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TVTrascrizione
00:00A casa di amici, il salotto di Radio Roma.
00:30Sono morti i giovani, ma consapevoli che le loro idee sarebbero rimaste nei secoli, come parole iperbole, intatte e reali, come piccoli miracoli, idee di uguaglianza, idee di educazione, contro ogni uomo che eseggi di oppressione, contro ogni suo simile, contro chi è più debole, contro chi sotterra la coscienza nel cemento, pensa prima di sparare.
00:52Beh, devo dire un ritornello molto forte. A me ancora vengono i brividi ogni volta che ascolto questa canzone, Danila. Le parole sì sono molto forti, ma forse anche molto vere. Perché abbiamo scelto questa canzone?
01:06Allora, sicuramente partiamo dal discorso del pensare, no? Pensare prima di giudicare, prima di dire, pensare. Pensare che comunque possiamo agire degli atti di violenza.
01:18Vi leggo brevemente cosa intendiamo per violenza, come facciamo sempre, da dove partiamo. La violenza è l'uso intenzionale della forza fisica, del potere, delle provocazioni, del dominare e del costringere, comportando sofferenza e distruzione.
01:34E' un atto volontario. Etimologicamente, violenza vuol dire che viola, e questo mi sembra molto importante, ovvero che oltrepasta il limite della volontà.
01:47Tutto ciò che è incitato in modo dannoso e offensivo, questo può essere riscritto come violenza.
01:54E noi è proprio da qui che vogliamo partire. Cioè, da quello che significa la violenza a 360 gradi, fisica e verbale.
02:07Fisica e verbale. Mi è piaciuto quando hai voluto sottolineare, Danila, questa volontà.
02:15E infatti il testo della canzone recita proprio questo, pensa che puoi decidere tu.
02:19Esatto.
02:20E quindi è una cosa molto, molto importante questa, la volontà e cercare poi di rimanere se stessi in alcune situazioni.
02:30Ma di questo ne parleremo dopo. Io adesso volevo chiederti, Danila, un po' il fenomeno della violenza al giorno d'oggi.
02:39Perché credo sia forse cambiato, non lo so, è una mia opinione?
02:42Assolutamente no. Io credo che la violenza al giorno d'oggi è cambiata nell'ottica proprio dell'espressione della propria aggressività.
02:53Cioè, la violenza verbale, per esempio quella che riscontriamo anche tutti i giorni da persone che litigano, che se ne dicono di ogni, che si offendono e che lo fanno con una semplicità, no?
03:12Come se prima avessimo il filtro di utilizzare determinate parole, di essere educati, di non avere un certo tipo di proteggiamento, oggi questo filtro è caduto.
03:21Ma perché è caduto? È caduto innanzitutto nei social.
03:24Perché tutti gli haters che si permettono di scrivere determinate cose o di fare determinate cose, ovviamente lo fanno e quindi dentro se stessi vanno a eliminare quel filtro.
03:35Le stesse persone le ritroviamo poi per strada e si sentono legittimate a dire, a fare, a pensare, ma soprattutto ad agire, quello che vogliono.
03:46La stessa cosa accade nel discorso della violenza fisica.
03:51Cioè, per quanto noi stiamo facendo tutto un discorso contro appunto il femminicidi e contro la violenza domestica,
03:59dall'altra parte vediamo che non è soltanto un discorso di femminicidi.
04:03Ci sono figli che uccidono genitori, genitori che uccidono figli e quello che tra l'altro ci ritroviamo a vedere è che le immagini che ci rimanda internet e quindi delle nicchie, no?
04:14Che comunque ci sono delle nicchie di persone che vanno poi a postare filmati di violenza, a scrivere cose di violenza, vengono visti.
04:24Quindi il nostro cervello nel momento in cui scrolla e quindi vede e vede filmati, filmati e filmati, è come se fondamentalmente acquisisse la possibilità che la violenza è possibile, è fattibile.
04:39Come quando un tempo si diceva, no? Sicuramente l'avete sentito tutti, eh ma la televisione dice, cioè il momento in cui arriva a superare la sfera domestica o quasi familiare, quindi amici e parenti,
04:52e diventa pubblico, e in questo caso il pubblico è la televisione prima e tutto il mondo social oggi, allora il nostro cervello acquisisce che quell'immagine è possibile e di conseguenza ripetibile.
05:08Cioè non, come se non ci fosse una censura, la censura arriva dopo con la nostra razionalità e col fatto che noi capiamo che quella cosa non deve essere fatta.
05:18Ma persone più deboli, più fragili, con delle problematiche che chiaramente si trovano di fronte a questi miriade di filmati, pensano che allora si può fare e allora se si può fare lo faccio anch'io.
05:32E quindi la violenza è come se avesse perso la forza che ha, cioè l'intensità che ha, è come quando ascolto la radio a decibel molto alti, all'inizio mi dà fastidio, dopo un po', mi abituo, la sento, anzi alzo ancora.
05:50E questo accade anche per le immagini, avendo oggi una vastità di immagini violente di tutti i tipi, come ho detto prima, ma anche per esempio sugli animali.
06:01Sì, esatto.
06:03Quindi è proprio un discorso a 360 gradi, è proprio l'essere violento, cioè l'essere colui che va a creare danno e a creare sofferenza.
06:14È come se questo concetto, appunto, fosse, non vi dico sdoganato, ma possibile, fattibile.
06:24Io lo vedo fare.
06:24Forse normalizzato, mi posso permettere di utilizzare questo termine secondo te, Daniele?
06:28Allora, io mi auguro che non sia normalizzato.
06:30Cioè spero con tutto il cuore che non sia normalizzato, perché se fosse normalizzato secondo me saremmo veramente nei guai.
06:38Però sicuramente siamo in una strada dove io vedo miliardi di frame e di immagini
06:44e il mio cervello inizia a pensare che violenza è possibile, non è impossibile, non è io non lo farò mai.
06:55Questo è un passaggio successivo o non deve essere fatto.
06:59Questo è un passaggio successivo.
07:01Quando io dal frame o dall'immagine metto la mia razionalità e dico non lo farò mai, non è una cosa possibile.
07:08Però c'è un passaggio in più che forse prima non c'era.
07:13Allora, io volevo prendere spunto anche da questa ultima espressione che hai utilizzato, Daniele,
07:18cioè anche l'esempio degli animali.
07:21Ma in realtà l'uomo, i giovani, gli animali, insomma, ecco, molto spesso è capitato che ci sono state persone
07:29che hanno assistito a casi di violenza e invece di aiutare, forse per paura, forse perché non si sa per quale motivo
07:36e noi non ci sentiamo nemmeno di giudicare, ma è comunque assurdo, stavano filmando.
07:40Erano impegnati semplicemente a filmare.
07:43L'ultimo caso riguarda una donna transgender che sostanzialmente è stata ammazzata,
07:49perdonate, come dire, ecco, questo termine molto crudo,
07:53gli sono state spezzate le gambe e alcuni passanti erano impegnati a riprendere la scena.
08:00Questa è una cosa veramente vergognosa, almeno questo mi sento di dirlo.
08:05Allora, sicuramente il discorso cambia nell'ottica non tanto della violenza,
08:10ma dell'importanza che in questo momento ha catturare un'immagine e riprodurla.
08:17No? Di qualunque tipo, cioè violenza o non violenza.
08:21E in questo momento le persone sono attente più all'immagine che al bisogno.
08:31Io non credo che chi si è messo a riprendere avesse paura,
08:36perché se io ho paura scappo.
08:38Chiaro.
08:39Quindi è proprio non comprendere probabilmente quel bisogno
08:44o non definirlo come priorità.
08:47E questo è altrettanto grave.
08:49è una violenza silente.
08:52Esattamente.
08:53Mi rendo complice di quello che ti sta massacrando,
08:59perché invece di chiamare la polizia mi metto a filmare.
09:04Arriviamo a rasentare veramente dei livelli di inconsapevolezza
09:10di quello che sta accadendo e della realtà che vado a vivere,
09:12che poi non è diversa, insomma, da chi poi per farsi un selfie muore
09:17perché si arrampica su chissà quale roccia.
09:20Anche quella è una violenza contro se stessi.
09:24È possibile che non riesci a capire che questa cosa su cui tu ti stai spingendo
09:29ti porta a morire.
09:31E se non lo capisci ti stai facendo violenza,
09:34non ti stai proteggendo.
09:35Perché noi facciamo anche questo.
09:38Violenza contro noi stessi e non solo nei confronti degli altri.
09:42Questo è importante per farci capire la vastità anche del concetto di violenza
09:46e anche ovviamente nel concreto.
09:49Danila, ovviamente i fatti di cronaca,
09:52i fatti che sono basati agli onori della cronaca,
09:54che hanno come protagonista la violenza,
09:55sono tantissimi.
09:56Sono all'ordine del giorno.
09:58E i protagonisti, soprattutto a quel fenomeno in crescita
10:01a livello di numeri, di dati reali, è costante.
10:05E i giovani sono molto presenti.
10:09Nella maggior parte dei casi tu hai citato anche figli che uccidono i genitori.
10:13Ti volevo fare una domanda molto importante
10:15perché secondo me è bene capire anche questo.
10:17Molte persone dicono che ha un problema di famiglia,
10:20un problema di educazione familiare.
10:22Come rispondiamo a questo?
10:25Allora, io penso questo.
10:26Sicuramente la famiglia è il nucleo fondante
10:30da cui le persone partono per creare dei valori.
10:34Ma la famiglia non è l'unico tutore educativo.
10:41Allora, c'era la scuola prima
10:43e quindi la scuola ha delle grandi responsabilità.
10:47Faccio un esempio.
10:49Se un ragazzo rompe un vetro in classe,
10:51il ragazzo comunque va in qualche maniera rimproverato
10:59o comunque sgridato o sospeso
11:02o comunque bisogna agire verso questo ragazzo.
11:06Se invece questo io lo faccio passare
11:08che la classe ha una nota di demerito
11:12perché quel ragazzo ha fatto quella cosa,
11:15io mi pongo la scuola in una posizione
11:20dal mio punto di vista
11:21deresponsabilizzante dal punto di vista educativo.
11:26La scuola dal mio punto di vista
11:27si è completamente deresponsabilizzata
11:30nell'educazione sociale dei ragazzi.
11:33Sono i ragazzi che hanno il sopravvento sui professori.
11:39Questo chiaramente non è generico,
11:41però accade molto spesso.
11:44Poi c'era l'oratorio.
11:46Prima, no?
11:47C'era l'oratorio.
11:48Adesso non c'è più.
11:49C'è molto poco.
11:50Quindi i ragazzi a livello sociale,
11:52perché parliamo di giovani,
11:55si potenziano dove?
11:58Per strada.
11:58A casa.
12:00Con i social.
12:02non si incontrano sempre meno
12:05e di conseguenza ci sono delle figure
12:08che prima erano fondamentali,
12:10ripeto, la scuola, la parrocchia,
12:12anche gli allenatori di calcio
12:16o gli allenatori di altri coach
12:18delle altre discipline sportive
12:22che comunque sono educatori
12:25non soltanto della materia loro
12:28ma anche dello stare insieme,
12:30di come si è squadra,
12:32di come si seguono determinate discipline.
12:35Tutto questo è bagaglio necessario
12:39della formazione di un giovane.
12:43Non possiamo passare
12:44dai valori educativi familiari
12:45al nulla.
12:47Tutti hanno un compito importante
12:49quindi non lo diciamo sempre
12:51è un problema sociale.
12:52Ma siamo in conclusione, Danila.
12:55Io volevo chiederti in definitiva
12:57qual è la tua opinione in generale
12:58sulla violenza.
13:00Secondo te che cos'è violenza?
13:03Allora, io credo una cosa.
13:05Io credo che ognuno di noi
13:06ha dentro di sé una fiaba
13:08che avete sicuramente già sentito
13:11ma per me è molto bella
13:12con lupo bianco e lupo nero.
13:15Siamo noi
13:16che dalla mattina che ci svegliamo
13:18decidiamo a chi dare da mangiare
13:20sia lupo bianco o lupo nero.
13:24A casa di amici
13:25il salotto di Radio Roma