• 2 mesi fa
Dai cambiamenti climatici alla pandemia passando per il Dna: tante sono le sfide vitali per la nostra sopravvivenza che ci attendono ne abbiamo parlato con Barbara Gallavotti.

Approfondisci il contenuto su Money.it: https://www.money.it/sfide-lotta-cambiamenti-climatici-virus-intervista-barbara-gallavotti
Abbonati a Money.it - naviga senza pubblicità e scopri tutti i contenuti premium dedicati agli abbonati: https://premium.money.it/

Category

🗞
Novità
Trascrizione
00:00Oggi siamo qui con la scrittrice e divulgatrice scientifica Barbara Gallavotti che, oltre ad
00:11aver pubblicato davvero molti libri interessanti come l'ultimo, Confini invisibili, di cui parleremo
00:18dopo, da più di vent'anni lavora nel mondo dell'informazione e della divulgazione attraverso
00:23trasmissioni televisive di approfondimento che hanno fatto la storia del nostro paese,
00:28come Superquark o Ulisse. Grazie dottoressa di avere accettato l'invito. Grazie a voi,
00:34un vero piacere. Allora, a partire da questa settimana migliaia di ragazzi hanno iniziato
00:41ad affrontare la loro maturità e in una traccia della prima prova scritta di italiano gli veniva
00:46proposto di riflettere su un discorso fatto dal premio Nobel per la fisica a Giorgio Parisi sui
00:51cambiamenti climatici. Vorrei iniziare proprio da qui perché credo che sia un tema molto importante
00:57di cui ancora oggi si parla un po' troppo poco. Cosa sono e come nascono i cambiamenti climatici?
01:02Allora, i cambiamenti climatici sono un'alterazione delle condizioni dell'atmosfera del nostro
01:11pianeta che determinano appunto il fatto che il clima non è diverso negli ultimi anni da quello
01:18a cui eravamo abituati, ma in realtà è un cambiamento che è iniziato molto molto tempo fa,
01:24è iniziato a causa dell'accumularsi in atmosfera appunto di gas serra prodotti dall'uomo e questi
01:31gas serra hanno cominciato a essere molti a partire dalla rivoluzione industriale, quindi
01:37una data che viene collocata a questo scopo diciamo in maniera un po' imprecisa, ma per
01:42intenderci, intorno al 1850. Nel 1850 appunto l'immissione di gas serra, in particolare di
01:49energie carbonica, ma non solo, nell'atmosfera ha fatto sì che ci fosse un'alterazione del clima
01:57di cui si sono sentiti gradualmente gli effetti nel corso degli anni, ma soprattutto direi negli
02:03ultimi vent'anni o venticinque abbiamo visto un innalzamento delle temperature medie progressivo
02:10sempre più alto, abbiamo superato appunto un grado di innalzamento della temperatura media
02:16del pianeta oggi rispetto a quello che si aveva nel 1850 e questo significa che se questo processo
02:23continuerà e secondo gli esperti se supereremo il grado e mezzo, abbiamo già superato il grado,
02:30non dobbiamo superare il grado e mezzo, perché se questo accadrà ci sarà un tale cambiamento
02:35nelle condizioni generali della terra da mettere a serio rischio l'esistenza di molte specie fra
02:43le quali la nostra. Troppe volte si parla di cambiamenti climatici come qualcosa che accadrà
02:50in un futuro prossimo, mentre in realtà li stiamo vivendo, quali sono le conseguenze pratiche
02:57sull'uomo? Beh dunque un po' di anni fa si parlava di cambiamenti climatici come qualcosa
03:03del futuro, ormai è qualche anno che gli effetti sono talmente evidenti che giustamente se ne parla
03:12come qualcosa che sta accadendo adesso. Per esempio sono aumentate notevolmente le ondate
03:18di calore nelle città e questo significa che sono aumentati in maniera molto palpabile i decessi
03:26soprattutto delle persone anziane, neanche tanto anziane, diciamo dai 65 anni in su, dovute appunto
03:32alle conseguenze di un calore eccessivo, ma poi lo vediamo nelle nostre montagne, i ghiacciai non
03:40sono più dell'estensione che avevano un tempo e non ci torneranno mai nella nostra vita.
03:46E l'altra cosa che vediamo proprio in questi giorni è la siccità che è dovuta in parte al
03:52fatto che piove poco, in parte al fatto che si è tutto un po' sregolato, per cui per esempio
03:57proprio quest'inverno per Quinta Dimensione noi eravamo stati, la trasmissione che io ho condotto
04:03sull'E3, eravamo stati nelle Dolomiti e avevamo verificato a passorolle che non c'era neve. Era
04:11una sensazione molto strana perché era inverno, c'era neve sulle punte più alte, ma a una quota in
04:19cui normalmente si è abituati a vedere neve, neve non c'era. E questo cosa significa? Significa che
04:26nevica di meno, la neve si scioglie prima, quindi alimenta in tempi non ottimali i corsi d'acqua che
04:34vanno a valle e quando arriva l'estate o la tarda primavera, comunque la stagione in cui molte
04:40culture avrebbero bisogno di acqua, l'acqua non c'è perché appunto non la ricevono dai nevai come
04:48l'avrebbero dovuta ricevere. Questo è un esempio, ma poi sentiamo parlare molto spesso anche
04:53dell'innalzamento dei mari e così via. Tutti questi effetti che noi sentiamo sono comunque
04:59molto lievi rispetto a quelli che si sentono in paesi molto più svantaggiati
05:06dei nostri. L'emergenza climatica è qualcosa di veramente tangibile, per esempio in molte zone
05:12dell'Africa, in molte zone dell'Asia e questa è innanzitutto una tragedia umanitaria, ma è anche
05:19una tragedia economica che fa sì che molte persone siano costrette a cercare delle alternative fuori
05:27dal loro paese e quindi c'è ricaduta tutta una serie di effetti che includono anche appunto i
05:34profughi climatici, persone che non possono più vivere dove hanno sempre vissuto perché le
05:39condizioni dell'ambiente dove dove vivevano sono diventate insostenibili, non si riesce più a
05:44coltivare la terra, non si riesce più a gestire l'ambiente in modo da poter vivere. Sono tutte
05:51pessime notizie, però non dobbiamo dimenticare che è anche una grande occasione. Intanto è
05:58un'occasione per le nostre generazioni, soprattutto per le vostre, in qualche modo di salvare il
06:03pianeta perché si possono prendere delle iniziative appunto contenendo i cambiamenti climatici che
06:09sono in corso, fermandoli per riuscire a dare un futuro alla nostra specie sulla terra, ma come
06:17ha detto anche Greta durante l'ultima riunione di Youth for Climate a Milano, sono anche una
06:26straordinaria opportunità di sviluppo economico perché riuscire a vivere in modo soddisfacente
06:34senza incidere sull'ambiente e richiede tecnologia, richiede posti di lavoro, richiede specializzazioni
06:41e richiede a mio avviso lo spostamento del ruolo delle persone da consumatori, cioè persone che
06:49acquistano beni e che costano energia e li consumano, a fruitori perché un'altra cosa
06:56che potrebbe far muovere l'economia anziché il consumo è appunto la fruizione di un'area
07:03più pulita, un ambiente più favorevole, la possibilità di passare il tempo libero in
07:10luoghi piacevoli. Sono tutti beni che hanno un valore e dobbiamo abituarci a dare un valore a
07:18queste cose che consideravamo scontate, ma scontate non erano tant'è che moltissimi di noi non se le
07:23possono permettere. Tu hai detto che la lotta ai cambiamenti climatici è appunto una grande
07:28opportunità soprattutto per la nostra generazione, ma allo stato attuale cosa stanno facendo i
07:34governi di tutto il mondo? Allora, in realtà non stanno facendo abbastanza, è una situazione
07:39resa complessa dal fatto che secondo gli esperti le tecnologie per affrontare i cambiamenti
07:47climatici ci sono e ci sono anche le conoscenze che servono a capire cosa fare per affrontare
07:56i cambiamenti climatici. Tuttavia, in qualche modo siamo un po' in un vicolo cieco, perché
08:01siamo in un sistema economico per cui questo passaggio che dicevo prima delle persone da
08:07consumatori a fruitori, questa rivoluzione economica che bisognerebbe fare per rinunciare
08:14ai combustibili fossili e passare a delle forme di energia sostenibili, richiede ovviamente una
08:25complessissima riorganizzazione anche delle persone che lavorano, perché le persone che
08:30lavorano adesso hanno competenze in certe direzioni, servono delle nuove competenze.
08:35Quindi, in qualche modo, i fisici direbbero che siamo forse in un buco di potenziale, no? Dobbiamo
08:42uscire dalla nostra situazione, dal buco in cui ci siamo infilati e questo richiede uno sforzo
08:49per arrivare al suo esterno, dove invece avremmo delle opportunità straordinarie. Quindi il
08:56problema è riuscire a fare questo sforzo che di questi anni lo dobbiamo fare adesso per
09:03rivoluzionare il nostro modo di, per esempio, ottenere energia e tenendo presente che non
09:12abbiamo un passato aureo a cui tornare, perché prima della rivoluzione industriale, anche
09:19quando le tecnologie non erano particolarmente avanzate, si viveva male. Nel 1901 le persone
09:27avevano, per esempio in Italia, non avevano certo l'impatto pesante sul pianeta che ha
09:33oggi ciascuno di noi, però l'aspettativa di vita era di 40 anni, 42, 43 alla nascita,
09:39e il cibo lo coltivavano 7 lavoratori su 10, se ben ricordo. I giornalisti
09:48erano una rarità, le persone che lavoravano negli uffici erano una rarità, i creativi
09:56non esistevano, perché la maggioranza della forza lavoro era necessaria sui campi e non è a quello
10:03che noi vogliamo tornare. Noi vogliamo arrivare a una condizione in cui manteniamo le conquiste
10:12di benessere che abbiamo avuto, le ferie, il tempo libero, tutte cose che all'epoca non
10:17esistevano, le allarghiamo a quella enorme fetta di umanità che ancora non le ha, ma allo stesso
10:24tempo la nostra vita incide molto meno di quanto non faccia adesso sull'ambiente e la dobbiamo
10:30vedere come una continuazione dell'avanzamento tecnologico che abbiamo vissuto finora, non come
10:37una rinuncia dell'avanzamento tecnologico, è un ritorno a tempi in cui la vita era durissima.
10:42Inoltre nel tuo libro citi un filo che collega i cambiamenti climatici con
10:50quell'esperienza tragica da cui stiamo ancora cercando di uscire, che è il coronavirus.
10:55Qual è questo filo? Io penso che in qualche modo, purtroppo, la pandemia sia stata un po'
11:02la prova generale di quello che dobbiamo fare per affrontare i cambiamenti climatici. Perché?
11:10Perché la pandemia ci ha dimostrato alcune cose. Innanzitutto ci ha dimostrato che i problemi
11:15globali si affrontano insieme come umanità. Il virus, se stiamo ancora combattendo così tanto
11:24con il virus, probabilmente continueremo a farlo per molto tempo e anche perché non tutta la
11:30popolazione del pianeta si è protetta contemporaneamente e ugualmente dalle infezioni.
11:36Il virus più circola e più ha opportunità di mutare, di diventare sempre più pericoloso.
11:42Abbiamo visto le forme che stiamo cercando di affrontare adesso come Omicron comparire
11:48in zone del mondo dove l'assistenza sanitaria è non certo ai nostri livelli e dove molte persone
11:56vivono con malattie che mettono in crisi il sistema immunitario per lungo tempo, per esempio
12:02l'AIDS. Queste sono condizioni di debolezza che per il virus rappresentano un'opportunità,
12:11perché una persona che non ha la giusta assistenza sanitaria e magari un sistema immunitario indebolito
12:17per cui si trova a confrontarsi per il virus molto a lungo è per il virus una sorta di palestra nella
12:23quale può evolvere diciamo delle forme nuove. E perché i virus non conoscono confini? L'abbiamo
12:32visto, non c'è modo di tenere un virus confinato in una zona del mondo, basta un uomo d'affari,
12:38un turista, un viaggiatore che senza dubbio soprattutto un virus respiratorio così contagioso
12:47può essere portato in qualsiasi parte del mondo. Siccome i virus non conoscono confini,
12:55se non si riesce a affrontarlo tutti insieme garantendo tutti le stesse opportunità di
13:02protezione è evidente che non riusciremo mai a vincere veramente il nostro confronto con il nuovo
13:09coronavirus. La stessa cosa, molto più in grande purtroppo, vale per i cambiamenti climatici. I
13:15cambiamenti climatici sono un problema di tutti noi. Se non riusciremo a mettere tutta l'umanità
13:22nelle condizioni per esempio di non dover vivere deforestando ampie zone del pianeta, di non dover
13:31vivere bruciando dei combustibili fossili come il carbone che sono facilmente accessibili, di potersi
13:40preoccupare del futuro anziché proprio sempre del presente che rappresenta un ostacolo alla
13:48sopravvivenza, se non saremo tutti in questa condizione non potremo affrontare il problema
13:53dei cambiamenti climatici. Ma non è solo questo, c'è anche il punto che siccome affrontare i
13:58cambiamenti climatici richiede molta creatività, molte nuove idee, molte capacità, non possiamo
14:06permetterci di rinunciare alla forza creativa di buona parte dell'umanità perché quell'umanità è
14:13preoccupata di riuscire a sopravvivere al giorno presente. Inoltre leggendo il tuo libro ho scoperto
14:20che il nostro mondo è davvero pieno di microbi, alcune stime suggeriscono che ne esistono più di
14:28mille miliardi di specie, non pensavo sinceramente fossero così tanti, per farci un'idea dei
14:35mammiferi esistono solamente 7 mila specie. Solo in tempi abbastanza recenti, inoltre nel
14:40XIX secolo all'incirca, abbiamo capito che essi possono essere la causa delle più terribili
14:45malattie. Com'è stato possibile che nel XXI secolo il mondo globalizzato della rivoluzione
14:51tecnologica permanente sia stato messo in ginocchio da un piccolissimo microbo? Ma in realtà forse
14:59siamo stati fortunati che non ci era ancora accaduto prima, se vogliamo abbiamo avuto
15:04diverse prove generali, diverse dimostrazioni della capacità di virus molto pericolosi di fare
15:11il salto di specie, cioè di passare da una specie serbatoio in cui si trovano abitualmente,
15:16cambiare e diventare in grado di infettare le persone e poi di passare da una persona all'altra.
15:21L'HIV per esempio, l'HIV il primo caso di infezione di virus l'HIV noto addirittura
15:30del 1959, non se ne era accorto quasi nessuno fino agli anni 80 quando evidentemente c'è stato
15:38un salto di specie più di successo degli altri e il virus si è diffuso. Ma siccome ha modalità
15:46di diffusione particolari, non è un virus respiratorio che si contagia facilmente come
15:53il coronavirus, quella volta l'epidemia è devastante, ha fatto moltissime vittime ma
15:59evidentemente è stata contrastata con metodi diversi da quelli che sono stati necessari questa
16:04volta qui. Ebola. Ebola ha fatto il salto di specie probabilmente molte volte negli ultimi
16:11anni ma essendo un virus veramente molto molto letale, chi era infettato da ebola stava subito
16:20così tanto male, era così facile da individuare che il virus non ha avuto modo di viaggiare molto
16:26perché appunto chi è infettato non riesce, non è nelle condizioni di muoversi e quindi questo
16:32ha impedito la diffusione di ebola. La SARS. La SARS ancora una volta un virus pericolosissimo,
16:38molto simile ovviamente a SARS-CoV-2 quindi al nuovo coronavirus ma un tale per cui molto
16:45probabilmente aveva pochissima diffusione da sintomatici e quindi ancora una volta è stato
16:51relativamente facile, almeno è stato possibile isolare le persone positive e contenere l'infezione
16:59meno male perché era molto più letale di quanto non sia stato SARS-CoV-2. Ma questo per dire che
17:05salti di specie ne accadono in continuazione e ogni volta è un po' come giocare alla roulette
17:11russa, si preme il grilletto e si spera che non sia la volta in cui parte la pallottola letale.
17:19Questa volta è partita. Non è vero che siamo stati sorpresi. La comunità scientifica se lo
17:25aspettava, se lo aspettava da molto tempo, tant'è che erano in corso dei progetti di ricerca che
17:32erano volti a cercare di studiare i virus presenti nel mondo animale e studiarli in anticipo in modo
17:40da essere pronti a contrastarli qualora avessero fatto il salto di specie, avessero imparato a
17:45contagiare l'uomo. I ricercatori avevano chiamato uno di questi progetti PREDICT, l'avevano definito
17:52come un tentativo di rendere la sfera di cristallo un po' meno opaca, che dà l'idea di quanto
17:59difficile sia fare questo tipo di previsione. Non solo è difficile, è anche costoso, tant'è che
18:06PREDICT, che è uno di questi progetti, è stato chiuso nel marzo, se non sbaglio, del 2020,
18:12proprio per mancanza di fondi, nel marzo del 2020, quando noi ci chiudevamo già dentro casa
18:19perché eravamo già alle prese con il nuovo coronavirus. E quanto è costato l'epidemia di
18:26covid? È una cifra che è ancora difficile da calcolare e sicuramente ordine di grandezza
18:33superiore a quello che sarebbe stato il costo necessario per fare un'indagine più approfondita
18:40dei possibili agenti infettivi potenzialmente pericolosi, quindi anche qui dobbiamo imparare
18:46a giocare d'anticipo perché non possiamo permetterci di fare diversamente. Quindi la parola ad ordine è
18:52giocare in anticipo, ma questo vuol dire che ci potrebbero essere altre pandemie in un futuro
18:58prossimo molto vicino? Sicuramente ci saranno altri salti di specie in un futuro prossimo molto
19:05vicino. I ricercatori hanno già una serie di sospettati speciali, guardati a vista, di agenti
19:11infettivi che sono poi quasi sempre virus, perché contro i batteri comunque in genere abbiamo gli
19:16antibiotici, quindi a fare paura sono sostanzialmente virus. Hanno già una lista di sospettati gravi che
19:23tengono sotto controllo. Che questo porti a una pandemia terribile come quella che abbiamo
19:30vissuto in questi anni, a mio avviso non è necessario perché nel frattempo intanto abbiamo
19:36sviluppato con questa pandemia qui delle tecnologie per mettere a punto dei vaccini in maniera molto
19:43rapida, sono i vaccini a RNA. Quelle abbiamo imparato ormai come si fa e ce le teniamo da
19:49parte, potrebbe essere utile in un futuro quando e se verrà l'occasione di averne bisogno. Peraltro
19:57io ricordo che qualcosa tipo un miliardo e mezzo di persone vive entro cinque chilometri dai
20:04confini di una foresta che potrebbe ospitare animali, che ospita animali che potrebbero
20:10avere nel loro corpo virus capaci di fare un assalto di specie. Quindi ancora una volta la
20:15nostra pressione sugli ambienti selvatici, di cui dovremmo rispettare i confini invisibili come dicevo
20:21nel libro, ci porta a esporci a rischio anche di contatto con agenti infettivi pericolosi. Ma
20:29quello che abbiamo imparato con il nuovo coronavirus, il sistema di sorveglianza che
20:33abbiamo imparato a mettere su le conoscenze anche sul funzionamento del sistema immunitario e anche
20:38il grosso interesse che c'è stato tra l'epidemiologia, la virologia, l'immunologia e così via, spero che
20:46ci aiuterà in futuro a evitare una situazione come quella che abbiamo vissuto se anche dovessimo
20:52andarci incontro. Durante questa esperienza che abbiamo vissuto, da cui stiamo appunto scendo,
20:58dal punto di vista dell'informazione e della comunicazione abbiamo visto come spesso diversi
21:04membri della comunità scientifica si andavano a contraddire tra loro. Un errore di comunicazione
21:10o qualcosa di normale di fronte a un virus sconosciuto? È un po' tutte e due. Diciamo che
21:16di fronte a un virus sconosciuto è normale che i ricercatori abbiano una base di conoscenze che
21:22sono condivise, che sono considerate vere dalla comunità scientifica, per esempio in questo caso
21:28che si trattava di un virus che era un virus che aveva certe caratteristiche eccetera, e poi discutano
21:34sulle ipotesi che riguardano quello che ancora non si sa di volta in volta. Per esempio all'inizio
21:41dell'epidemia non si sapeva come si trasmetteva questo virus, si riteneva che analogamente alla
21:46SARS si trasmettesse principalmente da persone sintomatiche e da qui la scarsa preoccupazione,
21:52per esempio, per proteggersi da coloro che potevano essere asintomatici, le mascherine,
21:58che all'inizio erano sconsigliate e poi si è capito che erano necessarie. Tutto questo si è
22:03capito col tempo, questo e molto altro, attraverso una discussione nella comunità scientifica.
22:10Noi cittadini, per la prima volta nella storia probabilmente, abbiamo assistito in parte a questa
22:17discussione perché è stata portata subito sugli schermi televisivi, intervistando, interrogando
22:24ricercatori e scienziati che, essendo abituati a parlare con persone che hanno le loro stesse
22:30conoscenze, non sono abituati per esempio a mettere un chiaro limite fra le ipotesi e le
22:37conoscenze condivise, perché tra scienziati non ce n'è bisogno, tutti sanno quali sono le
22:42conoscenze condivise e quali sono invece le cose in dubbio. E forse quello che abbiamo capito è
22:49che serve anche la divulgazione scientifica, serve anche quel livello intermedio che esiste
22:59in tutti gli altri campi del giornalismo, di chi in qualche modo si pone a metà fra il mondo che
23:07è protagonista della vicenda che viene narrata e invece il pubblico, i cittadini anzi, che hanno
23:15bisogno di informazioni nelle partite di calcio, per dirla con un paragone semplice, con un paragone
23:22che a me piace molto. Tutti vogliamo sentire il grande campione, tutti vogliamo sentire il grande
23:28allenatore, ma poi c'è anche il giornalista sportivo che siede sulle tribune dalla parte
23:35degli spettatori, guarda la partita senza prendervi parte e la racconta e la
23:42contestualizza. C'è anche nella politica, in politica, di politica non parlano solo i politici,
23:48parlano anche i giornalisti specializzati, di teatro non parlano solo i grandi attori e
23:53grandi autori, parlano anche i critici teatrali e la stessa cosa anche nella scienza, non si
23:59capisce perché la scienza dovrebbe essere l'unico campo che non ha bisogno di questo
24:04sforzo di contestualizzazione. Nel tuo ultimo programma ci parli della quinta dimensione,
24:10ovvero quella della conoscenza, della capacità di osservare e andare a indagare la natura per
24:17anticipare le sfide del futuro. Quali sono le sfide che ci attendono? Beh, appunto, tornando a
24:23quello con cui abbiamo aperto la conversazione, chiaramente la sfida che ci attende è di
24:31garantirci, la più importante, è quella di garantirci un futuro su questo pianeta e poi ci
24:37sono tutte le sfide, diciamo, di entità minore che a volte servono a questo scopo qui. Per esempio,
24:46tutte quelle che riguardano la medicina. Noi abbiamo, nella trasmissione, per esempio,
24:52affrontavo sostanzialmente quattro temi. Uno era i cambiamenti climatici, evidentemente,
24:56l'altro era la necessità di contrastare o di convivere o di conoscere tutto il piccolo mondo
25:05dei microbi che non sono poi solo agenti infettivi, insomma, molti sono anche utili. Poi c'era una
25:14puntata che riguardava la possibilità di aumentare il tempo della nostra giovinezza,
25:20perché in genere pensiamo che vorremmo vivere più a lungo. Nessuno di noi vuole vivere più a lungo,
25:26noi vogliamo essere sani, in forza e stare bene più a lungo, ed è questa la vera e propria sfida
25:33della medicina e anche in parte la biologia. Capire perché il corpo invecchia e come evitare
25:40che questo scomporti un indebolimento e una perdita di salute. E poi la quarta puntata
25:49riguardava il DNA, che è un'altra interessantissima sfida, se così vogliamo dire, perché peraltro
26:00proprio una delle cose che ci ha insegnato questa epidemia è che il DNA interagisce con molte altre
26:07molecole, per esempio con l'RNA, lo stesso che purtroppo fa da patrimonio genetico al nuovo
26:13coronavirus, purtroppo per una serie di motivi, per esempio perché è capace di cambiare e quindi
26:19di rendere il coronavirus in grado di mutare molto velocemente più di quanto farebbe un virus al DNA.
26:26E quindi abbiamo capito che il DNA, sappiamo che il DNA è un qualcosa che abbiamo bisogno
26:37di conoscere meglio, sia per evitare delle malattie, sia per contrastare degli agenti
26:44infettivi, ma soprattutto per conoscere meglio noi stessi. Perché il DNA, studiare il DNA ci insegna
26:51per esempio anche il fatto che tutti gli esseri umani condividono sostanzialmente il 99,9% del
26:59loro patrimonio genetico e ci insegna anche che le diversità fra noi esistono evidentemente,
27:06perché siamo tutti diversi, ma non esistono in maniera così netta da differenziarci in gruppi,
27:13che noi siamo tutti un continuo e che le differenze evidenti che ci sono fra noi,
27:20per esempio nel colore della pelle, sono semplicemente il risultato di degli adattamenti.
27:24Per esempio noi europei siamo più chiari di quanto non siano i popoli che vivono ai tropici,
27:30perché abbiamo bisogno di assorbire di più i raggi del sole per poter fissare la vitamina D,
27:34perché viviamo a latitudini in cui i raggi del sole sono evidentemente più scarsi di quanto
27:40non siano i tropici o l'equatore e quindi abbiamo bisogno di riceverne di più per la
27:45salute delle nostre ossa e così via. Quindi le sfide che ci aspettano sono fondamentalmente
27:51delle sfide di conoscenza e di convivenza tra noi esseri umani, all'interno della
28:02nostra specie e tra la nostra specie e le altre che abitano il pianeta.

Consigliato