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Roma, 6 feb. (askanews) - "Una parola che non deve mai mancare nel vocabolario è la parola 'accoglienza', l'accoglienza dell'altro di qualunque colore, di qualunque religione, di qualunque etnia, di qualunque nazionalità. L'ho scelta perché questa parola era l'estremo opposto della volontà dei nazisti di eliminare i diversi, diversi per loro, gli appartenenti a popoli e categorie considerate indegne di vivere. L'accoglienza invece di chi è diverso da noi, la disposizione ad ascoltarlo, a soccorrerlo se necessario". Lo ha detto Liliana Segre, nel suo intervento alla cerimonia che ricorda la sua deportazione verso Auschwitz."La mia non è una ricetta semplicistica per problemi seri come quello dell'emigrazione, non è un utopistico 'accogliamoli tutti': è in primo luogo una filosofia di vita. Non chiudersi, non respingere a priori, non avere paura dell'altro e non farsi mai abbindolare da chi specula su pregiudizi e investe nell'odio".

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Trascrizione
00:00Quali parole non dovrebbero mancare nel linguaggio di ciascuno di noi?
00:05Io ho proposto la parola accoglienza, l'accoglienza dell'altro,
00:11di qualunque colore, di qualunque religione, di qualunque etnia, di qualunque nazionalità.
00:18Non è che l'ho scelta così come una cosa che è bene dire dentro ognuno di noi,
00:27ma l'ho scelta perché questa parola è all'estremo opposto della volontà dei nazisti
00:33di eliminare i diversi, diversi per loro,
00:38gli appartenenti a popoli e categorie considerate indegne di vivere.
00:46C'è l'accoglienza, invece, di chi è diverso da noi,
00:50la disposizione ad ascoltarlo, a soccorrerlo se necessario.
00:56La mia non è una ricetta semplicistica per problemi seri come quello delle migrazioni.
01:04Non è un utopistico, accogliamoli tutti.
01:08È in primo luogo una filosofia di vita.
01:11Non chiudersi, non respingere a priori,
01:15non avere paura dell'altro e non farsi mai abbindolare da chi specula su pregiudizi e investe nell'odio.

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