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prof. Alessandro Benigni
Trascrizione
00:00Bene, ci eravamo lasciati con il concetto di Ronin, costante riferimento Socrate, adesso
00:11andiamo a vedere la parte che è senz'altro una delle più famose del pensiero di Kierkegaard,
00:16che è la parte che riguarda gli audio seduttori, Don Giovanni e quindi lo stadio estetico che
00:22però è contenuto in una pubblicazione che prende il titolo in danese Enteneller, sarebbe
00:30O.O., proprio già dal titolo per evidenziare l'impossibilità della sintesi hegeliana E.E.,
00:39dove gli opposti in qualche modo si conciliano in una sintesi superiore, qui la sintesi è
00:44totalmente negata e Kierkegaard lo dimostra appunto con questa analisi degli stadi possibili
00:50della nostra esistenza, poi più avanti lo stadio religioso in timore e tremore con la figura di
00:56Abramo. Allora, nella manualistica, soprattutto in quella scolastica, di solito questa è la parte
01:04dove viene più, come dire, in qualche modo sembrerebbe riassumere tutto Kierkegaard,
01:11questo è un errore grossolano, l'aveva già evidenziato il padre Cornelio Fabbro, uno dei
01:16più grandi studiosi di Kierkegaard, Sergio Givone e tanti altri. Kierkegaard non si può ridurre a
01:22questo pensiero, a questa fase, men che meno la sola fase estetica, ciò non di meno va detto che
01:29è davvero una parte molto bella, molto importante e anche tutto sommato piacevole da leggere,
01:36da vedere. Allora abbiamo detto il bersaglio filosofico hegel, hegel viene criticato tra
01:43le righe sempre, non c'è un approccio diretto, qui non siamo nella produzione sistematica di
01:49Kierkegaard filosofica con il linguaggio accademico, qui siamo in una fase narrativa dove prevale
01:55l'elemento psicologico, l'elemento punto narrativo, l'introspezione, l'analisi psicologica dei
02:01personaggi, dei vissuti. Perché viene criticato Hegel? Abbiamo già detto perché Hegel è il filosofo
02:08che nega la libertà e noi vediamo che invece sia la dimensione estetica, sia la dimensione etica,
02:15sia la dimensione religiosa, sono dimensioni che pretendono la libertà, che poi uno riesca o non
02:21riesca a vivere, ma comunque la scelta ci deve essere e c'è di fatto e quindi c'è la responsabilità
02:26individuale della scelta che si è fatta per la propria esistenza. Tant'è vero che la
02:33responsabilità si vede anche, noi la sentiamo come collegata a quell'altro concetto fondamentale
02:39della filosofia di Kierkegaard che è il concetto di angoscia. Perché angoscia? Perché noi abbiamo
02:44tante possibilità, in certi casi anche troppe direi, e quindi l'incapacità di avere dei parametri,
02:52dei metodi, dei criteri, dei metri proprio di giudizio circa le nostre scelte infallibili,
03:03esaustivi, completi, ci mette in uno stato di appunto di angoscia. Cosa vuol dire angoscia?
03:09Che io scelgo una cosa ma avrei potuto sceglierne un'altra e man mano scelgo le mie varie tipologie
03:16di esistenza, le altre come dire si allontanano, è come nel viaggio, io all'incrocio prendo una
03:23strada e gli altri non si può più tornare indietro, non si può più repercorrere un'altra strada. E
03:29quindi tutta questa dimensione ci riporta alla grande capacità di Kierkegaard di compiere analisi
03:37psicologiche, di compiere nell'analisi psicologica una valutazione che non è una valutazione
03:45moralistica ma è una valutazione come dire concettuale, razionale, di quello che comporta
03:51un certo tipo di scelta. E cominciamo senz'altro con la fase estetica Enten, la fase etica Eller,
03:58la seconda parte del volume e la fase poi religiosa in un'opera a parte che è Timore e
04:06Tremora dove c'è la storia di Abraão. Allora anche qui Kierkegaard scrive con pseudonimi,
04:11scrive con pseudonimi perché naturalmente fa di tutto per non voler comparire lui come il
04:18protagonista, il modello, come dire l'interlocutore, il lettore si deve trovare di fronte a una
04:25situazione e Kierkegaard deve necessariamente scomparire. C'è tutta una bellissima strategia
04:34e indicativa anche dell'idea di Kierkegaard per cui questo testo come è arrivato alla
04:41pubblicazione? Beh è stato trovato comprando da un regattiere una scrivania con dentro un
04:49cassetto questo testo ma nel testo si dice che l'autore non è lui, cosa l'ha sentito? Insomma
04:55evidentemente si sposta tanto più in là l'autore di questo volume dalla rendere assolutamente
05:05ininfluente proprio di nessun valore, di nessuna idea l'identità di questo scrittore. Lo stadio
05:16estetico, andiamo a evidenziare dove siamo messi, eccolo qua, lo stadio estetico. Nello
05:28stadio estetico noi che cosa troviamo? Troviamo la figura del Don Giovanni, ce l'è bella, il Don
05:33Giovanni di Mozart in qualche modo. Allora attenzione, il Don Giovanni va bene per rappresentare
05:40lo stadio estetico, non è l'unico rappresentante, è quello che forse pur non riuscendo ad esaurire
05:47completamente questo stile di vita, è quello che forse lo incarna meglio perché il Don Giovanni è
05:53dominato dal desiderio. Adesso qua dovremmo allungarla, non voglio allungarla più di tanto,
06:01è dominato dal desiderio ma nello stesso tempo il desiderio è la sua strategia per conquistare le
06:07donne. Lui è un grandissimo amatore, ha una fortuna, ha un successo straordinario con le donne
06:14perché è un uomo che desidera e fa sentire la donna assolutamente desiderata. Attenzione,
06:20l'ho detto in classe, lo ripeto più volte, non si tratta di un desiderio soltanto carnale,
06:26cioè qui non è una questione genitale, non so come dire, di sessualità soltanto carnale. Il
06:34Don Giovanni vuole possedere l'anima, vuole sedurre nella profondità la donna fino in fondo. Il Don
06:42Giovanni abbiamo detto non è un belloccio, non è un ricone, è un uomo estremamente affascinante.
06:49Il Don Giovanni è un desiderio che non è sensuale soltanto dal punto di vista carnale, è un desiderio
06:58sensuale dal punto di vista spirituale. Soprattutto il desiderio che è centrale in questo stato è un
07:05desiderio metafisico, cioè il Don Giovanni incarna un desiderio che non si rivolge a una meta
07:12predefinita, a una meta limitata, ma riguarda la sensualità. Per questo che il Don Giovanni è
07:19dominato dal piacere sensuale, ma allo stesso tempo è l'attore principale del piacere sensuale. In
07:26questo lui cerca la variazione continua, perché la variazione continua come recita quel bellissimo
07:31titolo che Kierkegaard dà a un paragrafo di Enteneller, la rotazione delle culture. Se vi
07:40ricordate nel medioevo la rotazione triennale delle culture, per non inaridire all'anno 1000
07:45più o meno, si comincia a capire che la variazione del tipo di cultura in un terreno lo inaridisce
07:52di meno. Il Don Giovanni ha questo scopo, quello di mantenersi vivo, di mantenersi ricco spiritualmente
08:02e quindi deve passare di avventura in avventura perché fissarsi in una sola donna, poi c'è il
08:09grande tema della paura nei confronti del mondo femminile e della donna da parte dell'uomo,
08:13il fissarsi con una sola donna lui teme possa in qualche modo inaridirlo. Il problema è la
08:22noia. Il Don Giovanni però finisce esattamente così, finisce annoiato e disperato perché nonostante
08:29la rotazione delle culture, cioè il variare continuamente, quel passo bellissimo, il momento
08:35bellissimo del Don Giovanni di Mozart dove il servitore del Don Giovanni che deve in qualche
08:40modo sostenere la disperazione di questa poveretta che va a casa del Don Giovanni
08:48a cercare come mi ha tradito, non siete voi il problema, è lui che ha fatto così. In Spagna
08:55sono già 1.300, in Spagna sono già 1.300, 1.300 non è un migliaio, 1.300 vuol dire che sono state
09:03contate, non sono 1.400, non sono più o meno 1.000, sono esattamente 1.300, sono in Spagna. Come dire,
09:11no? Figuratevi, solo in Spagna ne ha conquistate 1.300, non siete voi il problema, è lui che ha
09:17fatto così, molto bene. Ma se c'è questa organizzazione mentale, questo scopo, evidentemente
09:26c'è una pianificazione, questa pianificazione evidentemente ha un problema da risolvere e questo
09:34cioè non è un amore libero, non è un innamoramento spassionato, no? Casuale, come accade a noi persone
09:41normali, perché ci innamoriamo così come ci innamoriamo, ci disinnamoriamo, non dipende da
09:45noi, è un qualcosa che, l'amore è un'altra cosa, naturalmente l'amore è una scelta, ma qui non mi
09:50dilungo. Ecco, ma stavo dicendo, dal punto di vista psicologico vuol dire che c'è un problema da risolvere,
09:54e il problema da risolvere è l'evitare la noia, ma il Don Giovanni finisce esattamente così, finisce
09:59disperato, perché? Perché non ha scelto, ha scelto di vivere sempre nel presente, ma un presente
10:06fuggibile che non ha nessuna prospettiva di eternità, è una precarietà, è un transitorio,
10:12un elemento transitorio che alla fine si svuota, si svuota di significato, e quindi il Don Giovanni,
10:19nonostante la ricchezza della sua variazione, si è impoverito, perché non ha saputo scegliere,
10:27non ha saputo essere un singolo. Ma qui comincia a esserci un po' di lavoro da fare, perché il Don
10:37Giovanni non è riuscito ad essere un singolo. Accidenti che singolo, grandissimo conquistatore,
10:43grandissimo amatore, non ha saputo essere un singolo perché non ha saputo scegliere. Il singolo è quello
10:54che sceglie. Una volta un studente mi ha risposto così, però il Don Giovanni ha scelto di non
10:59scegliere, cioè ha scelto la variazione continua, sì, ma non ha scelto veramente se stesso, cioè ha
11:05scelto di disperdersi di avventura in avventura senza riuscire mai a concretizzare lo stadio
11:14iniziale, pur evidentemente non essendo lui stesso innamorato. L'innamoramento del Don Giovanni non
11:21può permettersi di conoscere che cosa sia. Il piacere sensuale, l'attrazione sensuale, ripeto,
11:28non necessariamente carnale, ma spirituale, non è l'innamoramento. Il Don Giovanni sta giocando,
11:35si è disperso a un livello che appunto non gli ha consentito di crescere, di maturare,
11:40di svilupparsi, cioè di essere un singolo, un uomo ben fatto, non so come dirvi, un qualcosa del genere.
11:48L'elemento del presente è fondamentale perché il Don Giovanni non è mai riuscito a distinguere
11:54tra eterno e transitorio, non è mai riuscito a dare il giusto peso alle varie dimensioni della
12:01sua vita e in questo modo finisce disperato. Perché? Perché in questa rincorsa, in questa
12:07ricerca di mantenersi in un qualche modo ricco, in realtà si è svuotato e si è svuotato in una
12:17perdizione che è la perdizione della grande solitudine. Questo ci fa riflettere perché il
12:23tema è assolutamente presente. Che cos'è la solitudine? E' lo stare da soli, è lo stare in
12:30mezzo a persone, a gente rispetto alle quali c'è un rapporto di reciproca indifferenza,
12:37è l'avere tante storie però tutte vuote, tutte vissute in modo appunto sensuale, superficiale,
12:44perché in realtà ci vuole anche quell'elemento, ma non può essere solo quello. Allora il grande
12:50tema della solitudine è uno dei grandi temi che emergono dal discorso che noi vediamo con
12:55il Don Giovanni. Anche questo elemento che adesso sottolineo, cerca l'infinito nel finito. Che cosa
13:10vuol dire? Vuol dire che il desiderio, naturalmente che non è quello dell'individuo, ma il principio
13:19generale del desiderio, alla fine divora perché il desiderio ha una funzione orientante, ci orienta
13:25verso un oggetto. Se poi si rimane nel desiderio, all'oggetto rispetto al quale il desiderio ci
13:31orienta non ci si arriva mai e quindi non si arriva mai al rapporto, non si arriva mai alla
13:35realizzazione. Questo è un desiderio che è insaziabile. Vi ricordate quando abbiamo parlato
13:40di Schopenhauer? Questo desiderio ha molti aspetti in comune con la volontà di Schopenhauer che è
13:47insaziabile, cieca e razionale. Infatti Schopenhauer ha visto bene, è una volontà che produce un doloro,
13:53una disperazione e alla fine la noia. E quindi Don Giovanni è anche al di qua del peccato, non si
13:59sa, non si rende conto, non vede il peccato. Cioè in questo desiderio, vissuto in sé per sé, è al di qua
14:07del bene e del male perché non avendo la responsabilità della scelta, non essendo riuscito
14:12a scegliere, si rimane in una dimensione incompiuta dell'esistenza. Non che oggettivamente non sia male
14:19fare quello che fa perché ha fatto soffrire non si sa quante migliaia di giovani ragazze, ma il
14:27punto è questo, si consuma nell'attimo un attimo che si ripete sempre che è devastante, è devastante
14:35per sé perché non c'è la soddisfazione, non c'è la soddisfazione duratura, non c'è quella
14:42scelta che fa dell'individuo un singolo autentico. Si rimane a un livello come dire di attrazione
14:48sensuale che richiede sempre nuove esperienze ma in realtà ci si lascia assorbire da questa
14:55fluidità della vita, appunto disperdendosi e finendo disperati. Allora andiamo avanti nel
15:03nostro discorso e andiamo a vedere lo stadio etico. Lo stadio etico è dominato dalla figura di un
15:08altro personaggio incredibile che quella di William, il giudice sposato. Questo uomo, questo
15:13marito fedele, questo giudice sposato, uno dice allora Don Giovanni è finito male, è morto
15:18disperato in solitudine, in tristezza, completamente svuotato, il non senso della vita in uno stato
15:24di come dire di prostrazione spaventoso. Andrà meglio all'uomo etico? No, non va bene neanche
15:32all'uomo etico o meglio va meglio ma fino a un certo punto. Perché? Perché il passaggio alla
15:37vita etica corrisponde a una dimensione nella quale si supera l'indifferenza, si supera il
15:42vuoto del non scegliere, si sceglie responsabilmente. Si sceglie cosa? Di fare bene il proprio mestiere,
15:48il giudice sposato è quel giudice dal quale noi tutti vorremmo andare nel caso di bisogno
15:56perché è estremamente attento al proprio lavoro, scrupoloso, corretto, bravo, intelligente, marito
16:03fedele che fa star bene la moglie, che si gode la famiglia, che nutre la sua famiglia con tutto
16:09l'affetto, con tutta la dedizione possibile. È una scelta etica ed è un'azione come dire continuativa,
16:16continua la scelta, quindi in qualche modo è un singolo. Qual è il problema? Il problema è che a
16:24un certo punto si rivela quella che Kierkegaard chiama con il suo linguaggio, che è un linguaggio
16:29religioso, è un linguaggio dell'ottocento, è religioso, ma noi lo possiamo tradurre se non
16:35vogliamo usare il linguaggio religioso in un linguaggio non religioso con un'etichetta
16:39filosofica. Nel linguaggio religioso si dice peccato, il senso è peccato, nel linguaggio
16:45filosofico potremmo dire qualcosa come l'insufficienza ontologica, cioè uno è caduco,
16:51è mancante di, non è completo, gli manca sempre qualcosa. Cioè che cosa? Il fatto di essere nel
17:04finito. A tutti manca questo qua, questa tensione che si ha, questa mancanza di soddisfazione piena.
17:13Ci può essere qualche momento in cui noi siamo soddisfatti, per carità, anche eticamente,
17:20abbiamo fatto una buona azione, abbiamo fatto una grande opera d'arte, che ne so, siamo contenti,
17:26siamo soddisfatti, ma non è continuativa questa soddisfazione. Perché? Perché abbiamo fatto
17:34qualcosa di buono nel finito, ma il discorso di Kierkegaard è più profondo di così e dice noi
17:41siamo fatti per l'infinito e quindi la soddisfazione non ce l'avremo mai. Questo senso del peccato che
17:50emerge nel giudice, che peraltro è un uomo etico sposato, quindi stanno banchettando, lui spiega,
17:57dice anche nel matrimonio c'è un alto livello di dimensione sensuale, c'è un alto grado di
18:03complicità, c'è un alto grado di piacere anche carnale. Non è che la dimensione etica non
18:11comprenda la dimensione sensuale. Ho detto sensuale, non sessuale soltanto, sensuale, cioè del piacere
18:19dei sensi, ma la implementa, la va ad assorbire, come dire, facendola crescere, facendola diventare
18:27qualcosa di più alto. Ma anche questo non è sufficiente. L'uomo etico arriva alle soglie
18:34della soddisfazione, eppure ha comunque il senso del peccato, ha il senso della sua insufficienza.
18:42Non arriva a una dimensione di piena realizzazione. Il messaggio è che l'etica va benissimo,
18:50con l'etica l'uomo sceglie, l'uomo etico è l'uomo che sceglie, che è responsabile,
18:55che sceglie responsabilmente. Non è riparo dal senso di incompiutezza, non ci salva dal rapporto
19:06con l'infinito, che non arriva nella dimensione etica. Nella dimensione etica il rapporto con
19:12l'infinito non c'è, è ancora sfuggente. Infatti il giudice sposato manifesta questo suo sentimento
19:20diciamo di insoddisfazione. Sì, lui è sposato, felicemente sposato, ricambiato, amato, il suo
19:30lavoro va bene, va tutto bene, eppure la sua vita in qualche modo non è completamente piena,
19:38non si sente completamente appagato. L'appagamento che uno si può aspettare, scegliendo la vita
19:46etica, è illusorio, dice Kierkegaard. Arriva sì, certo, sei soddisfatto della tua vita,
19:52sei contento della tua vita, ma non sei pienamente soddisfatto, ti manca sempre qualcosa. Per vedere
19:58che cosa manca, bisogna andare nello stadio religioso. Lo stadio religioso è lo stadio
20:03dominato dalla figura di Abramo. Allora, interessante che Kierkegaard prenda Abramo.
20:07Uno dice, ma potrebbe prendere Gesù di Nazareth, potrebbe prendere i discepoli, gli apostoli,
20:12l'Erone del San Pietro, che cavolo? Abramo. Abramo non è nemmeno cristiano in fondo,
20:16Abramo come può essere? Perché anche qui Kierkegaard ha un'idea, anzitutto ha individuato
20:26un personaggio incredibile con una storia incredibile. Tutti la ricordiamo molto brevemente,
20:32Abramo è il patriarca, Dio gli promette una discendenza più numerosa delle stelle del cielo,
20:37delle granelli di sabbia. Abramo però è anziano e diventa sempre più anziano e la moglie Sara è
20:43fuori range, non può assolutamente avere figli, è troppo anziana. Allora, insomma,
20:50l'usanza del tempo consettiva di farlo, Abramo si unisce a una serva e ha un figlio maschio da
20:55questa serba, ma Dio gli dice, no guarda, io ti avevo detto un figlio con tua moglie e così sarà.
20:59Anche la moglie lo prende un po' in giro e dice, ma cosa vuoi che… e invece no, Sara rimane incinta
21:04e partorisce questo figlio che è Isacco. Ve lo immaginate un bellissimo ragazzo con questi
21:10riccioli neri, con questa carnagione scura, con questi fisici scultori, io lo immagino un po' così,
21:16no? Una specie di angelo, un qualcosa di meraviglioso. Abramo contentissimo,
21:22la moglie Sara contentissima, tutti felici, ad un certo punto però Dio arriva in sogno
21:26di Abramo e gli dice, guarda Abramo, io lo sto un po' parafrasando come voi sapete che mi piace
21:31fare, guarda Abramo, è stato tutto molto bello, però adesso il figlio me lo ridà indietro,
21:35me lo ridà indietro, eh sì, me lo devi sacrificare. Il sacrificio allora voleva dire prendere,
21:41in Genesio si faceva con un capretto piccolo, con la carne tenera, si legava a mani e piedi,
21:49si faceva un altarino di legno, si metteva sull'altare, si sgozzava e si dava in onore
21:53al Dio, agli dèi per i politisti, al Dio nel caso degli ebrei. E Dio chiede di fare questa
22:00cosa ad Abramo con il figlio che gli ha dato. Perché questo è lo stadio religioso? Perché
22:06Abramo si trova a dover fare una scelta religiosa? Perché Abramo è solo, è un singolo, è veramente
22:15un singolo. Gli viene in sogno Dio, primo, cominciamo ad andare con ordine, primo, ma
22:23il sogno, come faccio a sapere che davvero è Dio? Non sarò io rimbecilito di aver fatto
22:29un sogno assurdo? Secondo, Dio mi chiede questa cosa, ma com'è possibile che Dio mi chieda
22:34questa cosa? Non ha nessun senso. E adesso cosa faccio? Prendo il mio figlio, devo dirlo
22:40a sua madre, a mia moglie, a Sara. L'ha tenuto in grembo 9 mesi, è la madre, non
22:45gli posso dire niente. Vi immaginate la scena della moglie? Senti Sara, mi è comparso in
22:51sogno il Signore e mi ha chiesto di sacrificare il nostro figlio. Non può andare dagli anziani
22:59del villaggio, non può riunire, allora ascoltatemi, devo fare questa cosa, cosa mi dite di fare?
23:04E' solo, è drammaticamente solo e deve scegliere. Come fa a scegliere?
23:10Questo è il punto importante, qui si vede l'uomo religioso, la scelta dell'uomo religioso è una
23:20scelta di fede. Abramo ha una fede smisurata in Dio, si butta nelle mani di Dio e gli dice,
23:32ricordo un po' il sì di Maria, mi andranno a lapidare, non so niente. Allora per una giovane
23:39donna ebrea rimanere incinta fuori dalla matrimonio significava essere lapidati,
23:44non era uno scherzo. Quindi un sì incondizionato con quest'idea, se ho sbagliato, arriva proprio
23:52al massimo, tocca il vertice massimo della fiducia. Se ho sbagliato ed era un incubo e
23:56non sei stato tu, mi fermerai, al momento giusto mi fermerai. Che cosa succede? Abramo dice questo
24:06sì e uno dice, lo stadio religioso lo ha scelto di fidarsi, poi sappiamo come funziona, come va
24:13avanti la storia. Abramo va sul monte Moria con il figlio, sul monte Moria il figlio a un certo
24:22punto dice, facciamo un sacrificio, ma il sacrificio dov'è? Si guarda intorno e comincia anche a capire,
24:27si lascia legare evidentemente, è interessante anche questa cosa, il figlio che si lascia legare
24:35dal padre anziano, un ideale che, anche il figlio ha una fiducia totale, evidentemente lo sta per
24:43uccidere, no? E quindi anche questo, però Dio a un certo punto lo ferma, gli dice, guarda mamma ho
24:48visto che tu mi ami, ok ho avuto la prova del tuo amore, guarda là c'è giusto un caprone con le
24:55corna incastrate in un rovetto, prendimi quello e siamo a posto così. Tutto bene, tutto finisce bene,
25:01ma neanche per idea, Abramo esce devastato da questa storia, ha fatto la scelta della fede e Dio
25:09gli ha dato, noi diremmo nel nostro linguaggio una croce, lui la croce non poteva dire, mi ha dato
25:15uno scacco spaventoso, mi ha chiesto il figlio, poi non l'ha voluto certo, ma intanto me l'ha
25:20chiesto, e poi con tutto quello che segue, Dio è capace di pretendere da me una cosa del genere,
25:27c'è un punto bellissimo, ve l'ho già detto, lo ripeto sempre, ma a una certa età comincio anche
25:33a ripetermi, come i vecchi che ripetono sempre le stesse storie, io mi commuovo tutte le volte che
25:39leggo questo passaggio, mi commuovo, quando scende dice Chirco nella sua analisi psicologica,
25:44non c'è nell'antico testamento, questo è Chircogod che immagina quattro stati d'animo,
25:51ne fa quattro stati d'animo possibili, il suo occhio si era appannato, l'occhio di Abramo si era
25:57appannato, cioè ha preso una sberla così forte da Dio che non torna più come prima, perché? Perché
26:05Dio gli può chiedere una cosa del genere, perché lui stava per ammazzare suo figlio e lui comincia
26:10a dire cosa stavo facendo, sono pazzo, stavo per ammazzare mio figlio, perché il figlio ha visto
26:17il padre che stava per compiere questo omicidio, perché il figlio potrebbe anche dire ma padre tu
26:24mi stavi per uccidere, ma il tuo Dio, che Dio è? E tu chi sei? Quindi tutta una serie di elementi
26:30che sono spaventosi, quindi ahimè che nessuno si illuda, che nessuno pensa, pensi leggendo il
26:39manuale, lo stadio religioso, allora estetico, ma etico, meglio, religioso, ma proprio no, lo
26:47stadio religioso è uno stadio pazzesco, questo stadio religioso in quest'opera del 1843 viene
26:54scritto non a caso con lo pseudonimo di Ioannes de Silenzio, Ioannes de Silenzio è ancora una
26:59volta uno che racconta una cosa ma non si vuole mettere come protagonista, il salto della fede è
27:07un qualcosa che non puoi compiere leggendo un libro, non puoi deciderti per il salto della fede
27:14sentendo un prete, non puoi deciderti nel salto della fede studiando la storia del cristianesimo,
27:20la storia della religione, andando frequentando una chiesa, cioè il salto della fede è questa
27:24cosa qui, quando arriva la battosta dire chiudo gli occhi e mi fido, questo è il salto della fede,
27:32per questo vi dicevo l'altra volta che Kierkegaard dice il problema nostro è come diventare cristiani
27:42essendolo già, perché sì, siamo tutti cristiani, siamo tutti battezzati, forse qualcuno va ancora
27:50a messa, non lo so, ma di gente che ha fede, la fede infatti Kierkegaard dice quando io penso
27:55ad Abramo non dormo, ad Abramo mi toglie il sonno, sclero, quando penso ad Abramo non riesco a
28:04immaginarmi una cosa, ma questa è la fede, la fede di uno che è capace di, cioè immaginate voi adesso
28:09siete giù chi mi ascolta, immagino solo i miei studenti, siete giovani quindi insomma per voi è
28:15presto per avere dei figli, ma quando avrete dei figli vedrete che per i figli si dà la vita,
28:19senza pensare, ci si butta nelle fiamme, si fa di tutto. Dio chiede ad Abramo non il sacrificio di
28:30Abramo, peggio, vi viene in mente Petrosino quando dice quando parliamo delle cose importanti della
28:41vita, la salute, un po' di soldi, quando c'è la salute c'è tutto, è giustissimo, la salute è
28:49di chi? Per un genitore la salute è prima di tutto la salute dei figli, te ne frega niente se tu stai
28:56bene ma tuo figlio sta male, tua figlia sta male, ti interessa che stiano bene loro e Dio gli va a
29:02chiedere il figlio, la vita del figlio, non gli dice Abramo buttati giù dal balcone, dice dammi
29:08la vita del figlio che è ancora peggio, quindi in sostanza e qui mi fermo, alla fine dello stadio
29:15religioso che cosa vediamo? Vediamo niente, vediamo una battosta pazzesca perché vediamo che
29:21anche la scelta religiosa è la scelta della massima singolarità, perché quando uno ha scelto nella
29:29dimensione religiosa, ha scelto di affidarsi completamente a Dio, ha fatto una scelta
29:40dove davvero uno è da solo, ma non è che i religiosi sono felici, hanno una vita migliore,
29:48la storia della chiesa per chi conosce un po' la storia della chiesa, guarda l'elenco dei santi,
29:54dei santi non ce n'è uno che non abbia preso la sua croce, che non sia stato messo in croce,
29:59che non sia stato torturato, che non sia stato martire, che non sia stato malato, che non abbia
30:04sofferto, che non abbia passato le pene dell'inferno qui sulla terra, cioè l'idea è che lo stadio
30:09religioso non è la soluzione dei nostri problemi, è un'altra cosa ancora. Allora,
30:14qui il discorso del 43, che qui ho scritto dello pseudonimo, che ho solo accennato,
30:20ma io riuscirò mai un giorno a fare, eccolo qua, eccolo qua, Ioannes de Silencio. L'idea è quella
30:31che l'autore si presenta come qualcuno che non ha compreso il sistema filosofico di Hegel,
30:38l'ironia di Chirio, non ha capito niente, io non ho capito niente, non trovo la sintesi,
30:46non vedo, vedi un po' questa roba qui, vedi un po' questa storia qui, la sintesi qual è? Un
30:53egagliano di primo pelo, la sintesi è che finisce tutto bene, abbiamo appena detto che non finisce
31:00tutto bene, cioè sì, Isacco è salvo, ma l'occhio di Abramo si è rampannato e tutto il resto è
31:05quanto abbiamo detto, cioè l'idea è quella di criticare l'ambizione di Hegel, di voler spiegare
31:13tutto attraverso la ragione, inclusa la fede, qui c'è un elemento evidentemente irrazionale,
31:18c'è un elemento evidentemente incomprensibile, la fede, il salto della fede non può avere una
31:24base razionale, ma che base razionale c'è? In Abramo che decide di ascoltare un sogno,
31:30avrai mangiato pesante, avrai fatto indigestione, ti avrà punto un insetto, ma che sogno? Stiamo
31:37scherzando? Che io ascolto il sogno e il sogno mi dice di uccidere il figlio, vabbè allora mi alzo
31:41e vado a uccidere il figlio, ma che razionalità c'è? E che razionalità c'è in un Dio che prima ti
31:46dà il figlio e poi lo vuole indietro e in quel modo lì? Non è che gli viene un infarto, Isacco
31:52muore o cade, viene punto da un insetto e muore per sciocco anafilatico, no, ti avrei ucciso dal
32:03padre. Quindi evidentemente la fede è un'esperienza che sfugge ai tentativi di comprensione della
32:09ragione e qui c'è il grande bersaglio di Hegel e l'idea è quella della fede come obbedienza
32:17assoluta, come salto della fede, e qui c'è il punto importante secondo me, molto bello da
32:22discutere, che è quello della sospensione teleologica dell'etica, cioè la dimensione
32:29religiosa. Sospensione teleologica dell'etica perché? Perché naturalmente compiono un omicidio,
32:55maggior ragione l'omicidio del figlio, è qualcosa di ingiustificabile dal punto di vista etico,
33:01ma cosa vuol dire sospensione teleologica dell'etica? Non vuol mica dire che siccome io
33:08credo all'oa dell'etica me ne frego, vuol dire quando si parla di salto della fede non c'è
33:16ragione e non c'è etica che possa essere anteposta, cioè Dio viene prima di tutto. Quando scegli Dio,
33:24scegli Dio a occhi chiusi prima di tutto, poi è chiaro che bisogna vivere nell'etica,
33:29ma nel momento in cui si fa questo salto non c'è appiglio, uno non può dire lo faccio perché è
33:37giusto o non lo faccio perché è sbagliato, perché prima viene la fede in Dio, la fiducia in Dio,
33:43l'affidarsi ciecamente e poi dopo viene l'etica. Questo è un discorso che in classe ho cercato di
33:50sviluppare, lo riprenderemo durante i colloqui, non è facilissimo, ma in questo punto dove Kierkegaard
33:55dice appunto si dà una sospensione teleologica dell'etica, la risposta è sì ed è drammatica,
34:01perché ripeto, Abramo stava per uccidere il figlio e non c'è niente di meno etico dell'uccidere il
34:10figlio. Il punto non è questo, il punto è che la fede è un qualcosa che si fa a occhi chiusi,
34:17non c'è appiglio razionale, non c'è appiglio istituzionale, non c'è appiglio comunitario,
34:24non c'è appiglio sociale, non posso andare dagli amici, non c'è appiglio affettivo perché posso
34:31chiedere a mio padre, perché posso chiedere a mia madre, a mia moglie, ai miei figli, cosa faccio?
34:35Credo o non credo? E c'è la solitudine assoluta, in questa solitudine assoluta quando si fa la
34:40scelta o Dio viene prima di tutto o non è una scelta religiosa, dopo poi si fa il discorso
34:45etico, ma dopo, quindi da capo è una scelta davvero drammatica e quindi la fede è quella
34:52qua, è la passione suprema dell'uomo e l'uomo attraverso la fede è capace di confrontarsi con
34:57l'assurdo. Detto così non vuol dire niente, il significato qual è? Che l'esistenza non si capisce,
35:02che la religione non si capisce, che le cose della vita non si capiscono, a volte non si
35:07capisce neanche chi siamo, ma una volta che uno ha fatto la scelta della fede ha un quadro di
35:16riferimento dove mettere l'assurdo, dove mettere l'incomprensibile e quell'incomprensibile è
35:21precisamente il Dio infinito che si fa finito ed è precisamente l'oggetto della fede, cioè
35:28l'impossibile, il finito che tiene dentro di sé l'infinito, qualcosa di assolutamente assurdo,
35:35di improponibile, è il fenomeno, è la manifestazione di Dio, è l'incarnazione, è il Dio che si fa carne,
35:42l'infinito che si fa uomo e addirittura si fa uomo povero, l'abbiamo detto, che finisce in croce,
35:49è assolutamente uno scandalo per la ragione, ma questo assurdo è esattamente quello che la fede
35:55ci dà la capacità di inserire in un quadro che a suo modo ha un senso, non un senso che ci
36:03tranquillizza, perché è sempre una scommessa nell'assurdo, ma è una speranza che quell'assurdo
36:08possa essere appunto spiegato in quel modo lì. Ok, detto questo io direi di passare senza indugio
36:15all'altro discorso che è il briciole di filosofia, il grandissimo, ecco qua cominciamo a entrare
36:22nella filosofia dura di Kierkegaard dove smette per un attimo, come dire, l'abitus dello psicologo,
36:31del maestro dell'analisi dell'interiorità e dei problemi della fede, e parla sempre dei
36:38problemi della fede ma con categorie filosofiche in modo sempre più netto,
36:41contro il suo grande nemico che è Hegel e il sistema hegeliano.

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