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Roma, 12 feb. - "Nel 2024, le denunce di infortuni sul lavoro, hanno registrato una riduzione dell'1,9% rispetto al 2023. Questo segna una discesa consistente rispetto agli anni precedenti: -24,2% rispetto al 2022, -4,6% rispetto al 2021, -11,5% rispetto al 2020 e -10,2% rispetto al 2019, l'anno pre-pandemia. Sembrerebbe un segnale positivo, che indica una riduzione degli incidenti sul lavoro. Tuttavia, un'analisi più attenta solleva dei dubbi.I dati sugli infortuni mortali raccontano una tendenza opposta, per cui nel 2024, sono stati registrati 797 decessi sul lavoro, con un incremento dello 0,9% rispetto al 2023, dato già in crescita dal 2020. Il contrasto tra la diminuzione degli infortuni denunciati e l'aumento delle morti suggerisce che, mentre gli incidenti non mortali restano sotto la superficie, quelli fatali sono inevitabilmente registrati e diventano l'unico dato visibile. La mancata denuncia, non solo distorce la realtà statistica, ma impedisce anche l'attuazione di politiche più efficaci per la prevenzione degli incidenti e la protezione dei lavoratori.Matteo Gemmiti, Head of Business Development del Gruppo Sintesi, commenta così gli ultimi dati INAIL: "I numeri relativi agli infortuni sul lavoro e alle morti sul posto di lavoro raccontano una storia ben più complessa di quella che emerge superficialmente. Mentre i dati sugli infortuni mostrano una riduzione, è importante considerare che molti incidenti non vengono mai denunciati, soprattutto in contesti di lavoro sommerso, dove la paura di perdere il lavoro o la mancanza di tutele spinge i lavoratori a non riportare i propri infortuni. Al contrario, i decessi non possono essere nascosti, ecco perché vediamo un aumento delle morti. È essenziale che venga affrontato seriamente il fenomeno del lavoro sommerso, perché non solo distorce i dati, ma mette a rischio la vita dei lavoratori. Le politiche di sicurezza sul lavoro devono evolversi per garantire che ogni lavoratore, indipendentemente dalla sua condizione contrattuale, possa essere adeguatamente protetto." e aggiunge: "noi del Gruppo Sintesi con i nostri programmi di sensibilizzazione, formazione continua e analisi dei rischi, supportiamo le aziende nel migliorare le loro condizioni di lavoro e ridurre il numero di incidenti. Inoltre, il nostro sistema di monitoraggio consente di identificare tempestivamente le aree di rischio e di attuare strategie mirate per la protezione dei lavoratori. La nostra missione è contribuire a creare ambienti di lavoro dove ogni individuo possa svolgere le proprie attività senza mettere a rischio la propria salute e sicurezza. Per fare ciò, è indispensabile un impegno costante nella prevenzione."

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00:00I dati INEL sugli infortuni e le morte sul lavoro del duemilaventiquattro
00:03nella prima lettura possono dare indicazioni forvianti, infatti se da un
00:07lato si registra un aumento delle morti, condizione nota anche sulla base dei
00:12tragici eventi di cronaca, dall'altra si registra una riduzione degli infortuni.
00:15Questo dato però va considerato il raffronto a un fenomeno tipico del
00:22nostro settore produttivo ben radicato, ovvero il lavoro sommerso, infatti se da
00:27un lato è impossibile nascondere la morte di un lavoratore, molti infortuni in
00:32realtà, specialmente nell'ambito del lavoro sommerso, non vengono denunciati e
00:36quindi automaticamente questi dati sono distorti.
00:41E' chiaro che il lavoro sommerso non garantisce alcun tipo di diritto ai
00:45lavoratori e sicuramente non dei livelli di sicurezza adeguati al lavoro svolto.
00:51Al tempo stesso i dati conosciuti e presenti rappresentano una situazione che
00:56richiede un intervento sull'intero sistema produttivo italiano per
01:00continuare a garantire condizioni di sicurezza via via migliorative anche nelle
01:05realtà virtuose, anche nelle realtà che operano all'interno dei confini della legge.

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