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Bologna, 6 feb. (askanews) - "Compraci. Noi siamo in vendita". Così le 230 lavoratrici dell'intimo di lusso La Perla cantano al presidio davanti allo stabilimento di Bologna, riadattando una canzone degli anni '70. A pochi giorni dalla scadenza del bando di gara per la vendita, la Regione ribadisce: serve un progetto che garantisca continuità occupazionale e tutela degli asset, mantenendo la produzione sul territorio. Un marchio del Made in Italy con 70 anni di storia che rischia di essere frammentato. Il gruppo infatti, durante le varie crisi, è stato diviso in tre parti: una è in amministrazione controllata, nelle altre due le dipendenti hanno esaurito i 12 mesi di cassa integrazione. Sul loro futuro regna l'incertezza. Lo spiega Stefania Pisani, segretaria generale Filctem Cgil Bologna: "È il momento di coinvolgere la politica perché questo buco normativo negli ammortizzatori deve essere sanato. Queste due aziende, per quanto in liquidazione, non andranno in chiusura, ma andranno a un rilancio industriale. Ma quale rilancio industriale è possibile senza le competenze collegate all'economia reale".Al presidio anche il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte. "Bisogna fare uno sforzo in più, il governo deve fare uno sforzo - spiega -. Visto che dicono che sono sempre al lavoro per il bene del Paese, richiamiamo l'attenzione su questo punto e ci battiamo insieme a voi".Il sindaco Matteo Lepore è chiaro: "Il futuro deve essere a Bologna, qui dove queste donne vivono e lavorano. Questo è quello che ha fatto il valore di questo marchio". Servizio di Paolo TomassoneMontaggio Alessandra FrancoImmagini askanews

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00:00Compraci, noi siamo in vendita, e non ci credere, irraggiungibili.
00:14Compraci, noi siamo in vendita.
00:17Così le 230 lavoratrici dell'intimo di lusso La Perla
00:21cantano al presidio davanti allo stabilimento di Bologna,
00:25riadattando una canzone degli anni settanta.
00:28A pochi giorni dalla scadenza del bando di gara per la vendita,
00:32la Regione ribadisce serve un progetto che garantisca
00:35continuità occupazionale e tutela degli asset,
00:39mantenendo la produzione sul territorio.
00:42Un marchio del Made in Italy con 70 anni di storia
00:45che rischia di essere frammentato.
00:47Il gruppo infatti durante le varie crisi è stato diviso in tre parti,
00:51una è in amministrazione controllata,
00:54e le altre due, le dipendenti, hanno esaurito i 12 mesi di cassa integrazione.
00:59Sul loro futuro regna l'incertezza, lo spiega Stefania Pisani,
01:03segretaria generale FieldChem CGL Bologna.
01:07È il momento di coinvolgere la politica perché questo buco normativo
01:11negli ammortizzatori deve essere sanato.
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01:18andranno a un rilancio industriale.
01:20Ma quale rilancio industriale è possibile
01:23senza le competenze collegate all'economia reale?
01:27Al presidio anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle.
01:31Dobbiamo fare uno sforzo in più, il governo deve fare uno sforzo,
01:35i suoi amicoli stanno sempre al lavoro per il bene del paese,
01:39quindi richiamiamo l'attenzione su questo punto e ci partiamo insieme a voi.
01:44Il sindaco Matteo Lepore è chiaro, il futuro deve essere a Bologna,
01:49qui dove le donne vivono e lavorano.
01:52Questo è quello che ha fatto il valore di questo marchio.

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