PatchAi la startup italiana che è riuscita a innovare il settore dell’healthcare integrando al machine learning il lato umano.
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NovitàTrascrizione
00:00Ciao a tutti, torniamo oggi con la nostra rubrica dedicata ai volti più in voga insomma nel mondo
00:19digital ad oggi e oggi stiamo qui con Alessandro Monterosso, Forbes under 30,
00:26quindi anche giovanissimo, fondatore di Patch AI, una startup che si basa appunto sull'intelligenza
00:35artificiale. Ciao Alessandro e grazie per essere qui su Mario.it. Ciao Marta, grazie
00:40dell'invito e buongiorno a tutti. Allora senti Alessandro, io mi sono un po' informata su quello
00:45che fate con la vostra startup e mi ha molto colpita il motivo per il quale ho deciso insomma
00:52di chiamarti qui su Mario.it perché in Italia si parla pochissimo di health care, no? Cioè proprio
00:57quasi come se non esistesse, infatti abbiamo visto i miliardi di problemi che abbiamo avuto
01:01durante il covid. Quindi, vorrei un attimo capire, una persona così giovane che si è lanciata su
01:07questo mondo, cosa vuol dire health care oggi, no? Perché credo che sia anche un po' cambiato il
01:12significato rispetto magari a 30 anni fa. Molto volentieri, allora sì, allora cosa significa
01:21health care per me? Intanto è health care e non sick care, che è un po' quello che in realtà
01:27fino ad oggi è stato. Quello che è successo negli ultimi dieci anni o anche prima è che
01:35fondamentalmente l'approccio è sempre, l'approccio del paziente è sempre stato attorno alla cura
01:41del paziente, invece negli ultimi anni inizia a sensibilizzarsi sia la popolazione sia i processi
01:51di cura in maniera di spostarli verso la prevenzione più che verso la cura, quindi ridurre
01:58tutto quello che è legato alla cura clinica di una patologia e cercare di andare verso la
02:03prevenzione e verso anche la previsione di alcune patologie. Ed è dunque grazie all'uso di
02:10tecnologie, partendo da tutti quei dispositivi che noi utilizziamo come wellness personale,
02:17quindi il watch di turno, le applicazioni fitness, grazie alla quale abbiamo una raccolta dati
02:24massiva che può, la cui analisi può iniziare a suggerire quelle che possono essere dei trend
02:31in maniera predittiva. Questo, il futuro sarà quindi molto più predittivo, molto più preventivo
02:38rispetto ad essere solamente legato alla cura. Tu appunto parlai di previsione, quindi appunto
02:45fai un discorso di prevenzione che è più che mai importante e che appunto in Italia si investe
02:51poco sulla prevenzione, cioè come dici tu, si arriva quando sei già male e a quel punto insomma
02:56si spera che tu ti salvi, però si cerca di far prima. Quindi appunto ti volevo dire che cos'è
03:02che c'è di così innovativo su Patch AI, cioè proprio il fatto che voi puntate su un percorso
03:08individuale della persona, cioè fatto ad hoc, cioè com'è che funziona? Io adesso scarico Patch AI,
03:14comunque mi faccio l'abbonamento, cioè com'è che funziona? Allora, l'idea di Patch AI è nata
03:20proprio tra le corsie dell'ospedale. Io nasco come infermiere e dopo una specializzazione in
03:25ricerca applicata ho iniziato a lavorare a quelle che sono le famose sperimentazioni cliniche dei
03:30farmaci, quindi un farmaco prima di entrare in commercio, ad esempio il vaccino del covid,
03:34viene testato su dei volontari, prima sani e poi con la patologia. Durante il mio lavoro mi accorsi
03:42che c'erano ancora delle inefficienze, perché nonostante fosse il 2016-2017, circa il 50% dei
03:49dati che veniva raccolto dai pazienti veniva fatto su carta e penna o con delle soluzioni
03:53molto vecchie, che erano costruite proprio con l'obiettivo di fare una raccolta dati. Io me
03:58le immaginavo un po' come un questionario di carta digitalizzato. E dunque, partendo da questo
04:05presupposto, con i trend che invece in parallelo stavano andando molto avanti in tutto quello che
04:10del settore wellness e soprattutto anche in altre industrie, quello che secondo me,
04:16e anche secondo letteratura, era importante era andare a cambiare il comportamento del
04:22paziente. Se ne andiamo a pensare al modo in cui sono costruite le applicazioni anche,
04:29per esempio, i social media, sono costruiti in modo tale da creare engagement, aumentando
04:36l'engagement, aumentando la proattività dell'utente, l'azienda ha di ritorno quello
04:43che gli interessa, quello per cui ha gli obiettivi, i dati piuttosto che. Allora abbiamo pensato di
04:48prendere lo stesso concetto del comportamento e dell'engagement per riuscire a rispondere alla
04:54domanda come ingaggiare proattivamente i pazienti all'interno di un percorso non solo difficile
05:01quanto un percorso diagnostico-terapeutico, ma ancora più complicato come quello di partecipare
05:06a un clinical trial, perché all'interno di clinical trial i pazienti sono in una condizione sub-ottimale
05:12di salute, devono seguire delle regole super strict, mille terapie, ancillari, il farmaco
05:19sperimentale, questionare da compilare, visite da fare, eccetera eccetera, quindi fanno molta
05:24difficoltà a seguirlo e succede quello che viene definito drop out, quindi dopo 6-7 mesi dall'
05:30arruolamento, come viene definito in questi trials, i pazienti ne escono con tutte quelle
05:35ripercussioni sia dal punto di vista di salute del paziente sia poi dal punto di vista
05:41dell'innovazione farmaceutica, quindi i farmaci che ci mettono molto di più arrivare in mercato,
05:47costi, deficienze, eccetera eccetera. Allora lavorando su questo concetto abbiamo deciso di
05:53applicare in maniera diversa l'intelligenza artificiale o comunque tecniche di machine
05:58learning per imparare, cercando non di fare predizioni sullo stato risoluto del paziente,
06:05che è il classico modo in cui sul settore health si cerca di fare predizione, ma cercando di fare
06:12predizione sul comportamento del paziente che segue un determinato percorso di cura e dunque
06:18abbiamo inserito all'interno di questa applicazione un virtual assistant, quindi una sorta di
06:22infermiere virtuale che segue i pazienti su ogni attività che devono completare e in maniera
06:29personalizzata ed empatica, con un mix di diverse persone, stili di comunicazione, tono voice,
06:37cerca di supportare il paziente come fa un infermiere e questo tra una visita e l'altra,
06:43quindi a domicilio. Facendo questo noi assegniamo uno score che chiamiamo engagement score ideale
06:51del 100%, che equivale al comportamento ideale del paziente nel seguire quelle regole,
06:58tra virgolette, che fanno bene a se stesso e alla ricerca e andiamo a monitorare in tempo
07:04reale quelle che è il comportamento nell'utilizzo dell'applicazione. Facendo questo ogni minimo
07:08discostamento va a produrre dei cambiamenti automatici nell'interfaccia dell'utente,
07:13nell'esperienza dell'utente e nei modi di comunicazione dell'assistente virtuale in
07:18maniera tale da cercare di mantenere sempre alto questo engagement del paziente. Il tutto
07:24dà benefit, quindi un win-win sia per il paziente perché attiva quel cambiamento comportamentale
07:31positivo che gli fa prendere la terapia quando deve, che fa informare il proprio medico ogni
07:35quando ce ne sia bisogno e dall'altra parte abbiamo una mole di dati qualitativamente migliore
07:44per le case farmaceutiche e quindi andiamo a ridurre i costi, le inefficienze, le tempistiche
07:50della raccolta dati durante il clinical trial. Anzi hai detto anche veramente delle cose interessanti,
07:58hai detto tante cose, però il lato che mi ha colpita di più è quando tu hai detto che voi
08:04avete questo virtual assistant che cerca di supportare il paziente che si adatta allo stile
08:09di vita. Allora questo mi ha colpito perché si tende sempre a pensare, soprattutto quando si
08:14tratta di intelligenza artificiale, che sia tutto asettico, cioè che il lato umano non conti nulla.
08:21Invece mi ha colpita perché anche sull'intelligenza artificiale c'è bisogno del lato umano,
08:28cioè c'è bisogno di qualcosa di umanistico, o no? Mi sbaglio. Esatto, ho cercato di fare
08:37proprio quello perché con il background da infermiere, che è molto più legato alla
08:45relazione terapeutica, all'assistenza olistica del paziente, abbiamo cercato di portare quello
08:50all'interno di un sistema automatizzato, intelligente, che potesse supportare il
08:54paziente anche quando la persona fisica, l'infermiere, il professionista sanitario non
08:59c'è. E questo è diventato un po' un punto di forza, intanto perché all'epoca, quando abbiamo
09:06portato il prodotto in mercato, non c'era qualcosa di simile. Quindi nelle onde dell'innovazione,
09:15nel campo di questa raccolta dati, che vengono detti Patient Report Outcomes, ci sono state tre
09:22waves. La prima wave era quella classica carta e penna, dove venivano detti in gergo Piero,
09:28Patient Report Outcomes. Poi con la Internet Bubble, questi dati sono diventati IPRO,
09:35Electronic Patient Report Outcomes. Noi dal 2018 abbiamo fatto pioneering di una nuova versione,
09:42che si chiama CoPro, Conversational Patient Report Outcomes. Quindi abbiamo avuto la fortuna di
09:48introdurre questa innovazione all'interno del mercato di nicchia e tutto questo in un mercato
09:56dove avevamo tassi che vengono chiamati di protocol compliance, quindi quanto il paziente
10:02complianza le cose che deve fare. Nelle migliori delle ipotesi, dell'80% e dei dropout rate,
10:09quindi il paziente che esce dalla sperimentazione, del 30% a sei mesi, ad un anno di utilizzo in
10:16setting commerciale della nostra soluzione abbiamo raggiunto un 95% di protocol compliance e abbiamo
10:23ridotto il dropout da un 30% a un 2%. Numeri che, tradotti in salute e benessere del paziente e in
10:30costi, dicono tantissimo. Poi è scoppiata la pandemia. Durante la pandemia quel nice to have
10:38che era la tecnologia nuova all'interno di questo settore, dove tante volte implementare
10:46già il digitale ha una curva di costi a rialzo e poi un ROI, un ritorno sull'investimento,
10:53che viene diluito nel tempo. Tante case farmaceutiche hanno fatto difficoltà perché c'era
10:58questa barriera dei costi di implementazione e preferivano continuare con la carta e con la penna.
11:02Durante la pandemia, ahimè, tutti quegli studi, parliamo di un 80% che si sono bloccati,
11:09sono ritardati, che non avevano soluzioni digitali, hanno subito ritardo e sono stati
11:13sospesi e dunque quel nice to have è diventato un must have. Un must have dove però abbiamo un
11:19ulteriore fattore. Se noi pensiamo che andiamo a eliminare o a ridurre la presenza fisica,
11:26quindi le visite fisiche in ospedale tra medico e paziente, abbiamo ancora più bisogno di ingaggiare
11:32gli utenti, abbiamo ancora più bisogno di empatizzare con i pazienti e dunque non soltanto
11:37digitalizzazione, ma digitalizzazione intelligente grazie all'assistente virtuale con il metodo
11:43CoPro, che è quello che abbiamo portato. E dunque durante la pandemia, grazie a questo mix di
11:49value proposition del nostro prodotto e di innovazione, siamo riusciti a scalare molto
11:55più velocemente, grazie alla domanda aumentata rispetto al nostro prodotto, siamo riusciti a
12:00crescere da 9 dipendenti a 40 dipendenti in un annetto circa, fino poi ad arrivare a quella
12:07che è stata la exit lo scorso novembre 2021 da parte di una multinazionale di consulenza americana.
12:14Allora, appunto tu hai detto che ormai questo è diventato un must have, quindi ovviamente
12:22tu sei ritrovato, come hai già detto giustamente, a gestire un business che ormai è qualcosa
12:28probabilmente molto più grande, forse anche non so di come te lo eri immaginato, non lo so, è
12:33diventato qualcosa di molto grande. Allora io ti dico, da un punto di vista economico, com'è che è
12:39sostenibile, cioè qual è il modello di business di una cosa che ormai è grande, cioè insomma
12:46importante? Anche lì abbiamo cercato di introdurre nel mercato dove di solito venivano
12:55prodotti custom software e venivano dati venduti nella sua interezza alle case farmaceutiche,
13:03abbiamo introdotto il noi facciamo tutto, ci prendiamo cura di tutto, il custom software
13:09diventa un prodotto e noi diamo la licenza, quindi per come compriamo la licenza Netflix,
13:16compriamo la licenza Spotify eccetera eccetera, anche i nostri clienti pagano una licenza per
13:23l'ottenimento, per la personalizzazione del prodotto che va quindi personalizzato su ogni
13:27specifico cliente, su ogni specifico paziente e poi per il mantenimento del prodotto in mercato
13:35fino a quando questi esperimenti sono i clinici che finiscono. Quindi abbiamo un modello che noi
13:40definiamo custom SAS. Cioè un'iscrizione in poche parole. Esatto, pagato dalla casa farmaceutica la
13:47quale può essere volta da titolo gratuito ovviamente sia a pazienti che a produttori
13:52di sicurezza sanitaria la soluzione. Visto che diciamo soprattutto queste interviste le guardano
13:58prevalentemente persone addirittura più giovani di me, quindi stiamo parlando cioè comunque ragazzi
14:03che insomma stanno cominciando adesso il loro percorso. A me ha colpito il fatto che tu
14:10abbia detto sai io facevo prima l'infermiera, avevo comunque già una predisposizione per questo
14:15mondo, cioè ho fatto l'infermiera, cioè comunque tu conosci il settore, cioè non è che ti sei lanciato a
14:19caso e una cosa che io noto spesso che ci sono delle persone giovani che anche ingenuamente
14:24si lanciano in dei settori senza avere alcun tipo di, come posso dire, esperienza e invece
14:31secondo me un mestiere tu lo devi conoscere, non puoi lanciarti. Quindi ti voglio un attimo
14:36chiedere cosa ne pensi tu di questo e cosa consiglieresti a un giovane che magari vuole
14:41entrare in questo mondo, che possiamo definirlo mondo del health care alla fine,
14:46e che vuole darsi da fare in questo settore qui. Allora ai newcomers, tra
14:53bricoletti o ai wannabe imprenditori, quello che suggerisco sempre è di seguire, di costruire un
15:00team fortissimo. Una delle cose più importanti, se non la più importante, all'inizio è il team. Il
15:08team dove al cui interno ci deve essere di sicuro un esperto del mercato specifico che si vuole
15:15aggredire e se tra i founder non c'è bisogna trovarlo e farlo diventare founder. Dopodiché
15:23delle competenze eterogenee e complementari, quindi tre, quattro, cinque founders quelli che
15:30sono devono riuscire a lavorare insieme e coprire il 100% delle necessità che la startup ha nella
15:36fase da 0 a 1. L'altra cosa è di cercare di avere attorno sempre persone che sono migliori di sé
15:46anche nel ruolo che si ricopre, quindi a mano a mano che si va avanti bisogna assumere persone
15:51da cui si può imparare, a cui si può delegare, in maniera tale da riuscire a scalare il più
15:56velocemente possibile. Arrivo, sto scrivendo l'ultima cosa che hai detto. E appunto su questo
16:03discorso di delegare, secondo te c'è un po' la tendenza dei giovani che si vogliono lanciare nel
16:10mondo a dire faccio tutto io, faccio da solo, cioè tu lo noti questa cosa un pochino? Sì,
16:15allora delegare è difficilissimo. Io faccio ancora fatica oggi, però credo di essere migliorato
16:23tantissimo negli ultimi quattro anni, ma all'inizio è anche questa tendenza perché si ha un po' la
16:28paura di perdere il controllo, perché si va molto facilmente nella tendenza del famoso
16:33micromanagement che anziché essere produttivo va a produrre delle inefficienze e fondamentalmente
16:46quindi sulla delega, ah sì, bisogna imparare a cercare di delegare dando degli obiettivi e
16:54proprio obiettivi e aspettative e lasciare il resto alla persona che è delegata. Quindi non
17:02ti dico come fare le cose, ti dico l'obiettivo dell'attività che ti sto dando e ti dico le mie
17:09aspettative rispetto a quell'obiettivo. Poi sta a te completare con l'attività e facendo questo
17:19si dà più spazio, più ampio margine a lasciare libera la creatività della persona, perché tutti
17:25facciamo le cose, magari raggiungiamo lo stesso obiettivo, ma lo facciamo in mille modi diversi,
17:30ognuno con la propria creatività, con la propria expertise. L'altra cosa rispetto alla delega,
17:38una è delega e l'altra? No, l'altra era il discorso, cioè te la stavo per fare. Tante
17:47volte oltre a fare questo faccio tutto io, tante persone mi vengono a dire che hanno paura di
17:52parlare della propria idea con gli altri per paura che gli venga rubata. Allora lì io cerco
17:56sempre di sfatare questo mito degli altri che ti vengono a rubare l'idea di business, perché un
18:02conto è avere l'idea, un conto è metterla giù, metterla a terra e creare qualcosa da quest'idea.
18:07Dal punto A al punto B ci stanno in mezzo un sacco di soldi, un sacco di tempo, un sacco di errori,
18:17quindi anzi io penso che, come fece l'epoca, parlare con più persone possibili, avere degli
18:26input vanno ad aiutarti a modellare quell'idea e a distanza di x mesi dalla tua primordiale idea,
18:35dopo aver parlato con tanta gente di settore, non di settore, la più disparata, ci si rende conto
18:41che il punto di arrivo B della stessa idea tante volte è completamente diverso rispetto all'idea
18:46primordiale. Allora io ti ringrazio e soprattutto spero che queste ultime cose che hai detto
18:53vengano, diciamo, incanalate bene, perché credo che siano molto importanti per qualsiasi persona
18:58giovane o anche non giovane che voglia, insomma, cominciare un business e poi si spera che abbia
19:03anche successo, anche se è molto molto difficile, ci vuole tanto lavoro e ti ringrazio tantissimo
19:07per essere stato con noi. Grazie, grazie Alessandro. Grazie mille Marta.