ROMA (ITALPRESS) - "Noi eravamo abituati a considerare un certo ordine nelle relazioni internazionali; invece, oggi tutti i Paesi navigano in mare aperto e questo navigare lo si gioca con la bussola dell'interesse nazionale. Questo mare aperto espone a vulnerabilità e minacce". Così l'ambasciatore Giampiero Massolo intervistato da Claudio Brachino per la rubrica "Primo Piano" dell'Agenzia Italpress. Parlando del suo libro "Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l'Italia", scritto assieme a Francesco Bechis ed edito da Solferino, spiega cos'è l'interesse nazionale, ovvero "una decisione politica che spetta fare ai governi su determinate situazioni, come evitare rischi o sfruttare opportunità".
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NovitàTrascrizione
00:00Benvenuti da Claudio Brecchino a questa nuova puntata di Primo Piano, rubrica di Italpress.
00:16Lo sapete ormai dal settembre 2020, siamo vicini al quinto anno, che racconta l'attualità
00:23attraverso un'intervista a un protagonista dell'attualità medesima nei vari campi
00:29del sociale, spessissimo tocca alla politica e oggi tocca alla geopolitica soprattutto
00:35e il nostro ospite è il gradito Giampiero Massolo, grazie che poto qui a trovarci.
00:41Grazie a voi.
00:42Lei è ed è stato tante cose in questo campo, o in diplomatico, la chiamo l'ambasciatore,
00:47va bene, questa è una cosa che mi sembra che è una qualifica perenne e che rimane
00:51come no, che è l'indice della storia di una persona, ex presidente dell'ISPI, importantissimo,
00:58istituto per gli studi di politica internazionale, ex coordinatore dei servizi di intelligenza
01:05italiani, ex segretario generale della Farnesina e attualmente presidente di Mundis.
01:10Che fa Mundis?
01:11Lo faccio sempre dire agli ospiti.
01:13Nel settore della mobilità sostenibile, in modo particolare attraverso la gestione
01:18di infrastrutture aeroportuali e autostradali, opera in 30 paesi del mondo, in totale ha
01:27circa 30.000 addetti, opera nel settore della fluidificazione del traffico e anche dei servizi
01:34alla mobilità.
01:35Allora ne parliamo.
01:36L'ultima domanda era forse sulla mobilità, questo lo dico prima, lo dico sempre, già
01:40dai tempi del Covid, fra i tanti diritti della democrazia, oltre quella della salute, oltre
01:46quella dell'istruzione, oltre quella della libertà che è fondamentale, c'è quella
01:49della mobilità che spesso qualifica lo stato di salute di una democrazia e della qualità
01:55delle vite cittadine molto più di quello che noi pensiamo, nella sfera dei diritti,
01:59non nella sfera pratica, tutti quanti sappiamo che è importante, ma nella sfera dei diritti
02:03un po' meno, perché non so se ad accordo con me, invece è un diritto importante in
02:08democrazia.
02:09Poi ne parliamo, insomma, alla fine.
02:11Poi la nostra rubrica, come sapete, quasi quasi ne volevo fare una specie di spin off,
02:17si occupa spessissimo di libri, con il mio grande piacere, ne ho voluto sempre parlare
02:22anche quando ho fatto la tv e faccio la tv generalista, perché nei libri se ne parla
02:27poco in Italia, invece nella nostra struttura i libri sono importanti e i libri spesso sono
02:31un'occasione per incontrare i libri in primo piano e le persone in primo piano, oggi sto
02:36parlando tantissimo, adesso mi accorcio, Gian Piero Massolo, vedete la copertina del libro
02:41con Francesco Bechis, Realpolitik, il disordine mondiale e le minacce per l'Italia, editore
02:49solferino, argomenti di grandissima attualità, che io comincio a spiegare, la prima domanda
02:54è la più semplice, come che cos'è Moondis, mai ne ha spiegato questa cosa?
02:58Quando ho fatto l'esame di psicolinguistica, che capire X vuol dire perché X, l'ha detto
03:05un signore, non è Claudio Bechis ma è Aristotele, allora, quando diciamo Realpolitik, poi questa
03:11è anche una rubrica che lei tiene sul Corriere della Sera, tra parentesi, che cosa intendiamo?
03:16Perché in questi giorni di attualità si sente qua e là nei talk Realpolitik, Realpolitik,
03:21Realpolitik, che cos'è?
03:22Se ne di un po' una definizione.
03:24Ma intanto non è un atto di cinismo, non è comportarsi in un certo modo soltanto per
03:30il gusto di comportarsi in un certo modo senza badare le conseguenze, no, Realpolitik in
03:37realtà noi vogliamo proporre ai nostri lettori, assieme a Francesco Bechis, un metodo per
03:44guardare alle relazioni internazionali e a come si svolgono, cioè guardare al mondo
03:48così com'è e non come vorremmo che fosse e è in un certo modo, cioè è il frutto di
03:55quello che sono gli occasionali incontri o più spesso gli scontri fra gli interessi
04:01nazionali dei protagonisti, i protagonisti sono i governi, non solo i governi ma principalmente
04:07i governi, poi ci sono anche altri soggetti evidentemente, le grandi aziende, le big tech,
04:13dei singoli personaggi, le grandi organizzazioni non governative, il terrorismo giudicista
04:19e quant'altro, però i protagonisti della scena internazionale sono ancora i governi,
04:24i governi perseguono i loro interessi nazionali, gli interessi nazionali sono giudicati perché
04:31sono atti politici, non c'è un interesse nazionale valido una volta per tutti, sono
04:35degli atti politici che spetta ai governi, sono giudicati dagli elettori, sono giudicati
04:42in altre latitudini non democratiche dalle piazze e le piazze talvolta fanno meno sconti
04:47degli elettori. Mi sembra tutto molto chiaro, senza, queste
04:52interviste sono calate, anche se sono registrate e poi le pubblichiamo subito, dopo sono calate,
04:56io qualche volta mi porto addirittura i giornali del giorno perché li leggo, faccio ancora
05:00le rassegne e li caliamo dentro all'attualità, non voglio portarla nel merito della discussione
05:05in corso in questi giorni, però anche lì ricorro, in questa discussione la parola che
05:09lei ha citato, l'interesse nazionale e quindi fare una cosa perché è un interesse della
05:16nazione, quindi un affare di Stato su cui si mette il segreto di Stato, che cos'è
05:21l'interesse? Un po' l'ha detto, no? Nazionale che è una parte, no?
05:25L'interesse nazionale è una decisione politica che spetta ai governi fare, a proposito di
05:31determinate situazioni che si presentano di volta in volta e che consistono nell'evitare
05:37rischi o nello sfruttare opportunità e l'interesse nazionale è di volta in volta un atto di
05:43sintesi che incorpora tutta una serie di elementi, incorpora dove sta il paese, dove sta a una
05:50latitudine piuttosto che un'altra, la sua storia, la latitudine dei suoi abitanti, il
05:55carattere dei suoi abitanti e poi per l'appunto questo, in ogni situazione c'è questo elemento
06:01del minimizzare il rischio e massimizzare il vantaggio e quindi da qui emerge che non
06:07c'è un interesse ideologicamente valido in ogni momento per perseguire qualsiasi finalità,
06:14ma varia di volta in volta e gli elettori, i parlamenti e gli elettori giudicano la qualità
06:22di questi atti di sintesi che i governi prendono per perseguire le due finalità che si aspettano
06:29i loro elettori, prosperità e sintesi. Adesso questa intervista la mandiamo, la pubblichiamo
06:33presto e la diamo come codice nei vari talk quando discuteranno delle cose che in questi
06:38giorni devo dire giustamente appassionate e gli italiani. Allora io però le voglio
06:44fare una domanda ancora di principio, se me la permette, prima di andare un po' al di
06:48dentro di questo quadro di geopolitica che si sta creando intorno, e tanto le situazioni
06:52sono quelle che conosciamo, la domanda la farò sull'Ucraina, la geopolitica dell'est,
06:58la farò sulla geopolitica del Mediterraneo perché è molto chiara, perché non solo
07:01ci sono i paesi nel Nord Africa, ma poi c'è anche la questione mediorientale e se vogliamo,
07:08la domanda che la voglio fare è che cos'è questa era Trump rispetto agli equilibri anche
07:13degli autori internazionali? Adesso ho fatto una lunga discussione poche ore fa sull'idea
07:19di fare di cazzo un resort turistico, ho detto che mi sembra una balla, però dobbiamo capire
07:24cosa c'è dietro questi linguaggi, cosa c'è dietro queste provocazioni, dove stiamo
07:29andando da questo punto di vista? Queste sono le domande che adesso io le farò e le chiederò
07:34anche quali sono le minacce dell'Italia che sono nel sottotitolo del libro, perché sono
07:40state messe lì e c'è la parola minaccia. La domanda di principio che le voglio fare,
07:47e bisogna farla in maniera non al cinismo, ma la realpolitik nei suoi equilibri variabili,
07:55anche se ha detto giustamente che nelle democrazie si sottopone al giudizio dei parlamenti, dell'opinione
08:00pubblica e degli elettori, dove non c'è questa cosa, magari i giudizi vengono fatti
08:05dalle piazze o addirittura da forma violenta. Poi parliamo anche di questo, la gente deve
08:13capire che spesso le nostre democrazie interagiscono con le non democrazie, per motivi economici
08:19e politici. Allora in questo la morale, che è pure una cosa importante, qui non voglio
08:25fare il filosofo umanista e fare la distinzione fra morale e etica, qualche volta è una categoria
08:32che viene sospesa nella realpolitik. No, non viene assolutamente sospesa, diciamo che anche
08:41qui l'atto di sintesi che compiono i governi nel decidere, varia a seconda dei governi
08:48e ci sono governi che incorporano in queste decisioni più elementi che riguardano la
08:54morale, l'etica, ci sono governi che ne incorporano meno. Diciamo che nelle democrazie occidentali
09:02l'aspetto etico è più presente che a altre latitudini, ma non significa che non ci sia
09:08anche ad altre latitudini, semplicemente si dà il peso che in quel momento i governi
09:13di turno decidono di dare. Senta, perché minacce Bridal? Perché ha messo questa parola
09:21subito nel libro? Noi togliamo dei rischi per che cosa e da che cosa? Noi eravamo abituati
09:28e devo dire che in qualche misura ancora la nostra opinione pubblica è abituata a considerare
09:34un certo ordine nelle relazioni internazionali. Per molti anni durante la guerra fredda esistevano
09:41i buoni per definizione, per il solo fatto di appartenere alle alleanze occidentali,
09:46i cattivi per definizione, il patto diversare etc. Non è più così, tutto questo è saltato,
09:53tutti i paesi navigano in mare aperto e questo navigare in mare aperto si gioca per l'appunto
09:58con la bustola dell'interesse nazionale. Il navigare in mare aperto espone a delle
10:06vulnerabilità, queste vulnerabilità sono di mille tipi, possono essere e pensavamo
10:11di essercelo lasciato dietro alle spalle, possono essere fisiche, militari, la minaccia
10:18ai nostri confini, pensavamo non ci fosse più, poi scopriamo, ci svegliamo una mattina
10:23e scopriamo che Putin è un paese sovrano. L'Europa ha un tema di difesa materiale
10:35dei propri confini, quindi estremamente concreto, poi c'è l'immateriale, cioè il danno
10:42che si può fare attraverso l'uso distorto della cibernetica, quindi attraverso l'influenza
10:49e questa influenza è minacciosa da vari punti di vista, quello estremo è quando
10:55chi influenza, a volte sono stati, a volte sono grandi aziende, a volte semplicemente
11:01chi è interessato, degli hacker che sono interessati a rompere per rompere gli equilibri
11:07e riguarda addirittura la paralisi dei meccanismi attraverso i quali si esplica la nostra vita
11:13democratica, altre volte si tratta di influenzare i comportamenti, di sottrare know how, sapere
11:20industriale che per un paese come l'Italia che è basato sulla creatività è particolarmente
11:26rischioso, quindi c'è anche questa categoria. E poi c'è una categoria di minacce, ovviamente
11:32non si può escludere quella del terrorismo jihadista, non si può escludere quella che
11:40riguarda i nuovi tipi di armamenti, che poi sono nuovi e tradizionali ma molto potenziati
11:46dall'uso della tecnologia, per esempio i droni, per esempio tutto quello che viene
11:51pilotato senza la presenza del fattore umano e quindi in qualche modo si toglie all'attaccante
11:58l'elemento paura per la propria vita, perché non c'è l'essere umano e fino ad arrivare
12:04alle forme estreme di qualcuno che non sai mai quanto fattore umano c'è in un determinato
12:11armamento che viene puntato. Tutto questo rappresenta una serie di minacce, poi ci sono
12:20le minacce che derivano dal possibile degenerare di crisi internazionali che sono per l'appunto
12:26una serie di minacce. La questione ucraina, adesso non voglio farle fare la geopolitica
12:47predittiva, lasciamo stare come va a finire, sento che c'è una disponibilità anche di
12:54Zelensky a parlarsi di Putin che non c'era prima, non so se è l'effetto Trump o meno,
13:00ma cosa vuol dire? Io gliela prendo sotto questo aspetto, perché ho sentito una volta
13:04una lezione di uno storico un po' scorretto che diceva che abbiamo preso un signore che
13:11è europeo di formazione, è nato a San Pietroburgo, che sentiva la musica europea, che ha letto
13:16i libri europei, che Putin l'abbiamo messo nella geopolitica asiatica, l'abbiamo spostato
13:21tutto sulla scena facendo diventare un tutt'uno che potevamo evitare, è d'accordo? Diciamo
13:31che Putin di suo era piuttosto ben impostato, nel senso che aveva vissuto sulla sua pelle
13:40malissimo la fine dell'Unione Sovietica, la considerava un danno irreparabile e quindi
13:46ha investito in se stesso per lasciare come propria eredità proprio questo, il ritorno
13:53della Russia all'essere grande potenza. Nel momento in cui Barack Obama negli Stati Uniti
13:58dice che la Russia non è una grande potenza, è sostanzialmente un paese regionale fallito,
14:03col quale l'unica cosa che resta è solo inglobarlo nel nostro ordine a guida americana,
14:10questo fa scattare in Putin una molla di rivalsa, una molla di rivalsa che peraltro
14:15trova nella sua opinione pubblica anche un po' di consenso, diciamo che la molla del
14:25nazionalismo, la molla della Russia come grande potenza, come si dice la Russia o è grande
14:30potenza o non è, dicono i russi, quindi questo porta a interpretare come atti di aggressione
14:38e non come atti come dire casomai da negoziare o a cui contrapporsi con il dialogo, porta
14:46a interpretare questo come degli atti di accerchiamento della Russia e negazione alla Russia dello
14:54status di grande potenza e provoca questa reazione che non è di oggi, perché la Crimea
15:03era stata già nesta nel 2014, c'era stata la guerra a bassa intensità nel Donbass e
15:09tutto questo risponde ad una logica di ricreare un'area di influenza che era sovietica e
15:15che adesso la Russia non possiede più e di qui l'aggressione, la Ucraina è il paese
15:21aggredito, la Russia è il paese aggressore, si poteva evitare? Probabilmente no, si poteva
15:28evitare se ci fosse stata anche una disponibilità russa a dialogare, forse c'è stata qualche
15:36sottovalutazione da parte dell'Occidente di quello stato d'animo di Putin, ma non
15:43certo l'idea di un'aggressività alla quale Putin non poteva fare a meno di reagire,
15:50questo no.
15:51Senta, però questo io lo chiedo, pensa davvero al 2025, ci possa essere qualche prospettiva
15:56di trovare un accordo, vedremo quale possa porre fine al conflitto?
16:01Entrambe le parti sono stufe del conflitto, sono esaurite dal conflitto, quello che noi
16:06fotografiamo sul terreno è una situazione di stallo, il problema è che nessuna delle
16:11due parti è in grado di sedersi oggi ad un tavolo negoziale, la Russia perché vuole
16:19ulteriormente consolidare il proprio vantaggio che ha sul terreno, anche se in fase di stallo
16:25e l'Ucraina perché vuole sedersi in futuro, ammesso che mai ci sia un tavolo di negoziato,
16:32da una posizione che consenta di non cedere assolutamente tutto.
16:36Non è la condizione migliore per fare la pace, ma potrebbe essere la condizione per
16:42rallentare e arrivare a un cessato in fuoco, del resto è quello che si vuole intestare
16:47Trump.
16:48A proposito di Trump, lasciamo stare questa provocazione del resort Gaza, però la questione
16:56del Medio Orientale ci sta impegnando molto, ci riguarda da tanti punti di vista, anche
17:03energetici, a proposito mi piacerebbe, visto che non so se l'annunciamo o meno, ma probabilmente
17:10lavoreremo insieme in una rubrica sulla diplomazia, quindi avrà modo e tempo qui a Itaipress
17:16di rispondere ancora a queste tematiche, perché non si possono risolvere una domanda
17:20per uno.
17:21Per quanto riguarda i nuovi equilibri del Medio Oriente, abbiamo raccontato tanto,
17:29l'Ottobre, Hamas, Gaza, il Libano, Sbolla, l'Iran, il ruolo dell'Arabia Saudita,
17:36c'è questo tema che accompagna l'arrivo di Trump, anche qui l'ho detto mille volte
17:43ma possiamo semplificare, poi le grandi diplomazie, i paesi complicati, non sono
17:48che arriva un Presidente come nei fumetti cambiato, c'è un mondo sottostante complicato,
17:53si può cambiare, fare, ma per quanti spoil system si fanno rimane sempre una macchina
17:58che lavora nel tempo, a prescindere dal singolo Presidente, spero se l'hai d'accordo con
18:03me su questa idea, ma davvero a questi due stati e due popoli ci si può arrivare o
18:12questo equilibrio sarà plenamente…
18:14L'ipotesi dei due stati e dei due popoli in questa fase è irrealizzabile, quello che
18:22è molto importante è mantenere la prospettiva di un qualcosa di politico significativo in
18:30termini di status per i palestinesi, perché senza questo non si può tornare a quella
18:36logica degli accordi di Abramo, che è una conquista di Trump durante il primo mandato
18:42e che lui vuole rilanciare con l'Arabia Saudita, arrivando potenzialmente ad un'intesa
18:51fra Israele e l'Arabia Saudita di reciproco riconoscimento e dunque di un riassetto del
18:57Medio Oriente con un segno positivo per l'Occidente, a scapito dell'Iran, a scapito dell'ideologizzazione
19:06del conflitto Medio Oriente e quindi sulla base di un riconoscimento pragmatico che conviene
19:12coesire e questa è la logica alla quale Trump vuole tornare, Trump non vuole un conflitto
19:20in Medio Oriente, vuole una pacificazione di segno occidentale in Medio Oriente e quindi
19:26per questo dico, è importante mantenere la prospettiva e quindi è importante vedere
19:31quanta carta bianca Trump lascerà a Israele, Israele ha vinto sul terreno ora, non deve
19:39stravincere perché altrimenti la prospettiva di cui parlo non sarebbe viabile.
19:43Senta, geopolitica del Mediterraneo, che l'opinione pubblica, non sono tutti politologi, non sono
19:49tutti esperti di geopolitica, però la gente legge le notizie, sente sempre parlare cos'è
19:56la geopolitica del Mediterraneo, gli equilibri del Mediterraneo, in cui l'Italia, io la rovescio
20:02un po', anche qui faccio una provocazione, una volta la geopolitica del Mediterraneo era
20:05la geopolitica del sud dell'Europa, oggi a causa anche di quella situazione di spostamento
20:10a est con il conflitto russo-ucraino è ridiventata centrale, dove noi possiamo essere protagonisti,
20:16non diciamo geograficamente alla parte fine dell'Europa, ma geopoliticamente un elemento
20:22di riferimento di questa geopolitica, in questa geopolitica ci sono le politiche migratorie
20:31e le politiche energetiche, come i fatti di cronaca sono tanti, in questo Mediterraneo
20:36anche in questi giorni, Italia e Libia, Italia e Egitto, Italia e gli altri paesi, ci sono
20:43episodi, personaggi, cronaca, la geopolitica del Mediterraneo, senza parlare del piano
20:49sapere secondo lei dove sta andando e che ruolo possiamo avere, non essere anche quella
20:54parte delle minacce che dicevo prima.
20:56E' chiaro che poi nel Mediterraneo si scaricano molte delle tensioni internazionali che provocano
21:03poi fenomeni migratori che provano a risorgere del jihadismo estremo che credevamo sconfitto
21:13con la sconfitta territoriale dell'Isis, così non è, ci sono delle stracche…
21:18Anche perché scusi se l'interrompo, io sono un po' un mezzo storico del terrorismo
21:22d'Al Qaida e poi si è visto che l'Isis può colpire in Occidente con strutture minime
21:27oramai, quando si chiama il lupo solitario…
21:29L'effetto imitazione, il lupo solitario…
21:32Quindi anche difficilmente prevedibili insomma…
21:35Questo dal punto di vista, come dire, deve entrare nella considerazione del nostro quadro
21:41delle minacce così come il tema degli approvvigionamenti energetici sui quali incidono il rischio geopolitico
21:49che gli approvvigionamenti energetici possano risentire di situazioni di crisi internazionale
21:55è evidente, il bacino del Mediterraneo appunto è un incubatore di questo genere di situazioni,
22:00quindi tutto si ripercuota in qualche modo nel Mediterraneo e perché si ripercuota?
22:05Si ripercuota perché noi non dobbiamo più pensare al Mediterraneo semplicemente come
22:10al bacino del Mediterraneo, dobbiamo introitare la nozione di Mediterraneo allargato, quando
22:17per Mediterraneo allargato intendo non solo il bacino ma tutto quello che succede al sud
22:22fino all'Ambire e l'Africa Utrale, tutto quello che succede a Est fino all'Ambire
22:28e l'India, tutto quello che succede a nord perché come lei diceva l'attenzione geopolitica
22:34sul nemico a Est, quindi verso la Russia, non deve distogliere dall'attenzione di
22:40quello che succede a sud Est che è per l'appunto fonte di energia, fonte di migrazioni, focolaio
22:47di crisi internazionali e bacino di radicalismo islamico e quello che succede a ovest è che
22:54investe il rapporto con il vicino americano oltre a...
22:59Così si interrompe un secondo sul vicino americano ma mi promette poi un'ultima domanda
23:03su Trump e mi risponde, andiamo avanti su questa difessione che diceva.
23:07E quindi dicevo è questo il concetto di Mediterraneo, che significa? Significa appunto che anche
23:14crisi che non riguardano strettamente il Mediterraneo si scaricano sul Mediterraneo e crisi mediterranee
23:22si scaricano a questi confini, a queste latitudini e qui noi abbiamo un compito preciso come Italia
23:30e il cui interesse nazionale è molto legato al Mediterraneo che è quello di fare in modo
23:35che non si distolga l'attenzione dell'Unione Europea e della Nato anche da quel bacino,
23:42anche da quello che succede nel Mediterraneo allargato perché altrimenti risorse, capitale
23:47politico, difesa si spostano tutte verso nord-est e qui abbiamo un altro interesse che è quello
23:55di tenere agganciati gli americani a questa zona, perché senza gli americani l'Europa
24:00da sola non ce la fa. A questo proposito io parlerei con lei un
24:05paio d'ore, perché lei è molto sintetico, molto brava, molto preparata, come vede il
24:11nostro format però questo l'abbiamo azzarato. La domanda su Trump la prendo da una visione
24:18che tiene conto dell'attualità, si discute moltissimo in questi giorni, non la voglio
24:22coinvolgere su questo come sulla votazione sullo stato di saluto delle autorità internazionali
24:28come la Corte Penale Internazionale, cosa che abbiamo voluto con noi italiani e con
24:33tanti paesi occidentali, però ricordo che in queste autorità per esempio una grandissima
24:37democrazia e simbolo dell'Occidente come l'America non c'è, che questa Corte ha chiesto
24:45la cattura di Netanyahu e io Netanyahu l'ho visto ieri sera seduto con Trump in una visita
24:49di Stato, ecco io su questo nuovo ordine mondiale l'ho presa così, ti è piaciuta?
24:56Forse va bene? Assolutamente, nel senso che anche qui dobbiamo
25:01uscire da un equivoco, nel senso che i grandi organismi internazionali non hanno una vita
25:07propria, i grandi organismi internazionali camminano sulle gambe degli stati, camminano
25:14facendo quello che i governi che fanno parte dei grandi organismi internazionali consentono
25:21a questi organismi di essere e di agire, quindi una volta entrati in questa logica ci si accorge
25:27che in un mondo come dire dove non comanda sostanzialmente nessuno, dove nessuno ha in
25:34realtà vuole o può dettare tutti i temi della agenda globale, in un mondo come questo
25:41anche gli organismi internazionali non vengono più vissuti come uno strumento idoneo a risolvere
25:46le controversie internazionali o per lo meno aiutare alle loro soluzioni e se è così
25:53allora evidentemente è perché non c'è questa percezione dell'utilità del multilateralismo,
25:59è un peccato per un paese come l'Italia il multilateralismo è una vocazione nazionale
26:06è un modo di proteggere i propri interessi nazionali, però dobbiamo abituarci a un mondo
26:11che in qualche modo prescinde o meglio usa gli organismi internazionali quando sono
26:17utili per perseguire dei fini di interessi e questo è un dato di fatto purtroppo.
26:22In materia di discussione di RealPolitik, spero come rubrica nostra presto qui in Italpress,
26:29RealPolitik è anche il titolo di questo bel libro che vi invito a leggere perché bisogna
26:33leggerli, scritto da una figura autorevole come l'ambasciatore Gian Piero Massolo che
26:38ringraziamo insieme a Francesco Bechis editore Solferino, io spero di aver invitato le persone
26:45a leggere il suo libro quindi insomma prenderlo perché insomma è una conoscenza e magari
26:50i libri qualche volta si possono tenere vicini e magari tra tanti Tg, talk, internet e siti
26:57dove le parole, i concetti ritornano qualche volta a chiarirceli e a conoscere perché ci
27:03serve insomma forse a stare meglio al mondo, ordinato o disordinato che sia, va bene?
27:08Grazie!
27:09Grazie a lei ambasciatori di essere stato con noi e grazie a voi che ci avete seguito,
27:13appuntamento alla prossima puntata di Primo Piano, arrivederci!