• 3 mesi fa
Arriva nei cinema il 5 settembre Campo di battaglia di Gianni Amelio, primo film italiano a scendere in gara per il Leone d'Oro del Festival di Venezia 2024. In concorso alla Mostra del cinema, il film è liberamente ispirato al libro La sfida di Carlo Patriarca ed è ambientato alla fine della Prima guerra mondiale. Protagonisti sono due ufficiali medici, interpretati da Alessandro Borghi e Gabriel Montesi, che lavorano nello stesso ospedale militare dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. «La prima guerra mondiale è stata un massacro di innocenti. Forse è stata l'ultima guerra che si è combattuta corpo a corpo, soldato contro soldato. La guerra guardata con i proprio occhi, direttamente, uno che moriva a un metro di distanza da un altro. Erano ragazzi che venivano da qualunque parte d'Italia e non si capivano neanche fra di loro, quando parlavano, perché parlavano dialetti diversi», dice il regista vincitore del Leone d'Oro con Così ridevano.
Campo di battaglia non è un film di guerra ma sulla guerra, sulle atrocità che vengono compiute ieri come oggi. «Tutte le guerre sono massacri di innocenti, perché nascono dal potere e dalla brama di potere e io paragono la guerra alla pena si morte, perché in nome del potere, quindi autorizzati da uno stato, degli innocenti vanno a sparare a un nemico».
Il personaggio interpretato da Borghi avrebbe voluto fare il ricercatore ma quando si trova in prima linea compie un tentativo disperato per evitare che quei ragazzi feriti tornino al fronte. Dice l'attore: «Purtroppo il film ha una contemporaneità disturbante, in un periodo storico che io vivo, personalmente, molto male, verso il quale mi sento fortemente impotente. Allora ogni tanto, quando mi trovo a casa e mi chiedo cosa posso fare, e la risposta è quasi sempre “nulla", ogni tanto mi vengono dei piccoli zampilli che mi fanno ricondurre la responsabilità di un futuro più promettente all'educazione».

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00:00Sarà nei cinema il 5 settembre il film di Gianni Amelio, Campo di Battaglia,
00:04presentato in concorso alla Mostra di Venezia. Liberamente ispirato alla sfida
00:09di Carlo Patriarch è ambientato sul finire della Prima Guerra Mondiale.
00:13I protagonisti sono due ufficiali medici interpretati da Alessandro Borghi e
00:17Gabriele Montesi che lavorano nello stesso ospedale militare dove ogni giorno
00:21arrivano dal fronte i feriti più gravi.
00:23La Prima Guerra Mondiale è stato un massacro di innocenti, forse l'ultima
00:30guerra che si è combattuta corpo a corpo, soldato contro soldato, la guerra
00:37guardata con i propri occhi direttamente, uno che moriva a un metro di distanza da
00:43un altro. Erano ragazzi che venivano da qualunque parte d'Italia e non si
00:48capivano nemmeno tra di loro quando parlavano perché parlavano dialetti diversi.
00:53Quello di Amelio non è un film di guerra ma sulla guerra, sulle atrocità
00:59che vengono compiute ieri come oggi. Tutte le guerre sono massacri di
01:03innocenti perché nascono dal potere e dalla brama di potere e io paragono la
01:10guerra alla pena di morte perché in nome del potere, quindi autorizzati da
01:16uno stato, degli innocenti vanno a sparare a un nemico.
01:23Il personaggio interpretato da Borghi avrebbe voluto fare il ricercatore ma
01:27quando si trova in prima linea compie un tentativo disperato per evitare che quei
01:31ragazzi feriti tornino al fronte. Purtroppo il film ha una contemporaneità
01:37disturbante, in un periodo storico che io vivo personalmente molto male e verso
01:43il quale mi sento fortemente impotente e allora ogni tanto quando mi trovo a
01:47casa a dire che cosa posso fare per questa cosa e la risposta è quasi sempre
01:51nulla, ogni tanto mi vengono dei piccoli zampilli che mi fanno ricondurre la
01:57responsabilità di un futuro più promettente all'educazione.

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