Amal Alamuddin Clooney, celebre avvocatessa per i diritti umani e moglie dell’attore George Clooney, è al centro di una controversia internazionale. Dopo aver avuto un ruolo chiave nell’elaborazione del mandato di arresto della Corte Penale Internazionale contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, è stata inserita nella lista nera dal presidente Donald Trump. Le conseguenze? Ora Amal rischierebbe sanzioni gravi. Per esempio, il congelamento dei beni e il divieto di ingresso negli Stati Uniti, dove attualmente vive con il marito e i due figli nella loro residenza in California.
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Il rischio concreto di sanzioni e l'avviso dal Regno Unito
La notizia, diffusa dal Financial Times e rilanciata da diverse testate internazionali, rivela che il ministero degli Esteri britannico avrebbe avvertito gli avvocati coinvolti nel procedimento – tra cui Amal Clooney, cittadina libanese e britannica – circa il rischio di sanzioni imminenti da parte del governo americano. Il gruppo legale, dopo un'accurata revisione dei fatti, aveva approvato all'unanimità il mandato di arresto sia contro i leader di Hamas sia contro Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant, per presunti crimini di guerra a Gaza. Da parte di Amal e George Clooney, per ora, non ci sono dichiarazioni ufficiali. L'attore, però, ha recentemente smentito le voci di crisi coniugale, mostrando così un fronte unito nel pieno della tempesta mediatica.
[idarticle id="2187431,1861360,736929" title="Moda ed eleganza. Amal Clooney incanta Venezia con i suoi look,Amal Alamuddin, donna dell'anno per ''Time''. Insieme a lei, altre 11 fuoriclasse,Da Amal Alamuddin a Virginia Raggi: ecco chi avrà 40 anni nel 2018"]
Le motivazioni di Amal Alamuddin e il suo impegno per i diritti umani
Amal Alamuddin Clooney non ha mai nascosto le sue posizioni. Nel maggio 2024, attraverso il sito della Clooney Foundation for Justice, aveva spiegato le ragioni della sua adesione al team della Corte Penale Internazionale. «Credo nello stato di diritto e nella protezione dei civili» aveva scritto, sottolineando che «nessun bambino dovrebbe valere meno di un altro» e che «nessun colpevole dovrebbe essere al di sopra della legge». Il suo sostegno all'iniziativa giudiziaria contro i crimini di guerra in Israele e Palestina si inserisce nella lunga carriera di difesa dei diritti umani che l’ha resa una figura di spicco a livello globale. Oggi, però, questa scelta potrebbe costarle molto cara.
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Il rischio concreto di sanzioni e l'avviso dal Regno Unito
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