Siamo nella parte nord-est della regione Toscana un viaggio con una guida d'eccezione.
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ViaggiTrascrizione
00:00Musica
00:30Dal tetto di Casa Lisi si vede questo paesaggio, proprio di fronte c'è la Torre dei Donati,
00:57il nostro mestiere è quello di entrare nella vita privata degli altri, ma si fa sempre una certa differenza tra la propria vita privata e l'altrui.
01:12Tra questi pensieri, incertezze e titubanze, entravo in Borgo degli Albizi IV, la casa di mio padre, lo scrittore Nicola Lisi.
01:21Ascolta Margherita, senti questo pensiero di Black, il sorcio, il topo, la volpe e il coniglio costudiscono le radici, il leone, la tigre, il cavallo e l'elefante costudiscono i frutti.
01:39Nicola è nella sua solita poltrona, accanto a mia madre.
01:42Portate i giornali, mamma.
01:46Senti babbo, tu sai che noi stiamo girando un documentario che si intitola Il Mugello di Nicola Lisi.
01:52Allora dimmi cosa vuoi.
01:53Tra tutti i tuoi libri, quello che ha avuto maggior successo è Il diario di un parroco di campagna.
01:58Questo diario ha qualche relazione col Mugello?
02:01Certamente ha relazione col Mugello perché io a Montecarelli conobbi Don Antonio, Don Antonio che era parroco lassù e che è stato il personaggio ispiratore del libro.
02:13Ora, ascolta.
02:19Ascolta questa nota del mio libro Amore e desolazione, il libro che scrissi a fine della guerra, il mio diario di guerra, si potrebbe chiamare Il diario della Resistenza.
02:3118 gennaio 1944.
02:34Ricorre oggi l'anniversario della morte di Don Antonio Ricciarelli che fu parroco per 42 anni della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo in quel di Barberino di Mugello.
02:45Nata a Sant'Agata presso Scarperia, era cugino di mia madre.
02:49Don Antonio trascorse tutta la vita in compagnia della sorella.
02:52Aveva gli occhi piccoli, celesti, che nei momenti di sua facile gioia si accendevano d'innocenza.
02:58Visse ritirato forse più di quanto si conviene a sacerdote.
03:03Non era riuscita a superare la nativa timidezza, preoccupato sempre di essere importuno.
03:08Leggeva tutti i giorni il breviario, sol che non piovesse, girando intorno alla chiesa e alla canonica, isolate sul cocuzzolo del monte.
03:16Monte Carelli è una piccola frazione sulla strada bolognese a pochi chilometri dalla futa.
03:22Il luogo oggi è ancora più isolato di un tempo per il traffico che si è spostato sulla tua strada del sole.
03:29La chiesa sul cocuzzolo del monte è quella di Don Antonio Ricciarelli, il parroco del diario di un parroco di campagna.
03:37Tu venivi spesso qua su?
03:38Tutti gli anni in estate e poi molte volte ci veniva anche in primavera.
03:46E il Chiu?
03:46Il Chiu era il timore di Don Antonio perché quando si tornava dal cimitero si teneva a nicchio perché aveva paura che il Chiu li portasse via a nicchio.
03:56Allora io per stare di palla con lui mi tenevi il cappello.
04:01Chiu è il nome toscano dell'assiolo, un piccolo gufo che ha la singolare abitudine di accompagnare la sera le persone che vede passare.
04:12A mio padre sono sempre piaciuti questi animali strani.
04:16Guarda com'è bella questa facciata, questi rossi bagnati ancora, è bellissima.
04:22La voglio mettere sulla copertina della tredicesima edizione ora che Vallecchi sta preparando.
04:29Buongiorno signori.
04:30Oh buongiorno, buongiorno, buongiorno.
04:33È il successore di Don Antonio.
04:34Ah è il successore di Don Antonio.
04:35Sì.
04:36Senti ma allora è stato Don Antonio a ispirare il parro?
04:38Ma sì, all'inizio fu Don Antonio a cui trassi ispirazione ma poi mi accorsi che il parro ero io e allora lo vai a Firenze e poi lo scrivi via a Bologna, te lo ricordi?
04:49Sì.
04:50Perché eri in casa allora.
04:50Senti ma il vento luminello in cui fallire il parro, cosa sei?
04:53Il vento luminello è un vento di qua, è un vento di tramontana poi.
04:57Un vento di queste montagne?
04:58Il vento di queste montagne là giù dove vedi la neve è più, ecco, la copertura maggiore di neve.
05:04Il vento luminello è quello che fa ammalare le galline?
05:07Sì, sì, così almeno diceva la sorella di Don Antonio.
05:10Rividi Don Antonio per l'ultima volta nel dicembre del 1941, un mese prima che morisse.
05:21Era una giornata non fredda e tutta luce, una di quelle che profondamente toccano l'anima se capitano d'inverno.
05:29Andavo insieme al mio figliolo a Borgon bicicletta.
05:32Beppe, ti ricordi?
05:34Don Antonio camminava solo da un lato della strada.
05:38Era diventato magro, ma gli occhi parevano ancora vivaci fiorellini.
05:42Ricordi, fu qui che trovavamo Don Antonio.
05:44Fu qui che ci incontrammo, ma noi in una giornata come questa, altrimenti il vento l'avrebbe portato via.
05:48Veniva di lassù, dal convento e andava al ricopero di San Francesco.
05:52Andiamo a ricopero anche noi?
05:54Ma che c'è?
05:54Padre Massimo?
05:56Appoggiammo le biciclette alla siepe e sino alla viottola che dalla strada giungeva a fabbricato, gli tenemmo compagnia.
06:02Faceva un certo numero di passi e per qualche momento stava fermo.
06:06Non avviava più nessun discorso, rispondeva soltanto alle domande.
06:10Gli chiesi il suo parere sulla gente.
06:12Disse, il male ormai, dalle città, ha invaso le campagne.
06:18Don Antonio e la fedele sorella Maria morirono qui, nell'ospizio dei poveri vecchi del Mugello, a cui avevano fatto vitalizio.
06:29L'ospizio, a pochi chilometri da Borgo San Lorenzo, è diretto da un vecchio e santo cappuccino.
06:38C'è padre Massimo?
06:40Padre Massimo, il protagonista del mio libro, il diario di un parroco di campagna, come lei sa perché l'ha letto,
06:49non muore, ma si addormenta nel sonno, in un sogno santo, perché nella visione del ricordo di tutte le sue esperienze passate
06:57e soprattutto nella visione della Madonna.
06:59Io possesso essere giudice e testimone della morte, non del sonno, di questo santo sacerdote
07:07che morì assistito da me con vera edificazione di tutti i presenti.
07:13Senta, ma il mio padre parla sempre dei vecchi, qui di vecchi ce n'è tanti, è tutto pieno di vecchi, ma sono tutti mugellani questi vecchi.
07:20Non tutti mugellani, qualche d'uno sono di Firenze, qualche d'uno di Pistoglia, qualche d'uno della base Italia.
07:26Si fa a vederli questi vecchi?
07:27E' la sua di Piombino.
07:28E' la sua di Piombino.
07:29Andiamo a vedere questi vecchi.
07:30Con quanti figli è legata la storia di mio padre questo spizio di vecchi?
07:34Fu in questo luogo che Nicola Lisi, insieme a Betocchi e Bargellini, fondarono nel 1923 quel curioso foglio,
07:43il calendario dei pensieri e delle pratiche solari.
07:47Gli stessi amici che, cinque anni più tardi, dovevano fondare il frontespizio.
07:52Giochi, quanti anni ha?
07:55Ottanta.
07:57Sono 23 anni, sono il padre Cappuccini.
08:00E' contento?
08:01Sì, benissimo.
08:01Oh, bravo.
08:04Bicchierai.
08:04Bicchierai.
08:06Presente.
08:07Quanti anni?
08:0964.
08:11Sono pochi.
08:12Eh, sono pochi, ma escerò.
08:15Foschi.
08:16Presente, 84.
08:18Da 60 anni in poi siamo tutti coetà.
08:20Tutti insieme avete un migliaio d'anni, tutti voi.
08:22Tutti insieme si forma un migliaio d'anni.
08:26Ma qui sono tutti vecchi, ma in un'altra parte ci sono anche delle vecchie.
08:29Sicuro, anche le vecchie ha il medesimo numero.
08:32Eh, e vogliamo andare a vedere un po' queste vecchie?
08:34Andiamo a vederle, sì.
08:36Ma voi non ci contente anche di vedere?
08:38Ma voi non ci contate con le vecchie?
08:40No, pure no.
08:40Saludate Gesù Cristo.
08:47Che belle e ordinate vecchine, che nuova innocenza.
08:51Oh, bravo il noto mio professore.
08:53Meglio un po' da dire, non è logico che se lo meritano queste vecchine, perché sono buone, di preghiera, obbedienti, alle suore e frequentemente vengono sempre alla chiesa.
09:04Oh, via, via, via, ma aiuccia.
09:06Siedete, sedete, non mi fate ballare.
09:08Siedete, sedete.
09:12La chiama un po' quella là e fa ballare anche lei.
09:17Pensi abbia avuto importanza per te essere nato a Scarperia?
09:20Certo, perché la mia sorte è stata quella, come per ogni altra persona il logo in cui è nato.
09:28E cosa ricordi della tua prima giovinezza che abbia influito maggiormente nel tuo lavoro di scrittore?
09:34Oh, ricordo le rondini che a quei tempi erano alte nei cieli tutte le mattine e squillanti nei cieli tutte le mattine.
09:43Mi ricordo anche molto bene delle gite che facevo con mio padre fino alla villa del Palacio.
09:49Alla villa del Palacio era allora dei Tolomei.
09:51I Tolomei sono la famiglia che tutti sappiamo, insomma, per quello, per noi che siamo nati a Scarperia, la villa rimane sempre la villa dei Tolomei.
09:59Nicola Lisi rimase colpito dalla strana atmosfera di questa villa.
10:04Mi dice che qui immaginò uno dei suoi più bei racconti, il parapetto.
10:09Sul parapetto che vedete, un frate con la barba castana, ricciuta e fina e che indossava una pianeta verde, nell'atto di spiccare il volo.
10:20Lo stupore di un osservatore nascosto e la scoperta poi che era un ascetico spirito.
10:28L'atmosfera magica di certi racconti di Lisi viene da questa villa in abbandono,
10:35dai suoi angeli di pietra con un sorriso tra la semplicità e l'ironia,
10:39col suo giardino all'italiana dal bosso un tempo accuratamente rasato,
10:45ma il cui parco di grandi e folti alberi ricorda il nord romantico e la sua letteratura del mistero.
10:54La torre di Scarperia era una torre di guardia fiorentina, a guardia della strada per Imola.
11:00Scarperia è un'antica dipendenza di Firenze, questa è la sua storia.
11:04Gli scarperiesi sono spiritosi e scettici, che sono le doti della città madre poco distante,
11:11e in più lunatici. Al primo piano di una casa del corso, che ora ha al pian terreno l'ufficio postale, è nato mio padre.
11:21A Scarperia Lisi è restato fino a vent'anni. Molti personaggi dei racconti sono scarperiesi,
11:27abitavano in queste strade che ricordano la via Toscanella di Rosai.
11:33Appena fuori del paese, sulla strada che conduce al gioco, dove il dannunzio vide fiorir bianco la sfodelo,
11:41la casa del cugino di mio padre, Bruno Savi, figlio del più famoso cacciatore del Mugello.
11:47Bruno, com'era mio padre ai vent'anni?
11:50Era un bel ragazzo, caro mio, ma di quegli che facevano un po' girare la testa.
11:57Perché?
11:58A tutte queste ragazzette.
12:01E lui, diciamolo francamente, ci teneva un pochino.
12:05Ci teneva un pochino?
12:06Eh, sì.
12:07Senti, ma che passione aveva?
12:09Eh, sa, ma quello fin da ragazzo ha sempre avuto la gran passione alla lettura.
12:14E quello rientra nel po' in quello che è venuto dopo.
12:19Andare per i prati a cercare le vesce, quando c'erano, e la pesca.
12:25Ecco, i babbi e i zio erano, passavano mezz' giornata,
12:29giù per i fiumi a risercare.
12:32E non chiappavano quasi mai nulla, eh?
12:34Quasi mai nulla.
12:35Eh, caro mio.
12:37Avevo una passione speciale per i ramarri.
12:39Figuratevi una volta, si andò a confessarsi con tuo padre a Bosca Frati.
12:47E strada facendo, naturalmente, io ciappavo un po' di ramarri e me li misi in tasca,
12:53rinvoltati in un fazzoletto.
12:55Ora, se dai caso, durante la confessione, che ho delle ste bestie,
13:00e ne era venuta a noi, agli schizzarono fuori.
13:03Figuratevi un po' in chiesa che un nacque con questa fa.
13:06Con gran gioia di tuo padre, Fredo, eh?
13:08Ah, lui si divertiva.
13:09Oh, per lui fu un lacchezzino, eh?
13:13Andiamo a casa, che qui fa freddo.
13:17Bruno, senti, il babbo dice che alcuni personaggi dei suoi racconti
13:21gli sono stati ispirati da dei personaggi che vivevano a Scarperia
13:26e anche da dei racconti che tu li hai fatto, come Angelo e Jacopo.
13:31Eh, li garbavano, a Nicola, li garbavano ancora le persone di Scarperia,
13:41ma le sono quelle che piacevano a lui e sono già belle partite oramai quasi tutte.
13:49Ma com'era questo Jacopo, per esempio?
13:51Era un tipo sui generi, sa, aveva un occhio solo, quell'altro era in cattiva condizione
13:59e camminava con una sufficienza tale da non averne idea.
14:05E diceva sempre, la sua frase era questa, eh?
14:08Le soddisfazioni che mi sono levato io con le donne non ci può essere nessun altro.
14:17Figuratevi che tutte le donne che sono venute a Scarperia,
14:22parlato non ci avrò parlato, ma viste, l'ho vista tu.
14:33Quando gli applausi fanno.
14:35Applaudite, applaudite.
14:36Applausi fanno io gli applausi a voi.
14:39Ammetto mi devi dire, no, ammetto mi devi spiegare questa storia.
14:41Un attore famoso per me in Italia che non c'ha neanche un soldo.
14:46No, no, no, no.
14:47Mi dice, mi dice a me coi che mangio io, mi dice coi che mangio io.
14:51Mi dice io coi che mangio io.
14:53No, dimmi lo a te a me.
14:54No, dimmi lo a te a me coi che mangio.
14:56No, io coi che mangio, chiede io.
14:58Lo darei io che mangio io.
15:01Lo saprei io che mangio.
15:06Buona?
15:12Sì.
15:16Ma che ha già mangiato anche la punta?
15:21Sì.
15:22Lo so, una volta un mio amico, no, mangio la punta d'una banana rimase paralizzato per tutta la vita.
15:34No, no.
15:37Dentro, in una banana su un milione, e ora siamo lì lì, eh.
15:42Dentro la punta c'è un germe che paralizza.
15:50Come, come tu stai?
15:56Sto benino.
15:59L'ha mangiato tutte e due le...
16:01Che?
16:01Le due le punte?
16:03Le punte?
16:03No, una.
16:07Può buttarsi sia in quella di sotto, allora.
16:12Sì, la guarda.
16:14Oh, quelli lì sono germi.
16:16Sono mia vischia.
16:17Che siete?
16:18Sono tutti.
16:18Appena, tu mangi.
16:20Taa, paralizzato.
16:22Taa.
16:24Ascoltami.
16:25Una volta c'era un mio amico, no, che mangiò mezza banana, proprio come lei ora, no?
16:31E mezza la buttò via.
16:35Ragazzi, o proprio in quella mezza e buttò via un cherry germe che paralizza.
16:40Taa.
16:41Io una volta invece ho conosciuto un tale, no?
16:44Che non si sa come, no?
16:47Mangiò sette banane e gli passò la fame e basta.
16:54Taa.
16:54E poi c'è quelli più fortunati, si capisci?
16:57Sì, c'è quelli più fortunati.
16:58E che, certamente, c'è, addio là, c'è quelli più, eccovi, c'è, certamente, te, te, te, te, te, non siamo, sperai che un sia un germe ritardatario, sai, ma al quarantacinquesimo, taa, paralisi in zona cesarina, esatti.
17:15Ma non siamo, capito, perché non siamo fortunati.
17:18La paura le mangiano.
17:19Un attore famoso, come me, con la buccia di banana.
17:22Non siamo visti.
17:23Eh, ma questa la vai la paghi, eh?
17:25Questa tu la paghi, eh?
17:26Questa la vai la paghi.
17:28Questa la vai la paghi.
17:29Questa tu la paghi, da l'esternario.
17:31Tu la paghi e stai.
17:32La tradizione, i poeti, gli scrittori hanno sempre amato immaginare che la notte di Natale renda possibile l'avverarsi di un prodigio.
17:44Abbiamo domandato a quattro scrittori quale sarebbe il prodigio che essi chiederebbero in questa notte.
17:50Vasco Pratolini.
17:53Ci sono due modi di rispondere a questa domanda.
17:57O pigliandola seriamente, o considerandola un incontro gentile, ma di circostanza, in cui inserire delle frasi, appunto, di circostanza.
18:10In questo secondo caso, credo che ci troveremmo tutti d'accordo, laici e osservanti di ogni religione, nel desiderare che il prodigio realizzasse la pace sulla terra.
18:27Ma preferisco rispondere seriamente e dire che, siccome i prodigi esistono, sono possibili, reali ed effettivi, nella misura in cui noi ci crediamo e siamo disposti a lottare perché si verifichino,
18:49Cotesta pace sta in noi realizzarla.
18:56Dipende da noi, da ciascuno di noi.
19:00Lottare quotidianamente per essa, ciascuno nel proprio settore, nel proprio campo di lavoro, intervenendo modestamente, ma con franchezza, nella cosa pubblica,
19:17già significa contribuire alla libertà degli uomini, dal bisogno, dallo sfruttamento, dall'oppressione, dalla paura, dalla fame.
19:37Il prodigio supremo consiste appunto in questa libertà nell'uguaglianza e sta nelle nostre mani.
19:49Buon Natale.
19:50Giuseppe Ungaretti.
19:51Non mai forse, come in questo secolo e in questi mesi, infuria la volontà di potenza,
20:04o diciamolo pure più crudamente, la libidine di prepotenza.
20:10Non prevarà mai la volontà d'amore.
20:18Rinasce ogni anno nel mondo.
20:22Sorride dagli occhi di promessa e di speranza di un bambino la volontà d'amore.
20:32Che la sua innocenza vinca, ma è possibile nel mondo, questo sarebbe il miracolo.
20:49Permettete, amici e fratelli, ovunque voi siate, in Italia o fuori d'Italia, vicini al vostro focolare domestico,
20:59o esoli dalla vostra casa, dalla vostra città e dalla vostra patria,
21:03penso a voi, in modo speciale, amici e fratelli ungheresi,
21:08che portate nel cuore la grande pena della patria oppressa e tradita,
21:13e penso a voi, amici e fratelli di ogni nazione,
21:18che quali milizie di pace a servizio del più grande organismo delle nazioni
21:23riportate la serenità e la speranza sulle terre turbate di Palestina e di Egitto,
21:31permettete che in questa notte di preghiera e di raccoglimento
21:35io formoli per ciascuno di voi e dei vostri cari,
21:38e per tutti gli uomini, senza distinzione alcuna, il più sostanziale, per così dire, degli auguri.
21:45Permettete che questo augurio natalizio io ve lo invii dal chiostro di San Marco,
21:53dove mi trovo, il chiostro del Savanarola e del Beato Angelico,
21:57anche a nome di Firenze, la città della pace e della civiltà cristiana.
22:03Buon Natale, amici e fratelli che mi ascoltate,
22:06e in questa notte di Natale, quando sarete più vicini alla culla del Redentore
22:12e dalla Madre del Redentore,
22:14elevate fraternamente una preghiera non solo per i vostri cari
22:18e per la vostra città e per la vostra patria,
22:21ma anche per tutte le città e per tutti i popoli del mondo intiero
22:25e, se ve ne ricordate, anche per Firenze e per me.
22:29Grazie a tutti.
22:59Grazie a tutti.
23:29Grazie a tutti.
23:59Grazie a tutti.
24:29Grazie a tutti.
24:31Grazie a tutti.
24:33Grazie a tutti.
24:35Grazie a tutti.
24:37Grazie a tutti.
24:39Grazie a tutti.
24:41Grazie a tutti.
24:43Grazie a tutti.
24:45Grazie a tutti.
24:47Grazie a tutti.
24:49Grazie a tutti.
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26:13Grazie a tutti.
26:15Grazie a tutti.
26:17Grazie a tutti.
26:19Grazie a tutti.
26:21Grazie a tutti.
26:23Grazie a tutti.
26:25momento in cui uno si dà l'insegnamento automaticamente dovrebbe darsi a fare questa
26:31missione. Ora se qualcuno non ce la sente dovrebbe secondo noi lasciare il posto per
26:35altri che intendono l'insegnamento come una missione. Quando vi rispondono che non tutti
26:41sono tagliati per lo studio cosa pensate voi? Non si crede che questo sia vero, ad ogni
26:45modo anche se questo fosse vero non bisogna dire perché è una maniera per incoraggiare
26:49i figri, quindi la professoressa che dice così è perché la figra non ha voglia di
26:53fare scuola. Pensate che chi ordina la scuola se condividesse le vostre difficoltà agirebbe
27:00in modo diverso e la scuola andrebbe meglio? Questa domanda fa pensare un pochino che il
27:04nostro libro è stato scritto rivolgendosi al ministro della pubblica istruzione mentre
27:09invece il nostro libro non si rivolge alle autorità o comunque al vertice ma si rivolge alla massa
27:15insomma. Il libro prosegue. Abbiamo letto la legge ed i programmi della nuova media, la maggioranza
27:21delle cose scritte lì a noi ci vanno bene e poi c'è il fatto che la nuova media esiste, è unica,
27:26è obbligatoria, è un fatto positivo ma in pratica la nuova media resta una scuola tagliata su misura
27:32dei ricchi. C'è è vero l'articolo 3 che istituisce un doposcuola di almeno 10 ore settimanali ma lo
27:38stesso articolo vi offre la scappatoia per non farlo visto che precisa che il doposcuola sarà attuato
27:43previo accertamento delle possibilità locali. Dunque la cosa è rimessa in mano vostra. Eppure
27:50riflettete. I figli dei ricchi non sono di razza diversa da quelli dei poveri. I figli dei poveri
27:56diversi lo sono diventati a causa dell'ambiente in cui vivono dopo la scuola, l'ambiente familiare.
28:02Il doposcuola dovrebbe dunque creare per i figli dei poveri quell'ambiente di cui i figli dei ricchi
28:07dispongono automaticamente. A giustificazione della progressiva scomparsa del doposcuola statale
28:13qui in provincia di Firenze è stato detto che le coraggiose esperienze degli anni passati non
28:18erano più ripetibili per il negativo atteggiamento dei genitori. Ma non accusate i genitori. Loro hanno
28:24capito che al doposcuola voi non ci tenete.
28:31Senti Edoardo, vorresti spiegare il meccanismo, cioè come facevate questo libro, come l'avete scritto?
28:36Dunque, quando non si può scrivere qualcosa di importante si scrive così. Ognuno si tiene
28:42un notizio in tasca e scrive, quando gli viene un'idea, non so, magari incontrando altre
28:47persone, discutendo, gli viene un'idea, la scrive su un foglietto. Poi dopo tutti questi
28:52foglietti vengono raccolti sopra un tavolo e il priore le prendeva e le leggeva. Una volta
28:58formato la stesura, insomma, raccogliendo le idee migliori di tutti, si rileggeva tutti insieme
29:04e si eliminavano via via le parole che, insomma, erano difficili, le parole che erano in più,
29:10le frasi, insomma, si cercava in una maniera o nell'altra, eliminando quello che non ci
29:14interessava, di formare un testo più conciso. Insomma, si è cercato di fare in modo che
29:18fosse un testo per operai, insomma.
29:20Volevo sapere, quanti genitori hanno collaborato alla stesura del libro? In che modo?
29:23Beh, i genitori sono molti, è un po' difficile dire quanti, più che altro quelli del popolo qui,
29:30che hanno partecipato noi quando andavamo avanti via con l'andare davanti del libro,
29:34abbiamo fatto leggere loro il libro per sentire cosa si capivano. Da questo potevamo dedurre
29:39se era atto o meno a farlo pubblicare.
29:43Per me mi sembra che i professori abbiano molto da imparare da questo libro.
29:47In che senso?
29:49Nel senso sia per gli esami, sia per insegnare, per le preferenze, perché molti hanno anche
29:56la preferenza, dato che, so, il figlio di un operaio non viene considerato per niente,
30:02insomma. E viene più rispettato quello del dottore, del farmacista, del gran signore,
30:07anzi che quello dell'operaio, per conto mio.
30:10Quali sono le materie cui date più importanza?
30:12L'italiano e le lingue, perché noi ci piace comuniare in tutti gli altri paesi stranieri.
30:17It really is a very nice house, Mrs. Brewer.
30:24The walls and woodwork will need painting, of course.
30:28Yes, we should want them painted, shouldn't we, Nora?
30:32Perhaps a rather lighter colour.
30:35Nora and Harry and Mrs. Brewer, the Packers, are thinking of buying Mrs. Brewer's house.
30:41It really is a very nice house, Mrs. Brewer.
30:44The walls and woodwork will need painting, of course.
30:47Yes, we should want them painted.
30:50So che qualcuno di voi è stato anche all'estero in gruppo, chi c'è andato?
30:53Siamo stati noi tre, poi siamo tutti insieme.
30:57In quel modo siamo stati lui.
30:59Dove siete andati?
31:00Siamo stati in Inghilterra per la prima volta, poi siamo stati l'anno successivo in Francia.
31:04E tu?
31:05Io sono stato in Inghilterra, a Francia e quest'anno sono andato in Jugoslavia.
31:08Ah bene.
31:09Tu ancora non sei andato a nessun posto all'estero?
31:10Io sono stato tre anni fa in Francia e in Germania.
31:14Ah capito.
31:14Avevo fatto un post-stop da Francia per andare a trovare Michele che era a lavorare alla Mercedes in Germania.
31:20Poi abbiamo fatto un post-stop da Stoccarda fino a qui, attraverso la Svizzera.
31:25Edoardo, vuoi spiegarci la funzione di questi grafici?
31:27Dunque, i grafici in alto sono la composizione della Camera dei Deputati dal 1921 al 1963.
31:36Quei grafici in basso sono le nazioni dell'Europa che via via si sono liberate dalla monarchia e si sono tramutate in Repubblica dal primo della rivoluzione francese al giorno d'oggi.
31:45Mi hai parlato di un altro grafico molto importante, qual è?
31:48Quello di dietro ora non si vede bene, bisognerebbe portarlo qui.
31:51Che cos'è quello?
31:52La percentuale della gente che in Italia via via è riuscita a votare.
31:55Prima votava una minima percentuale, solo i ricchi e il signor che aveva studiato.
32:01Dopo hanno aumentato la percentuale e poi sono riusciti ad averla anche le donne e alla fine è come oggi.
32:07Cosa dite dei professori che bocciano con disinvoltura?
32:11Noi ci siamo messi un libro intero per descriverlo, però la parola che ci vende al principio la bocca ce l'ha censurata l'editore e anche lui.
32:19Che penso non si possa dire nemmeno la televisione.
32:21Se ognuno di voi sapesse che ha da portare innanzi a ogni costo tutti i ragazzi e in tutte le materie,
32:28aguzzerebbe l'ingegno per farli funzionare.
32:31Io vi pagherei a cottimo, un tanto per ragazzo che impara tutte le materie,
32:35o meglio, multa per ogni ragazzo che non ne impara una.
32:39Allora l'occhio vi correrebbe sempre su Gianni.
32:41Cerchereste, nel suo sguardo distratto, l'intelligenza, che Dio ci ha certo messo uguale agli altri.
32:50Lottereste per il bambino che ha più bisogno, trascurando il più fortunato, come si fa in tutte le famiglie.
32:55Vi svegliereste la notte col pensiero fisso su lui, a cercare un nuovo modo di far scuola, tagliato su misura sua.
33:02Andreste a cercarlo a casa se non torna.
33:05Non vi dareste pace, perché la scuola che perde Gianni non è degna di essere chiamata scuola.
33:11Un giovanissimo scrittore, uno scrittore che è stato sempre l'interprete dell'animo giovanile e questa sterminata platea di giovani oggi.
33:26Io vorrei chiedere allora a Palazzeschi, lei ritiene che la sua opera possa dire qualcosa ai giovani di oggi
33:34e quale aspetto in particolare della sua opera possa avvincere, conquistare subito la gioventù di oggi.
33:42È molto difficile rispondere a questa domanda, perché come posso io sapere?
33:50Cioè, me lo debbo nascondere addirittura, non so fino a che punto si può comunicare con la gente di oggi,
33:59delle persone di 50 che hanno lavorato 50 o 60 anni fa, non lo so.
34:04Ma proprio attraverso la sua ironia, il suo spirito, il suo spirito...
34:09Ma loro l'ironia, ma i giovani sono ironici oggi?
34:12Non mi sembra niente.
34:13Non credo.
34:14E loro credo sì, ci vantano.
34:16Eravamo noi ironici, in quanto demolitori, perché noi eravamo soprattutto dei demolitori,
34:22prima ancora che dei creatori.
34:25Noi da una parte con una mano si demoliva e con una mano si creava.
34:29Ed era diverso il tempo.
34:30E allora l'ironia era un disinfettante di quello che c'era.
34:35Perché bisogna pensare che, caro professore, che cos'erano i professori di quel tempo?
34:39Cioè?
34:39Eh, ma erano molto diversi, vero, sai, dico, quelli che erano arrivati a Silvio Pellico
34:45o a Massimo D'Azeglio erano i nuovissimi, erano ragione, per cui noi siamo insorti.
34:50In questo abbiamo ancora qualcosa di comune, in questa insurrezione con la gioventù.
34:58Soltanto le dicevano, insurrezione anche costruttiva, invece oggi i giovani tendono di più...
35:02Ma costruiranno anche loro, ma costruiranno, perché non devono costruire?
35:06Perché si deve disperare.
35:07Ma io sono ottimista, sape in quanto, per questo.
35:11Qualche cosa faranno i giovani, anche se strariffano.
35:14Tornando alla sua opera, allora, per esempio, prendiamo il suo romanzo più famoso,
35:18Le Sorelle Materassi, no?
35:19È il più famoso, sì, è quello che è stato più letto, vero?
35:23Perché è realistico, perché è un romanzo della realtà.
35:25Più legato a un costume, a un ambiente.
35:27Si prestava e quasi quasi io sono addivenuto a questa cosa, perché la parte alla quale io
35:34tengo di più non è quella, è la parte surrealistica della mia opera.
35:37Cioè la prima?
35:38La prima e anche l'ultima.
35:40È l'ultima, quella del dono.
35:41Se lei ha letto quello che ho fatto, l'immagine di Venezia, si capisce che ai veneziani non
35:46è piaciuto e non poteva piacere, non poteva piacere, ma è così.
35:50Perché Venezia è un dramma e non si può trattarlo, non si può trattarlo alla danuncia,
35:55dicendo solamente le cose belle che sono state fatte, ma è da dire che cosa è ora.
36:00Il futurismo, no?
36:01Che è particolarmente caro, quel primo periodo.
36:03Il futurismo, sì, parliamo pure del futurismo.
36:05Oggi si parla per la prima volta seriamente di questo movimento, vero?
36:10Perché i conservatori, il nostro è un popolo di conservatori, almeno era un popolo di ultra
36:15conservatori, coprono con una coltre di silenzio quello che non piace.
36:22Dunque quello non si poteva fare perché era stato superato, Marinetti aveva i mezzi,
36:26aveva coperto l'Italia di affisce, di cose, che il silenzio era finito, non si poteva.
36:31E allora la riprovazione più decisa, feroce, ha capito?
36:36Tanto che in certo modo è rimasto feroce, è rimasto seppellito questo futurismo e tanti
36:42credevano che fosse seppellito davvero.
36:44Invece non è seppellito.
36:46Sono cose che sotto sotto agiscono, sotterranee e poi vengono fuori.
36:51E l'hanno visto?
36:51È in fondo, sì, è in fondo l'inizio della contestazione, è vero?
36:56Solamente che riguardava soltanto le arti.
37:00Perché io nel futurismo la cosa sempre che mi aveva tenuto un pochino freddo era il timore
37:06che andasse a finire nella politica, che tutto finisse nella politica.
37:09la prima serata di Trieste, poi ci fu Gian Pietro Lucini che lasciò dopo Tripoli, perché
37:15Marinetti andò a Tripoli e Lucini disse che era una triste realtà tripolina il futurismo
37:21e lui se ne andò subito, perché era un pacifista, voleva un'Italia piccola ma tranquilla.
37:29E anch'io credevo che ci fosse la politica, invece non c'era la solita politica.
37:33Perlomeno non ha toccato tutti nella stessa misura.
37:36Marinetti finì accademico d'Italia, non finì mica né al Senato né a Montecitoria.
37:40Io conoscuto il futurismo perché mandai il mio terzo libro, il mio terzo libro di poesia
37:47alla rivista Poesia di Marinetti che già da 4-5 anni lui pubblicava, vero?
37:52E me ne venne una risposta entusiastica che ora dato che ero abituato, che non avevo
37:57altro che delle insolenze e delle cose. Si capisce che questo mi ha fatto pensare,
38:03insomma c'è qualcuno allora in questo mondo che si può comunicare con qualcuno, vero?
38:09Poi gradualmente, quindi dopo il futurismo, si è detto che dopo l'esperienza della prima
38:13guerra mondiale che lei ha testimoniato nei due imperi mancati del Veneto.
38:18E' bella, questa è una cosa molto sentita, vero? La guerra produsse un certo cambiamento,
38:25vero? Le guerre sono cose grosse, per chi ha un'anima le deve sentire, non si può
38:31mica passare inosservati davanti alla guerra. Ma poi dopo ho ripreso, più realisticamente,
38:38ma ho ripreso.
38:38Ecco, più realisticamente, quindi rispetto alle poesie o al codice di Perela è nato
38:45un secondo?
38:46Sì, sono quattro volumi, sono quattro volumi di quel tempo, di quel ventennio che chiamano
38:51il ventennio nero, che sono stati molto più realistici.
38:57Stampe dell'Ottocento, cioè Sovelle Materassi, Fratelli Cuccoli e Roma.
39:02E Roma. A questo proposito, allora, io vorrei chiederle, Palazzeschi, lei ha abitato per
39:11lunghi periodi della sua esistenza in alcune importanti città.
39:17In due o tre posti, in tre o quattro posti. Tutta la mia vita io non sono viaggiatore,
39:22non conosco niente del mondo. Di fuori d'Italia non conosco che Parigi, e la costa azzurra
39:28e basta. Non sono stato in Germania, non sono stato in Inghilterra, non sono stato
39:32in Russia, in nessun posto. E non ho sentito nessun bisogno di andare in questi posti.
39:36In ogni modo, la prima città che ho mai era Napoli.
39:39Prima di Firenze?
39:40Da ragazzino, sì. No, la prima cosa che vidi a sei anni è Venezia, con i genitori.
39:45Sono andato a Venezia, poi, dopo, sempre con i genitori in Napoli. E mi piacque tanto
39:51che a quindici anni io chiesi il permesso a mio padre di andare solo, con un grande scandalo
39:55di mia madre, perché mia madre era una molto rigida e mio padre era liberale.
40:00E andai da solo a Napoli ragazzino, vero? Perché mi piaceva tanto, non so, questo ambiente
40:05diverso tanto dal mio, questa atmosfera già un po' orientale. Mi piaceva come le prendevano
40:13la vita, questa gente. Era la città più allegra che io avessi mai visto, la gente più
40:19contenta, eppure nella miseria. E poi, ma dopo l'ho abbandonato, questo qui, e sono
40:27rimasto sempre nella mia città, Firenze, Venezia, e poi sono venuto a finire a Roma.
40:32Nel 41?
40:32E ne sono molto contento di questa fine.
40:35Senta, Palazzeschi, lei è tornato alla poesia, ultimamente?
40:39Non tanto, ultimamente. Nel 42, non so come, ha una solita storia, vero? Io non so quello
40:44che fa. Mi venne in mente di fare una poesia, e dopo ne ho fatte delle altre, che anzi io
40:51non volevo neanche che si conoscessero ufficialmente. Volevo pubblicarle da Schaiviller, ne avevo
40:59già pubblicate da Schaiviller, in parte. Ma Alberto Mondadori mi impose, dice no, assolutamente
41:06devi stare nella collezione Mondadori e la dovetti fare. Ma io non volevo dare importanza
41:11come cose nuove. Come cose nuove. Intendiamoci. È un supplemento, è una coda, venuta fuori
41:18non so nemmeno io come. Sono diverse quindi? No, no, non sono diverse, sono sempre le stesse.
41:25Sono sempre le stesse. Però c'è un respiro più fluente. Beh, si capisce, sono state fatte
41:30attraverso 30 anni di silenzio. Io non avevo scritto un verso per 30 anni. Per me vede scrivere,
41:36è un fatto fisiologico. Io non posso dire di fare quello che voglio, quello che mi viene
41:42in mente. Io devo fare quello che c'è una spinta interiore di fare. Io sono stato anche
41:46sei mesi, un anno, senza sapere dove era più la penna. Io non lo sapevo più. Poi viene
41:52un momento che io devo scrivere, devo alzarmi anche alle tre di notte. Proprio come per i
41:57bisogni fisici, il mangiare e il dormire. Non sono un letterato, vero? Il letterato
42:06è anche una professione. Io volevo chiederle. O forse sarebbe bene che non fosse diventata
42:11una professione, perché è diventata una professione. È diventata. Non era una professione
42:15quella del letterato. Perché quando ho incominciato io, si pubblicavano i libri a 500 copie
42:23e a mille, quando scrissi il mio primo romanzo, il mio editore, che ero io, cioè il tipografo
42:31che era intelligente, un fiorentino bravo, un artigiano, fiorentino di quelli di razza,
42:36gli dissi, ma un romanzo si farà a mille copie. E lui disse, non ne faccia 500.
42:41Avete avuto ragione lui, perché ce n'ho ancora qualche copia.
42:45Palazzeschi, che cos'è per lei la letteratura?
42:47Ma, non so. Potrei dire in parte che è vita non vissuta, ma è anche vita vissuta.
42:57È vita non vissuta e è vissuta insieme anche. C'ha tutti e due questi elementi, ma certo
43:03che anche la vita non vissuta nella letteratura conta per qualche cosa.
43:08Da giovane lei si è rivolto ai suoi coetanei invitandoli a considerare la vecchiaia come la
43:12giovinezza, due età felici. Oggi ha 86 anni, è fedele a questo messaggio.
43:18Cosa vuole che lei dica? La vecchiaia è quello che è. La vecchiaia non è mica brutta spiritualmente.
43:26La vecchiaia, anti, sarebbe proprio una seconda gioventù. Però c'è il fisico che non è più
43:31giovane, c'è il fisico. Bisogna superare, bisogna sopportare questo carico di difficoltà
43:40che dona, del corpo che abbandona, vero? Ma se no spiritualmente la vecchiaia è un periodo
43:46della vita bello come gli altri e forse non so se non sia il più bello di tutti. Perché
43:52ha elementi che la giovinezza non conosce, vero? Di pensiero e poi di poter godere le cose
43:59con la conoscenza che la giovinezza non può avere ancora.
44:02Lei è nato nel 1885 e ha vissuto nei primi trent'anni della sua vita il passaggio tra
44:07800 e 900. Come lo giudica? Ma è un'epoca di transizione come avviene sempre alla fine
44:14di ogni secolo, vero? Che c'è una remora dei secoli per i quali il secolo passato dura
44:22nel secolo nuovo. Per esempio l'800 da noi è stato duro a morire, vero? Oserei dire
44:29che fino al 940 c'era ancora l'800. Ora probabilmente è liquidato, è estinto.
44:39Cosa ha rappresentato Marinetti, fondatore e animatore del movimento futurista nei primi
44:4315 anni del Novecento?
44:45Eh beh, ha rappresentato un'aspirazione di rinnovamento molto radicale, vero? Molto... e violenta.
44:54E violenta come di solito non si praticava mai nelle faccende della letteratura, dell'arte.
45:02Marinetti era anche un uomo d'azione, un uomo d'azione che è molto difficile da trovare
45:07nel nostro ambiente perché siamo tutti più o meno sedentari. E lui era uomo d'azione
45:12portato in un ambiente di uomini non di azione. E per questo faceva tanto stupore.
45:18E pensavano che fosse un ciarlatano perché non si poteva parlare in quel tono di quelle
45:25cose lì. Si doveva parlare in modo accademico, in modo cattedratico e non con un'esplosione
45:33di gioventù come fece Marinetti. Appunto il valore storico del futurismo è innegabile.
45:40È innegabile, specialmente nelle arti figurative più, più che nella letteratura. Nelle arti figurative
45:49è stata addirittura una liquidazione di tutte le arti figurative, è vero? Quello che è venuto
45:55dopo è soprattutto da lì.
45:58Palazzeschi, chi sono i suoi buffi? Proiezioni della fantasia o personaggi presi dalla realtà?
46:04Eh no, sono personaggi presi dalla realtà, vero? Perché io ho il fiuto delle cose eccezionali
46:13e sono attirato dalle cose fuori del comune. E allora questo senso della persona che ha
46:21degli elementi di diversità dalla generalità mi ha sempre attratto, mi attrae. Forse perché
46:29sono un pochino buffo anch'io.
46:31E li incontra ancora oggi nei negozi per le strade e i suoi buffi?
46:35Dappertutto, dappertutto. Oramai sono una specie di raddomante.
46:51Come mai per trent'anni non ha più scritto versi?
46:54Ah, non lo so, non lo so, non lo so. Dopo la guerra, dopo la guerra, le guerre mi hanno
47:00sempre un po' devastato, mi hanno sempre lasciato un pochino diverso da quello che ero
47:06prima. Tutte e due, pur essendo molto diverse, perché nella prima guerra io sono stato soldato,
47:12nella seconda no, ma ha avuto sempre una grande influenza per me la guerra. Chissà perché,
47:18non lo so, non posso dirlo, forse per un intimo spirito cristiano, non lo so, che è in me,
47:27e che mi viene forse da mia madre, che era una cattolica molto serrata, provinciale,
47:36naturale, è nata proprio in uno stato del Papa. E forse da questo mi viene, da questo
47:45spirito cristiano che io, la guerra mi ha lasciato sempre molto triste.
47:51Cosa sta scrivendo in questo periodo?
47:53Ma veramente non è un periodo molto fortunato questo, perché ho cominciato parecchie cose
48:00che non hanno avuto seguito. Ma può darsi che una poi andrà in fondo. Vuole che le lega
48:05una poesia, una piccola poesia che ho scritto in questi ultimi giorni e che è un segno significativo
48:13del mio spirito?
48:23Un sogno. Questa notte ho sognato il Signore che per la prima volta mi guardava in un'altra maniera.
48:33Che ho fatto? Perché? Mi chiedevo con trepidanza.
48:37E' giovinotto, è ora di finirla, mi ha detto con voce di rimprovero e la faccia severa.
48:45Basta con gli scherzi, hai scherzato abbastanza. E io non ho scherzato mai, pur dicendo di scherzare.
48:56Anche il Signore sbaglia.
49:00Fabina, di Corsa, portaci i debuttanti.
49:07Allora, il primo concorrente che esamineremo questa sera è il Signor...
49:20Andrea Fabbricatore di Firenze.
49:22Andrea Fabbricatore di Firenze, un applauso per Firenze.
49:26Avversaria di Andrea Fabbricatore del nostro campione in carica sarà la Signorina...
49:31Ali de Rosin di San Quirino.
49:33Ari de Rosin di San Quirino, che se non sbaglio è nel Priuli.
49:37Si accomodi, Signor Fabbricatore.
49:39Signor Fabbricatore, io ho già capito, lei è uno che va in pallone.
49:42Le abbiamo spiegato 30.000 volte oggi di mettersi lì nel quadratino, eh.
49:45Ve l'ho detto prima di cominciare la trasmissione.
49:47Allora, Signor Fabbricatore, vogliamo presentarci ai nostri ascoltatori.
49:51Lei che cosa fa come professione?
49:52Farmacista.
49:53Farmacista e lavora a Firenze in una farmacia molto nota.
49:57Mi hanno detto che è la farmacia più antica di Firenze, vero?
49:59È la più centrale di Firenze, diciamo.
50:01È la più centrale di Firenze, in piazza del Duomo.
50:03Lei è da molti anni che fa il farmacista?
50:05Due anni e mezzo.
50:06Due anni e mezzo, quindi si è laureato di recente.
50:10Sì.
50:10Ho capito.
50:11Senta, lei naturalmente avrà scelto questa carriera perché vuole poi fare qualcos'altro.
50:16Vuole fare il medico, vuole fare il farmacista tutta la vita.
50:19Andrà a finire che resti opere che sono.
50:21Resterà quello che è.
50:21Lei si accontenta di poco.
50:23Basta guadagnare i bei gettoni d'oro della nostra trasmissione.
50:25Senta, lei che cosa fa?
50:26Turno di notte o di giorno in farmacia?
50:28Beh, certe volte mi capita anche la notte.
50:30Si lavora meglio di notte o di giorno in farmacia, mi dica?
50:33Di notte si lavora più calma.
50:35Lei è sposato, scusi, mi sono immediato di chiedere.
50:37È giovanotto?
50:38Giovanotto.
50:39Dunque, lei si presenta per la geografia.
50:40Geografia.
50:41La geografia, eh.
50:42Dunque, questi sono giorni molto importanti per lei, non solo per il fatto che viene a
50:45rischio a tutto, ma anche perché so che Firenze in questi giorni è pervasa da questo
50:50spirito così di nervosismo.
50:53Sono tutti su di giri per la storia della Fiorentina, che insomma pare che voglia andare
50:56a finire in Serie B, no?
50:57In due parole bisogna dire questo.
50:59Troppo bisogna anche sapere attaccare, a un certo punto non basta più sapersi difendere.
51:04Avrete modo di attaccare quando la nostra Inter verrà a Firenze, eh?
51:07Eh sì.
51:08Io ci per lei tanto, ma è di più per l'Inter che per delle squadrucce, faccio per dire
51:13che sono le stesse condizioni e che saranno avversari prossimi della Fiorentina.
51:18Ho capito, cioè non ho capito niente del suo discorso, ma penso che sarebbe meglio
51:22che io passassi alla Geografia.
51:23Cioè, faccio per dire le nostre parole di Marienese Domenica e la nostra Vicenza
51:23la prossima volta.
51:24Va bene, allora senta signor fabbricatore, io l'ho già capito, lei è un tipo molto emotivo,
51:28eh, non sa più quello che sta dicendo.
51:30Speriamo che sappia quello che deve dire per la geografia.
51:32Siamo pronti?
51:33Prima domanda, come si chiama il mare in cui si trovano le isole Cicladi?
51:36Egeo.
51:38Risposta esatta, in quale stato si trova il lago salato di Van, vasto 3400 chilometri quadrati?
51:44Turchia.
51:44Esatto, con quale altro nome geografico viene indicato il golfo di Guascogna?
51:49Biscaglia.
51:50Esatto.
51:52Adesso si sta svegliando.
51:56Qual è il nome della capitale dell'Ichtenstein?
52:03Esatto, qual è la città più popolata del Brasile?
52:06San Paolo.
52:07Esatto.
52:08O San Paolo.
52:09Quanti è di tanti ha all'incirca, lo sa lei?
52:11Ma le ultime stime dicono 5 milioni.
52:135 milioni, esatto, difatti mi dicono 5 milioni qui, esatto, bravo.
52:16Su quale fiume si trova la città portuale di Liverpool?
52:20Sull'estuario del...
52:23Quale fiume?
52:25Del tuo senso?
52:26Merci.
52:26Esatto, è arrivato?
52:28Eh, ma come sta suonando il campanello?
52:33Ma ha detto mentre suonava il campanello.
52:40Adesso non esageriamo.
52:42Vabbè, andiamo avanti.
52:44Senti Sabina, tu che sei amica lì del nostro dirigente.
52:47Cioè, amica nel senso buono.
52:48Cioè, ecco, se vuoi andare lì a dirgli una parolina.
52:51No, non è giusto, non esageriamo.
52:53E ho visto che ha tirato fuori il fazzoletto.
52:55Allora, siamo pronti?
52:56Non si perde d'animo.
52:57Qual è il nome della cima più elevata degli Urali?
53:02Narodnaya.
53:03Bravo.
53:03E poi c'è un'altra parolina tra parentesi qua.
53:09Mi hanno messo un'altra parolina tra parentesi vicino a Narodnaya.
53:12Gora, cosa vuol dire?
53:15Gora significa montagna.
53:16E Narodnaya significa popolare.
53:19Non so il russo, comunque è un termine che nei paesi slavi, i socialisti, torna molto spesso.
53:25Narodnaya.
53:26Narodnaya.
53:26Narod.
53:27Narodu per popolo.
53:28Ho capito.
53:29Lei parla russo anche?
53:30No, i termini eografici soltanto.
53:32Soltanto, ho capito.
53:33Andiamo avanti.
53:33Ottava domanda.
53:37Una legislativa e l'altra amministrativa.
53:40Come si chiamano?
53:41Città del capo e pretoria.
53:42Bravo.
53:43E come mai ne hanno due, lo sa?
53:45Perché il Parlamento è a pretoria e invece il governo risiede a città del capo.
53:53Non ha domanda.
53:53In quale stato si trova la pianura della Valacchia?
53:57Romania.
53:58La Romania.
53:59Ho pronunciato bene.
53:59Valacchia.
54:00Sì, sì, Valacchia.
54:01Valacchia.
54:01Qual è lo stato europeo più giovane, ex colonia britannica?
54:07Malta.
54:07Esatto.
54:08In quale anno l'hanno fatta?
54:101964.
54:11Ma che bravo, complimenti.
54:13Allora, qualsiasi sono la risposta?
54:14Grazie.
54:15Partivo una mattina con vapore e una bella bambina gli arrivò.
54:33vedendomi la fa, scusi signore, pardonne le di fiore, sì lo so, lei torna a casa lieto, ben lo vedo, ed un favore piccolo le chiedo, la porti un bacione a Firenze.
54:50la porti un bacione a Firenze, io vivo sol per rivederla un dì, son figlia d'emigrante, per questo son distante, lavoro perché a casa un giorno tornerò.
55:08bella bambina le ho risposto allora, il tuo bacione a casa porterò, il tuo bacione a casa porterò, e per tranquillità sin da quest'ora, in viaggio chiuso a chiave lo terrò.
55:28e appena giunto la bimba ti giuro, il bacio verso il cielo andrà sicuro, io porto il tuo bacio a Firenze, che l'è la tua città e anche l'è di me.
55:43porto il tuo bacio a Firenze, nemmai, giammai potrò scordarmi te, sei figlia d'emigrante, per questo sei distante, ma sta sicura a casa un giorno tornerai.
55:58porto il tuo bacio a Firenze, e da Firenze tanti baci avrai.
56:04l'è vera questa storia e se la un fosse, la può passare per vera sol perché, so bene i luciconi e quanta tosse, gli acchi distante dalla patria gli è.
56:18così ogni fiorentino che è lontano, vedendoti partirti dirà piano, la porti un bacione a Firenze,
56:28che è tanto che un scivò, ci crede più un cistò, la porti un bacione a Firenze, un vedo l'ora quando tornerò.
56:40la nostra cittadina, graziosa e sì carina, lascia tant'anni eppure la un invecchia mai,
56:47porto i bacioni a Firenze, di tutti i fiorentini che incontrai.
56:58grazie