Com'è tornare su un set dopo 24 anni? Lo racconta Maurizio Nichetti che con Amichemai è di nuovo nei cinema, 24 anni dopo Honolulu Baby. Il regista di Rataplan (suo esordio, quasi muto, nel 1979), Ho fatto splash!, Voglia di saponette, Volere volare, Stefano Quantestorie e altri titoli più o meno tech-surreali-cartoonati lo racconta così: «È stato un po' come girare una seconda opera prima. Stessa ansia, stesse incognite, stesso entusiasmo. In vent'anni è cambiato tutto nel mondo dello spettacolo, nel modo di vedere i film, nel modo di girarli. Per questo il solo pensiero di ricominciare mi ha stimolato molto. Come con Ratataplan, il mio primo lungometraggio, mi sono fatto guidare dall'istinto più che dal mestiere e il film, oggi come allora, è nato, giorno dopo giorno, si è sviluppato come ha voluto, è uscito dalla sceneggiatura per farsi contaminare dalla vita che abbiamo vissuto in questi ultimi anni. Pandemia, guerre, cambiamenti climatici dalle catastrofiche conseguenze, il tutto raccontato da una Rete sempre più presente che ci raggiunge, ovunque e comunque, con mille post frenetici, pillole d'informazione che calamitano sempre la nostra attenzione. La storia di Anna e Aysè, le protagoniste di Amichemai, avrebbe potuto essere girata anche 50 anni fa, perché è costruita su situazioni e sentimenti classici, sempre attuali e riconoscibili... Ma solo oggi ha potuto essere ripresa con la follia di una tecnologia che continua a giocare con il vero e con il falso, invertendone spesso i valori».
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