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https://www.pupia.tv - Roma - 80° anniversario della Liberazione
Celebrazione della ricorrenza dell'80° anniversario della Liberazione. Diretta anche sul canale satellitare e con la traduzione nella lingua dei segni. (24.04.25)

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Trascrizione
00:00Grazie a tutti.
00:30Cari colleghi e cari colleghi, il 25 aprile 1945 il popolo italiano riconquistava la propria
00:50libertà dopo oltre 20 anni di dittatura fascista e il dramma della guerra e dell'occupazione
00:56tedesca. In uno dei momenti più difficili della storia del nostro Paese, quando ogni
01:03speranza sembrava ormai perduta, donne e uomini, giovani e anziani, militari e civili offrirono
01:12un generoso contributo nella lotta di liberazione. Molteplici furono le anime della resistenza,
01:19così come le opinioni e le idee dei suoi protagonisti, a dimostrazione di una pluralità
01:25che fu anche la sua forza. Ma tutti erano accomunati dallo stesso obiettivo, sconfiggere la barbarie
01:33nazifascista anche a costo della propria stessa vita. E per questo a loro va il mio commosso
01:41pensiero e l'espressione, a nome mio personale e di tutta la Camera dei Deputati, della più
01:47profonda e sincera gratitudine. Il loro esempio ricorda a noi tutti come, anche nelle avversità,
01:56sia possibile mantenere salda la rotta con determinazione e senso di responsabilità, agendo
02:02per il bene comune. Celebrare questa ricorrenza rappresenta dunque un doveroso tributo alla memoria
02:09di chi ha combattuto per assicurare un futuro di pace e di giustizia alle generazioni a venire,
02:16guidando un Paese sconfitto e umiliato lungo il percorso della ricostruzione.
02:22Sebbene stremata dal punto di vista morale e materiale, l'Italia del secondo dopoguerra
02:29era ormai profondamente diversa rispetto al passato. Essa si avviava a rifondarsi su basi
02:35democratiche. Dalle ceneri del conflitto so se infatti la Costituzione, che definì
02:41le coordinate di un ordinamento radicalmente nuovo. Il testo della Costituzione, approvato
02:48a larghissima maggioranza nella seduta del 22 dicembre 1947, accolce il frutto di una lunga
02:56e articolata elaborazione giuridica e culturale. Si tradusse in un progetto di convivenza politica,
03:02economica e sociale, ispirato ai principi di libertà, uguaglianza, pace e tutela dei
03:09diritti inviolabili dell'uomo. Sono valori universali che costituiscono il fondamento
03:15stesso della nostra identità. Con questa consapevolezza, le forze politiche costituenti,
03:22anche se molto distanti tra loro, si impegnarono per superare divisioni e contrasti, con l'obiettivo
03:28di garantire la stabilità e la tenuta della neonata Repubblica. Adesso, come allora, la
03:35Carta fondamentale non si esaurisce quindi in un insieme di norme giuridiche, ma rappresenta
03:41un patrimonio comune che ci identifica come popolo. Essa appartiene a ogni cittadino che
03:48deve onorarla e difenderla. A maggior ragione in un periodo complesso come quello attuale,
03:54segnato da gravi conflitti e dal ritorno di inaccettabili manifestazioni di odio e di
03:59violenza. In un simile scenario è indispensabile riaffermare con orgoglio le origini più autentiche
04:06della nostra democrazia. Con questo spirito siamo chiamati a celebrare il 25 aprile, una
04:13ricorrenza che rappresenta un monito a ripudiare ogni forma di sopraffazione e a impegnarsi giorno
04:20dopo giorno nella costruzione di una società saldamente ancorata ai valori della libertà
04:26e della democrazia e capace di rigenerare speranza. Vi ringrazio.
04:50grazie
04:56ha chiesto di intervenire l'onorevole Antoniozzi, ne ha facoltà.
05:20Signor Presidente, onorevoli colleghi, commemoriamo l'ottantesimo anniversario della liberazione
05:29dall'occupazione nazista nei giorni del doveroso lutto per la scomparsa del Santo Padre. Eppur
05:37tuttavia non possiamo non ricordare, con rispetto ed eterna gratitudine, quanti collaborarono a
05:44liberarci da quella cruenta occupazione. La liberazione è stato il momento fondamentale,
05:54ma poi c'è un percorso che va oltre la liberazione, che è la libertà. E la libertà non è un dato
06:04immutabile. La libertà va coltivata, va difesa, alimentata. Non esiste una libertà immobile nel
06:13tempo. Desidero ricordare ancora oggi le parole del Presidente Luciano Violante, quando, riconoscendo
06:22il significato nazionale di questo giorno, volle rivolgere un pensiero a quei giovani schierati,
06:29direbbe De Gregori, dalla parte sbagliata. Non per mettere in dubbio quale fosse quella giusta,
06:39cioè quella che i partigiani, socialisti, comunisti, azionisti, cattolici, liberali, monarchici,
06:49costruirono insieme agli alleati per liberarci. Non per dimenticare i tragici errori del governo
06:56fascista, dalle leggi razziali all'alleanza con la Germania, ma per essere tutti insieme
07:02testimoni della bellezza, della libertà e grati ai tanti, anche sconosciuti, che persero
07:10la vita per regalarci quella libertà. E qui il concetto di parte giusta e parte sbagliata
07:18è un concetto che nel tempo diventa mutevole. Quanti poi nel tempo, negli 80 anni di pace
07:28e di libertà, ritenevano di essere dalla parte giusta e poi sono passati dalla parte
07:34sbagliata? Penso che nessuno si offenderà se ricorderò che pochissimo tempo dopo la liberazione
07:40d'Italia. L'Italia correva il serio rischio di una deriva comunista e se non ci fosse stato
07:48l'atteggiamento responsabile delle forze democratiche e cattoliche, insieme ai grandi gesti di uomini
07:54laici come quasi dimenticato Giuseppe Saragat, che con l'ascissione di Palazzo Barberini ruppe
08:02il fronte socialcomunista e la visione di uomini come Don Luigi Sturzo al Cile dei Gasperi,
08:10che voglio ricordare fu colui che chiese l'istituzione del 25 aprile come cerimonia che ricordasse
08:18quell'evento. Se non ci fossero stati questi uomini, forse non ci sarebbe stata la permanenza
08:27dell'Italia nell'area delle democrazie e delle alleanze occidentali. Non sappiamo
08:34cosa sarebbe accaduto se a vincere l'elezione del 48 fosse stato il fronte costituito dalla
08:40sinistra italiana, fatalmente legata al gigante sovietico. Corremmo un rischio che fu sventato
08:46dalle forze democratiche perché nella cortina di ferro vigeva il terrore. Fu scritta insieme
08:53quella costituzione, ma riconoscendo ad ognuno i propri meriti, non si può non disconoscere
09:00che tra coloro che formarono i primi governi del Comitato di Liberazione Nazionale c'era
09:05chi guardava l'Unione Sovietica e avrebbe, dopo aver salvato l'Italia da una dittatura,
09:10l'avrebbe consegnata ad un'altra dittatura, ugualmente cruenta e più duratura. Quanti paesi
09:22d'Europa sono passati rapidamente da un'occupazione ad un'altra occupazione, vedendo negate le libertà
09:29fondamentali, Ungheria, Romania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Norvegia, Berlino e altri.
09:36E allora il ricordo della storia deve renderci tutti uniti nella celebrazione di questa giornata
09:41e non farci mai dimenticare, come diceva Papa Voitigua, i nostri fratelli ebrei caduti nel
09:48genocidio più vergognoso e criminale della storia. La libertà è un patrimonio comune
09:53che ci nutre di giustizia sociale, di diritti e di eguaglianza. Ed è molto triste registrare
10:0080 anni dopo come nel mondo ci siano ancora guerre cruenti e tante vittime innocenti. Vorrei
10:06che la giornata di domani possa essere celebrata da tutti gli italiani, nel ricordo di un periodo
10:12triste che vide però le reazioni di tanti italiani coraggiosi e testimoni dell'amore
10:18di patria. La nascita della Repubblica, insieme alla più bella Costituzione del mondo, furono
10:23un riscatto per ogni italiano. Voglio qui ribadire che Fratelli d'Italia ha sempre condannato
10:29ogni tipo di totalitarismo, sia per quanto concerne il passato che il presente. Ha sempre
10:35rivendicato la supremazia liberale della libertà e l'orgoglio di una Costituzione che la
10:41santifica. E intorno a quella Costituzione ci inchiniamo, invocando sulla nostra Italia
10:46l'aiuto di Dio e la sua benedizione, affinché possa essere prospera e far crescere tra i nostri
10:53giovani l'amore per la nostra bandiera.
10:55grazie
11:07chiesto di intervenire l'onorevole Braga, nella facoltà
11:11grazie signor Presidente
11:15prendo la parola oggi per ricordare in quest'aula che domani, 25 aprile, l'Italia celebra la festa
11:22della liberazione dal nazifascismo. E credo che ce ne sia un grande bisogno di ricordarlo
11:28anche in quest'aula. Una festa di liberazione delle nostre terre, delle nostre case, delle
11:33nostre officine dall'occupazione tedesca e dalla guerra fascista, come annunciò Sandro
11:38Pertini, il Presidente partigiano. E quindi una festa di pace, perché proprio il 25 aprile
11:44del 1945, con l'insurrezione generale, si concludeva la sciagurata avventura italiana
11:51della guerra, voluta dal regime fascista. Proprio per questo è inaccettabile che, 80
11:57anni dopo, il Governo italiano abbia scelto, fin dal principio, un profilo così basso e
12:02un tono tanto sommesso per celebrare una data simbolo di pace e unità del Paese. Dieci
12:08anni fa, in quest'aula, celebravamo i 70 anni della liberazione, in una cerimonia di
12:13tutt'altro spessore, alla presenza di partigiane e partigiani e del Presidente della Repubblica.
12:19Oggi, con ogni evidenza, non è così. E tuttavia noi sentiamo ancora più forte il dovere di
12:25rendere omaggio alla memoria di quanti, avendo partecipato alla lotta di liberazione, restituivano
12:30dignità a una nazione e gettavano le basi per costruire una nuova democrazia. A loro dobbiamo,
12:37quello che siamo oggi, ai partigiani e alle partigiane che hanno combattuto dall'8 settembre
12:42del 43 al 25 aprile del 45, agli oppositori del regime finiti al confino, agli incarcerati,
12:49ai perseguitati, non solo comunisti, liberali, cattolici, socialisti, monarchici, uomini e donne
12:56di tutti gli orientamenti politici, a quelli che ebbero il coraggio di dire preferirei di
13:00no. A loro oggi, domani e per sempre va il dovere della memoria e la nostra riconoscenza.
13:07Ma soprattutto lasciatemi dire grazie alle donne della Resistenza. Irma Bandiera, Gina
13:20Borellini, Carla Capponi, Antonietta Cinotti, Paola Deldin, Ursula Hirschman, Tina Anselmini,
13:27Mildejotti, Marisa Rodano, Teresa Noce, Angelina Merlin, Joyce Lussu, donne come Vilma Conti,
13:34giovanissima staffetta.
13:45Giovanissima staffetta partigiana della mia terra, testimone infaticabile dei fatti storici
13:50avvenuti a Dongo nei giorni della liberazione. Il tentativo vigliacco di fuga, la cattura di
13:56Mussolini e dei gerarchi fascisti ad opera dei partigiani, la loro fucilazione, fatti
14:01che nessuna patetica celebrazione di nostalgici riuscirà mai ad oscurare.
14:08Ad appena 15 anni, Vilma saliva sui monti dell'Alto Lago per consegnare lettere e messaggi
14:15ai partigiani. La sua forza era quella di vincere la paura e quella forza la conservò
14:20anche dopo, nella sua vita, a guerra finita. Quante donne ha aiutato a partorire la levazione
14:26attrice Vilma, raggiungendo in piena notte in bicicletta i paesi della valle, a quanti
14:30giovani nelle scuole ha consegnato la memoria e il senso di un impegno per la democrazia e
14:36la libertà. Come lei, centomila donne, forse di più donne semplici e pure eroiche, facevano
14:42turni di guardia, attaccavano con le armi nazifascisti, salvavano ebrei, facevano fuggire
14:47gli uomini durante i rastrellamenti. Donne impegnate in quegli anni su due fronti, combattere un
14:53nemico che aveva tolto la libertà a tutti e combattere un sistema che le aveva condannate
14:58ad essere soltanto spose e madri. La resistenza per le donne non fu solo lotta contro il regime
15:04e gli invasori, ma conflitto per riconquistare la propria libertà. Le loro storie uniche,
15:11irripetibili di questo meraviglioso esercito femminile, troppo presto e per troppo tempo finite
15:17nel dimenticatoio della storia, come erano finite in fondo nelle sfilate delle città
15:22liberate. Eppure furono quelle stesse donne che consegnarono un anno dopo la vittoria
15:27della Repubblica, con la loro voce e il loro volto, e a loro l'omaggio di tutti noi e l'omaggio
15:33delle donne di oggi per quello che ci hanno insegnato e per quello che siamo. Il 25 aprile
15:38è un'eredità alla quale qualcuno, anche in quest'Aula, come chiaro, preferirebbe rinunciare.
15:44Noi non lo consentiremo perché non lo consente la storia. Alla lotta di liberazione dobbiamo
15:50la nostra Costituzione repubblicana e antifascista, perché grazie alla resistenza che l'Italia
15:56ottenne dagli alleati di poter scegliere liberamente la forma di Stato e poter scrivere la propria
16:02carta fondamentale, ricordiamo, lo stesso non successe in Germania o in Giappone. È per
16:08questo che il 25 aprile deve fare parte della memoria collettiva di questo Paese, quella
16:13di chi scelse allora di schierarsi dalla parte giusta della storia, perché la storia
16:19non è mutevole. C'è una parte giusta e c'è una parte sbagliata che riconosce come sono
16:24andati i fatti, ovvero che c'è stata una lotta antifascista che è fondativa della nostra
16:30Repubblica. La memoria non è un museo di vecchi ricordi, è un luogo di elaborazione
16:36del passato. In quel passato si misurò la forza di un popolo dove il coraggio diventò
16:41una disperata necessità, come disse Vittorio Foa, un grande partigiano che il fascismo aveva
16:46costretto a passare la sua giovinezza in carcere. Nessuno scelse di essere lì. A tutti la disperazione
16:54impose dei doveri. Il 25 aprile non è un monumento retorico, è quello che siamo stati ed è quello
17:01che vogliamo essere di fronte alle generazioni future ed è quello che noi vogliamo celebrare
17:06oggi in quest'Aula, domani nelle piazze, con la fierezza e l'orgoglio che nessuna sobrietà
17:13potrà mai stupire.
17:14Grazie.
17:33Aldo dice 26 per 1. La frase, l'ordine che Radio Londra diffuse per conto del Comitato
17:52di Liberazione Nazionale Alta Italia, era il segnale per la popolazione e per le brigate
17:58partigiane che il nemico e i capi fascisti erano in fuga. Occupazione delle piazze, delle
18:07città, delle stazioni, delle fabbriche, era il segnale riprendiamoci fisicamente il Paese,
18:16occupiamo i nodi vitali d'Italia fino a nuovo ordine, era la liberazione. Molti oggi nel festeggiare
18:24il 25 aprile non se lo ricordano, ma la figura del partigiano è stata nel tempo romanzata,
18:32fino a creare una immagine stereotipata del giovane ribelle, spesso solitario, sognatore
18:37e resistente. Certo, quei ragazzi erano anche quello, ma oggi in questo mio intervento io
18:44voglio rendere omaggio al valore militare di quei ragazzi, non solo all'idea romantica
18:50della liberazione, ma quello che fu un vero e proprio sforzo bellico umano. Chi scelse
18:58la via della resistenza scelse di combattere, scelse la via della liberazione armata del
19:05Paese. I partigiani erano divisi in brigate, divisioni, avevano dei gradi, un addestramento,
19:12linee di comando e di comunicazione, linee di rifornimento, un coordinamento fra i vari
19:17nuclei, promozioni e retrocessioni. Avevano reti sul territorio di cittadini che gli davano
19:25una mano, gli davano supporto e vi era in qualche modo anche una sorta di primordiale
19:31intelligence, un contatto diretto con gli alleati anglo-americani. La resistenza fu una
19:38grande esperienza collettiva, composta da molte esperienze individuali e nel rendere
19:44omaggio all'esperienza collettiva non dobbiamo mai dimenticarci di rendere omaggio all'esperienza
19:51individuale di ogni combattente e, sottolineo, di ogni combattente. Noi come Lega non possiamo
19:58non ricordare oggi un momento fondamentale della resistenza, la carta di Chivasso, o meglio,
20:04la dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, un documento di una modernità
20:15incredibile, l'idea di un'Italia federale, addirittura cantonale, con le identità locali
20:22valorizzate in funzione antifascista, l'idea di una Europa dei popoli. Quel documento è tutto
20:30oggi uno degli elementi culturali e fondamentali di questo Paese e in particolar modo del mio
20:39partito, in particolar modo della Lega. Grazie a quei partigiani federalisti, grazie a tutti
20:47i partigiani. Grazie, ragazzi. Aldo dice 26 per 1.
20:52Ha chiesto grazie, ha chiesto intervenire l'onorevole Bagnasconi, a facoltà.
21:09Grazie, Presidente, Presidente, colleghe e colleghi. Celebriamo oggi, in un momento del tutto
21:19particolare, non solo del nostro Paese, ma del mondo intero, l'ottantesimo anniversario
21:25della liberazione dell'Italia. Una data che è, insieme, memoria e impegno. Memoria di
21:34un popolo che ha trovato in sé il coraggio della rinascita, impegno a custodire ogni giorno
21:40la libertà conquistata con il sacrificio di tante vite. La liberazione del 25 aprile
21:491945 non fu soltanto la fine di una guerra sanguinosa e fratricida, ma l'inizio di un
21:58nuovo cammino. Un cammino fatto di democrazia, di diritti, di istituzioni nate dalla volontà
22:06popolare. Un cammino che non è mai scontato, che chieda a ciascuno di noi responsabilità,
22:15partecipazione e consapevolezza. In questo giorno così solenne desidero richiamare le
22:22parole pronunciate dal Presidente Silvio Berlusconi nel 2009. Nel piccolo borgo di Onna, distrutto
22:31al terremoto è un tempo teatro di una delle più crudeli rappresaglie nazifasciste. In
22:40quell'occasione il Presidente Berlusconi disse «Non c'è libertà senza giustizia e non c'è
22:46giustizia senza memoria». Ricordare significa costruire un futuro più giusto, più umano,
22:54più consapevole. Sono parole che anche oggi suonano più vere che mai. La memoria non è
23:03un esercizio del passato, ma un atto di giustizia verso chi ha lottato, sofferto e resistito. È
23:12un ponte tra le generazioni, un patto civile che dobbiamo rinnovare ogni anno, ogni giorno.
23:18L'Italia che uscì dalla guerra era una terra ferita, ma seppe a risollevarsi e ricostruirsi
23:29grazie a uomini e donne che credettero in un'idea più grande di loro, l'idea di una patria
23:36libera, unita e democratica. A loro dobbiamo rispetto, a tutte queste persone. A loro dobbiamo
23:43la verità storica. A loro dobbiamo l'impegno di non lasciare spazio all'odio, alla violenza
23:52e alla divisione. Allora, oggi, a ottant'anni dalla liberazione, il modo più alto per onorare
24:00quella stagione di coraggio e di dolore è questo. Prenderci cura della nostra Repubblica, difendere
24:06le sue istituzioni, proteggere la sua Costituzione, educare i giovani al valore della libertà e
24:14della pace. Perché, per richiamare ancora le parole del Presidente Berlusconi, solo uniti
24:20possiamo costruire un'Italia degna del sacrificio di chi l'ha liberata.
24:25Grazie. Ha chiesto di intervenire l'Onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.
24:36Grazie, Presidente. Io vorrei parlare con chi ha scritto di festeggiare in maniera sobria
24:44il 25 aprile, perché vorrei capire cosa avesse in mente. Chi ha scritto così pensa che domani
24:52io, quando sarò a Sant'Anna di Stazzema a celebrare, tra gli altri, la famiglia di
24:58Antonio Tucci, un uomo ufficiale di Marina che era a Livorno quel giorno, portò la famiglia
25:05a Stazzema pensando che fosse un posto sicuro, solo che tornò e vide che la moglie e gli otto
25:11figli erano stati trucidati dai nazifascisti. Si voleva gettare nel fuoco. La più grande
25:17va a 15 anni, la più piccola a tre mesi. Quando ricorderemo queste persone, secondo
25:23voi non lo faremo in maniera sobria? Quando io ricordo il 10 di aprile, tutti i 10 di aprile,
25:29il giorno della liberazione della mia terra, Massa, Naldo Pegollo. Naldo Pegollo era nel
25:34CLN, era un partigiano. Stava correndo per andare al CLN locale a festeggiare la liberazione
25:41della nostra città e arrivò l'ultima palla di cannone lanciata da Spezia e morì proprio
25:48il 10 aprile. Quello che per tutti noi è un Natale, per lui è stato il giorno della
25:53sua morte. E secondo voi quando noi ricordiamo la memoria di Naldo Pegollo non lo facciamo
26:00in maniera sobria? Non lo facciamo col dolore di chi quel giorno ha festeggiato? Sicuramente
26:07ha festeggiato. Ma aveva la morte negli occhi, aveva le sofferenze di una guerra, aveva il
26:13dolore di anni distenti. E noi ce lo dobbiamo dire, vorremmo vivere in un paese in cui il
26:2125 aprile non fosse divisivo, ma il 25 aprile è divisivo per chi quando gli si chiede... perché
26:28ci sono delle persone a cui bisogna chiedere se è antifascista. E allora sì, è divisivo.
26:33È divisivo chi dice, io sono contro tutti i totalitarismi e non ha il coraggio di dire
26:40no, io sono antifascista. Per quelle persone è divisivo il 25 aprile. E lo sarà per sempre.
26:49E siccome gli ultimi partigiani purtroppo ci stanno lasciando perché il tempo scorre, sta
26:55a noi portare avanti questo messaggio e credetemi, io lo dico sinceramente, è nel cuore ti si riempie
27:08di gioia quando festeggi la liberazione. Quando gridi in coro al camerata Kesserling che voleva
27:17che gli si regisse un monumento e gli si risponde con Piero Calamandrei, lo avrai camerata
27:23Kesserling il tuo monumento, con su scritto ora è sempre resistenza. Beh, quando si dice
27:29ora è sempre resistenza e si urla con la gioia negli occhi e il dolore nel cuore, credetemi,
27:34si vive meglio perché ci si connette a tutta quella storia, a tutto quel sacrificio fatto
27:44da chi ci ha donato grazie alla resistenza, Presidente bisogna dirlo, grazie alla resistenza
27:51il Paese in cui noi tutti viviamo. Quindi un augurio nel 25 aprile, un augurio a tutti, anche
27:57a chi vive il 25 aprile come una sconfitta perché molti di voi, ahimè, lo vivono ancora
28:03come una sconfitta, è una medicina, urlare il 25 aprile ora è sempre resistenza.
28:17Grazie. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bicchielli, ne ha facoltà.
28:22Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo. Ottant'anni devono essere
28:38sufficienti affinché la festa della liberazione sia una festa di tutti. Ottant'anni sono un
28:47anniversario troppo importante perché questa festa nazionale sia macchiata da polemiche sul
28:54significato dell'aggettivo sobrietà. Presidente, si può festeggiare con sobrietà il 25 aprile
29:02perché la liberazione dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista la festeggiamo tutti i
29:09giorni. La festeggiamo tutti i giorni con la libertà, con la democrazia, con la rappresentanza
29:15del popolo e della sua volontà, con le istituzioni. La sobrietà la dobbiamo ai tanti cattolici.
29:25La dobbiamo ai tanti cattolici che da partigiani hanno combattuto e liberato l'Italia. Erano
29:32partigiani contro l'oppressione, partigiani per la nazione, cattolici che, come tutto il
29:38mondo del resto, in questi giorni sono stati colpiti dal lutto della scomparsa del Santo
29:44Padre. Papa Francesco è stato un pontefice che ha parlato anche ai non credenti, con il
29:54suo carisma e il suo messaggio potente e semplice allo stesso tempo. Il dolore per la sua morte
30:00valica ai confini della Chiesa. Non appartiene appunto esclusivamente ai credenti. È rammarica
30:06anche chi ha sempre creduto nella laicità delle istituzioni. E forse è questo lo spunto
30:13di riflessione più potente che possiamo trarre dall'assurdo caso della coincidenza di una
30:20delle feste più importanti della nazione, con un lutto tanto grave. Un dolore tanto profondo
30:27che ha colpito non solo la Chiesa ma ognuno di noi, ovvero giungere all'equilibrio del rispetto,
30:39quel rispetto puro e essenziale, scevolo da ipocrisie polemiche, da strumentalizzazioni
30:45e da forzature. A tutti coloro che hanno speso le proprie forze, il proprio sacrificio,
30:54la propria vita alla liberazione della nazione, dobbiamo il fatto di aver scritto noi la nostra
31:01Costituzione. E, signor Presidente, questo crediamo che sia il grande valore della festa della liberazione,
31:08in cui tutti devono potersi riconoscere perché in essa vi è l'identità nazionale, l'idea di nazione,
31:18di nazione libera e sovrana, l'idea di patria, l'affermazione dei diritti delle persone che
31:23persistono allo Stato e il dovere della Repubblica di realizzare condizioni effettive di uguaglianza
31:31fra i cittadini. Ecco, il 25 aprile non è solo l'occasione per rendere onore alla memoria di chi è
31:39valorosamente caduto in battaglia per liberare l'Italia. È l'occasione per riflettere sulla dote
31:47straordinaria di libertà che ci hanno donato, sul dovere di onorarla non un solo giorno all'anno,
31:55ma tutti i giorni dell'anno. Signor Presidente, 80 anni sono anche sufficienti a non guardare più
32:02alle divisioni, a non guardare alle fazioni, a superare anche gli aspetti fratricidi di una
32:07guerra che ha lacerato il Paese. 80 anni sono sufficienti affinché tutti possano riappropriarsi
32:14di questa festa. La libertà non è mai di parte. Altrimenti non sarebbe libertà e spiegheremo un dono
32:22che ci è stato consegnato, come sappiamo, a caro prezzo. Forse non tutti coloro che hanno
32:30combattuto per la liberazione avevano lo stesso disegno per il futuro del Paese. Non tutti avevano
32:37la stessa idea del Paese, ma da quell'azione, dalle loro azioni, è nata una democrazia forte,
32:45una democrazia matura che abbiamo il dovere di onorare e difendere ogni giorno. E per comprendere
32:52ancora meglio questo aspetto basta leggere il partigiano Gioni di Fenoglio, un vero capolavoro
32:57che, sia pure in forma romanzata, permette di entrare nel cuore delle scelte di chi desiderava
33:03liberare la patria in quel frangente storico. Signor Presidente, la libertà non è un valore
33:08acquisito, è un valore da proteggere ogni giorno per poterlo tramandare. 80 anni. 80 anni
33:16dopo il 25 aprile è ancora più forte e potente perché può noverare anche l'impegno
33:22di tutti coloro che hanno difeso la libertà e la democrazia negli anni successivi alla
33:27liberazione, da allora fino ad oggi. E in virtù di questo patrimonio condiviso e cresciuto
33:36in tutti questi anni festeggiamo domani, 25 aprile, per ricominciare dopo domani a onorare,
33:44difendere e costruire la memoria, la libertà e l'identità della nostra nazione. Grazie.
33:50Grazie. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ricchetti, ne ha facoltà.
34:00Grazie, Presidente. Mi sono chiesto in questi pochi minuti che abbiamo a disposizione, in
34:08questa bella occasione di cui la ringrazio, di celebrazione degli 80 anni della nostra
34:15liberazione. Cosa mettere a fuoco di questa straordinaria battaglia di libertà? C'è sicuramente
34:26il valore appunto straordinario di questa battaglia perché è popolare, perché è universale,
34:32perché è unitaria la nostra resistenza a queste caratteristiche su cui non dovremmo smettere
34:40di riflettere. C'è sicuramente la gratitudine profonda, unanime, alle donne e agli uomini
34:47che, non lo ricorderemo mai troppo spesso, hanno dato la vita per la nostra libertà. C'è
34:55la liberazione come figlia della resistenza e come premessa insostituibile alla democrazia
35:05e all'antifascismo che diventeranno poi da lì a poco i capisaldi della nostra Costituzione.
35:13Su tutti, però, Presidente, se dovessi scegliere una caratteristica della resistenza e della liberazione
35:21prodotta dalla resistenza, sceglierei questa caratteristica di capacità di unirci in ragione
35:30di un obiettivo supremo, appunto la libertà. E' questo aspetto che può sembrare così banale,
35:38così semplice da passare in secondo piano, cioè la capacità di sospendere lo scontro
35:44politico perché c'è qualcosa di più grande delle nostre ragioni che ci mette insieme.
35:52Unirci di fronte ad un obiettivo che viene prima della contrapposizione. E la domanda attuale
35:58lo sappiamo ancora fare. Sappiamo ancora trovare le ragioni per andare oltre le divisioni
36:09e che fanno diventare alleati avversari dello scontro politico. L'avete ricordato in tanti,
36:18mi piace fare un elenco compiuto. Alla resistenza parteciparono insieme comunisti, azionisti,
36:26monarchici, socialisti, democratici cristiani, liberali, repubblicani, anarchici. Si uniscono
36:37nel CLNN, nel Comitato di Liberazione Nazionale, vincono il fascismo, grazie anche all'importante
36:47aiuto del supporto anglo-americano, e scrivono insieme alla Costituzione e tornano ad essere
36:55avversari politici. C'è un bel passaggio della riflessione che Paolo Gentiloni affida
37:01oggi nell'editoriale di Repubblica, che mi piace recuperare in questo momento. La resistenza
37:07è stata l'atto fondativo del nostro patriottismo repubblicano. Un patriottismo che è dunque per
37:14definizione democratico. Per quanto sia stato difficile per decenni perfino accettare l'idea
37:21di patria a sinistra, dobbiamo in particolare agli ultimi Presidenti della Repubblica, Ciampi,
37:26Napolitano e Mattarella, un impegno quasi pedagogico nella diffusione di questo patriottismo
37:33democratico, che è il contrario del patriottismo nazionalista. È esattamente il contrario.
37:39E allora, Presidente, concludo. È per me impossibile, nella giornata di oggi, di fronte alle considerazioni
37:46che abbiamo fatto insieme ai colleghi, non pensare all'identica resistenza all'invasione
37:55di un regime parimenti sanguinario, come quello nazifascista, e della resistenza ucraina. È
38:03la lotta di liberazione dell'Ucraina, rispetto alla quale servirebbe anche qui, anche oggi,
38:09anche ora, quella capacità di unirci al sostegno di Kiev che abbiamo avuto 80 anni fa e che ha
38:17liberato questo Paese. Grazie.
38:22Grazie.
38:23Ha chiesto di intervenire l'Onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
38:29Dalle belle città da tal nemico
38:31fuggimmo un dì
38:33su per le aride montagne
38:35cercando libertà
38:37tra rupe e rupe
38:38contro la schiavitù
38:41del suo oltradito.
38:43Lasciamo case, scuole ed officine
38:46Mutammo in caserme
38:49le vecchie cascine
38:50Armammo le mani
38:52di bombe e mitraglia
38:54Temprammo i muscoli
38:57e i cuori in battaglia
38:58Dopo vent'anni di dominio
39:01e dittatura fascista
39:02ci furono altri lunghi e terribili mesi
39:05che seguirono l'otto settembre del 43
39:08Vorremmo ritornare lì
39:10quando l'Italia si trovò senza Stato
39:12con tutto il centro nord
39:14nella morsa dell'occupazione nazifascista
39:18Potevano
39:20nascerne l'abbandono
39:21come descriveva Vittorio Foa
39:24o il proposito di ricostruire
39:26l'identità nazionale perduta
39:28E ci fu invece un'Italia
39:30che non aspettò ordini o proclami
39:32e reagì al crollo delle istituzioni
39:35e alla violenza dei fascisti
39:36dei tedeschi
39:37Solo chi identifica la nazione col fascismo
39:40può pensare che quella sia stata la morte della patria
39:45Così sulle montagne e nelle campagne
39:48nacquero i gruppi partigiani armati
39:50Erano appunto i ribelli della montagna
39:53che avevano lasciato le loro case
39:55le loro famiglie, i loro amori
39:56i loro figli per combattere
39:59C'erano la speranza e l'idealismo
40:01è stato ricordato oggi
40:03Ma si partiva anche pieni di paura
40:05di dolore
40:06Si diventava adulti con uno strappo
40:08come il partigiano Raul
40:10di Beppe Fenoglio
40:11che a 18 anni scarsi
40:12camminò da Castagnole a Castino
40:14per arruolarsi
40:15Solo otto ore prima
40:17ci racconta
40:18prima di dormire in una stalla
40:21con dei compagni sconosciuti
40:23sua mamma li girava attorno
40:26per la cucina in sottoveste
40:28servendoli il latte
40:29con l'uovo sbattuto dentro
40:31Insomma ci si arruolava
40:32nella resistenza
40:33e si smetteva di essere dei bambini
40:35come lo zio Vladimiro
40:37o mio nonno Gilberto
40:39che per raggiungerlo in montagna
40:41con la sua bicicletta
40:43a soli 14 anni
40:44diventò la più giovane
40:46staffetta partigiana
40:47delle valli Orco e Soana
40:48Si lasciava ogni cosa
40:50per vivere di stenti
40:52e di patimenti
40:53disponendosi a uccidere
40:55o a morire
40:56Ecco quanto vertiginoso
40:59fu il salto
41:00nella coscienza antifascista
41:02e poi dalla presa di coscienza
41:04all'azione
41:04perciò per farsi coraggio
41:06mentre marciavano
41:08con l'anima in spalle
41:09i partigiani appunto
41:10cantavano
41:11i ribelli della montagna
41:13era un canto
41:13un canto di tutti
41:14delle brigate Garibaldi
41:15a prevalenza comunista
41:17degli azionisti
41:17di giustizia e libertà
41:18delle brigate Matteotti
41:19socialiste
41:20dei cattolici
41:21delle brigate Osoppo
41:22coraggio ne serviva
41:23perché tutto intorno
41:25pietà l'era morta
41:26si diceva
41:27la guerra falciava vite
41:28le strage e repressioni
41:29nazifasciste
41:30insanguinavano
41:31tutto il nord Italia
41:32per chi come
41:33Nuto Rovelli
41:34aveva scelto la resistenza
41:36dopo il massacro
41:36della campagna di Russia
41:37la terra mescolava
41:39il partigiano
41:40ucciso in Italia
41:41all'alpino
41:42caduto sul Don
41:43l'uno per mano
41:44dei tedeschi
41:45e dei fascisti
41:45l'altro a causa
41:46del loro cinismo
41:47e del loro tradimento
41:48altri arrivavano
41:49alla resistenza
41:50da anarchici
41:51come Italo Calvino
41:53con le brigate Garibaldi
41:54nelle lanche
41:54con il nome di Santiago
41:56ci ha lasciato
41:57i versi più belli
41:58tra l'altro
41:58di una canzone
41:59diventata poi famosa
42:00avevamo vent'anni
42:02oltre il ponte
42:03là oltre il ponte
42:04c'è in mano
42:05Nemica
42:06che in mano
42:06Nemica
42:07vedeva
42:08l'altra riva
42:08la vita
42:09tutto il bene
42:10del mondo
42:10oltre il ponte
42:11questo racconta
42:13di fatto
42:14il vecchio
42:15partigiano
42:15alla ragazza
42:16dalle guance
42:17d'Aurora
42:18sperando di poter
42:19dire che cos'era
42:20avere vent'anni
42:21allora
42:21e sperando che
42:22i pensieri
42:23le speranze
42:23di quel tempo
42:24e possano rivivere
42:25in lei
42:25così ancora
42:26tentiamo quel racconto
42:28e speriamo che
42:28quella stessa speranza
42:30vi pervada
42:31cerchiamo di comprendere
42:32quel salto vertiginoso
42:34che ci ha permesso
42:34di vivere in pace
42:35in democrazia
42:36liberi
42:37noi non dimentichiamo
42:38che la nostra
42:39sovranità
42:40repubblicana
42:41è figlia del popolo
42:42e della lotta
42:43c'è chi pur
42:45di non celebrare
42:46quelle generazioni
42:47sostiene
42:47che la liberazione
42:48fu unicamente
42:49l'esito
42:50dell'avanzata
42:50degli alleati
42:51badate
42:52anche se
42:55quei ragazzi
42:55e quelle ragazze
42:56avessero anticipato
42:58di un solo mese
42:59la liberazione
43:00dal nazifascismo
43:02avrebbero restituito
43:03al nostro futuro
43:04una possibilità
43:05incomparabile
43:07una possibilità
43:08che dovrebbe essere
43:09cara
43:10anche a chi nega
43:11o dileggia
43:12quei momenti
43:13essere padroni
43:14del proprio destino
43:16poter chiamare
43:18l'Italia
43:18patria nostra
43:20perché il 25 aprile
43:22la liberazione
43:23ventotene
43:24sono divisivi
43:25solo se si è fascisti
43:27e chi ha dileggiato
43:29quei rivoluzionari
43:30diciamo così
43:32senza dialettica
43:33senza dissidenza
43:34differenza
43:35disobbedienza
43:36coscienza critica
43:37e al contempo
43:38inconscienza
43:39non ci sarebbe
43:41mai stata
43:42la resistenza
43:43non sarebbe mai
43:44stato possibile
43:44la democrazia
43:45ho finito
43:46presidente
43:47sa qual è la cosa
43:49più bella
43:49quella che forse
43:50non si è capito
43:51nemmeno oggi
43:52che se le vogliamo
43:54possiamo essere
43:55tutte
43:56e tutti
43:57nipoti
43:58di quelle nonni
43:58e di quei nonni
44:00partigiani
44:00non sono di una parte
44:02avete ragione
44:03però basta
44:05sceglierlo
44:06non allora
44:07oggi
44:08e basta dirlo
44:09perché grazie a loro
44:11siamo cresciuti
44:12di sana
44:13e robusta
44:14costituzione
44:15vede presidente
44:17qualcuno ha osato dire
44:18che la costituzione
44:20non contiene
44:20la parola
44:21antifascismo
44:22presidente
44:24glielo insegni lei
44:25perché
44:26è l'intero
44:28vocabolario
44:28è l'enciclopedia
44:30è il vangelo
44:31dell'antifascismo
44:33e allora
44:34anche per questo
44:36senza paura
44:37e senza chiedere
44:38il permesso
44:39possiamo
44:40gridare
44:41in questa
44:42aula
44:43semi vuota
44:43viva l'Italia
44:45viva l'Italia
44:46antifascista
44:46grazie
44:54ha chiesto di intervenire
44:57l'onorevole Boschi
44:58ne ha facoltà
44:59grazie presidente
45:02la resistenza
45:04è di tutti
45:05e tutte
45:07è di tutte
45:08perché le donne
45:08dettero un contributo
45:09fondamentale
45:10da protagoniste
45:11alla guerra di liberazione
45:13è di tutti
45:14perché combatterono
45:15fianco a fianco
45:16comunisti
45:17e socialisti
45:18azionisti
45:19e liberali
45:20monarchici
45:22laici
45:23cattolici
45:24e voglio ricordare
45:26l'impegno
45:27dei partigiani
45:28bianchi
45:28i cosiddetti
45:29partigiani
45:29bianchi
45:31cattolici
45:31attraverso
45:32le parole
45:33di una poesia
45:34che in realtà
45:35è una preghiera
45:36parole molto belle
45:38di Teresio Livelli
45:39nella sua
45:40preghiera
45:41dei ribelli
45:43per amore
45:43signore
45:44facci liberi
45:46la guerra di liberazione
45:48è stata una guerra
45:49è stata lotta armata
45:50sicuramente
45:51ma come ricordava
45:53più volte
45:53Mario Fiorentini
45:54un partigiano
45:55che ho avuto
45:55l'onore di conoscere
45:57è stata anche
45:58una catena di solidarietà
45:59tra donne e uomini
46:00che hanno dato
46:01un contributo
46:02per quello
46:02che potevano
46:03chi ha fatto
46:04la staffetta
46:04chi ha portato
46:05cibo ai partigiani
46:06chi ha nascosto
46:07partigiani
46:08o alleati
46:09nelle proprie case
46:11la liberazione
46:14ha visto
46:15combattere
46:17sacerdoti
46:18militari
46:20ricordiamo
46:21i tanti militari
46:22che dopo l'armistizio
46:23decisero di non aderire
46:25alla Repubblica Sociale
46:26per questo
46:27alcuni vennero fatti
46:27i prigionieri
46:28portati nei campi
46:30di prigionia in Germania
46:31tra questi
46:31c'era mio nonno
46:32la liberazione
46:34è per tutti
46:35e tutte
46:36perché è grazie
46:37alla resistenza
46:38e a quel sacrificio
46:39che oggi
46:39in quest'Aula
46:40in Parlamento
46:41possono sedere
46:42gli eredi
46:43di coloro
46:43che credevano
46:44nelle idee
46:44della Repubblica Sociale
46:45e del fascismo
46:46così come gli eredi
46:48dei deportati
46:49la guerra di liberazione
46:51è stata una guerra
46:52contro l'occupazione
46:53nazista
46:53tedesca
46:54certo
46:54ma è stata una guerra
46:55di liberazione
46:56dal regime fascista
46:57un regime fascista
46:59che ci ha trascinato
47:00in una guerra rovinosa
47:01che ha lasciato
47:02il marchio infame
47:03delle leggi razziali
47:04della Carta di Verona
47:05nella storia
47:06del nostro Paese
47:07ma che già prima
47:09aveva limitato
47:10le libertà
47:11di tutti
47:12la libertà
47:13di aderire a un sindacato
47:14a un partito politico
47:15di esprimere liberamente
47:16il proprio pensiero
47:17le proprie opinioni
47:18di leggere
47:19quello che uno desiderava
47:20e lo dobbiamo ricordare
47:21sempre
47:21da quest'Aula
47:22dove ci sarà
47:23un banco vuoto
47:24per sempre
47:25il ricordo di Matteotti
47:26che proprio da quel banco
47:27in quest'Aula
47:28denunciò la violenza
47:29del fascismo
47:30e dobbiamo ricordarlo
47:32perché
47:33ammacchiarsi
47:36delle stragi
47:37più efferrate
47:38furono
47:38le truppe naziste
47:39certo
47:40Marzabotto
47:41Sant'Anna di Stazema
47:42le fosse Ardiatine
47:43altre meno note
47:44ma altrettanto crudeli
47:45come quella
47:46in Civitella
47:46Valdichiana
47:47a pochi chilometri
47:48da casa mia
47:48però
47:50collaborarono
47:52parteciparono
47:53gli italiani
47:53anche a quelle stragi
47:55ecco perché
47:57noi oggi
47:57dobbiamo dire
47:59e ribadire
48:00che ci fu
48:01una parte giusta
48:02e una parte sbagliata
48:03è vero
48:04possiamo portare
48:05Pietas
48:06provare Pietas
48:07umana
48:07per i caduti
48:08di entrambe le parti
48:09perché fu una guerra civile
48:10di italiani contro italiani
48:11sappiamo che alcuni
48:12erano in buona fede
48:14ma non possiamo dire
48:15che fu la stessa cosa
48:17perché non è la stessa cosa
48:19morire
48:19per salvare un ebreo
48:20dal lager
48:21o per mandare
48:22un ebreo
48:22in un lager
48:23non è la stessa cosa
48:24e dobbiamo dirlo
48:28perché una scelta
48:29fu possibile
48:30perché alcuni
48:31allora scelsero
48:32scelsero
48:33l'antifascismo
48:34e scelsero
48:35di non sottostare
48:37all'indifferenza
48:38e fu una scelta
48:39consapevole
48:40dei rischi
48:41la prigione
48:41la tortura
48:42la morte
48:43e scelsero
48:44soprattutto
48:45tanti giovani
48:46ragazzi e ragazze
48:47che avevano
48:48tutto da perdere
48:49perché avevano tutta la vita
48:50davanti
48:51ma sapevano che una vita
48:52senza libertà
48:53non era niente
48:54e hanno sacrificato
48:56tutto per quella libertà
48:57per la nostra indipendenza
48:59per la democrazia
49:00nella quale oggi viviamo
49:01e per gettare le basi
49:03di quella che sarebbe stata
49:04l'Europa unita
49:05da ventotere
49:06e allora noi dobbiamo
49:08anche dire
49:09che grazie
49:10a quella guerra
49:11di resistenza
49:11noi oggi abbiamo
49:12la nostra costituzione
49:13nella quale ci riconosciamo
49:14tutti
49:15che è una costituzione
49:16antifascista
49:18perché nella costituzione
49:19c'è scritto
49:20alla dodicesima disposizione
49:21transitoria e finale
49:23ma soprattutto
49:24perché sono chiari
49:25i lavori
49:25dell'assemblea costituente
49:26io rinvito a leggere
49:27le parole bellissime
49:28di Aldo Moro
49:29la nostra non è
49:30una costituzione
49:31afascista
49:32la nostra è una costituzione
49:33antifascista
49:35orgogliosamente
49:36per scelta
49:37perché solo
49:38con la verità storica
49:39possiamo creare
49:40una condivisione
49:42in quelli
49:42che sono i valori
49:43oggi
49:44del nostro stare insieme
49:45e per questo
49:45non possiamo cedere
49:46a quelle che sono
49:48pericolose equiparazioni
49:50come più volte
49:51ci ha messo in guardia
49:52il Presidente Mattarella
49:53e allora noi domani
49:55celebriamo la liberazione
49:56non la libertà
49:57perché la liberazione
49:59significa costruzione
50:02significa impegno
50:04significa lotta
50:05conquista
50:05difesa della libertà
50:07e come ci esortava
50:09Calamandrei
50:10a ricordare sempre
50:12la libertà è come l'aria
50:13ci rendiamo conto
50:14della sua importanza
50:15soltanto quando viene a mancare
50:16e allora domani
50:18per il 25 aprile
50:19festeggiamo
50:19festeggiamo nelle piazze
50:21festeggiamo nelle strade
50:22la liberazione
50:24perché è una festa
50:2580 anni di libertà
50:27vanno festeggiati
50:28e dobbiamo festeggiare
50:29perché con la liberazione
50:30siamo tornati a respirare
50:32grazie
50:39ha chiesto di intervenire
50:41l'onorevole Manes
50:42ne ha facoltà
50:42grazie Presidente
50:46oggi ci ritroviamo
50:47in quest'aula solenne
50:48per commemorare
50:49l'ottantesimo anniversario
50:51della liberazione
50:52dell'Italia
50:52dal nazifascismo
50:5480 anni
50:55una vita
50:55generazioni intere
50:57che sono cresciute
50:58hanno lavorato
50:59hanno sperato
51:00hanno sbagliato
51:01e hanno costruito
51:02sulle fondamenta
51:03gettate
51:04da quella primavera
51:05del 1945
51:06la Repubblica
51:08in cui oggi viviamo
51:09celebrare il 25 aprile
51:11non è solo un dovere
51:13di memoria
51:14è un atto politico
51:15perché ogni generazione
51:16è chiamata a difendere
51:18a reinterpretare
51:19la democrazia
51:20mai a considerarla acquisita
51:22la resistenza
51:24non fu un fatto astratto
51:26fu una scelta concreta
51:27drammatica
51:28quotidiana
51:29fatta da uomini
51:30e donne di ogni età
51:31provenienza e fede
51:32che dissero no
51:34all'oppressione
51:35e sì alla libertà
51:36ed è per questo
51:37che oggi
51:37a 80 anni di distanza
51:39non possiamo permetterci
51:41di relegare
51:41quella data
51:42alla ritualità
51:43il 25 aprile
51:44ci interpella
51:45ci chiede coraggio
51:47ci chiede verità
51:48ci chiede coerenza
51:49viviamo un tempo
51:50inquieto
51:52l'Europa
51:52è attraversata
51:53venti di guerra
51:54da tensioni internazionali
51:55che mettono in discussione
51:57l'ordine
51:57che credevamo
51:59acquisito dopo il secondo
52:00dopo guerra
52:01nel mondo la violenza
52:02ci ricorda
52:03quanto siano fragili
52:04la pace
52:05e la convivenza civile
52:07ma anche nel nostro paese
52:08la democrazia
52:10conosce nuove insidie
52:11l'astensionismo
52:12crescente
52:13la sfiducia
52:14nelle istituzioni
52:14il linguaggio
52:15dell'odio
52:16che torna a farsi spazio
52:17nel dibattito pubblico
52:19nella delegittimazione
52:20del dissenso
52:21nel discredito
52:22sistematico
52:24dell'avversario
52:25politico
52:25indipendentemente
52:26della propria ideologia
52:27di appartenenza
52:28in questo contesto
52:30ricordare la resistenza
52:31e gli internati
52:32militari italiani
52:33significa riaffermare
52:35i valori fondativi
52:36della nostra Repubblica
52:37la libertà
52:38la giustizia sociale
52:39l'eguaglianza
52:40l'antifascismo
52:41la correttezza
52:42e l'onestà intellettuale
52:43perché non esiste
52:44costituzione
52:45senza memoria
52:46e non esiste
52:47memoria
52:48senza una scelta netta
52:49quella contro ogni forma
52:50di centralizzazione
52:51ieri come oggi
52:53non possiamo permettere
52:55che il 25 aprile
52:56venga quindi svuotato
52:57del suo significato
52:58piegato alle convenienze
53:00del momento
53:00ridotto a una celebrazione
53:02formale
53:03o peggio divisiva
53:04è il giorno
53:05in cui l'Italia intera
53:07ritrova se stessa
53:08ed è compito nostro
53:09come rappresentanti
53:11delle istituzioni
53:12restituirgli forza
53:13senso
53:14e unità
53:14oggi a 80 anni
53:16dalla liberazione
53:17dobbiamo chiederci
53:18siamo ancora degni
53:20di quell'eredità
53:21stiamo davvero
53:22onorando il sacrificio
53:23di chi scelse
53:24la lotta
53:25contro l'opposizione
53:26o stiamo invece
53:28cedendo
53:29passo dopo passo
53:30all'indifferenza
53:31al cinismo
53:32e alla paura
53:33una domanda
53:34a cui
53:35tutti noi
53:36dovremmo rispondere
53:37grazie
53:38grazie
53:41ha chiesto di intervenire
53:42l'onorevole
53:42della vedova
53:43ne ha facoltà
53:44grazie
53:46grazie presidente
53:47per questa opportunità
53:49anch'io penso
53:50che lo diciamo
53:52a futura memoria
53:53forse gli 80 anni
53:54meritavano
53:56una maggiore
53:57solennità
53:58anche in quest'aula
53:59celebrare gli 80 anni
54:01del 25 aprile
54:02della liberazione
54:04dalla dittatura
54:05fascista
54:05e dall'occupazione
54:06nazista
54:07ci deve spingere
54:08anche a ricordare
54:09come quelle dittature
54:11nacquero
54:11e la nostra
54:12quella fascista
54:13fu antesignana
54:15delle due
54:16nacquero con la pretesa
54:17di superare
54:18il presunto fallimento
54:20della democrazia liberale
54:21sull'onda di problemi reali
54:23strumentalizzati
54:25dai demagoghi
54:25e nacquero
54:26arrivando al potere
54:28attraverso elezioni
54:29democratiche
54:30per gli standard
54:31di cent'anni fa
54:32ecco
54:32ricordarsi
54:34da dove sono nate
54:35le dittature
54:35da cui le generazioni
54:37che ci hanno preceduto
54:38si sono liberati
54:40con la resistenza
54:41regalandoci
54:42la libertà
54:43la democrazia
54:43serve a leggere
54:45con preoccupazione
54:47quanto sta accadendo
54:48oggi
54:48anche nel nostro occidente
54:50il processo
54:51di scarnificazione
54:53della democrazia
54:54ridotta
54:55al solo momento
54:56elettorale
54:57da cui scaturirebbe
54:58un mandato
54:58senza vincoli
55:00è un pericolo
55:01da riconoscere
55:02e scongiurare
55:04il fascino
55:05della democrazia
55:05liberale
55:06che cancella
55:07lo stato di diritto
55:08dell'autoritarismo
55:10nazionalista
55:11del superamento
55:12del diritto internazionale
55:13sostituito
55:14dal diritto
55:15del più forte
55:15è tornato
55:17a scuotere
55:18la politica
55:18e a tentare
55:19le opinioni pubbliche
55:20irretite
55:21da demagoghi
55:23che promettono
55:24soluzioni semplici
55:25ancorché fallaci
55:26ai complessi
55:28problemi
55:28di questi tempi
55:29chi crede
55:30nello stato di diritto
55:32e nel federalismo europeo
55:33come antidoto
55:34al veleno nazionalista
55:36deve reagire
55:37con un coraggio
55:38politico riformatore
55:39che ancora non c'è
55:40la liberazione
55:42cominciò
55:43con la resistenza
55:44di cui furono vittime
55:46oppositori
55:47che non si piegarono
55:48e furono uccisi
55:49dal fascismo
55:50dal fascismo imperante
55:52come Gobetti
55:53Matteotti
55:54Gramsci
55:54fratelli
55:55Rosselli
55:56con il carcere
55:57di personalità
55:58come De Gasperi
55:59Opertini
56:00il carcere
56:01il confino
56:02di Ernesto Rossi
56:03Spinelli
56:03di cui abbiamo parlato
56:05più o meno
56:06propriamente
56:07anche in quest'aula
56:08qualche settimana fa
56:09il carcere
56:10e il confino
56:11di Colorni
56:13di Ursula
56:13Ehrsman
56:14e di tanti altri
56:15e di tante altre
56:16proseguì con la lotta armata
56:19dei partigiani comunisti
56:20cattolici
56:21liberali
56:22azionisti
56:23ebrei
56:23e l'intervento
56:25degli eserciti
56:26delle democrazie
56:27angloamericane
56:28che mandarono
56:29i loro giovani
56:30che giacciono
56:31nei tantissimi cemiteri
56:32di guerra
56:33sparsi nella penisola
56:34a morire
56:35per la nostra libertà
56:36la liberazione
56:38da cui nacque
56:39la nostra Costituzione
56:40a presidio
56:42della libertà
56:43e dello Stato di diritto
56:44deve essere celebrata
56:46a maggior ragione
56:47ora che dopo
56:4880 anni
56:48i testimoni diretti
56:50sono sempre meno
56:51e sempre meno
56:52i racconti diretti
56:53di ciò che fu
56:54ai moniti
56:56e alla memoria
56:57aggiungiamo
56:58il riconoscimento
56:59doveroso
57:00anche per noi
57:01di chi oggi
57:02in Europa
57:02resiste
57:03all'invasione
57:04nazionalista
57:05e imperialista
57:06che va aiutato
57:07a resistere
57:08in vista
57:08di una pace
57:09giusta e duratura
57:10non spinto
57:11a capitolare
57:12in questi giorni
57:14cruciali
57:15anche in nome
57:16dei valori
57:17della resistenza
57:18italiana
57:18di 80 anni fa
57:19sosteniamo
57:21la resistenza
57:22ucraina
57:22l'Ucraina
57:23è aggredita
57:24invasa
57:25e anche questa notte
57:26bombardata
57:27senza alcuna
57:28acquiescenza
57:29nei confronti
57:30dell'autocrazia
57:31putiniana
57:31buon 25 aprile
57:33grazie
57:36si è così
57:38conclusa
57:38la cerimonia
57:39per la celebrazione
57:40della ricorrenza
57:41dell'ottantesimo
57:42anniversario
57:42della liberazione
57:43la conferenza
57:44dei presidenti
57:44gruppo
57:45è convocata
57:45alle ore
57:4714 e 15
57:48presso la biblioteca
57:49del presidente
57:50sospendo pertanto
57:51la seduta
57:51che riprenderà
57:52al termine
57:53tale riunione
57:53la seduta
57:54è sospesa
57:55grazie a tutti
57:55grazie a tutti
57:56grazie a tutti

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