l'intervista di Agnese Pini a Emma Marcegaglia per Money Vibez Stories
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00:00Da una parte l'agilità, la velocità di capire le situazioni e adattarsi, che non ha nessuno.
00:08È anche molto importante che le donne abbiano coscienza del proprio valore.
00:13Io certe volte ho visto tante donne brave che però si autolimitavano
00:18e poi magari quando diventavano mamme tendevano a non trovare un equilibrio,
00:23non trovare, non riuscivano perché poi è molto difficile.
00:26Ci sono dei passi avanti importanti fatti ma c'è ancora però da fare secondo me.
00:31Presidente, buonasera e grazie per aver accettato il nostro invito.
00:57Buonasera e grazie a lei, mi fa molto piacere.
01:00Allora io comincerai dall'inizio di questa storia imprenditoriale che davvero ci insegna ancora qualcosa,
01:06anzi forse oggi più che mai, perché ricomincerai proprio dall'avventura di suo padre,
01:11Steno Marcegaglia, che nel 1959 si inventa qualcosa che diventa poi rivoluzionario
01:18e che dal via ha uno straordinario impero.
01:21Perché gliene parlo? Perché mi viene in mente che in questi tempi così complicati
01:26dove anche fare impresa al di là delle nuove tecnologie, fare proprio impresa come si faceva una volta appunto,
01:33sembra davvero un'avventura troppo difficile forse anche per le nuove generazioni.
01:38E allora la prima domanda che vorrei farle è questa, pensando appunto alla sua storia familiare,
01:43alla storia di suo padre, alle scommesse e sacrifici che immagino ha fatto nella sua vita.
01:49C'è ancora spazio in Italia per questo tipo di possibilità,
01:54queste avventure di impresa che appunto poi costruiscono mondi, costruiscono imperi partendo però davvero da nulla?
02:00Diciamo, mio padre fonda l'azienda nel 1959, quindi nel dopoguerra, negli anni 60,
02:08che sono stati proprio gli anni in cui è partita l'industrializzazione, diciamo quella italiana,
02:14a parte le grandi imprese, ed era un mondo in cui c'era sicuramente un po' tutto da inventare.
02:19In un certo senso era più difficile perché c'erano molto meno mezzi, papà era molto povero,
02:24partito da niente, con la grande ambizione, la voglia di fare qualcosa di importante, ma non aveva nulla, se non le sue idee.
02:31Però in un certo senso c'era un po' tutto da inventare, no?
02:34E quindi era più difficile perché c'erano meno mezzi, ma era forse più facile, i mercati erano più chiusi,
02:41i competitor, i concorrenti erano quelli nemmeno nazionali, erano quelli locali.
02:47Era un mondo in cui non per niente, in quegli anni hanno visto tantissime imprese nascere da parte di ex-operai
02:56o di persone come mio padre che non avevano niente.
02:59Però, tornando alla sua domanda, io penso che oggi ci sono più mezzi, c'è più competenza, c'è più istruzione,
03:07però i mercati sono molto più complessi, c'è un'incertezza straordinaria in questi mesi ancora di più,
03:14c'è una competizione durissima, però secondo me c'è ancora spazio.
03:19Io e mio fratello comunque portiamo avanti, non solo un'azienda, portiamo avanti valori, una tradizione,
03:28perché alla fine fare impresa, io lo dico sempre, è un lavoro difficile, ma è il lavoro più bello del mondo.
03:34Quindi se sei cresciuto, come ho avuto la fortuna io, con dei genitori che ti hanno insegnato che fare impresa vuol dire
03:41avere un grande progetto, unire le persone e con queste persone portare avanti questo progetto e renderlo realtà
03:47e fare in modo che questo progetto poi dia benessere alle persone, alle comunità.
03:52Noi ci crediamo ancora, quindi io credo che sia difficile, ma c'è ancora spazio.
03:57Certo, dovremmo impegnarci tutti per rendere la vita a magari giovani ragazzi che non hanno soldi,
04:03con il venture capital, fare in modo che ci sia meno burocrazia.
04:07Bisognerebbe creare un contesto diciamo più facile, però c'è ancora spazio secondo me per fare impresa.
04:14Era molto bella la cosa che diceva sui valori, perché pensavo che la principale differenza tra essere un capitano d'industria e un manager
04:22è proprio quella del valore familiare, della tradizione che poi diventa il fondamento su cui si costruisce qualcosa.
04:30Le viene in mente un ricordo legato appunto a suo padre o a sua madre della sua infanzia in cui le è rimasto impresso qualcosa,
04:40le è rimasto dentro qualcosa rispetto appunto a questa tradizione di valori che poi fa famiglia e impresa insieme?
04:46Beh guardi, per esempio mia madre che è sempre stata in azienda, chiaramente era mio padre l'imprenditore,
04:54si occupava di personale, la cosa bella era che era un po' considerata come la mamma di tutti, ma veramente,
05:01cioè lei se c'era un collaboratore che non stava bene, che aveva un figlio che non stava bene, ma senza nemmeno farlo vedere,
05:07lei si informava, poi magari telefonava ai medici, ai suoi amici, diceva guarda ti mando questa persona, però non dire che sono stato io a mandarti,
05:15però ti prego curalo, fai il massimo perché è un ragazzino che ha bisogno.
05:20Quindi mia madre era la persona che si prendeva cura delle persone dell'azienda come se fossero parte di una famiglia e questo,
05:28purtroppo quando poi è mancata, le persone l'hanno sempre, ancora oggi la ricordano così.
05:35E mio padre, guardi le faccio un esempio, anche diciamo che abbiamo vissuto recentemente, un signore che ha portato, un artista,
05:44che ha portato due ritratti di mio padre, infatti tra l'altro con una tecnica molto particolare, e questo è un signore importante che oggi ha lavorato a Louvre,
05:55è un professore d'arte, e allora noi gli abbiamo detto grazie, ma perché ci fa questo omaggio?
06:03E lui disse perché io ero molto povero, non potevo studiare, lavoravo come operaio, e suo padre veniva la domenica, per questo faceva mio padre,
06:12la domenica lui non aveva molti hobby, lui andava in stabilimento, conosceva tutti gli operai e si fermava a parlare con loro.
06:19Allora viva questo giovane ragazzo e gli disse ma tu dimmi chi sei?
06:23E lui disse io sono qua, ho una famiglia povera, mio padre non ha soldi, io devo lavorare, però ho una grande passione per l'arte.
06:30E mio padre gli disse ma perché non studiartici, perché non ho i soldi?
06:33E mio padre gli disse tu non ti preoccupare, tu continui a lavorare qua, i soldi per studiare te li do io,
06:38se tu poi dovrai fare delle assenze dal lavoro perché stai studiando io lo capirò, nessun problema, e quindi vai avanti e fai quello che vuoi.
06:48E questa persona intanto che lo raccontava, oggi è un signore che avrà 50 anni, è un signore affermato, intanto che lo raccontava gli scendevano le lacrime.
06:57Queste sono un po' le cose con cui io sono cresciuta e quindi è chiaro che per noi l'impresa deve essere competitiva, deve essere forte, però c'è di più.
07:07Ci sono questi valori che io e mio fratello abbiamo respirato fin da bambini.
07:12Quando era adolescente, ragazzina, ha sempre pensato che poi si sarebbe impegnata nell'azienda dei suoi genitori o aveva altri sogni?
07:22Allora ho avuto questo periodo in cui io ho sempre fatto danza classica, fin da quando avevo 5-6 anni, peraltro mia madre mi portava tutti i giorni, noi abitiamo a Gazzodoli,
07:30poi abitavamo in questo paese a 20 km da Mantova nella campagna dove abbiamo poi la sede dell'azienda e lei mi portava tre volte alla settimana a Mantova per fare danza
07:40e c'è stato questo periodo in cui volevo fare la ballerina, la mia passione era far la ballerina, poi in realtà mi sono convinta che la mia strada era quella,
07:49però sono contenta, non ho rinunciato a qualcosa per fare qualcos'altro perché mi sentivo costretta a farlo, no, sono molto contenta del lavoro che faccio.
08:01Tra l'altro mi veniva in mente che nella danza ci vuole una grande disciplina e immagino che per fare il capitano dell'industria ce ne voglia altrettanta.
08:08Altrettanta, molta, sì, assolutamente.
08:10Qual è la cosa più complicata secondo lei del suo lavoro?
08:14Allora, la cosa più complicata è che non stacchi mai la testa, no, perché hai sempre, o perché hai progetti che ti frullano nella mente di notte o perché magari hai preoccupazioni
08:25o in alcuni momenti anche perché hai l'adrenalina, no, di aver fatto delle cose molto belle, quindi è un lavoro da cui non puoi mai staccare, no,
08:35questo è, se vuole, complicato nel senso che non ti lascia troppo altro spazio, però forse è anche il suo bello, no, perché è quasi una passione forte, no, che non ti lascia, non ti lascia mai.
08:48Nel dire che non si stacca mai la testa, in questi tempi, tra l'altro, no, è particolarmente difficile, immagino, trovarsi anche in una posizione così importante e al tempo stesso delicata come la sua,
09:01perché lei parlava degli anni Sessanta, no, quando c'è stata una grande espansione dell'economia, una grande fiducia, e adesso invece ci troviamo in un momento in cui questi sentimenti,
09:14che sono politici, economici, ma anche appunto emozionali, non ci sono più, c'è una sensazione di chiusura rispetto alle possibilità.
09:26Com'è che si affronta un sentimento pubblico, politico e personale come quello che viviamo oggi quando ci si trova in una posizione come la sua?
09:36Ma io credo che lei abbia molto ragione, forse la cifra di questi nostri tempi è un po' la mancanza di fiducia, la mancanza di entusiasmo, l'idea che certe cose non si possono fare, no,
09:48anche giovani hanno quest'idea, forse rinunciano anche perché dicono ma non c'è una strada per me, forse questa, leggevo, è la generazione, noi potremmo essere la generazione di coloro che vedranno i propri figli avere una vita peggiore della nostra,
10:06questo non è mai successo, tutte le generazioni successive hanno normalmente avuto una vita migliore dei propri genitori. Come si affronta questo? Beh, si affronta, secondo me si affronta certo con riforme, con tutta una serie di, come dicevamo prima, meno burocrazia, l'Europa che deve cambiare, deve trovare una forza, una sua dimensione, più un contesto che aiuta l'impresa, eccetera.
10:33Però forse, secondo me, la si affronta anche dando qualche messaggio di fiducia, cioè troppo spesso oggi si danno solo messaggi di sfiducia, l'Europa non ce la può fare, l'Italia non ce la fa, io penso che certe volte bisogna anche dare un messaggio di fiducia, anche perché io penso invece che l'Europa e l'Italia abbiano ancora tante carte da giocare.
10:56Quindi serve da una parte una serie di atti che rendano la vita più facile, più, diciamo, migliore per le persone, però poi le aspettative sono anche quelle che generano l'economia e le scelte.
11:10L'Italia è un paese dove tutto sommato il tasso di occupazione è uno dei più alti di sempre, i redditi sono bassi ma un po' sono cresciuti, i tassi di interesse stanno scendendo, abbiamo un tasso di risparmio che è uno dei più alti del mondo, ma le persone non spendono, perché? Perché non hanno fiducia.
11:27Se le persone spendessero di più l'economia andrebbe meglio, ma perché non spendono, nonostante abbiano dei risparmi? Perché hanno una sfiducia nel futuro, quindi io penso che tutti noi che abbiamo dei ruoli dovremmo dare anche un messaggio di fiducia, le cose sono difficili ma non impossibili, io ci credo in questa cosa.
11:48Tra l'altro parlando di Europa, parlando di un'impresa come la sua che investe molto in Europa, in Francia, in Inghilterra soprattutto, però c'è un aspetto, adesso l'Europa è sotto attacco, indubbiamente, ma è sotto attacco anche perché in realtà fa paura l'Europa, perché ha un potenziale demografico, politico, di mercato, di capacità di incidere per esempio sulle trattative per le materie prime molto forte,
12:18perché noi non ci rendiamo conto.
12:19Esattamente, proprio questo.
12:20Però mai come oggi siamo stati schiacciati, ci troviamo schiacciati da due forze contrapposte, perché noi abbiamo il problema a est della Russia che ci minaccia da un punto di vista anche militare, quindi c'è una questione di difesa, e un nuovo problema a ovest dagli Stati Uniti che ci minaccia invece da un punto di vista economico, quindi l'Europa si trova davvero tra due forze contrapposte, molto preoccupanti dal mio punto di vista.
12:45La sua sensazione è quale? Dentro l'Italia e fuori? Come l'impresa europea, come i principali attori di questo nostro continente che appunto si trova dentro un fuoco incrociato stanno reagendo alla situazione?
13:01Guardi, io sono molto vicina al pensiero di Draghi. Quando Draghi dice che l'Europa ha tutta una serie di potenzialità, ma è l'Europa che si è costretta in questa situazione.
13:14Per esempio, come giustamente ricordava lei, noi siamo un mercato da 400 milioni di persone con un reddito tra i più alti del mondo, però il mercato unico non esiste. Il Fondo Monetario diceva che non dovremmo avere tanto paura dei dazi di Trump, che poi sono un problema, perché le barriere che all'interno del mercato unico tra i diversi paesi si creano, rappresentano un dazio pari al 45%.
13:42Quindi l'Europa in tutti questi anni, secondo me, ha fatto delle scelte di tutela, di protezione, di regolazione e alla fine questo calo di competitività, questo calo di crescita, non è che l'abbiamo scritto al nostro destino, è frutto di una serie di scelte che abbiamo fatto.
14:03Ma sono scelte che possiamo cambiare. Facciamo un mercato unico, vero, leviamo le barriere, parliamo di difesa comune, noi spendiamo, se prendiamo la spesa dei singoli paesi europei, spendiamo come la Cina, che è una potenza militare, evitiamo di decidere tutto all'unanimità.
14:22Come possiamo, come fa un continente come l'Europa a dover decidere all'unanimità? Non è possibile. Facciamo il mercato unico dei capitali, facciamo l'unione bancaria, facciamo gli euro bonds, emettiamo debito comune per investire in innovazione, in transizione energetica, in difesa, l'Europa ha tutte queste caratteristiche.
14:44Il problema è capirlo, superare queste barriere, superare un po' anche questa visione dove ogni nazione fa la sua parte, perché ormai credo sia chiaro che nessun paese da solo, nemmeno la Germania, che oggi peraltro è il paese più in crisi dell'Europa, può competere con la Cina, con gli Stati Uniti.
15:02Se l'Europa riuscisse a fare questo passo, e forse Trump ci può talmente dare una strigliata che forse ci può aiutare a capire questo. Io penso che l'Europa abbia delle potenzialità straordinarie, sono d'accordo con lei, forse l'Europa fa paura, però siamo veramente in un momento in cui tutti dicono che l'Europa è finita, l'Europa non ce la fa, l'Europa non riesce a uscire da questa situazione,
15:30la Germania non ce la fa più a riprendersi, ma non è vero, noi abbiamo tante competenze, tante capacità di fare, dobbiamo solo veramente svegliarci, dicevamo l'altro giorno dovremmo passare dalle bussole, Fonderlai ha fatto questo abuso, dalle bussole alle sveglie, forse sarebbe meglio svegliarci e fare le cose, basta fare quello che ci ha detto Draghi, poi quello che ha detto Draghi adesso, ma quello che dicevamo noi come businessmen, come Confindustria e continuiamo a dire, quello che dobbiamo fare è chiaro, il problema è farlo,
16:00Cittava prima Trump e lei ci ha già avuto a che fare come imprenditrice dell'acciaio nel 2016, è peggiorato secondo lei?
16:10Beh diciamo che il Trump del 2016 era un Trump che aveva meno potere assoluto, aveva un partitore pubblicano che lo guardava un po' male, quindi un po' lo controllava, aveva un Parlamento non in totale controllo, aveva la Corte Suprema non in maggioranza e quindi oggi è un Trump che dice io ho vinto e faccio quello che voglio,
16:34e poi c'è questo tema di Elon Musk che non è chiaro che cosa vuol dire questa unione tra i due, quindi è un Trump che almeno dalle prime mosse è un Trump aggressivo, è un Trump che dice io sono il più forte e comando io, è un Trump che dice voglio fare questo, la pace con la Russia la faccio io, non c'è posto per altri, anche se ho visto che oggi già non è così.
17:02Quindi si è presentato così, però io penso che sia un uomo alla fine pragmatico, è un businessman e io penso e spero, non lo sappiamo perché per me è vero che non lo sappiamo, la cifra di questa situazione è l'imprevedibilità e l'incertezza assoluta che come lei sa per l'economia e per l'imprenditore è la cosa peggiore che ci possa essere,
17:24però io spero che alla fine tutta questa aggressione, questa aggressività sia un modo per negoziare e magari ci sono anche degli aspetti su cui ha ragione Trump, perché che l'Europa deve spendere più in difesa ha ragione, che l'Europa abbia basato tutta la sua crescita sull'export e non sulla domanda interna, torniamo al mercato unico, è vero.
17:47Quindi ci sono degli squilibri che in questi anni si sono creati anche a discapito degli Stati Uniti e che forse voglio dire in una logica di valutare insieme qual è il modo migliore per crescere a livello globale vanno anche cambiate.
18:06Però pensare di prendere tutti un po' a botte per poi mettere lì la pistola per poi negoziare, spero che in realtà man mano che si vada avanti si torni un po' a ragionare, che quindi sia un modo per dire adesso dovete cambiare, vi aggredisco perché voglio che voi vi rendiate conto che dovete cambiare,
18:28ma che poi sì, il fatto che oggi ho visto che i negoziatori americani hanno detto no, anche l'Europa se deve sedersi per la pace dell'Ucraina è un passo avanti rispetto a quello che hanno detto ieri.
18:43Quindi speriamo che ci sia una situazione di questo tipo, certo si è presentato in un modo molto più aggressivo, io sono forte e comando io.
18:51LM. Ci sono alcuni analisti, economisti e anche politici che dicono beh se gli Stati Uniti chiudono i mercati, mettono in pongo le dazie, troviamo nuovi spazi a est, Cina, India, è un percorso secondo te praticabile o un po' pericoloso?
19:08P. Io penso che l'integrazione economica tra l'Europa e gli Stati Uniti è straordinaria, enorme, quindi io credo che certo poi se ci troveremo con i mercati chiusi cercheremo di fare il nostro meglio anche come singoli imprenditori per esportare in altri posti, però sostituire gli Stati Uniti non è facile.
19:30Però attenzione, come diceva lei, non è facile nemmeno per gli Stati Uniti sostituire l'Europa, perché l'integrazione, cioè le due economie insieme, il trade che c'è, gli investimenti che ci sono tra le due aree rappresentano il 30-40% del PIB mondiale, cioè anche per loro è molto importante.
19:45Quindi io starei attenta a dire che se si chiudono noi faremo gli accordi con la Cina, con altri. Io penso che la strada sia quella di trovare un modo per negoziare con Trump, forse dovremmo anche noi usare in qualche momento, essere un po' più assertivi e dire se tu mi tratti così io ti tratto male su altri punti che per te sono molto importanti.
20:14Pensiamo a risparmi, pensiamo a tante altre cose per poi arrivare a una negoziazione, magari schierare gli eserciti per poi fare la pace. Però, tornando alla sua domanda, io non penso che si possa facilmente sostituire per gli Europei e gli Stati Uniti.
20:29Lei poco fa parlava dello stato di salute dell'impresa e dell'economia italiana, dove sicuramente ci sono molti punti d'ombra, c'è il problema dell'energia che costa tantissimo e che sta mettendo in grande difficoltà soprattutto la piccola e media impresa, però ci sono anche dei punti di forza, ricordavo l'occupazione non è mai stata così alta come adesso. Mi veniva in mente che lei diventa Presidente di Confindustria nel 2008, quindi sono passati 17 anni.
20:57Quanto è cambiato il mondo imprenditoriale del nostro paese in questi 17 anni?
21:05Beh, è cambiato in positivo. Se lei guarda le statistiche si vede chiaramente che dall'ora in poi l'industria italiana è diventata più capitalizzata, più forte, più automatizzata, anzi anche grazie a 4.0 piuttosto che all'ace, è diventata ancora più esportatrice.
21:25Noi siamo il quarto paese che esporta di più nel mondo, è straordinario. Noi per esempio in questi ultimi anni abbiamo aumentato il nostro export verso gli Stati Uniti come mai nessuno. Quindi è un'industria più forte, più solida, c'è un problema di produttività, ma se poi lo si va a vedere bene, il grande problema della produttività in Italia è più nella parte pubblica e in parte nei servizi.
21:55Quindi secondo me è un'industria più forte, chiaramente dall'altra parte però lo scenario è diventato altrettanto più difficile, quindi le sfide continuano, però se lei guarda c'è stato un percorso di crescita, di maggiore solidità patrimoniale e finanziaria importante.
22:17Tant'è vero che oggi il nostro sistema manufatturiero sta sul mercato. Viviamo una situazione complicata, 22 mesi di produzione industriale che cala perché abbiamo la Germania che è ferma, gli Stati Uniti che forse ci mettono i dazzi, un mercato interno europeo complicato, il costo dell'energia elettrica che ci penalizza, attenzione, non solo rispetto agli Stati Uniti ma rispetto alla Spagna, alla Francia, alla Sveta, c'è una competizione interna all'Europa sul costo dell'energia elettrica.
22:44Lì però possiamo fare noi, l'Italia, il governo italiano può fare delle cose, si parla di Energy Release che è interessante, ci sono una serie di cose che si possono fare per abbassare il costo dell'energia elettrica per le imprese e anche per i cittadini.
22:58Secondo lei qual è il punto di forza principale dell'impresa italiana, la qualità, anche umana?
23:04Secondo me, e questo l'abbiamo visto in tutti questi anni che sono stati anni di disruption dove è successo di tutto, è da una parte l'agilità, la velocità di capire le situazioni e ad adattarsi che non ha nessuno, non ce l'ha nessuno.
23:22Io l'ho visto, lei pensa, noi in questi anni abbiamo avuto il Covid, siamo stati i primi ad esso coprire il Covid, mi ricordo arrivavano i camion dalla Germania e noi stavamo dicendo noi non carichiamo i tubi perché c'è il Covid sui tubi, però ci siamo arrangiati, abbiamo capito come fare.
23:40Poi abbiamo avuto la guerra in Ucraina, noi per esempio su una nostra divisione compravamo il 99% di materia prima da Ucraina e Russia, da un giorno all'altro ci siamo trovati senza materia, però ci siamo spostati subito in Asia a comprare.
23:54Io penso che una delle cifre più importanti, non solo nelle piccolissime imprese ma anche nelle medie e grandi, è l'agilità e la velocità di adattarsi insieme a quello che diceva lei, a questa capacità di fare qualità in tutti i settori, non solo nella moda, ma in tutto, anche nella meccanica, nell'elettronica, nella farmaceutica, nella siderurgia che ci contraddistingue.
24:14Forse queste sono le due caratteristiche più interessanti.
24:19Le va se torniamo un attimo a quel 2008? Era maggio?
24:22Sì.
24:23Era maggio del 2008, quindi ormai siamo davvero all'anniversario dei 17 anni. Lei tra l'altro ci ha portato anche una foto bellissima.
24:30Questa è la foto all'ingresso, prima di cominciare la mia prima assemblea pubblica di Confindustria, dove appunto c'è tutta la mia famiglia, c'è mia madre, mio padre, c'è mio fratello, mia cognata, c'è ovviamente mio marito e questo è stato un momento straordinario.
24:51Era la prima donna, era stata la prima donna presidente di Confindustria, la più giovane presidente di Confindustria, in un momento peraltro che sembrava molto buono e poi è caduto tutto con la crisi finanziaria, infatti scherzando dicevo hanno aspettato 100 anni a dare la presidenza a una donna e gli hanno dato il periodo peggiore della storia.
25:12Però è stato un momento molto bello, avere tutta la mia famiglia in questo momento, che era un momento davvero straordinario per me, che ha segnato un po' anche il mio percorso, la mia vita.
25:23Qual era la sua emozione più grande, la sua paura più grande?
25:28Intanto mi ricordo quando sono entrata in un auditorio e c'erano forse 3.000 persone e ho detto ma come questi sono tutti qui a ascoltare me, ma com'è possibile?
25:38E quindi poi l'emozione di dire beh adesso sono qua, sono io, quindi una grande emozione e nello stesso tempo però sentire anche una grande responsabilità.
25:49Già allora io ho fatto il presidente dei giovani imprenditori dal 1996 al 2000, poi ho fatto il vicepresidente, quindi conoscevo il valore e l'importanza di Confindustria e quindi a quel punto dire beh sono io il capo.
26:04Da una parte mi rendeva molto orgogliosa, dall'altra mi diceva mamma mia ho tante cose da fare, devo cercare di farle bene, poi io sono un po' una perfezionista, sono quella più severa nei miei confronti rispetto a qualsiasi altra persona.
26:21Però è stato un momento molto bello, alla fine tra la preoccupazione e l'orgoglio prevaleva l'orgoglio e poi anche tutta la mia famiglia che mi supportava era molto bella.
26:33Su padre e sua madre che cosa le hanno detto? Se li ricorda qualche reazione o sensazione che le viene in mente?
26:40Beh mio padre scherzando diceva sempre quando lo fermava, però lo diceva con grande affetto, dicevano ah signora Marcegaglia lei è il padre di Emma no? E lui diceva no è Emma che è mia figlia.
26:50Adesso è arrivata, le hai perso di confidenza, ma non ti dimenticare che sono io. Però lo diceva ovviamente con moltissimo affetto, mia mamma mi diceva mi raccomando dormi, mangia, non ti massacrare.
27:10Io ho una figlia che è nata nel 2003, quindi mia mamma mi diceva mi raccomando, che si chiama Gaia, mi raccomando devi stare vicino a tua figlia, non abbandonarla.
27:25E poi mio padre mi ricordo quando io tornavo, avevo fatto gli incontri con la Merkel, mi diceva adesso vieni qua che dobbiamo parlare di questo finanziamento bancario, dobbiamo parlare di questo progetto.
27:45Mi richiamava alla concretezza dell'impresa, che però è fondamentale. Io ero giovane e chiaramente vivevo situazioni straordinarie, e poi però questo richiamo sempre alla concretezza della realtà, al fatto che poi c'era l'impresa e che l'impresa veniva prima di qualsiasi altra cosa,
28:07è stato sempre per me una lezione importante, che ha fatto sì che io abbia sempre mantenuto un approccio molto attento, concreto, senza grandi voli pindarici, anche nei momenti di entusiasmo.
28:22Mi ricordo la prima volta che andai come Presidente dell'Industria a questa riunione dove c'erano tutti i capi di Stato di Governo e parlai davanti a tutti i capi di Stato di Governo europei, perché c'era una cosa che aveva fatto la Merkel.
28:37Poi tornai a casa e mi hai detto, si vieni qua che adesso parliamo delle cose vere. C'era sempre questo costante richiamo alla vita concreta e agli impegni dell'azienda. Non ti dimenticare mai che vedi la Merkel, vedi queste persone, ma poi la tua realtà è l'azienda.
29:02LM – Tra l'altro, a proposito di concretezza, com'è la vita, la giornata?
29:06FG – Beh, la giornata sono giornate. Io di solito mi sveglio alle sei e mezza, poi quando posso, un due o tre volte alla settimana quando sono a casa, viene un mio amico che è il mio personal trainer, quindi facciamo un po' di ginnastica insieme, poi vado in ufficio, arrivo in ufficio verso le otto e mezza, otto e quarantacinque, e poi finisce quando finisce, alle otto e mezza di sera.
29:30Dipende, insomma, poi dipende. Di solito dipende un po' dalle giornate, quando sono in ufficio sono riunioni che partono dalle nove di mattina, una dopo l'altra, eccetera. Oppure poi ci sono, per esempio, la prossima settimana io e Antonio, mio e mio fratello, il lunedì e martedì siamo a Scefi, nel nostro stabilimento di Scefi, poi torniamo martedì sera, dobbiamo fare delle cose qui e poi mercoledì sera partiamo per Fossulmer dove stiamo fino a venerdì,
29:58dove verrà anche il ministro, il ministro francese, quindi ecco, poi ci sono delle settimane dove siamo sempre all'estero, quindi una vita molto impegnata. Però ecco, io poi mi guardo sempre allo specchio e poi dico, ma rinunceresti a qualcosa? Arrivo a casa stanca, ma non basta, sono stanca, mi vengono le rughe, sono stanca, i capelli, e poi mi guardo allo specchio e dico, ma tu rinunceresti a qualsiasi di queste cose? La risposta è sempre no, e allora va bene così.
30:24Esiste secondo lei ancora un tema legato alla questione femminile nell'impresa italiana?
30:54Perché io dico, io vado spesso a parlare alle ragazze, mi piace molto, faccio anche mentoring perché secondo me è importante, è anche molto importante che le donne abbiano coscienza del proprio valore. Io certe volte ho visto tante donne brave che però si autolimitavano e poi magari quando diventavano mamme tendevano a non trovare un equilibrio, non trovare, non riuscivano perché poi è molto difficile. Quindi ci sono dei passi avanti importanti infatti, ma c'è ancora però da fare secondo me.
31:24Lei oggi ci ha portato qui il fondo di una piscina che mi incuriosisce moltissimo e a proposito di come cambiano anche il modo di fare l'industria, una cosa che diceva poco fa, che mi è piaciuta molto, la capacità degli imprenditori italiani di cambiare, di riadattarsi, di innovare, di fare qualità però con velocità.
31:49Esattamente.
31:50Che è molto interessante.
31:52Ci vuole raccontare cosa è questa piscina?
31:56Questa piscina è una lastra d'acciaio, quindi non è un mattone, è una lastra d'acciaio, è un prodotto nostro brevettato, si chiama Cromatica, è un'innovazione nel settore perché diciamo è un nastro d'acciaio zincato sul quale con una stampante 3D noi stampiamo ma lo facciamo a velocità industriale, esisteva già però magari fatto più a livello artigianale, noi lo facciamo a velocità industriale 60 metri al minuto
32:24dove lei su tutto un coil di acciaio può stampare quello che vuole.
32:28Lei vuole stampare le foto dei suoi figli, vuole stampare un paesaggio, vuole stampare qualsiasi cosa e al di là della cosa bella è che questo per esempio può avere utilizzi straordinari nell'area urbana o anche per valorizzare zone urbane non buone.
32:45Può essere interni di navi, può essere vetrate facciate di case, quindi è un passaggio da vendere tonnellate di acciaio a vendere metri quadri di bellezza, siamo passati un po' a questo slogan però anche qui per dire che anche un settore che nell'immaginario come quello d'acciaio è considerato un po' tradizionale in realtà ci sono delle innovazioni straordinarie.
33:15Questo è anche un modo dove ci avviciniamo a un altro mondo che non è solo l'auto, l'energia, la chimica, l'alimentare ma ti avvicini a un mondo fatto anche di design, fatto di architetti.
33:28Stiamo lavorando su questo, con Cromatica abbiamo arredato alcune fermate della metropolitana in piazza di Spagna a Roma, ne stiamo facendo altre, quindi è se vuole per noi entrare in un mondo diverso fatto di più arte dove l'acciaio diventa anche arte, quindi è un'innovazione interessante sulla quale stiamo lavorando con discreto successo.
33:53Parlando di futuro, innovazione, è molto interessante questa cosa di unire un settore molto tradizionale come quello dell'acciaio al design alla bellezza e parlando anche del futuro della sua azienda, lei è una figlia molto giovane di 22 anni.
34:16Che cosa come se lo immagina il futuro della sua azienda anche pensando a sua figlia?
34:24Oggi l'azienda è al 50% mia, al 50% di mio fratello e questo è un'altra cosa che ci contraddistingue, questo rapporto fortissimo tra me e Antonio, una governance un po' strana.
34:37Una governance al 50%, io dico sempre avrei preso 5 alla Bocconi che peraltro ho fatto in un esame di governance, in realtà poi la governance dipende dalle persone, dai valori, noi siamo cresciuti insieme, abbiamo lavorato 27 anni con nostro padre e nostra madre, quindi abbiamo gli stessi valori.
34:54Oggi l'azienda è questa, noi speriamo di poter stare in azienda ancora per un po', mia figlia si chiama Gaia, sta finendo di studiare economia, farà una magistrale e lei dice che è molto interessata a lavorare in azienda, questo per me è molto bello perché vuol dire che i valori sono un po' passati.
35:21Io dico sempre a Gaia, lei mi dice a volte come farò a fare, più di quello che hai fatto tu come posso farlo, non è possibile, no, tu farai, ci sarà un'azienda diversa, ci sarà un'azienda che lavorerà più sull'intelligenza artificiale, ci sarà un'azienda diversa, più internazionale, che magari lavorerà molto più nel contatto con l'azienda.
35:42Quindi tu avrai il modo di, con il nostro aiuto, con il nostro supporto, con il supporto di tutto il nostro management, di trasformare l'azienda, però diciamo sempre, io e mio fratello, però cercando di tenere saldi i valori, perché quello importa, i valori rimangono, devono rimanere, l'azienda evolve, interpreta i nuovi bisogni delle persone, gli scenari diversi, però i valori invece rimangono, che sono proprio quelli della responsabilità.
36:12La responsabilità sociale, dall'attaccamento alle proprie comunità.
36:15Nostro padre diceva sempre a me, Antonio, ricordatevi che noi siamo gestori protempore di un bene che è più grande di noi, che va al di là della nostra proprietà, noi siamo gestori di un bene comune.
36:29In realtà quello che lui voleva dire, poi mio padre ovviamente era un preditore fortissimo, che diceva che bisogna essere competitivi forti, però sempre nell'idea che poi l'impresa crea benessere, crea una ricchezza anche per il territorio e così come il territorio aiuta l'impresa.
36:49Noi immaginiamo un'impresa che cresce ancora, che si internazionalizza, che sia in grado di capire, di interpretare tutte le nuove innovazioni, che lavori molto sulle persone, come forse lei sa, noi abbiamo anche una nostra academy, perché pensiamo che attrarre e tenere i talenti giovani, anche meno giovani, sia una delle grandi forze.
37:16Penso che sempre di più sarà fondamentale questo. Magari in passato questo tema c'era, ma non era così sentito. Oggi è molto chiaro che tu solo con talenti, ma non solo in termini di intelligenza, con talenti che sposano anche l'azienda, tu fai successo o non fai successo.
37:33Quindi penso che sarà un'evoluzione di questo tipo. Quello che per noi è stato molto positivo è stato quello di lavorare molto a fianco di nostro padre. Noi abbiamo lavorato 27-28 anni, quindi l'evoluzione diventa quasi naturale.
37:49Tu vedi un mondo, che magari è quello che ha costruito nostro padre, insieme abbiamo visto dell'evoluzione, l'internazionalizzazione, l'ingresso in altri settori e poi noi abbiamo continuato, abbiamo capito che era il momento di entrare nella siderurgia primaria, quindi abbiamo fatto le operazioni, abbiamo capito che dovevamo andare più verso l'arte.
38:08Io credo che stare di fianco, vedere, ragionare, essere sempre vicino alle proprie persone e anche avere una mente larga. Io dico sempre a mia figlia, studia, devi essere molto brava, ma devi soprattutto avere una mente larga.
38:24A me per esempio tutte le esperienze che ho fatto in Confindustria, ai neni, mi hanno aiutato ad aprirmi la testa e aprirti la testa vuol dire che riesci anche a interpretare meglio il tuo ruolo di un imprenditore in uno scenario incerto, complicato come quello che oggi noi viviamo.
38:38Perché è essere un po' creativi, fare l'imprenditore. Esattamente, esattamente.
38:42Grazie Presidente, grazie mille. Grazie a lei.
38:54Sottotitoli e revisione a cura di QTSS