ma c'era lo Stato grande di Israele
00:18:01certo la grande Israele tra l'altro teorizzata da suo padre
00:18:05proprio così e questo non solo sua l'idea ma di tutto il suo governo
00:18:12e questo è il governo più estremista nella storia dello Stato di Israele
00:18:18Assolutamente, questo è innegabile, però Youssef hai detto tu, lo hai ricordato bene,
00:18:26si sono dimessi dei ministri dopo questa tregua, si sta rompendo qualcosa in quel governo secondo te?
00:18:33Sì però purtroppo nel senso opposto, non per la pace ma per continuare la guerra
00:18:40e continuare quello che hanno iniziato dopo il 7 ottobre
00:18:45e quindi adesso io mi dispiace molto, devo contraddire quello che è stato detto
00:18:52dal nostro storico Paolo Battaglia, io non riesco a capire come fa a chiamarla una guerra terrorista
00:19:03quella dei palestinesi che sono sotto occupazione straniera
00:19:10Israele occupa tutta la Palestina e quindi anche voi quando l'Italia è stata occupata dai nazifascisti
00:19:18avete lottato, combattuto, sparato e alla fine il popolo italiano è riuscito a liberare
00:19:25attraverso la lotta partigiana il paese arrivando a questa grande repubblica, la Repubblica Italiana
00:19:35quindi quando esiste un'occupazione anche le Nazioni Unite garantiscono al popolo occupato
00:19:43di usare tutti i mezzi per liberarsi di questa occupazione. Israele occupa la Palestina
00:19:49i palestinesi stanno lottando contro una maledetta occupazione che perdura più di 76 anni
00:19:58e quindi è una lotta di liberazione nazionale la nostra, non si può dare ai partigiani dei terroristi
00:20:07perché noi praticamente stiamo facendo la stessa lotta e la stessa cosa
00:20:12ovviamente spezzo una lancia in favore di Paolo Battaglia, lui ha detto che i governi occidentali
00:20:17l'Occidente in generale, tra cui anche Israele, considera a masse un movimento terroristico
00:20:24da un punto di vista istituzionale. Ma Hamas è un partito politico palestinesi, non è la Palestina Hamas
00:20:37infatti Israele hanno sfruttato questa lotta contro Hamas per colpire tutto il popolo palestinesi
00:20:48è questo che sta accadendo
00:20:50Tornando su Gaza immagino che tu in questi giorni abbia sentito qualcuno che magari è ritornato alla sua casa
00:20:59qualcuno che sta ancora a Gaza che non è mai riuscito ad uscire e che adesso vive questi giorni di tregua
00:21:06che sicuramente fanno respirare la popolazione ma che se vogliamo sono anche abbastanza difficili da vivere
00:21:14perché c'è l'incombenza comunque della fine della tregua e quindi del ritorno all'incubo
00:21:19avendo sentito queste persone, se le hai sentite, che sensazioni ti hanno trasmesso?
00:21:24Cosa ti hanno raccontato magari un evento che può descriverci questo stallo, questa situazione
00:21:31che io definirei quasi, non dico un inferno, ma un purgatorio questa tregua che tende all'inferno
00:21:39Erano molto contenti che ormai si è arrivato alla tregua
00:21:44sono molto contenti, non vivono più sotto i bombardamenti
00:21:49però quando sono tornati a casa non hanno trovato niente
00:21:54perché a Gaza non c'è nessuna condizione per vivere da esseri umani
00:22:02non ci sono le case, ormai tutto è distrutto
00:22:05non c'è l'acqua, non c'è il cibo, non c'è niente
00:22:10e quindi è la massima desperazione
00:22:13infatti la gente continua a dormire anche sotto il cielo aperto
00:22:21perché ormai adesso il problema è come fare a trovare un tetto
00:22:27dormire sotto un tetto
00:22:32quindi non c'è le minime condizioni per vivere a Gaza
00:22:38questo che hanno voluto fare questo governo criminale di Israele
00:22:45perché l'obiettivo suo era quello di cacciarli fuori verso l'Egitto
00:22:50perché il giorno dopo nel suo piano
00:22:55per continuare in Cisjordania
00:23:00e cacciare fuori 3 milioni di abitanti della Cisjordania
00:23:05verso la Giordania
00:23:07per loro questa è la soluzione del problema palestinesi
00:23:11andando contro tutte le risoluzioni, le centinaia di risoluzioni
00:23:17delle Nazioni Unite, dell'Assemblea Generale, del Consiglio di Sicurezza
00:23:22per questo ormai noi continuiamo veramente
00:23:28io dico finché il comportamento della comunità internazionale
00:23:34in questa maniera, in questo modo non si risolve
00:23:38non finirà questa situazione
00:23:41e purtroppo continueremo a subire la violenza, la distruzione e la morte
00:23:47e questa è la realtà
00:23:49noi abbiamo subito anche nella prima fase del governo Trump
00:23:56se voi vi ricordate mi sembra il 17-18
00:24:00e quando è andato a riconoscere Giurzalemme come capitale dello Stato di Israele
00:24:06e adesso purtroppo noi veramente
00:24:10da quello che si sente
00:24:15gli israeliani vogliono annettersi la Cisgiordania
00:24:19quindi ormai lui ha riconosciuto anche
00:24:24le alture del Golan
00:24:27l'annessione delle alture del Golan allo Stato di Israele
00:24:31e quindi adesso speriamo che la comunità internazionale
00:24:37le Nazioni Unite non accetteranno
00:24:40questo prossimo passo che io spero ancora molto che non viene preso
00:24:48assolutamente, la speranza è che in questi giorni di tregua
00:24:52la diplomazia continui a lavorare duramente
00:24:55e la speranza ovviamente di poter tornare qui a fine tregua
00:24:58a dare torto sia a te che a Paolo Battaglia
00:25:01sul fatto che continuerà questa guerra
00:25:03spero veramente di potervi dare torto in questo caso
00:25:05e di poter parlare finalmente di pace
00:25:07grazie Giuseppe Salmane per essere stato con noi
00:25:10grazie a voi, buona serata
00:25:13allora ci prendiamo una piccola pausa
00:25:15rimaniamo tra un po' ancora in Medio Oriente
00:25:17però ci spostiamo verso la Siria
00:25:19un paese che è cambiato tantissimo
00:25:22nelle ultime settimane, lo sappiamo
00:25:24e che sta modificando anche i suoi asset economici
00:25:28per noi molto molto interessanti
00:25:30affacciandoci sul Mediterraneo
00:25:32tra poco
00:25:35ed eccoci carissimi passenger
00:25:38da Gaza ci spostiamo un po' più a nord
00:25:41andiamo nella Siria, nella nuova Siria
00:25:43quella che ha cambiato totalmente volto
00:25:45dopo la caduta di Assad
00:25:48lo sappiamo benissimo
00:25:49una Siria che muta anche nei suoi asset economici
00:25:53e che quindi è da attenzionare per noi italiani
00:25:56ma in generale per l'Unione Europea
00:25:57che si affaccia proprio su quel mare
00:25:59il Mar Mediterraneo
00:26:00dove tanti equilibri stanno cambiando
00:26:03da questo punto di vista
00:26:05e dove c'è un gigante regionale
00:26:08che sta operando, se vogliamo
00:26:10anche abbastanza in sordina
00:26:12ma per diventare forse il gigante
00:26:15più imponente della regione
00:26:17parliamo della Turchia
00:26:19una Turchia che ha chiuso degli accordi economici
00:26:22importantissimi
00:26:24proprio con la Siria
00:26:26e allora per parlare di questi accordi
00:26:29di come può cambiare in questi asset la Siria
00:26:33chiamiamo Roberta Lafortezza
00:26:35buonasera Roberta
00:26:37Ciao Andrea, buonasera a tutti
00:26:39Buonasera, dunque
00:26:41un accordo sicuramente storico
00:26:44destinato a cambiare molto
00:26:47non solo nelle relazioni tra Turchia e Siria
00:26:49ma in generale a cambiare molto
00:26:51negli equilibri economici dell'area
00:26:54è così Roberta?
00:26:57Sì, ci stiamo riferendo in sostanza all'annuncio
00:27:00in realtà di un possibile negoziato
00:27:02per un accordo tra Turchia e Siria
00:27:05per quanto concerne le zone
00:27:07le zone economiche esclusive
00:27:09quindi le varie zone marittime
00:27:11e quindi la definizione di queste zone
00:27:13appunto tra la Siria e la Turchia
00:27:15nel Mediterraneo orientale
00:27:19è stato un annuncio che è arrivato
00:27:21da parte del ministro degli esseri turco
00:27:24dopo la cacciata di Assad dalla Siria
00:27:27e l'inizio di questo nuovo governo
00:27:30in mano agli ex ribelli
00:27:33è un accordo anche eventualmente
00:27:35negoziato e poi un accordo che si inserisce
00:27:38pienamente in quella che è la strategia
00:27:40in realtà turca nel Mediterraneo orientale
00:27:42una strategia che guarda
00:27:44ovviamente sia a un'influenza
00:27:46di tipo geopolitico
00:27:48ma che guarda soprattutto
00:27:50da parte di Ankara
00:27:52con la volontà di diventare
00:27:54un hub strategico energetico
00:27:56per l'Europa
00:27:58quindi il punto di giuntura energetica
00:28:00tra le coste del Mediterraneo orientale
00:28:02e il continente europeo
00:28:04se ci ricordiamo
00:28:06di questo stesso approccio
00:28:08faceva già parte
00:28:10l'accordo del 2019
00:28:12sigrato con l'allora GAN Libico
00:28:14il governo di accordo nazionale
00:28:16guidato da Serrazo Libico
00:28:18che aveva ridefinito per l'appunto
00:28:20la Turchia e la Libia
00:28:22scatenando poche polemiche
00:28:24ovviamente rispetto invece
00:28:26a quelli che sono
00:28:28le definizioni delle EZ
00:28:30relative soprattutto a Grecia e Cipro
00:28:32e infatti il progetto turco
00:28:34i progetti turchi
00:28:36in materia di energia
00:28:38si contrappongono proprio
00:28:40al progetto dell'ISTMED
00:28:42che è un progetto invece
00:28:44per lo più a vocazione europea
00:28:46in cui si inserisce anche Israele
00:28:48e in più l'Italia
00:28:50i recenti avvenimenti in Siria
00:28:52e soprattutto l'avvicinamento al vertice
00:28:54di Damasco
00:28:56danno al presidente turco
00:28:58una nuova possibilità
00:29:00proprio nel
00:29:02rivedere
00:29:04la mappa energetica
00:29:06del Mediterraneo orientale
00:29:08si potrebbe arrivare
00:29:10addirittura a
00:29:12creare un potenziale accordo
00:29:14tra la Siria e la Repubblica
00:29:16Turca di Cipro Nord
00:29:18anche se ovviamente in questo caso la Siria dovrebbe
00:29:20prima di tutto riconoscere la Repubblica Turca di Cipro Nord
00:29:22per poter raggiungere un accordo
00:29:24che ricordiamo è riconosciuta
00:29:26soltanto dalla Turchia tra l'altro
00:29:28esattamente
00:29:30che potrebbe andare
00:29:32appunto a rafforzare
00:29:34quelle che sono le rivendicazioni
00:29:36marittime
00:29:38di Ankara nel Mediterraneo
00:29:40andando appunto a contrastare
00:29:42soprattutto quelle greche
00:29:44cipriote nella stessa porzione
00:29:46di mare. La Siria non ha
00:29:48diciamo grosse riserve
00:29:50energetiche
00:29:52però ha un grandissimo vantaggio
00:29:54che è la posizione strategica
00:29:56proprio terra di transito
00:29:58per quanto concerne
00:30:00l'energia ma anche per quanto
00:30:02concerne in realtà un po' le equazioni
00:30:04economiche regionali che si sviluppano
00:30:06confina con la Turchia
00:30:08ed è però un territorio appunto
00:30:10che unisce la penisola arabica
00:30:12e la fa arrivare
00:30:14diciamo la congiunge con il Mediterraneo
00:30:16orientale e dunque
00:30:18l'apre verso l'Europa
00:30:20ed è per questo che la Turchia guarda
00:30:22a possibili accordi con il nuovo governo
00:30:24Damasceno in maniera molto
00:30:26positiva. Questo perché
00:30:28potrebbe andare a riproporre
00:30:30quello che era stato un progetto tra le altre
00:30:32cose fermato proprio dal
00:30:34governo dall'allora presidenza
00:30:36Assad
00:30:38perché temeva che potesse andare
00:30:40in contrasto con gli interessi
00:30:42russi energetici potrebbe
00:30:44riprendere un progetto
00:30:46di gasdotto che appunto si oppone
00:30:48ovviamente all'Ismed
00:30:50e che vede il gas del Qatar
00:30:52trasportato in Europa attraverso
00:30:54l'Arabia Saudita, la Giordania
00:30:56la Siria e per l'appunto la Turchia
00:30:58il piano
00:31:00era appunto come ho detto
00:31:02già stato proposto
00:31:04era stato bocciato in realtà
00:31:06non era andato in porto e ragione
00:31:08per la restabilità della Siria
00:31:10post 2011 però
00:31:12un'evidente restabilizzazione
00:31:14del territorio
00:31:16del governo siriano
00:31:18in mano alle nuove fazioni ribelle potrebbe
00:31:20potrebbe comunque aprire appunto
00:31:22alla prospettiva di riproposizione
00:31:24di questo progetto
00:31:26turco-siriano a questo punto
00:31:28Turco-siriano la Turchia quindi
00:31:30ha tutto da guadagnare con
00:31:32la catuta di Assad
00:31:34e mi viene da chiedere
00:31:36allora qual è in generale
00:31:38il ruolo della Turchia
00:31:40in Siria o meglio
00:31:42immagino che le relazioni tra la Turchia
00:31:44e il nuovo governo siriano
00:31:46siano veramente idilliache
00:31:50Sì, la Turchia appoggiato
00:31:52appoggiava le fazioni ribelli
00:31:54già prima appunto che queste
00:31:56prendessero il potere masco
00:31:58soprattutto HTS
00:32:00la fazione appunto guidata
00:32:02dal Jolani che ha
00:32:04emersa come gruppo
00:32:06principale ma non è solo collegata
00:32:08ad HTS è collegata anche
00:32:10ad altri gruppi della resistenza
00:32:12anti-Assad così come
00:32:14sviluppatasi nel corso degli altri dieci anni
00:32:16di guerra in Siria
00:32:20Per la Turchia la Siria ha un ruolo
00:32:22centrale non solo
00:32:24diciamo per le questioni energetiche
00:32:26ma anche se si pensa per esempio
00:32:28a quelle che potrebbero
00:32:30essere le prospettive anche di
00:32:32inserimento economico nella
00:32:34ricostruzione di una Siria ma storiata
00:32:36appunto da oltre un decennio di guerra
00:32:38e che ora deve sostanzialmente provvedere
00:32:40a ricostruire integralmente le proprie
00:32:42infrastrutture di tutti i tipi
00:32:44non solo ovviamente energetiche
00:32:46e pensare di prospettare nuove
00:32:48infrastrutture energetiche ma anche quelle infrastrutture
00:32:50che ovviamente sono state devastate
00:32:52dalla guerra
00:32:54quindi in questo momento la Turchia
00:32:56vede in Siria come non solo la Turchia
00:32:58ma anche altri attori
00:33:00internazionali vedono in Siria
00:33:02ovviamente un paese dove
00:33:04cercare di inserirsi
00:33:06nelle vicende economiche
00:33:08della ricostruzione, è ovvio che in questo senso
00:33:10la Turchia ha sicuramente
00:33:12un ruolo già
00:33:14abbastanza importante proprio
00:33:16per i rapporti che ha costruito negli anni
00:33:18passati con l'attuale
00:33:20leadership, con quella che è diventata la leadership
00:33:22a Damasco, sono
00:33:24rapporti e relazioni
00:33:26che la Turchia potrà assolutamente
00:33:28sfruttare nel breve e nel lungo
00:33:30periodo per poter poi
00:33:32costruire
00:33:34rafforzare la tela
00:33:36il tessuto insomma di relazioni
00:33:38di buoni rapporti e fare si che
00:33:40si possano tutelare sempre di più
00:33:42gli interessi turchi
00:33:44anche nelle decisioni
00:33:46all'interno del governo siriano
00:33:48Prima abbiamo parlato della Turchia
00:33:50come gigante regionale in quell'area
00:33:52e stiamo parlando
00:33:54delle relazioni che la Turchia sta intessendo
00:33:56poi con i suoi vicini
00:33:58relazioni che però
00:34:00si sono un po' incrinate
00:34:02nell'ultimo periodo con un altro
00:34:04gigante della regione, parlo di Israele
00:34:06Israele che tra l'altro
00:34:08ormai da tempo sta
00:34:10cercando di diventare un hub
00:34:12energetico fondamentale per
00:34:14l'Europa
00:34:16che possa unire appunto l'Europa
00:34:18e il Medio Oriente, questa
00:34:20tensione adesso con questi nuovi
00:34:22piani di Ankara può
00:34:24maggiorare oppure
00:34:26si arriverà magari ad una
00:34:28distensione prima o poi
00:34:30Sicuramente
00:34:32la posizione di Israele è pari
00:34:34a quella turca ovviamente in maniera
00:34:36contrapposta nel senso che anche Israele
00:34:38mira a diventare un centro
00:34:40nevralgico per
00:34:42diciamo le reti
00:34:44energetiche che si sviluppano
00:34:46dal Mediterraneo Orientale verso l'Europa
00:34:48quindi in questo senso hanno un ruolo
00:34:50uguale ma per l'appunto
00:34:52in campi contrapposti
00:34:54come dicevo prima Israele fa parte
00:34:56è inserito nel
00:34:58forum del gas del Mediterraneo Orientale
00:35:00che supporta il progetto appunto
00:35:02dell'Ismed, progetto che ormai
00:35:04potremmo definire
00:35:06un progetto un po'
00:35:08abbandonato soprattutto dopo il ritiro dei
00:35:10finanziamenti da parte degli Stati Uniti
00:35:12quindi sicuramente Israele in questo momento
00:35:14si schiera dalla parte di
00:35:16Cipro e Grecia sostenendo ovviamente
00:35:18gli interessi dell'Ismed
00:35:20o comunque di progetti affini
00:35:22contro ovviamente quella che è la politica
00:35:24turca nell'area. Il rapporto poi
00:35:26tra la Turchia e Israele è un rapporto sicuramente
00:35:28molto ambivalente, abbiamo visto
00:35:30un miglioramento
00:35:34nel periodo precedente
00:35:36al 7 ottobre del 2023
00:35:38quando è iniziata la guerra poi di Gaza
00:35:40un miglioramento
00:35:42che ovviamente
00:35:44è totalmente venuto meno
00:35:46con un netto peggioramento al contrario delle relazioni
00:35:48tra i due paesi durante tutto il periodo
00:35:50di questa guerra, questo perché ovviamente
00:35:52la Turchia si è comunque
00:35:54resa paladino degli interessi
00:35:56ovviamente dei palestinesi contro
00:35:58Israele. È notizia
00:36:00proprio di oggi tra le altre cose che
00:36:02in realtà
00:36:04questo accordo sulla tregua a Gaza
00:36:06potrebbe anche far riprendere
00:36:08i commerci tra i rapporti
00:36:10commerciali e anche diplomatici
00:36:12tra Turchia e Israele, rapporti estremamente
00:36:14tesi per l'appunto nell'ultimo
00:36:16dall'ottobre
00:36:18del 2023 in sostanza.
00:36:20Come dicevo prima dal punto di
00:36:22vista energetico, quindi sono
00:36:24sostanzialmente competitor Israele
00:36:26e Turchia, questo probabilmente
00:36:28vorrà dire nel breve
00:36:30periodo che qualora la Turchia dovesse
00:36:32rafforzare le proprie posizioni
00:36:34arrivando per esempio alla definizione
00:36:36di una ZEE marittima, di una zona esclusiva
00:36:38economica, quella Siria o comunque di accordi
00:36:40sul gasdotto, Israele potrebbe
00:36:42d'altro canto rapportare a sua volta
00:36:44quelli che sono i rapporti
00:36:46con Grecia
00:36:48e con Cipro. Per esempio
00:36:50proprio il 23 dicembre
00:36:52dell'anno passato, del 2024
00:36:54pochi giorni dopo
00:36:56l'annuncio di
00:36:58questo possibile negoziato
00:37:00per un accordo tra Siria e Turchia
00:37:02Grecia e Israele hanno
00:37:04firmato un accordo
00:37:06per creare un corridoio elettrico
00:37:08verde che dovrebbe arrivare
00:37:10da Israele per l'appunto
00:37:12verso i paesi dell'Unione Europea
00:37:14passando proprio per
00:37:16la Grecia. Ancara
00:37:18dal canto suo
00:37:20si è schierata subito
00:37:22contro questo possibile accordo, quindi
00:37:24questo ci potrebbe già dire quali
00:37:26sono le prospettive
00:37:28in materia energetica
00:37:30delle relazioni tra i due paesi.
00:37:32D'altro canto bisogna considerare
00:37:34che
00:37:36il rapporto, ovviamente
00:37:38la strategia turca
00:37:40in Siria, non rileva solo dal punto
00:37:42di vista della mappa energetica
00:37:44del Mediterraneo orientale.
00:37:46Israele sicuramente è molto
00:37:48interessata a quello che sarà il ruolo
00:37:50della Turchia in
00:37:52Siria, Damasco in particolare,
00:37:54tra l'elite damascena, perché
00:37:56è pur vero che
00:37:58la Turchia ha aiutato
00:38:00in questo senso il supporto anche della Turchia
00:38:02ha consentito a Israele di raggiungere
00:38:04uno degli obiettivi sicuramente
00:38:06centrali, cioè quello di
00:38:08far venire meno il regime
00:38:10sciita alla uita di al-Assad.
00:38:12Però dall'altro canto il pericolo
00:38:14adesso è che nel lungo termine
00:38:16si possa assistere all'ascesa
00:38:18a Damasco di gruppi estremisti
00:38:20sunniti, sostenuti comunque
00:38:22da Ankara, e questa è sicuramente
00:38:24una preoccupazione per il governo
00:38:26israeliano
00:38:28che non è in linea
00:38:30con quelli che sono gli interessi
00:38:32di Tel Aviv nella regione
00:38:34e in particolare con il concetto,
00:38:36l'idea di sicurezza nazionale
00:38:38che Israele ha.
00:38:40Assolutamente, allora grazie Roberta Lafortezza
00:38:42per la sua analisi, buona serata, buon lavoro.
00:38:44Grazie a te, buona serata.
00:38:46Piccola pausa
00:38:48poi continuiamo a parlare di Siria, ci
00:38:50concentreremo ovviamente sulla sua politica
00:38:52interna, perché è vero che tutto è cambiato
00:38:54però tutto potrebbe cambiare
00:38:56nei prossimi giorni, scopriamo
00:38:58tra poco il perché dopo la pubblicità.
00:39:00Ed eccoci carissimi passengers
00:39:02abbiamo parlato, no, dei cambiamenti
00:39:04negli asset economici
00:39:06medio orientali dopo la caduta
00:39:08di Assad in Siria, un
00:39:10territorio, quello siriano
00:39:12fondamentale soprattutto per la sua
00:39:14posizione lì sul Mediterraneo.
00:39:16Ebbene, però cerchiamo di tornare
00:39:18un attimo indietro nel tempo, ai giorni
00:39:20della caduta proprio
00:39:22di Assad, lì dove in Siria
00:39:24tutto quanto è cambiato
00:39:26ed è vero che
00:39:28tutto quanto è cambiato
00:39:30e prima abbiamo parlato di un gigante, quello turco
00:39:32abbiamo parlato di un altro
00:39:34attore fondamentale per l'area
00:39:36che è sicuramente Israele
00:39:38ma c'è un altro
00:39:40protagonista che
00:39:42si è un po' defilato con la caduta
00:39:44di Assad, o forse si è defilato
00:39:46questa è la domanda che ci facciamo
00:39:48è la Russia, la Russia di Vladimir Putin
00:39:50il principale alleato
00:39:52di Bashar al-Assad
00:39:54in Siria
00:39:56e Putin contava
00:39:58sicuramente
00:40:00sulla sua alleanza
00:40:02per avere anche le sue basi
00:40:04in quel territorio, lo sappiamo
00:40:06tutti. Ecco, sta cambiando
00:40:08la politica russa in Medio Oriente
00:40:10come cambieranno
00:40:12i rapporti tra Russia e Siria?
00:40:14Qual è stato il ruolo
00:40:16del governo di Vladimir Putin
00:40:18nella caduta di Bashar
00:40:20al-Assad? Questi sono tutti
00:40:22interrogativi che rivolgo a Marco Martino
00:40:24che ritroviamo qui stasera. Buonasera Marco
00:40:26Buonasera a tutti. Dunque
00:40:28Putin, noi insomma
00:40:30eravamo abituati a vederlo come il principale
00:40:32alleato di Bashar al-Assad
00:40:34un Vladimir Putin
00:40:36che però non ha avuto quasi voce
00:40:38in capitolo nei giorni
00:40:40della sua caduta, insomma ha lasciato
00:40:42gli analisti geopolitici
00:40:44abbastanza esterrefatti, no?
00:40:46Tutto ciò. Apparentemente
00:40:48Putin non ha avuto voce in capitolo
00:40:50nella caduta di Assad
00:40:52Sappiamo che la presenza
00:40:54russa in Siria
00:40:56era molto, molto forte
00:40:58parliamo
00:41:00di decine e decine di basi, non solamente
00:41:02le più famose, quelle di Tartus
00:41:04e Latakia che si trovano sulla costa
00:41:06ma è una presenza proprio capillare
00:41:08nel territorio siriano. Abbiamo visto
00:41:10degli sporadici
00:41:12bombardamenti sulle
00:41:14truppe di Tahrir al-Sham
00:41:16che avanzavano verso Damasco
00:41:18ma più di quello non c'è stato
00:41:20e qui, diciamo
00:41:22c'è da forse un interrogativo
00:41:24nei giorni
00:41:26frenetici, no? Nei primi giorni
00:41:28di dicembre dello scorso anno
00:41:30i ministri degli esteri
00:41:32di Russia
00:41:34Turchia e Iran si sono incontrati
00:41:36diverse volte, in diverse
00:41:38occasioni, proprio per parlare
00:41:40della crisi siriana
00:41:42e del probabile, in quel momento
00:41:44crollo, del governo Assad
00:41:46e alla fine
00:41:48poi, l'otto dicembre
00:41:50il governo Assad è caduto
00:41:52e Damasco è stata presa
00:41:54da ribelli.
00:41:56Sembra impossibile
00:41:58pensare che la Russia sia
00:42:00stata completamente tagliata fuori dai giochi
00:42:02e non si sia in qualche
00:42:04modo interessata, non abbia
00:42:06tentato in maniera concreta
00:42:08di difendere quello che
00:42:10sembrava un alleato
00:42:12ma che agli occhi, diciamo
00:42:14col seno del poi
00:42:16potremmo definire un rapporto di sudditanza
00:42:18tra Putin e Assad
00:42:20Ecco
00:42:22quindi
00:42:24adesso cominciamo
00:42:26a vedere un pochino i risultati
00:42:28di quello che è successo
00:42:30Allora, al Giolani
00:42:32si è espresso più volte
00:42:34in maniera
00:42:36dolce nei confronti di Putin e della Russia
00:42:38dicendo che
00:42:40la Russia è un partner strategico
00:42:42con il quale la Siria ha collaborato
00:42:44per decenni
00:42:46e anche il suo governo ha intenzione di collaborare
00:42:48con la Russia
00:42:50quindi c'è qualcosa
00:42:52che stona
00:42:54in tutto questo
00:42:56perché gli stessi cittadini iraniani
00:42:58che gli altri storici
00:43:00alleati della Siria di Assad
00:43:02i cittadini iraniani sono stati
00:43:04completamente tagliati fuori
00:43:06dalla politica siriana
00:43:08addirittura è vietato il loro ingresso
00:43:10in questo momento
00:43:12in Siria
00:43:14per quelli russi assolutamente no
00:43:16e questo stona per due motivi mi viene da pensare
00:43:18uno ovviamente per il ruolo che ha avuto Putin in passato
00:43:20con Bashar al-Assad
00:43:22numero due perché comunque
00:43:24Giolani si è presentato
00:43:26alla comunità internazionale
00:43:28non dico come
00:43:30amico dell'occidente
00:43:32però come una persona che vuole
00:43:34normalizzare determinati rapporti con
00:43:36determinati paesi che ad oggi non hanno
00:43:38ottimi rapporti con la Russia di Vladimir Putin
00:43:40esatto anche se pensiamo
00:43:42oltretutto che
00:43:44gli ucraini hanno avuto un ruolo
00:43:46durante l'avanzata di Tarir al-Sham
00:43:48sicuramente hanno fornito
00:43:50un appoggio di intelligence e hanno
00:43:52addestrato i soldati
00:43:54di Tarir al-Sham, questo è un fatto
00:43:56d'altro canto però
00:43:58non ci scordiamo
00:44:00chi c'era dietro a Tarir al-Sham
00:44:02non c'erano solamente gli ucraini
00:44:04ma c'erano anche i turchi
00:44:06l'abbiamo detto prima
00:44:08adesso la presenza turca in Siria
00:44:10sarà sempre più forte
00:44:12e i turchi hanno
00:44:14un rapporto
00:44:16ambivalente con
00:44:18la Russia, da una parte
00:44:20gli interessi turchi e quelli russi
00:44:22cozzano ma comunque c'è un dialogo forte
00:44:24tra Ankara e Mosca
00:44:26è un discorso ovviamente lunghissimo
00:44:28però possiamo
00:44:30vedere che l'atteggiamento di
00:44:32Ankara non è quello dello scontro totale
00:44:34con Putin, anzi
00:44:36ci sono tanti luoghi
00:44:38in cui la Russia
00:44:40e la Turchia hanno trovato
00:44:42un accordo e
00:44:44mi viene da fare un parallelo, ad esempio la guerra di Nagorno-Karabakh
00:44:46in Armenia dove
00:44:48in pratica i russi hanno lasciato carta bianca
00:44:50alla Turchia
00:44:52per invadere quella che era
00:44:54un territorio
00:44:56autonomo, meglio
00:44:58legato all'Armenia
00:45:00dentro al territorio riconosciuto della Repubblica di
00:45:02Azerbaijan, una repubblica separatista
00:45:04anche detta Arsak dagli armeni
00:45:06e lì appunto
00:45:08la Russia ha dato
00:45:10luce verde appunto
00:45:12nonostante comunque ci fossero dei soldati russi
00:45:14presenti sul territorio, hanno in una prima
00:45:16fase mantenuto una piccola
00:45:18presenza lì come forze
00:45:20dei peacekeeping ma poi se ne sono
00:45:22andati e lì
00:45:24evidentemente c'era comunque un
00:45:26accordo, anche questo
00:45:28fatto è stato ripetuto più volte
00:45:30dagli stessi armeni che si sono sentiti traditi
00:45:32dalla Russia
00:45:34che era il principale
00:45:36alleato dell'Armenia
00:45:38Assolutamente sì, però con
00:45:40l'ascesa di Aljolani immagino che
00:45:42poi su un eventuale tavolo delle negoziazioni
00:45:44future tra Ankara
00:45:46e Mosca, insomma
00:45:48Ankara abbia il coltello
00:45:50dalla parte del manico, vista
00:45:52la sua vicinanza, l'abbiamo visto
00:45:54anche con Roberta Lafortezza, con
00:45:56il nuovo governo siriano, nel caso
00:45:58dovesse poi governare a lungo
00:46:00perché questo è un grandissimo interrogativo
00:46:02Sì, allora
00:46:04per quanto riguarda il teatro siriano
00:46:06sembra quasi che la Russia si sia ritirata
00:46:08strategicamente, in una situazione
00:46:10sembra quasi che abbia
00:46:12sacrificato una
00:46:14pedina nelle
00:46:16sue mani per ottenere
00:46:18qualcosa di più grande, è ovvio che adesso
00:46:20la palla è stata passata ad Ankara
00:46:22in Siria
00:46:24in questo momento la Turchia è l'attore più influente
00:46:26per quanto riguarda
00:46:28Damasco, la Russia si è
00:46:30defilata, come hai detto giustamente tu
00:46:32mantiene comunque le sue basi
00:46:34e questo è importante
00:46:36da notare
00:46:38perché le basi
00:46:40di Tartus e di Latakia sono state mantenute
00:46:42tante altre sono state lasciate
00:46:44ai nuovi
00:46:46al nuovo governo siriano, ma le basi di Tartus
00:46:48e di Latakia sono state mantenute
00:46:50quindi evidentemente anche qui
00:46:52in questo caso c'è stato un accordo
00:46:54e poi oltretutto
00:46:56non bisogna considerare il conflitto
00:46:58e il teatro siriano come
00:47:00completamente estraneo agli altri teatri
00:47:02in cui
00:47:04la Russia gioca
00:47:06ad esempio
00:47:08ci sono state
00:47:10delle prove e ci sono anche
00:47:12delle immagini satellitari del
00:47:14trasferimento di molti
00:47:16armamenti
00:47:18dalle basi siriane
00:47:20ad un altro teatro in cui
00:47:22la Russia sta rafforzando la sua presenza
00:47:24cioè quello libico
00:47:26dove la stessa Libia che
00:47:28è ormai
00:47:30in preda al caos dalla caduta di
00:47:32Gheddafi
00:47:34sembrava che le cose si stessero risolvendo
00:47:36ma vedremo un attimo
00:47:38se anche la stessa Libia
00:47:40sarà destinata a riaccendersi
00:47:42comunque la Russia
00:47:44sta rafforzando la sua presenza
00:47:46spostando gli armamenti dalla Siria
00:47:48alla Libia. E questo è sicuramente
00:47:50un fatto. La Russia
00:47:52diciamo, l'hai definita una ritirata
00:47:54strategica, quella russa
00:47:56dalla Siria, una ritirata strategica
00:47:58magari per chiedere qualcosa in cambio
00:48:00hai detto bene, anche in altri teatri
00:48:02mi viene da pensare al teatro
00:48:04più famoso quando si parla di Russia
00:48:06è l'Ucraina
00:48:08e non è un caso probabilmente che negli
00:48:10ultimi giorni si è iniziato a parlare di tregua
00:48:12in Ucraina anche con
00:48:14la rielezione di Donald Trump
00:48:16pensi che
00:48:18comunque
00:48:20diciamo, tutto quello che sta accadendo
00:48:22in Siria oggi possa avere
00:48:24diciamo, una ricaduta
00:48:26favorevole per la Russia
00:48:28in un eventuale tavolo per la pace
00:48:30in Ucraina? Beh, come ho detto
00:48:32prima, non si possono considerare
00:48:34scollegati questi teatri, no? Abbiamo ceduto
00:48:36alla Libia ma ovviamente c'è in gioco anche l'Ucraina
00:48:38questa
00:48:40questa guerra che si protrae dal
00:48:422022 che
00:48:44non si riesce a
00:48:46sbloccare né da una parte
00:48:48né dall'altra. I russi
00:48:50occupano ovviamente
00:48:52una bella fetta
00:48:54dell'Ucraina
00:48:56ma comunque non c'è
00:48:58questo impulso e sembra quasi
00:49:00che comunque
00:49:02la Russia stia tentando
00:49:04in qualche maniera di risolvere
00:49:06questa guerra sul piano politico
00:49:08e
00:49:10chissà se
00:49:12anche la Siria è stata una carta giocata
00:49:14da Putin in questo grande gioco
00:49:16perché guardando le cose
00:49:18col grand'angolo, no? Come ci piace
00:49:20fare qui a The Passenger
00:49:22notiamo che in pochi mesi
00:49:24è terminata la guerra
00:49:26in Libano con una
00:49:28come dire, con
00:49:30una sconfitta militare da parte di Israele
00:49:32ma una
00:49:34grande botta assestata
00:49:36ad esbollà
00:49:38e c'è una tregua
00:49:40a Gaza in questo momento
00:49:42è cambiato il regime
00:49:44in Siria
00:49:46si è risolta la crisi presidenziale
00:49:48in Libano
00:49:50quindi sono tutti i puntini
00:49:52che andando a sommarsi
00:49:54vanno a formare un quadro
00:49:56che adesso non riusciamo a leggere chiaramente
00:49:58ma che magari nel futuro riusciremo
00:50:00a leggere in maniera migliore
00:50:02e sembra quasi che comunque
00:50:04tutto questo sia collegato
00:50:06vedremo cosa succederà nei prossimi
00:50:08mesi e vedremo soprattutto se
00:50:10il teatro ucraino
00:50:12si risolverà
00:50:14assolutamente, il resto sarà storia
00:50:16molto brevemente
00:50:18noi abbiamo parlato di governo siriano
00:50:20quello di Al Jolani, il nuovo governo siriano
00:50:22però non dobbiamo
00:50:24assolutamente dimenticare che oggi
00:50:26la Siria comunque è un paese diviso
00:50:28nonostante abbia trovato
00:50:30una leadership in
00:50:32questa figura, nel suo governo
00:50:34molto velocemente
00:50:36credi che durerà molto il governo
00:50:38di Al Jolani? Non ho la palla di Petro
00:50:40è molto difficile
00:50:42in questo momento
00:50:44considerate anche gli stravolgimenti
00:50:46che ci sono stati
00:50:48di certo in questo momento la Siria non è un paese stabile
00:50:50oltretutto è divisa
00:50:52in diverse parti
00:50:54nel nord est si trovano i curdi
00:50:56che continuano a combattere
00:50:58la guerra civile non è assolutamente finita
00:51:00sono cambiati gli schieramenti
00:51:02ma non è finita
00:51:04ci sono delle forze
00:51:06del vecchio esercito libero siriano
00:51:08che adesso si chiama
00:51:10esercito nazionale siriano
00:51:12ci sono altre forze
00:51:14che sono quelle di Tahrir al-Sham
00:51:16c'è l'Isis che in questo momento
00:51:18sta riprendendo piete
00:51:20è un dato di fatto
00:51:22e ci sono ancora delle rimanenze
00:51:24dell'esercito arabo siriano
00:51:26quindi Filo Assad
00:51:28quindi in questo momento
00:51:30in Siria si continua a sparare
00:51:32Jolani inizialmente
00:51:34aveva promesso
00:51:36un'assemblea costituente
00:51:38per scrivere una nuova costituzione
00:51:40chissà su quali basi
00:51:42perché sappiamo che Tahrir al-Sham
00:51:44è stata considerata per anni un'organizzazione terroristica
00:51:46legata ad Al-Qaeda
00:51:48diretta discendente di Al-Qaeda
00:51:50quindi tutti i ministri del nuovo governo siriano
00:51:52sono legati ad Al-Qaeda
00:51:54e dietro al Jolani
00:51:56dietro la bandiera siriana
00:51:58viene spesso messa la bandiera
00:52:00con la shahada praticamente identica
00:52:02a quella che viene mostrata da Talebani
00:52:04quindi la Siria in questo momento è un paese
00:52:06molto molto molto fragile
00:52:08l'assemblea costituente ancora non si è aperta
00:52:10e Al-Jolani ha detto che probabilmente
00:52:12serviranno almeno 4 anni
00:52:14per delle nuove elezioni
00:52:16e dunque la geopolitica
00:52:18dietro le quinte si muove in Siria
00:52:20o meglio partendo dalla Siria
00:52:22per ovviamente arrivare anche
00:52:24ad altri teatri caldissimi
00:52:26una Siria però
00:52:28che è un pivoto un po' instabile
00:52:30ancora diviso dove
00:52:32ci sono tantissime guerre e tantissimi conflitti
00:52:34grazie Marco Martino per essere stato con noi
00:52:36grazie a tutti
00:52:38piccola pausa The Passenger torna tra poco
00:52:40e rieccoci carissimi Passengers
00:52:42adesso ci prendiamo un attimo
00:52:44di pausa dalla geopolitica
00:52:46perché annuncio una nuova collaborazione
00:52:48tra
00:52:50The Passenger, Radio Roma News
00:52:52e World Wide News
00:52:54che è un portale di informazione
00:52:56online gestito da giovanissimi tra l'altro
00:52:58la cui parola d'ordine
00:53:00è tempestività, tempestività nella notizia
00:53:02e ovviamente
00:53:04notizia che poi viene sempre
00:53:06verificata
00:53:08ogni settimana proporremo con
00:53:10questi ragazzi dei contenuti
00:53:12su Instagram
00:53:14quindi li potrete trovare anche
00:53:16sulla pagina di Radio Roma
00:53:18nonché ovviamente su World Wide News
00:53:20e poi avremo una rassegna stampa
00:53:22dei fatti più importanti
00:53:24della settimana, fatti che arrivano
00:53:26da tutto il mondo, oggi
00:53:28la rassegna è fornita da Giorgio De Luca
00:53:30di World Wide News, andiamo
00:53:32Buonasera a tutti, beh
00:53:34la rassegna politica
00:53:36stampa di questa settimana non può che non partire
00:53:38dal discorso di insediamento di ieri
00:53:40di Donald Trump
00:53:42tralasciando il linguaggio
00:53:44che è già un linguaggio
00:53:46molto barocco e sensazionalistico
00:53:48che già di per sé rappresenta
00:53:50un tema politico
00:53:52e rappresenta anche una certa
00:53:54dimensione del mondo e del ruolo che hanno
00:53:56gli Stati Uniti appunto nel mondo
00:53:58non si può
00:54:00che iniziare
00:54:02dai temi programmatici
00:54:04che il Presidente degli Stati Uniti
00:54:06ha descritto
00:54:08nel suo discorso, partendo in primis
00:54:10dalla politica migratoria
00:54:12di tolleranza zero
00:54:14nei confronti degli irregolari
00:54:16la politica delle espulsioni
00:54:18un rafforzamento
00:54:20tempestivo e massiccio
00:54:22delle forze
00:54:24militari al confine con il Messico
00:54:26e anche
00:54:28l'abolizione
00:54:30dello USSOLI
00:54:32che non si sa se sia costituzionalmente
00:54:34legittima, perché ci sta il
00:54:36quattordicesimo emendamento degli Stati Uniti
00:54:38che probabilmente
00:54:40non la permette
00:54:42però i giuristi americani si stanno
00:54:44interrogando appunto se sia
00:54:46fattibile appunto eliminare
00:54:48lo USSOLI che è uno
00:54:50dei provenimenti simboli
00:54:52della politica americana
00:54:54la politica energetica
00:54:56Trump ha annunciato chiaramente
00:54:58di voler uscire dall'accordo
00:55:00di Parigi, chiaramente
00:55:02l'America ha risorse pressoché infinite
00:55:04sia predolifere che
00:55:06di gas
00:55:08e quindi
00:55:10strizzando l'occhio anche a
00:55:12all'industria automobilistica
00:55:14e ai lavoratori dell'industria
00:55:16automobilistica che sono stati una
00:55:18parte preponderante
00:55:20dell'appunto
00:55:22dell'elettorato di Trump
00:55:24Trump sta promettendo
00:55:26appunto di vincolarsi
00:55:28da tutti i vincoli che sono presenti
00:55:30nell'accordo di Parigi
00:55:32e
00:55:34non si può non parlare ad esempio
00:55:36della grazia che il presidente degli
00:55:38Stati Uniti ha
00:55:40fornito agli assalitori
00:55:42di Capitol Hill
00:55:44e inoltre
00:55:46non si può che non fare riferimento
00:55:48agli addirittura 78 provvedimenti
00:55:50che sono stati annullati
00:55:52da Trump che erano stati presi
00:55:54pochi giorni fa da Biden
00:55:56basti pensare ad esempio che
00:55:58Cuba che
00:56:00cinque giorni fa era riuscita
00:56:02a uscire dalla cosiddetta
00:56:04black list
00:56:06in soli cinque giorni
00:56:08dalla giornata di ieri di fatto
00:56:10c'è rientrata
00:56:12nonostante l'attenzione media
00:56:14si concentri principalmente sugli Stati Uniti
00:56:16d'America. Negli ultimi giorni
00:56:18non si può non fare riferimento ad altri
00:56:20fatti piuttosto
00:56:22importanti che sono successi nel resto
00:56:24del mondo che non hanno avuto la stessa copertura
00:56:26mediatica. Circa 12 ore fa
00:56:28il presidente coreano si è presentato
00:56:30dinanzi
00:56:32alla corte costituzionale
00:56:34del proprio paese
00:56:36e sta rispondendo appunto
00:56:38del reato di insurrezione
00:56:40di impeachment
00:56:42appunto perché aveva cercato
00:56:44di promulgare la legge marziale
00:56:46in un momento
00:56:48che molto probabilmente
00:56:50non era richiesta
00:56:52inoltre viene accusato
00:56:54anche di aver
00:56:56usato i militari
00:56:58per estorsi le voti parlamentari
00:57:00per far sì appunto che
00:57:02i parlamentari promulgassero
00:57:04la legge marziale
00:57:06avvicinandoci
00:57:08un po' di più ai nostri confini
00:57:10il 23 febbraio
00:57:12si vota in Germania
00:57:14e notizia degli ultimi
00:57:16giorni è che
00:57:18c'è una vera e propria crisi
00:57:20all'interno del partito di Scholz
00:57:22in particolare
00:57:24sugli aiuti destinati all'Ucraina
00:57:26Scholz è per cercare di recuperare
00:57:28parzialmente il suo
00:57:30consenso ormai perduto in Germania
00:57:32sta cercando
00:57:34appunto di colpire
00:57:36la pancia dell'elettorato
00:57:38e annuncia di diminuire
00:57:40gli aiuti all'Ucraina
00:57:42chiaramente
00:57:44il suo
00:57:46staff che
00:57:48per molto tempo è stato
00:57:50pro-Ucraina
00:57:52non accetta
00:57:54assolutamente, non vede assolutamente
00:57:56di buon occhio questo uscire
00:57:58del Presidente, lo vede solo come
00:58:00un escamotaggio elettorale
00:58:02e quindi si sta prendendo
00:58:04una vera e propria spaccatura
00:58:06all'interno del partito di Scholz
00:58:08non si può non fare riferimento
00:58:10inoltre al Medio Oriente
00:58:12a Israele e
00:58:14alla Palestina perché se
00:58:16negli ultimi giorni il fronte di
00:58:18Gaza
00:58:20si è leggermente
00:58:22raffreddato
00:58:24nelle ultime ore
00:58:26la situazione in Cisgiordania
00:58:28è
00:58:30nettamente precipitata
00:58:32violenze dei coloni
00:58:34e bombardamenti da parte
00:58:36del governo israeliano hanno causato
00:58:38circa 9 morti
00:58:40ed oltre i 40 feriti
00:58:42e probabilmente il fronte
00:58:44meglio io, il fronte del
00:58:46conflitto tra Israele e Palestina
00:58:48si sposterà via via
00:58:50sempre di più da Gaza
00:58:52alla Cisgiordania. Grazie
00:58:54Grazie a te Giorgio De Luca di World Wide News
00:58:56questi saranno i fatti
00:58:58gli spunti e le notizie che magari
00:59:00prenderemo anche per le prossime puntate
00:59:02abbiamo qui in studio con noi
00:59:04Alessandro Fornaciari, molto ormai noto
00:59:06di The Passenger
00:59:08giornalista di World Wide News
00:59:10allora Alessandro
00:59:12non abbiamo citato nella rassegna
00:59:14l'Inghilterra, l'Inghilterra è
00:59:16rimasta un po' fuori dall'attenzione mediatica
00:59:18dal faro mediatico eppure
00:59:20tante cose sono cambiate lì negli ultimi mesi
00:59:22è cambiata
00:59:24la leadership
00:59:26e soprattutto potrebbero
00:59:28cambiare, mutare i rapporti
00:59:30tra il Regno Unito e gli Stati Uniti
00:59:32d'America, ora che si è insediato
00:59:34anche Donald Trump, è così?
00:59:36Beh diciamo che per fortuna nella Gran Bretagna
00:59:38l'attenzione mediatica non è stata particolarmente
00:59:40forte in questo ultimo periodo
00:59:42perché questo? Perché da quando
00:59:44Keir Starmer, leader del Partito Laburista
00:59:46si è insediato come primo ministro
00:59:48le cose non sono andate bene
00:59:50ricordiamo che la Gran Bretagna forse
00:59:52tra le potenze occidentali
00:59:54è quella più conservatrice
00:59:56più di destra
00:59:58nel governo laburista erano ben 14 anni
01:00:00di governo conservatore
01:00:02sono susseguiti diversi
01:00:04premier, però insomma
01:00:06il succo era quello
01:00:08con Keir Starmer invece cambia tutto
01:00:10perché cambia? Perché alle elezioni
01:00:12il Partito Laburista prende il 36%
01:00:14dovuto ad un crollo gigantesco
01:00:16del principale partito
01:00:18dello scenario recente inglese
01:00:20che è appunto il Partito Conservatore
01:00:22perché questo crollo? Sicuramente da parte dei cittadini
01:00:24è considerato un malgoverno
01:00:26tra i precedenti primi ministri
01:00:28ma ha anche molto importante il ruolo di
01:00:30Reform UK, il partito fondato da
01:00:32Nigel Farage, ex volto noto
01:00:34della politica antiminione europea
01:00:36della Gran Bretagna che appunto
01:00:38ha preso una scena
01:00:40importantissima nello scenario attuale
01:00:42addirittura alle elezioni ha preso circa il 10%
01:00:44dei voti e oggi
01:00:46secondo i più recenti sondaggi, visti anche
01:00:48la marea che ha travolto
01:00:50Starmer e il Partito Laburista
01:00:52conta quasi il 24%
01:00:54del consenso elettorale
01:00:56avendo addirittura superato quello del partito
01:00:58storico conservatore che invece
01:01:00si attesta al 22%. Starmer
01:01:02attualmente il suo partito raccoglie soltanto
01:01:04il 26% del consenso
01:01:06elettorale, un crollo gigantesco
01:01:08circa di 8 punti percentuali in pochissimi
01:01:10mesi e segna il più grande crollo
01:01:12dell'epoca recente di un partito al governo
01:01:14in pochi mesi dalle elezioni, un qualcosa
01:01:16di storico a cui stiamo assistendo.
01:01:18Assolutamente sì e di cui effettivamente
01:01:20non si parla.
01:01:22Eppure ci sono già state delle frecciatine
01:01:24anzi delle vere e proprie stoccate
01:01:26da parte di alcuni membri del governo
01:01:28del nuovo governo
01:01:30di Donald Trump, primi su tutti
01:01:32Elon Musk che ha detto
01:01:34delle cose pesanti a proposito di
01:01:36Starmer. Beh diciamo che Elon Musk
01:01:38ormai lo possiamo definire un po' come il prezzemolo
01:01:40è ovunque all'interno della politica
01:01:42dei paesi occidentali e sta entrando
01:01:44a gamba tesa anche in
01:01:46quella inglese attraverso il finanziamento
01:01:48e il supporto di quale partito?
01:01:50Il Partito di Reform UK,
01:01:52il partito che raccoglie il consenso
01:01:54della destra più verace
01:01:56e più estrema della Gran Bretagna.
01:01:58Cosa sta succedendo all'interno del Partito di Reform UK?
01:02:00In realtà c'è un disguido
01:02:02e un litigio anche abbastanza importante
01:02:04tra lo stesso
01:02:06Farage e appunto
01:02:08Elon Musk. Perché questo?
01:02:10Vi è un personaggio all'interno del Partito di Reform UK
01:02:12tale Robinson, è un personaggio molto
01:02:14molto estremo, considerato addirittura
01:02:16da alcuni come un suprematista bianco
01:02:18un razzista a tutti gli effetti
01:02:20che in questo momento si trova in carcere
01:02:22e Musk
01:02:24invece lo identifica come un uomo
01:02:26rappresentante del libero
01:02:28pensiero, della libertà di
01:02:30espressione massima della politica
01:02:32cosa che invece non vede di buon occhio
01:02:34Farage che sta cercando in tutti i modi di allontanarlo
01:02:36dal Partito di Reform UK
01:02:38e questo ha portato a delle frizioni
01:02:40tra il nuovo finanziatore, tra il nuovo
01:02:42personaggio, tra la nuova Deus Ex
01:02:44macchina del Partito di Reform UK
01:02:46e appunto Nigel Farage. Lo stesso Musk
01:02:48addirittura ha chiesto un cambio di leadership
01:02:50questo è importante perché chiaramente
01:02:52Farage è un personaggio chiave all'interno
01:02:54della politica inglese ed è anche uno
01:02:56un personaggio che comunque attira tanto consenso
01:02:58all'interno di quel lato, quindi
01:03:00bisogna stare a vedere nei prossimi mesi come
01:03:02tutto questo evolverà. È chiaro che
01:03:04ad ora il grande sconfitto
01:03:06all'interno di questo scenario è il Partito Conservatore
01:03:08che ormai non raccoglie più la maggioranza
01:03:10del mondo, della destra
01:03:12della Gran Bretagna e addirittura
01:03:14l'Imersia in questo momento non lo sta premiando
01:03:16minimamente. Il nuovo leader
01:03:18Badenhoek purtroppo non è riuscita
01:03:20purtroppo del Partito Conservatore ovviamente
01:03:22non è riuscita a consolidare
01:03:24la sua leadership, una leadership
01:03:26che sembra essere debole, anche se
01:03:28tra i moderati comunque è un personaggio che sicuramente
01:03:30piace, un personaggio innovativo, ricordiamo comunque
01:03:32una donna di colore alla guida
01:03:34del Partito Conservatore inglese, parliamo
01:03:36di qualcosa comunque di livello
01:03:38però ecco
01:03:40questa è una situazione molto
01:03:42complessa, una situazione che
01:03:44agisce sotto traccia per via delle tantissime
01:03:46cose che stanno accadendo nel mondo, dagli Stati Uniti
01:03:48alle varie guerre eccetera, però chiaramente
01:03:50noi non possiamo esimerci
01:03:52da raccontare quello che
01:03:54accade tra un partner importantissimo
01:03:56politico e commerciale dell'Unione Europea
01:03:58e anche degli Stati Uniti, ricordando
01:04:00che probabilmente i rapporti nel
01:04:02lungo termine si andranno ad intensificare
01:04:04tra Gran Bretagna e Stati Uniti, visto che la Gran Bretagna è ormai da diversi
01:04:06anni anche fuori dal circuito dell'Unione Europea
01:04:08da vedere però come sarà questo rapporto
01:04:10dal momento che adesso diciamo
01:04:12le realtà politiche che governano da una parte
01:04:14e dall'altra sono agli antipoti
01:04:16assolutamente sì, assolutamente sì
01:04:18anche perché poi bisognerà vedere in termini
01:04:20di politica estera, di politica economica
01:04:22come agirà Trump non solo nei confronti
01:04:24del Regno Unito ma in generale
01:04:26anche di tutta l'Unione Europea
01:04:28del continente europeo
01:04:30a proposito di Trump, tu hai seguito
01:04:32l'insediamento
01:04:34praticamente passo dopo passo
01:04:36minuto dopo minuto, essendo tu comunque
01:04:38appassionato di storie
01:04:40e di politica statunitense
01:04:42Come i nostri spettatori sanno
01:04:44sono stato anche durante le elezioni
01:04:46in America a novembre, volevo
01:04:48essere presente anche all'insediamento, purtroppo per modi
01:04:50lavorativi non ce l'ho fatta, però ovviamente
01:04:52l'ho seguito da casa con tanta passione
01:04:54Ecco, allora di questo proprio parleremo tra poco
01:04:56sempre con Alessandro Fornaciari anche perché
01:04:58con Donald Trump può cambiare
01:05:00tutto negli Stati Uniti d'America
01:05:02e ovviamente tutto ciò avrà un
01:05:04impatto anche in termini
01:05:06di politica estera, tutto questo
01:05:08tra pochissimo a The Passenger
01:05:12E rieccoci carissimi Passengers
01:05:14ultimissimi scampoli della nostra puntata
01:05:16che dedichiamo all'insediamento
01:05:18di Donald Trump, sicuramente
01:05:20è un fatto storico per gli Stati Uniti
01:05:22tutto può cambiare
01:05:24in questo paese, lo abbiamo detto
01:05:26e tutto ciò può avere risonanza
01:05:28in tutti i teatri più caldi
01:05:30del mondo, quelli che stiamo analizzando
01:05:32ormai da mesi
01:05:34ad oggi
01:05:36Sempre con Alessandro Fornaciari, di World Wide News
01:05:38esperto degli Stati Uniti d'America
01:05:40Insomma, hai detto, hai seguito
01:05:42l'insediamento di Donald Trump
01:05:44con grandissima attenzione
01:05:46anche perché veramente ci sarà
01:05:48un cambio di passo negli Stati Uniti d'America
01:05:50su vari temi, su vari fronti
01:05:52alcuni cambiamenti
01:05:54probabilmente avverranno
01:05:56già da queste ore
01:05:58Allora, lo voglio dire in maniera
01:06:00molto provocatoria
01:06:02Donald Trump in 24 ore
01:06:04ha già portato a termine quasi tutto il programma elettorale
01:06:06che si era prefissato
01:06:08perché ha firmato una quantità di emendamenti
01:06:10clamorosa
01:06:12che chiaramente sta portando a un ribaltamento totale
01:06:14di quelle che sono state le politiche
01:06:16del predecessore
01:06:18Curioso il fatto cacciato prima il mio collega Giorgio
01:06:20quando ha parlato di Cuba
01:06:225 giorni fa Cuba esce dalla blacklist terroristica
01:06:24e ci torna
01:06:26nell'immediato fondamentalmente, neanche una settimana
01:06:28di libertà ai poveri cubani
01:06:30perché chiaramente
01:06:32Trump ha dato seguito
01:06:34o sta dando seguito, almeno ad ora
01:06:36a quelle che sono state le sue parole durante la campagna elettorale
01:06:38che è sempre stato criticato per questo
01:06:40anche dall'opposizione
01:06:42quello di essere un po' un cantastorie
01:06:44Rispetto al primo mandato
01:06:46credo che Trump stavolta sarà più audace
01:06:48e più spregiudicato
01:06:50Uno perché chiaramente questo in linea teorica dovrebbe essere
01:06:52il suo ultimo mandato
01:06:54in teoria
01:06:56e poi anche perché va considerato
01:06:58che Donald Trump
01:07:00ha molto più consenso oggi rispetto a quanto ne aveva
01:07:02effettivamente 4 anni fa
01:07:04Donald Trump oggi possiede
01:07:06la maggioranza del senato, la maggioranza della camera
01:07:08e il voto popolare
01:07:10ed un consenso mondiale gigantesco
01:07:12ormai Trump e Musk, il duo
01:07:14è il simbolo del mondo conservatore
01:07:16del mondo di destra
01:07:18quindi è chiaro che Trump agirà
01:07:20in maniera molto più feroce
01:07:22lo ha fatto anche a livello verbale
01:07:24il discorso di Trump è stato un discorso che
01:07:26mi ha riportato un po'
01:07:28a 100 anni fa fondamentalmente
01:07:30discorsi che facevano i grandi leader
01:07:32del passato, con questa
01:07:34vemenza, questo livore pazzesco
01:07:36che poi appunto ha seguito
01:07:38a dei fatti, immagini di oggi
01:07:40dei cittadini messicani
01:07:42comunque di tutto il Sud America
01:07:44che provavano ad entrare negli Stati Uniti
01:07:46e trovavano chiaramente un blocco militare
01:07:48molto forte
01:07:50che glielo impediva
01:07:52è chiaro, in questo momento l'America
01:07:54ha una politica ben definita
01:07:56ha una politica di tolleranza zero
01:07:58nei confronti anche degli alleati
01:08:00pensiamo ai dazi del 25% che entreranno in vigore
01:08:02nei confronti del Canada, il Canada è uno storico
01:08:04alleato del mondo occidentale e anche del blocco NATO
01:08:06quindi nel senso parliamo di qualcosa
01:08:08di veramente unico
01:08:10già sul Messico
01:08:12non ce lo potevamo più aspettare, ma il Canada
01:08:14assolutamente no, in generale
01:08:16anche le sue parole su quello che è
01:08:18il gas naturale, il petrolio
01:08:20un aumento di estrazione
01:08:22che va contro a quelli che sono i principi
01:08:24che addirittura anche la Cina che da sempre è stata vista
01:08:26come la nazione che in assoluto
01:08:28se ne fregava maggiormente di tutto quanto alla politica green
01:08:30oggi in realtà vediamo come la Cina
01:08:32bacchetta Trump proprio perché invece
01:08:34non vorrà rispettare quelli che sono gli accordi di Parigi
01:08:36il mondo sembra un po' capovolto
01:08:38in realtà con un occhio critico
01:08:40del passato ce ne saremmo potuti accorgere
01:08:42perché i presupposti c'erano
01:08:44c'è una stanchezza nel mondo occidentale
01:08:46una stanchezza legata alla forma
01:08:48una stanchezza legata
01:08:50alle convenzioni, al mainstream
01:08:52che oggi ha portato negli Stati Uniti
01:08:54alle elezioni di Donald Trump
01:08:56e all'ascesa di un personaggio
01:08:58come invece Elon Musk che come abbiamo detto
01:09:00anche prima in Inghilterra e in Gran Bretagna
01:09:02sarà un personaggio chiave
01:09:04per l'intero mondo
01:09:06nei prossimi anni e chiudo questa piccola
01:09:08diciamo analisi dicendo
01:09:10che l'uomo più potente del mondo
01:09:12oggi è di destra
01:09:14e l'uomo più ricco del mondo oggi è di destra
01:09:16quindi questo penso
01:09:18che sarà probabilmente almeno il quinquennio
01:09:20della destra all'interno
01:09:22dello scenario occidentale
01:09:24vedremo anche cosa accadrà in Germania a febbraio
01:09:26e penso anche nel futuro non prossimo
01:09:28in Francia e in Gran Bretagna
01:09:30C'è infatti chi attacca il governo di Trump
01:09:32definendo quel tipo di governo
01:09:34una plutocrazia o addirittura
01:09:36una tecnocrazia
01:09:38insomma è ricchi al governo, miliardari al governo
01:09:40colossi dell'hi-tech
01:09:42che erano presenti in massa
01:09:44durante il suo insediamento
01:09:46e che avranno sicuramente un ruolo fondamentale
01:09:48in questi quattro anni
01:09:50di presidenza
01:09:52una cosa però interessante
01:09:54l'hai detta, no?
01:09:56Donald Trump oggi è un simbolo della destra globale
01:09:58almeno della destra occidentale
01:10:00è un simbolo però in realtà anche
01:10:02per tanti altri movimenti
01:10:04che non sono
01:10:06propriamente di destra
01:10:08come conosciamo noi la destra
01:10:10però che sicuramente tendono ad una sorta di nazionalismo
01:10:12siamo stati recentemente
01:10:14in Venezuela
01:10:16anzi colgo l'occasione per dire che la prossima settimana
01:10:18uscirà la nostra
01:10:20inchiesta sui giorni
01:10:22del giuramento del presidente
01:10:24Maduro
01:10:26ecco, lì in Venezuela distribuivano
01:10:28dei plians, anzi
01:10:30delle riviste dove parlavano di
01:10:32Donald Trump e lo
01:10:34glorificavano come colui che porterà
01:10:36la pace
01:10:38quindi forse è un simbolo
01:10:40anche per quel tipo di nazionalismo
01:10:42per esempio di Nicolás Maduro
01:10:44che certamente non è di destra, si definisce socialista
01:10:46però è sicuramente
01:10:48nazionalista
01:10:50Beh ma oggi il concetto di destra e di sinistra
01:10:52ha perso completamente la bussola rispetto a quello
01:10:54che aveva un tempo
01:10:56oggi che cos'è la destra?
01:10:58La destra fondamentalmente è quello che non è mainstream oggi
01:11:00è questo che Donald Trump rappresenta
01:11:02E non è un caso forse che ha parlato di
01:11:04adesso da oggi in America
01:11:06ha detto lui ci saranno due gender
01:11:08quello maschile e quello femminile
01:11:10Questa è
01:11:12la comunicazione di Trump
01:11:14Trump è diventato il paladino della nuova destra
01:11:16anti-mainstream
01:11:18e qual è il suo obiettivo a livello globale?
01:11:20Quello di prendere
01:11:22consapevolezza, di acquisire consapevolezza
01:11:24attraverso il portare
01:11:26pace ovunque, che io penso che secondo me lo staff di
01:11:28Trump non ha neanche sondato
01:11:30effettivamente quelle che possono essere le conseguenze dirette
01:11:32per gli Stati Uniti nell'interrompere le guerre
01:11:34ma l'obiettivo è farlo perché l'obiettivo è portare
01:11:36a casa i risultati e far vedere che
01:11:38lui che al tempo era ditato come il più grande
01:11:40estremista di tutti, come il più grande guerrafondaio
01:11:42di tutti, in realtà è l'uomo che sta portando la pace
01:11:44e che porterà la pace. Abbiamo visto già dei primi
01:11:46risultati a Gaza, anche se
01:11:48Joe Biden prima di andarsene si è rivolto
01:11:50al giornalista dicendo mi stai prendendo in giro
01:11:52quando è stato chiesto se il merito fosse di Trump
01:11:54ma chiaramente l'influenza di Trump è ovvio
01:11:56che ci sia. Vedremo cosa accadrà
01:11:58in Ucraina
01:12:00e lo stesso Putin nella Russia
01:12:02Putin si è congratulato per la vittoria
01:12:04per l'insediamento di Donald Trump
01:12:06e si è detto pronto
01:12:08ad un dialogo con il presidente
01:12:10americano riguardo appunto al tema
01:12:12del cessato del fuoco in Ucraina
01:12:14quindi è tutta una situazione in divenire
01:12:16e chiaramente oggi Donald Trump
01:12:18è il personaggio
01:12:20chiave di questo mondo
01:12:22del 2025
01:12:24e probabilmente portare la fine della guerra in Ucraina
01:12:26potrebbe essere un grande
01:12:28endorsement a tutto quanto il mondo
01:12:30filotrampiano in giro per
01:12:32l'Europa e per
01:12:34il Nord America. Ricordiamo che
01:12:36in questo momento, in questi ultimi tempi
01:12:38il mondo occidentale si è disilluso
01:12:40ha smesso di credere in quelli che
01:12:42sono stati i valori
01:12:44dell'Occidente
01:12:46e invece Donald Trump può fondamentalmente
01:12:48ricreare questa passione
01:12:50per l'Occidente attraverso
01:12:52la pace, attraverso
01:12:54la fine dei conflitti, attraverso
01:12:56un nuovo mondo sempre a guida
01:12:58sia auspicana o americana
01:13:00che però stavolta magari
01:13:02punta più su una guerra economica
01:13:04più su una guerra di Dazzi, su una guerra
01:13:06per il controllo
01:13:08dell'Artico con la Cina
01:13:10e non una guerra militare
01:13:12sui territori europei
01:13:14anche e non solo.
01:13:16Assolutamente sì, tra l'altro
01:13:18tornando un po' in Italia, nei nostri confini
01:13:20nazionali, no?
01:13:22Giorgia Meloni, per via
01:13:24della sua amicizia con Donald Trump
01:13:26per via anche della sua vicinanza ideologica
01:13:28con Donald Trump
01:13:30forse è stata ditata come colei che
01:13:32non solo dividerà l'Europa
01:13:34ma che isolerà l'Italia
01:13:36eppure c'è da dire che
01:13:38all'insediamento di Donald Trump
01:13:40Giorgia Meloni era l'unica leader
01:13:42europea presente
01:13:44e Donald Trump ha sempre speso
01:13:46bellissime parole
01:13:48per la premiera italiana
01:13:50anche qui si è creato, se vogliamo, un asse
01:13:52quantomeno da analizzare
01:13:54Italia, Stati Uniti e Argentina
01:13:56assolutamente
01:13:58è l'asse attuale
01:14:00e io penso che la frase
01:14:02che Meloni isolerà l'Italia dall'Europa
01:14:04sia una frase estremamente finta
01:14:06falsa e bugiarda
01:14:08e questo lo credo perché l'Europa
01:14:10si avvicinerà all'Italia e all'America
01:14:12dal punto di vista politico sicuramente
01:14:14ripeto, le elezioni in Germania
01:14:16a breve sanciranno questo
01:14:18in futuro, quando ci saranno
01:14:20le elezioni in Francia nuovamente, stavolta non penso
01:14:22ci sarà una coalizione nuovamente
01:14:24per fermare il Reservement National
01:14:26di Manille Pen
01:14:28e stessa cosa probabilmente in Gran Bretagna
01:14:30se continuiamo così, non so quanta vita avrà
01:14:32il partito laburista e Starmer
01:14:34quindi io penso che in realtà sia l'esatto contrario
01:14:36credo che nei prossimi anni
01:14:38ci sarà un rafforzamento
01:14:40importante del blocco occidentale
01:14:42il blocco occidentale adesso è anche
01:14:44concorde su quelle che sono
01:14:46le dinamiche legate alla Nato
01:14:48ad esempio sull'aumento della spesa militare della Nato
01:14:50Trump parla del 5%
01:14:52una cifra che è infattibile
01:14:54impensabile per le economie europee
01:14:56ma già arrivare a un 3%
01:14:58sarebbe un risultato gigantesco considerando che
01:15:00prima della guerra in Ucraina soltanto la Polonia
01:15:02che poi era comunque
01:15:04una nazione frontaliera, chiamamola così
01:15:06era l'unica nazione che rispettava
01:15:08il parametro imposto del 2%
01:15:10quindi è chiaro che secondo me
01:15:12invece ci sarà l'esatto contrario, un rafforzamento
01:15:14del blocco occidentale
01:15:16che si riunirà
01:15:18non intorno all'Europa ma si riunirà
01:15:20intorno al nuovo leader
01:15:22almeno questo nell'immediato
01:15:24che è Donald Trump negli Stati Uniti
01:15:26Ecco, in tutto questo l'Unione Europea
01:15:28che fine farà?
01:15:30Questa è provocatoria come domanda
01:15:32perché ovviamente qui
01:15:34si parla di una destra che avanza in vari paesi
01:15:36non solo l'Italia
01:15:38hai ricordato bene la Francia
01:15:40ma anche la Germania
01:15:42insomma tutti i paesi importantissimi
01:15:44per l'Unione Europea, i paesi che guidano l'Unione Europea
01:15:46e che stanno avendo appunto questa risalita ormai da anni
01:15:48con Trump ovviamente
01:15:50questa risalita può arrivare ad una presa del potere
01:15:54sono però destre
01:15:56nazionaliste
01:15:58sono destre che puntano alla sovranità nazionale
01:16:00a scapito
01:16:02dell'Unione Europea se vogliamo
01:16:04L'Unione Europea ne esce indebolita
01:16:06ma ne esce indebolita questa Unione Europea
01:16:08io penso che a lungo termine ci sarà una nuova Unione Europea
01:16:10una Unione Europea diversa
01:16:12che magari ascolterà maggiormente
01:16:14quelli che sono gli interessi nazionali
01:16:16Un'Unione Europea che avrà
01:16:18sicuramente una politica migratoria
01:16:20perché parliamoci chiaro il tema che sta sconfiggendo
01:16:22oggi le sinistre in Europa
01:16:24è la migrazione, sono le immigrazioni
01:16:26gli immigrati che entrano in massa
01:16:28e che stanno portando a un calo drastico
01:16:30del percentuale della sinistra
01:16:32quindi penso che l'Unione Europea
01:16:34con il rafforzarsi delle destre
01:16:36che era una politica nuova
01:16:38una politica completamente...
01:16:40la sinistra almeno faccio riferimento
01:16:42al caso italiano e americano
01:16:44e soprattutto su altre tematiche
01:16:46come ad esempio il lavoro
01:16:48quello è chiaro, la sinistra ormai non si occupa più del lavoro
01:16:50ma su tantissimi temi
01:16:52anche il fatto che la sinistra deve sempre
01:16:54cercare un nemico
01:16:56senza però entrare nel contenuto del nemico
01:16:58il nemico è semplicemente perché esiste
01:17:00perché abbiamo visto Nozza Luturomano
01:17:02nel senso queste cose
01:17:04questo è il nuovo nemico della sinistra
01:17:06ed è un nemico che a livello elettorale
01:17:08non ti porta a nulla fondamentalmente
01:17:10Grazie Alessandro Fornaciari per essere stato con noi
01:17:12e insomma
01:17:14speriamo questa collaborazione insieme
01:17:16The Passenger, Radio Roma News
01:17:18con World Wide News
01:17:20Mi rende molto felice questo, un piacere
01:17:22E allora il nostro viaggio per stasera
01:17:24termina qui, appuntamento come sempre al prossimo
01:17:26martedì, buon viaggio a tutti