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In occasione del 125° anniversario di Fiat, invitata speciale alla RM Sotheby’s London to Brighton Veteran Car Run, è la 130 HP del Mauto, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Questa vettura leggendaria ha fatto la sua prima apparizione in assoluto nel Regno Unito, esposta anche nella prestigiosa sede del Royal Automobile Club . La Fiat 130 HP con motore a quattro cilindri verticali biblocco, 4 marce, trasmissione a catena, freno a pedale sul differenziale, ruote in legno e sistema di accensione con magnete, venne progettata nel 1904 dall’ingegner Giovanni Enrico: una vettura incredibile e tecnologicamente avanzatissima di oltre 16.200 cc , con una potenza di 130 HP e un peso di 1025 kg, capace di raggiungere la velocità di 160 km/h, con punte anche di 200 km/h. Ce la spiega, e ci mostra il suo possente propulsore, il curatore del museo Davide Lorenzone

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Trascrizione
00:00quattro cilindri è la Fiat centotrenta HP, invitata speciale a quest'edizione della London
00:20to Brighton Veteran Car Run, evento che si svolge tutti gli anni con auto ante 1904,
00:28ma questa è la star indiscussa di questa edizione. Arriva dal Museo Nazionale dell'Auto
00:34di Torino ed è una vettura che rappresenta davvero la supremazia tecnologica della Fiat
00:39di quegli anni, progettata nel 1904 e il suo aumento di maggiore successo nel 1907.
00:44Davide Lorenzone è il curatore del Mauto del Museo Nazionale dell'Auto di Torino e ha
00:50curato ovviamente il restauro di questa vettura e adesso la porta su strada. Una vettura
00:54di grande cilindrata, dicevamo, incredibile. Sì, siamo negli anni in cui i motori erano
00:57ancora enormi, si puntava molto alla grande cilindrata, la Fiat nel 1904 progetta tre
01:02vetture per creare la scuderia Fiat per poter partecipare alla Gordon Bennett nel 1905,
01:07dal 5 al 7 saranno le vetture che vinceranno e partecipano a gran parte degli eventi internazionali
01:12proprio per far vedere la supremazia e la capacità tecnologica che aveva l'Italia nel
01:17produrre vetture da corsa. Ecco appunto, siccome è il motore, diciamo, la caratteristica
01:22principale di questa vettura, noi vorremmo vederlo. Allora, adesso ce lo facciamo aprire
01:27e ovviamente, vedete, queste vetture erano vetture da corsa, vincevano i Gran Premi,
01:31però i Gran Prix dell'epoca, ma era tutto estremamente artigianale. Eccolo qui, dicevamo,
01:37quattro cilindri, ma una cilindrata impressionante. Sì, sono quattro cilindri divisi in due blocchi,
01:42quindi è un bi-blocco, come viene definito, quattro litri per ogni cilindro, per darvi
01:47qualche idea un po' pratica per i meno esperti, ogni scoppio di candela la macchina si sposta
01:51di quattro metri, quindi un ciclo completo la macchina si sposta di 16 metri. Ecco, tra
01:56l'altro questa vettura, una vettura importantissima, un quadro è all'interno custodito della
02:03Clubhouse, del Royal Automobile Club, quindi è una vettura che ha fatto la storia. Che
02:07palmaressa aveva questa auto? Corse tantissimo? Sì, corse tantissimo dal 1905 fino al 1907,
02:13dalla Coppa Florio, che si girava sul circuito di Bologna, ai due Gran Premi di Francia,
02:20nel 1906-1907, alla Coppa Vandervie, dal circuito di Indianapolis, quindi è stata
02:26portata ovunque dalla Fiat per poter presentare al mondo quant'era competitiva la Fiat a
02:33livello internazionale, anche perché all'epoca l'unico modo per sponsorizzare un'impresa
02:37che costruiva vetture era gareggiare e vincere in queste competizioni. Vediamo poi invece
02:42in che condizioni ci si trovava a competere, si stava seduti su queste poltrone che sono
02:47state questi sedili restaurati completamente, però insomma vediamo la vettura spartana,
02:52legno, gli strumenti erano veramente essenziali ma fondamentali. Sì, qui diciamo che il pilota
03:00e il copilota erano l'anima dell'auto, si dovevano sentire e ascoltare il motore come
03:04girava, le poche strumentazioni erano sicuramente un manometro che ti indicava quanta pressione
03:10c'era nel serbatoio della benzina, perché il serbatoio era più basso del motore, bisognava
03:13pressurizzarlo manualmente, un indicatore per sapere quanto olio c'era ancora nel serbatoio
03:22diciamo di riserva e poi i pedali bassi, classici, quindi qui l'invenzione è questa qua, acceleratore
03:33che è quello più piccolino e freno che è quello di destra. Tutti gli altri comandi
03:38importanti sul volante, quindi sulla parte alta che è questa qua, abbiamo due leveraggi,
03:47uno e due, uno è l'acceleratore manuale per far partire l'auto e poi potevi regolare la
03:54velocità in base e l'altro invece anticipo del magnete, quindi ti potevi regolare quando
04:01far fare la scintilla al magnete. Cosa comodissima sono i sedili, i sedili erano veramente comodi,
04:08sono delle vere e proprie poltrone, quindi venivano utilizzati proprio come se fossero
04:13delle poltrone vere e proprie. Cambio a quattro marce che è questo qua, quindi abbiamo il
04:19cambio che è questo a quattro marce, il freno a mano che però durante il funzionamento
04:24poteva essere bloccato, quindi in questo modo qua tu potevi utilizzarlo per diciamo
04:30andare in derapata in curva perché diciamo che all'epoca le stadi erano sterrate, quindi
04:34era possibile controsterzare in curva frenando e potevi pattinare, fare queste scivolate
04:39in curva per ottimizzare i tempi della percorrenza senza perdere potenza. Ecco facciamo vedere,
04:45questo è incredibile. Sì, qui ci troviamo invece nella parte della trasmissione, abbiamo
04:51l'ingranaggio principale che trasmette il moto tramite una catena all'ingranaggio posteriore
04:57che è pressofuso all'interno del tamburo del freno della ruota. Ruote in legno, particolarità,
05:03per poter gareggiare ai Gran Premi di Francia tutte le auto avevano l'obbligo di montare
05:09qualcosa costruito in Francia, Michelin era sponsorizzatrice del Gran Premio di Francia
05:14quindi aveva l'obbligo di montare ruote Michelin, all'epoca Michelin aveva brevettato il cerchio
05:19smontabile che è quello che vedete qua, quindi la FIA è stata obbligata a poter gareggiare
05:23e a montare cerchi Michelin sulla propria vettura. Davide, che velocità poteva raggiungere
05:29questa vettura e soprattutto ovviamente oggi com'è guidarla? La velocità massima siamo
05:36sui 190 km all'ora, Nazzaro vinse il Gran Premio di Francia nel 7 a una media di 113 km all'ora
05:42quindi è un numero veramente impressionante. Nel 1907, rendiamoci conto, 190 km all'ora
05:49di velocità massima. Oggigiorno guidarla bisogna fare molta attenzione perché non
05:54ci sono più le condizioni delle strade dell'epoca che erano sterrate, quindi non potresti mai
05:58raggiungere una velocità così ampia e così veloce su strade asfaltate perché non riesci
06:03poi a gestirle in curva, perché all'epoca si pattinava sulle strade sterrate, quindi
06:07tu potevi fare queste scivolate sullo sterrato senza andare a danneggiare le ruote. Oggi
06:12se provi a farlo sui nostri circuiti asfaltati o in cemento rischi che andando a pattinare
06:18la ruota in legno non riesca a reggere l'attrito che ha la gomma sull'asfalto e puoi demolire
06:23quello che è la macchina, quindi va gestita con molta cura.
06:37Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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