• 2 mesi fa
Le abbazie, le chiese e le certose gestite dal DRML, ovvero la Direzione Regionale Musei Lazio, l’ente che gestisce trenta meravigliosi luoghi della cultura, di cui quindici 15 musei e aree archeologiche e quindici monumenti nazionali.

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Trascrizione
00:00:00Polis. Il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti.
00:00:07Sai cos'è la DRML?
00:00:14La Direzione Regionale Musei Lazio è impegnata dal 2014 nell'attività di valorizzazione del patrimonio storico archeologico laziale disseminato tra mare, montagna, campagna e centri urbani.
00:00:29Un incomparabile complesso di siti testimoniano la storia della civiltà occidentale, dall'epoca preromana alla Roma imperiale, dal Medioevo fino al Rinascimento e all'età moderna, rendendo la DRML custode di un patrimonio artistico incommensurabilmente ricco e affascinante.
00:00:49Monumenti, aree archeologiche e musei compongono i 30 luoghi della cultura che la Direzione coordina e promuove, garantendone l'accesso e la fruizione a tutti.
00:00:59E benvenuti, benvenuti su Polis. Il racconto dei territori. Oggi e per due puntate parleremo della DRML, ovvero la Direzione Regionale Musei Lazio e dei 30 luoghi della cultura da lei guidati, diretti e gestiti.
00:01:24Lo faremo insieme a tantissime immagini dei documentari che ci racconteranno questi luoghi e lo faremo anche insieme alla nostra ospite, che è venuta a trovarci ed è in collegamento con noi, la direttrice della Direzione Regionale Musei Lazio, della DRML, Elisabetta Scungio, a cui do il benvenuto.
00:01:48Dottoressa Scungio, grazie per essere qui con noi.
00:01:51Salve, grazie a voi per l'invito.
00:01:54E allora dicevamo, 30 luoghi della cultura dal nord al sud del Lazio, luoghi meravigliosi come abbiamo già cominciato a vedere attraverso le immagini di questo primo video che abbiamo mandato in onda poco fa, luoghi meravigliosi che ci raccontano una storia plurimillenaria.
00:02:16Assolutamente sì, diciamo che tutta l'Italia come sappiamo è costellata da luoghi, siti del patrimonio culturale, ma una grande varietà come quella del Lazio è un caso assolutamente peculiare.
00:02:31Giustamente diceva musei, siti di ogni genere, monumenti, ville, aree archeologiche, monasteri, complessi abbaziali, chiese.
00:02:42La varietà e l'etologianetà è sicuramente la caratteristica della Direzione Regionale Musei Nazionali Lazio che è l'organo periferico del Ministero della Cultura, che ha il compito di guidare, di coordinare, di promuovere tutti questi luoghi straordinari.
00:02:58Ecco, la varietà e l'etologianetà dei tantissimi luoghi, si stava dicendo dottoressa Scunzo, non a caso abbiamo deciso di dedicare due puntate, in questa noi ci concentreremo sulla parte sacra, diciamo il sacro e il profano,
00:03:17chiamiamolo così, parleremo dei complessi abbaziali, delle certose, delle chiese da voi gestite, nella prossima puntata, la prossima settimana, andremo invece a visitare musei e aree archeologiche,
00:03:30ma per conoscere ancora meglio l'attività preziosissima della DRML, andiamo ad ascoltare in questo video le parole del predecessore della dottoressa Scunzo, Stefano Petrocchi, ex direttore della DRML.
00:03:52La storia di questa regione è la storia di un grande territorio ricco di testimonianze.
00:03:59Sono Stefano Petrocchi, sono il direttore della direzione regionale Musei Lazio, un istituto della recente riforma del ministero che si occupa appunto dei musei e dei monumenti nazionali del Lazio e che oggi si chiamano luoghi della cultura.
00:04:29I luoghi della cultura che sono rappresentati da 15 musei nazionali e da 15 monumenti nazionali come abbazie, cappelle storiche, hanno bisogno di qualificarsi come luoghi dei territori innanzitutto
00:04:57e hanno quindi bisogno di essere considerati come appartenenti ai loro territori perché il luogo della cultura è un luogo nel quale si conserva ma si produce soprattutto cultura.
00:05:08La particolarità della direzione regionale Musei del Lazio è quella di presentare nella sua competenza una così variegata serie di luoghi della cultura che possono testimoniare l'intera civiltà occidentale,
00:05:25dalle civiltà preromane a quella ovviamente di Roma ma anche ovviamente ai vertici della civiltà medievale fino a quella rinascimentale e poi a ultima moderna con anche musei contemporanei che sono di competenza di questa direzione.
00:05:42Questa è la missione che maggiormente sento come un elemento sostanziale attraverso il quale è possibile e doveroso costruire rapporti con le comunità, le associazioni, gli enti locali che devono sentire proprio i luoghi della cultura che la direzione regionale rappresenta.
00:06:13Luoghi meravigliosi come abbiamo visto anche nelle immagini di questo servizio.
00:06:22Dottoressa Scungio, Stefano Petrocchi le ha lasciato il testimone, questo ruolo di grande prestigio ma anche di grande impegno immagino.
00:06:35Sì, assolutamente è un ruolo di grande responsabilità, non soltanto in ragione dei numeri di questi luoghi, si capisce bene che parlare di 30 luoghi diversi significa parlare di 30 realtà territoriali diverse ma anche di grande complessità gestionale.
00:06:55Oggi ci stiamo concentrando sui luoghi religiosi che afferiscono alla direzione e credo sia doveroso fare subito una precisazione, il fatto che alcuni dei monasteri che per competenza afferiscono al nostro ufficio siano tutt'oggi occupati, vissuti da comunità religiose.
00:07:13Quindi parliamo di monasteri viventi, di comunità viventi, è il caso per esempio dei due monasteri benedettini di Subiaco dove c'è una comunità benedettina di circa una ventina di monaci, è il caso dell'abbazia di Montecassino dove i monaci sempre benedettini sono circa otto,
00:07:30è il caso per esempio dell'abbazia di San Nilo, l'abbazia greca di San Nilo a Grottaferrata che era l'abbazia che si vedeva nel video dietro al direttore Petrocchi, lì addirittura c'è una comunità basiliana di rito cattolico sì ma di tradizione greca, questo già aiuta a capire la complessità della vita sia nostra di istituzione ministeriale che delle comunità monastiche che vivono in questi luoghi.
00:08:00Ovviamente non sono luoghi vuoti per cui non possono essere trattati come musei, ogni decisione deve essere condivisa tra noi che siamo i rappresentanti dello Stato e che ci occupiamo chiaramente degli aspetti legati alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale e le comunità che quei luoghi li vivono come casa propria.
00:08:21Certo e quindi un'ulteriore difficoltà.
00:08:52Noti in tutto il mondo perché poi sono delle località, alcune veramente che meritano una conoscenza a livello planetario, come mai anche le persone che vivono in quei luoghi, lo diceva anche il direttore Petrocchi, bisogna legare forse maggiormente la fruizione di questi luoghi,
00:09:18la promozione di questi luoghi anche ai territori, come mai invece spesso non avviene?
00:09:24Come giustamente dice lei, luoghi che hanno un potenziale altissimo, che potrebbero essere conosciuti in tutto il mondo per le loro bellezze, ma che spesso sono misconosciuti e più anche a quelli che abitano vicino a questi luoghi.
00:09:40Diciamo che in generale la gestione del patrimonio culturale attuale si muove su due poli, su due polarità, da un lato c'è il problema dell'over tourism, dell'eccesso di turismo sui luoghi oltranoti, dall'altro lato invece c'è il polo della scarsa conoscenza.
00:09:57Diciamo che in generale i luoghi della cultura sono noti se c'è la main attraction, quella che gli americani chiamano il highlight, io ne so qualcosa, ho lavorato per 11 anni ai musei vaticani che sono un complesso monumentale straordinario,
00:10:14che fanno più di 5 milioni di visitatori l'anno, ma la gran parte delle persone che venivano lì venivano lì soltanto per vedere la Cappella Sistina. Ecco se ci aspettiamo, se vogliamo dei grandi flussi in realtà dovremmo chiedere ai nostri luoghi della cultura di avere qualcosa che sia universalmente noto, riconosciuto quasi come un brand.
00:10:38Diciamo anche che non è l'obiettivo delle nostre politiche culturali, ci interessa sicuramente di più far percepire questi luoghi come appartenenti ai territori.
00:10:49Il ministero della cultura è in passato già noto come ministero dei beni culturali e ha avuto tante vite, diciamo che in passato questa amministrazione è stata troppo spesso percepita come quella che dicevano tutti noi, un po' sappiamo, avremmo sentito dire la frase quando si fa qualcosa poi arrivano quelli dei beni culturali e bloccano tutto.
00:11:12Ecco diciamo che ormai da dieci anni a questa parte si è lavorato molto per far sì che non sia più così e per far percepire quei luoghi spesso vietati come invece aperti sempre di più.
00:11:25Per quanto riguarda le politiche culturali che mette in campo la nostra direzione, proprio per far percepire sempre più come proprietà di tutti i musei e i luoghi della cultura, posso confermare che stiamo lavorando veramente alacremente sia sul potenziamento dei servizi educativi,
00:11:45quindi sul rapporto con le scuole, con i giovani e con i bambini in particolar modo, sia sul potenziamento del rapporto con le università per progetti di studio e ricerca, di modo che la promozione chiaramente sia sempre maggiormente supportata da una conoscenza seria scientifica.
00:12:04Ecco e fra pochissimo andremo a vedere dal di dentro questi luoghi, alcuni di questi luoghi, lo faremo insieme alla dottoressa Scungio, solo pochi istanti d'attesa e poi torneremo qui su Polis.
00:12:21Polis, il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti.
00:12:28Ben ritrovati, ben ritrovati qui su Polis, il racconto dei territori. Oggi la prima dei due puntate dedicate alla direzione regionale Musei Lazio, una puntata in cui andremo a scoprire le tante abbazie, certose chiese gestite dal DRML, a partire da un abbazia meravigliosa come quella di Fossanova.
00:12:59Abbazia Fossanova
00:13:06L'abbazia di Fossanova dipende dalla direzione regionale Musei Lazio del Ministero della Cultura. Si trova vicino a Priverno in un sito che era già abitato dall'età del ferro e che poi conosce insediamenti anche in età romana.
00:13:19È documentato qui per la prima volta un monastero nel 1089, un monastero benedettino che nel 1135 passò all'Ordine Cistercense, fondato in Borgogna da Roberto di Molesm.
00:13:30Si tratta di un ordine riformato che vuole tornare alla originaria austerità della regola benedettina. Uno dei suoi principali esponenti è Bernardo di Chiaravalle, San Bernardo, che tra l'altro era un fantastico polemista, ci ha lasciato delle pagine straordinarie.
00:13:49C'è un passaggio che dice «Dite voi, poveri pauperes, sitamen pauperes, se davvero siete poveri, in sanctum quid facit aurum, col sacro, cosa centra loro la ricchezza?».
00:14:05L'architettura di quest'ordine rispecchia questo tipo di spiritualità e questa visione del mondo. È la vera e propria traduzione in pietra dell'austerità propugnata dai cistercensi.
00:14:17Nella chiesa dell'abbazia gli elementi decorativi sono ridotti ai semplici capitelli, che sono declinazioni semplificate delle tipologie della foglia d'acqua, del crochet, dell'acanto.
00:14:31Il complesso fu ricostruito dai cistercensi dopo un primo momento in cui si servirono delle strutture benedettine e i lavori ebbero un notevole incremento nel XII secolo grazie anche alle donazioni di Federico Barbarossa e dell'imperatore Federico II.
00:14:51È un luogo denso di spiritualità, noto anche perché è legato alle ultime vicende terrene di San Tommaso d'Aquino, che secondo la tradizione morì in una stanza della foresteria di questa abbazia.
00:15:05Il chiostro è il cuore dell'abbazia. Tutto intorno si articolano gli edifici monastici e quelli destinati ai conversi, cioè ai fratelli laici, quali il refettorio, la sala capitolare e il dormitorio.
00:15:18Sono spazi improntati a un principio di logica essenzialità, basati tutti quanti su delle unità campate, quadrate, che poi vengono giustapposte a formare ambienti diversi a seconda delle esigenze.
00:15:33Gli ambienti nel loro complesso sono articolati secondo il piano della città ideale monastica elaborato da Bernardo da Chiaravalle.
00:15:42Di fuori del complesso monastico sono poi presenti una serie di edifici di servizio, come ad esempio le foresterie per i pellegrini o l'ospizio per i poveri,
00:15:52nonché una serie di edifici adibiti ad attività produttive, quali il mulino o la grangia, e questo data l'importanza che l'attività lavorativa aveva nella vita monastica secondo la regola di San Benedetto.
00:16:13Dottoressa Scunzo, abbiamo visto uno dei tantissimi luoghi meravigliosi che gestisce il DRML, l'abbiamo sentito nelle parole di Maria Sole Cardulli.
00:16:29Devo dire che i nostri telespettatori lo sanno, io sono stato lì a Fossanova non tante settimane fa, è un luogo veramente spettacolare, all'interno tra l'altro di un borgo medievale meraviglioso.
00:16:44Fossanova è uno dei luoghi che consente il viaggio non solo nello spazio ma anche nel tempo e mi consente di aggiungere uno di quei luoghi in cui ci si sente un po' fuori da tutto e soprattutto quando si entra nella chiesa non si ha la sensazione di essere in Italia.
00:17:03Questo un po' lo spiegava la direttrice dell'Abbazia, Maria Sole Cardulli, quando per l'appunto ci ha parlato dell'ordine Cistercense che nasce in Francia.
00:17:14Queste forme che noi riconosciamo a Fossanova e che per quanto riguarda il Lazio e la nostra direzione sono comuni anche all'Abbazia di Casamari, provengono stilisticamente proprio da una regione della Francia, dalla Borgogna, per cui la sensazione di straniamento è molto forte.
00:17:31E come diceva lei si è all'interno di una vera e propria cittadina, era la cittadella monastica in cui i monaci Cistercensi che praticavano il pauperismo per una vita povera, il ritorno alla vita evangelica, alla vita della Bibbia ed Ettami di Gesù, passavano le loro giornate pregando e lavorando così come diceva la regola benedettina.
00:17:53Fossanova è un complesso monastico non più utilizzato da una comunità monastica, invece l'Abbazia di Casamari che ho citato poco fa, pure Cistercense, ha la caratteristica di essere ancora occupata dalla comunità.
00:18:09Quindi due luoghi molto simili perché come diceva Maria Sole Cardulli le cittadelle monastiche Cistercensi venivano costruite con delle regole ben precise, pensate che non solo in Italia ma in tutta Europa è possibile trovare luoghi con questa conformazione perché venivano costruite tutte allo stesso modo utilizzando materiali diversi ma comunque con oggi funzionalità diverse.
00:18:35E comunque due luoghi assolutamente da visitare, andremo a vedere più tardi anche le altre abbazie da lei citate, adesso andrei invece a fare un piccolo brevissimo viaggio in quel San Nilo a Grottaferrata di cui ha parlato poco fa.
00:19:05L'Abbazia greca di San Nilo a Grottaferrata dipende dalla direzione regionale Musei Lazio del Ministero della Cultura, è un sito che ha una storia millenaria perché è stata fondata nel 1004 da San Nilo da Rossano.
00:19:19Qui ha sede la congregazione dei monaci basiliani che è una congregazione cattolica ma di rito bizantino. Parliamo di un monastero che si è insediato su una villa romana della quale rimangono diversi resti tra i quali il scritto portico e oggi è un complesso che presenta bastioni, torri, si articola intorno a tre chiostri, al suo interno c'è anche una biblioteca, c'è un museo oltre alla chiesa abbaziale che è stata consacrata nel 1024
00:19:47e che all'inizio aveva un aspetto romanico ma poi ha subito diversi interventi sia in epoca rinascimentale che in epoca barocca. Del periodo medievale rimangono ancora ad esempio il portale, i mosaici dell'arcone absidale, gli affreschi e alcuni lacerti che sono conservati all'interno del museo di San Nilo.
00:20:09Sulla chiesa si affaccia la cappella Farnese che è stata affrescata da Domenichino, uno dei più importanti capolavori che ospita l'abbazia di San Nilo. Parliamo di un sito dove Oriente e Occidente si incontrano e che ci dice tanto della circolazione di influssi e di idee nell'ambito della civiltà medievale ma ci parla anche della cultura rinascimentale, di quella barocca e anche della cultura del restauro.
00:20:39Dottoressa Scunzo, San Nilo a Grottaferrata è forse uno dei luoghi di cui parlavamo prima, poco conosciuti anche da chi vive nel Lazio ma un luogo, come abbiamo sentito, di incontro fra Oriente e Occidente, interessantissimo sia dal punto di vista artistico, architettonico,
00:21:09sia dal punto di vista storico.
00:21:11Sì, è uno di quei luoghi in cui la stratificazione storica è veramente fortissima, abbiamo visto nelle immagini il sorapporsi di fasi storiche diverse, di fasi storico-artistiche, di stili, di lingue e di linguaggi. San Nilo è veramente un luogo straordinario come esempio di convivenza civile, se vogliamo, tra culture diverse.
00:21:37Non è facile spiegare questo aspetto della religione cattolica ma di rito greco-bizzantino, non è una banalità.
00:21:47Quando si entra all'interno della chiesa si nota quella divisione, ad esempio, che c'è nelle chiese greche, nelle chiese bizzantine, la netta separazione tra la comunità religiosa e lo spazio dei fedeli e ancora tutta una serie di regole che la comunità che ancora è lì presente, la congregazione basiliana, segue nella propria vita.
00:22:07Faccio un esempio banale, tra poco tempo sarà la festa di San Nilo che è molto sentita dalla congregazione religiosa e sia io che la dottoressa Cardulli siamo state gentilmente invitate a partecipare alla festa dal legumeno, così si chiama, il padre abbate della congregazione di San Nilo, che però ci ha avvertite del fatto che il pranzo, il ricevimento, si svolgerà secondo il rito basiliano che prevede la separazione degli uomini religiosi.
00:22:35Prevede la separazione degli uomini dalle donne e le strutture lì presenti appunto lo consentono, c'è un refettorio per gli uomini e un refettorio per le donne. Quindi riti antichi che con grande forza, con grande costanza vengono mantenuti anche quest'oggi e questo un pochino ci porta di nuovo sull'argomento che abbiamo trattato all'inizio, la complessità gestionale della convivenza con questi riti, con queste prassi,
00:23:05e anche un po' forse spiega il fatto per cui la compenetrazione con il territorio, con la città circostante non siano sempre immediate, proprio perché queste comunità monastiche portano avanti delle forme di vita che sono nate molto tempo fa, per cui là non dico difficoltà in effetti, perché poi fortunatamente c'è grande volontà reciproca di collaborazione, sicuramente una complessità nella convivenza, questo sì.
00:23:34Certo, ma anche una ricchezza, lei ha citato prima Subiaco nella puntata che abbiamo dedicato a Subiaco, abbiamo avuto occasione di entrare a parlare proprio con i monaci di quel monastero, c'è una capacità anche di mantenere e portare avanti le tradizioni antichissime,
00:23:59in quel caso parliamo anche del monastero in cui fu inventata in Italia la stampa, quindi con una ricchezza anche sul piano culturale straordinaria, da un certo punto di vista meno male che ci sono ancora questi luoghi e queste comunità.
00:24:19Dottoressa Scungio, io per ora la saluto, ma so che lei ritornerà qui con noi la prossima settimana a parlare di musei ed aree archeologiche, intanto grazie per essere stata qui con noi oggi.
00:24:36Grazie a voi e alla prossima settimana, arrivederci.
00:24:40E continueremo a parlare e a entrare attraverso le immagini della DRML nei monasteri e le abbazie di cui abbiamo parlato, da Tresulti a Casamari, ma fra poco, pochi istanti di pubblicità e poi torneremo qui su Polis.
00:24:59Polis, il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti.
00:25:06Ben ritrovati, ben ritrovati qui su Polis, il racconto dei territori.
00:25:11Abbiamo ascoltato le parole della direttrice della Direzione Regionale Musei Lazio, Elisabetta Scungio, adesso andiamo a vedere alcuni luoghi particolarissimi che proprio la Direzione Regionale Musei Lazio guida e conduce,
00:25:32a partire da Tuscania, una città che è famosa per le sue origini etrusche, meno note sono le sue chiese, ma non per questo meno belle e interessanti, a partire dalla chiesa di San Pietro.
00:25:49La chiesa di San Pietro a Tuscania domina l'intera città, si erge sul colle San Pietro, uno dei colli esterni alla città, ma che in origine ospitava l'abitato.
00:26:14Qui si trovava l'acropoli dell'antica città etrusca, ma sono stati trovati resti di insediamenti ancora più antichi.
00:26:23Non è certa l'epoca di costruzione della basilica, alcuni l'attribuiscono all'undicesimo, altri al tredicesimo secolo, ciò che è certo è che utilizza strutture che esistevano precedentemente in questo sito,
00:26:43strutture romane ed etrusche, i cui resti sono stati riutilizzati nella chiesa, soprattutto all'interno della cripta, dove sono presenti elementi di recupero, colonne, pilastri, capitelli, non esiste uno uguale all'altro.
00:27:03Tutta la navata centrale riporta elementi che appartengono a diverse epoche e a diversi edifici. La forte impronta medievale si legge nella facciata, con tutti i suoi elementi evocativi che riportano al bene e al male,
00:27:27o nella pavimentazione, una pavimentazione cosmatesca, strano trovarla in un luogo così lontano da Roma, ma che rispetto ai pavimenti cosmateschi romani ha degli elementi diversi, ad esempio una presenza molto forte dell'aterizio che sostituisce in alcuni casi quella delle tarsie marmoree.
00:27:56La chiesa era completamente decorata da un ricchissimo apparato decorativo, pitture che rivestivano le colonne, rivestivano le pareti, che sono andate perse nel tempo.
00:28:13Rimaneva la parte absidale che però, durante il terremoto del 1971, nel momento devastante, si è frantomato. E qui entriamo nella terza vita della chiesa di San Pietro a Tuscania.
00:28:35Ci troviamo in un momento in cui la popolazione addolorata, segnata dalle devastazioni del terremoto, trova proprio in questo luogo un motivo di rinascita.
00:28:49Si mobilita la gioventù del luogo, ma anche quella romana, anche quella nazionale, una sorta di angeli del fango, che vengono a recuperare i frammenti degli affreschi caduti e li raccolgono in cassette.
00:29:11Purtroppo solo il 40% dei frammenti è stato recuperato, quindi non è stato possibile ricomporli in situ, se non per alcuni esempi come la bellissima Madonna della Misericordia, che possiamo ammirare all'interno della chiesa.
00:29:27I vari frammenti però vengono via via studiati e se ne ricompongono, si ricompongono parti di affresco. Questo all'interno del laboratorio, che è stato appositamente allestito all'interno del Palazzo Vescovile e che è visitabile su appuntamento per studiosi, ma anche in occasione di giornate dedicate.
00:29:55Il volume della chiesa accoglie il visitatore fin da lontano e la sua spiritualità ha ispirato registi, artisti che tuttora utilizzano il luogo come set per film d'autore.
00:30:16Un visitatore si trova immerso nella storia, immerso nella spiritualità e viene stimolato in questo luogo ad approfondire.
00:30:47Un'altra delle chiese di Tuscania, un'altra delle sue meraviglie, è la chiesa di Santa Maria Maggiore.
00:31:00Le origini della chiesa di Santa Maria Maggiore a Tuscania non sono certe. Recenti scavi attestano la presenza di un insediamento religioso in questo sito a partire dal IV secolo d.C.
00:31:24I primi documenti che ne parlano risalgono alla seconda metà del IX secolo d.C.
00:31:31È un sito ricco di storia che si è trasformato nel corso dei secoli.
00:31:39Lo dimostra il fatto che la torre campanaria presente all'esterno quasi sembra impallare la facciata, facciata che è del XII secolo e che porta in sé i segni delle stratificazioni che ci sono stati nel luogo,
00:31:59elementi di spoglio e elementi di recupero che attestano il fatto che si trovavano probabilmente in edifici precedenti.
00:32:11Ma è entrando all'interno della chiesa che si ha la maggiore suggestione.
00:32:16In questo luogo viene abbandonato la convinzione che le chiese medievali fossero spoglie come spesso noi le vediamo.
00:32:27Si tratta di un edificio quasi interamente dipinto.
00:32:32Sulle colonne troviamo le storie di Antico e Nuovo Testamento.
00:32:38L'affresco che si trova nella parte absidale della chiesa è di straordinaria importanza.
00:32:49Si tratta di un giudizio universale, uno dei più importanti che ritroviamo in questo contesto territoriale.
00:32:59Un Cristo posto in una mandorla divide i dannati dai beati.
00:33:11Molto impressionante è la rappresentazione che viene fatta dei dannati.
00:33:19Suggestiva, se possiamo così dire, degli angeli spingono i dannati nella bocca di un demone che li evacua all'interno delle faci di un mostro.
00:33:32Ma le suggestioni che si colgono all'interno di questa chiesa non sono soltanto di orrore come quelle che possiamo cogliere nel giudizio universale.
00:33:47Significativo, è un dipinto che si trova lungo le pareti della chiesa, è un affresco staccato, dove una madonna porta per mano un bambino Gesù che comincia a camminare e gli insegna a camminare.
00:34:10La chiesa è carica di elementi che ci fanno leggere la spiritualità, il percorso religioso che un fedele compie nel approvincarsi ad un luogo sacro.
00:34:26È presente uno dei più antichi fonti battesimali ad immersione che ci rimandano alle antiche pratiche cristiane.
00:34:37L'apparato decorativo si spinge fin sotto il ciborio dove vi sono delle rappresentazioni che quasi preludono al rinascimento.
00:34:49Studioli di religiosi studiosi intenti nelle loro arti utilizzando gli attrezzi e gli strumenti che sono oggetto del loro studio.
00:35:04La chiesa di Santa Maria Maggiore oggi è un luogo della cultura aperto al pubblico nel quale si fa ricerca, si fa tutela e dove sono in corso dei lavori.
00:35:17Quindi chi verrà a visitare la chiesa si troverà con delle impalcature in situ e sono le impalcature che noi stiamo utilizzando anche per fare degli approfondimenti
00:35:35che riguardano la valutazione del rischio sismico della chiesa, conoscenza e approfondimento e studi che servono per comprendere i potenziali movimenti dell'edificio
00:35:50prevenendo un possibile evento sismico come quello che devastò la città nel 1971.
00:36:05E fra poco andremo a vedere alcuni luoghi spettacolari della nostra regione, alcune meraviglie medievali ma solo pochi istanti d'attesa e poi torneremo qui su Polis.
00:36:29Polis, il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti.
00:36:35Ben ritrovati su Polis, il racconto dei territori. Oggi stiamo vedendo le tantissime meraviglie curate dalla Direzione Regionale Musei Lazio, abbazie, chiese e certose come la splendida Certosa di Tresulti.
00:36:59L'impianto architettonico della Certosa di Tresulti ad una vista ci appare ben conservato sia nello spirito del luogo che nella materia delle forme e suscita appena entrati un senso di quieta estrema.
00:37:15La continuità di destinazione d'uso da parte dei monaci ci consegna una cittadella di circa 80 mila metri quadri quasi integra.
00:37:25La denominazione Tresulti deriva dalla locuzione latina Tres Saltus ed indica la ubicazione della cittadella in mezzo a tre valichi.
00:37:36Una iscrizione marmorea posta all'ingresso della struttura indica la distanza chilometrica dei centri urbani limitrofi con Lepardo, Fiuggi, Roma e Napoli.
00:37:50Al pari delle altre certose, Tresulti si localizza a un'altezza di 825 metri sul livello del mare e orograficamente i fabbricati seguono l'andamento del terreno,
00:38:04al contrario delle certose d'oltrealpe a cui si ispira che invece si sviluppano su un unico livello.
00:38:11Qui invece l'andamento va a declinare dall'ingresso verso sud ovvero verso il monastero vecchio.
00:38:19L'anno di fondazione della certose di Tresulti risale al 1204 allorquando Papa Innocenzo III dona ai monaci certosini i resti della basilica benedettina di San Bartolomeo.
00:38:34L'argizione privilegi vengono perpetrati dal potere temporale ovvero da Federico II che esenta in modo perpetuo dal pagamento delle tasse la certose di Tresulti.
00:38:49Abbellimenti e arricchimenti in epoca 5-6 centesca si hanno all'interno dei fabbricati che poi andremo a descrivere. Sotto Papa Tommaso Parentuccelli viene perpetrato l'esenzione dalle tasse da parte della certose di Tresulti.
00:39:05La struttura architettonica si compone di numerosi fabbricati che fanno riferimento all'ordo cartusiensis. La domus cartusie originaria è quella che fa riferimento agli elementi principali che sono la chiesa, il chiostro minore e la sala capitolare.
00:39:28Chiostro minore è detto anche Galilea minor e sono edifici che sono correlati tra di loro. Sostanzialmente nella chiesa a navata unica senza transetto con un apside rettilineo e coperta con una rara volta a botte a sasto acuto dovevamo immaginarci la faces originaria della chiesa scevra da qualsiasi apparato decorativo.
00:39:50Infatti la regola certosina, estremamente severa, imponeva che ai monaci non ci fosse alcuna distrazione dal punto di vista dello spirito e degli occhi. Quindi negli abilimenti attuali quelli che possiamo ammirare in chiesa sono di epoca cinquecentesca a cui dobbiamo gli intagli linei dei sedili dei cori che si datano intorno al 1535 ad opera dello Jacob.
00:40:20Gli apparati decorativi sovrabbissioni sei e settecentesche li ritroviamo all'interno del paliotto e del tabernacolo con incrostazioni lapide di marmo in poligromi ma anche con pietre preziose quali lapislazzuli, onici che ritroviamo anche a ricoprire le pareti disposte a macchia aperta all'interno dell'apside.
00:40:47Dall'apside sulla destra abbiamo la cappella dedicata a San Bruno fondatore dell'Ordine dei Certosini, sulla sinistra invece la cappella dell'Annunziata caratterizzata da una pavimentazione in rigiole abruzzesi.
00:41:02Le pavimentazioni pavimentali all'interno della chiesa caratterizzano la struttura, in particolare in grigio bardiglio una stella a sette punte simbolo dell'Ordine dei Certosini.
00:41:17La Domus Cartusie si compone anche di un refettorio, di una cantina, di una casa del priore e il refettorio era il punto in cui i monaci si ritrovavano per le rare feste.
00:41:34Infatti i monaci certosini, secondo la loro separa regola, dovevano essere in solitudine ed in silenzio. Solitudine e silenzio che venivano praticate all'interno delle celle che ritroviamo invece affacciate sulla Galilea Maior, ovvero sul Chiostro Maggiore.
00:41:50Le celle erano delle minuscole casupole in cui il monaco svolgeva tutte le sue attività in completa solitudine. Affacciano direttamente sugli orti e i monaci accedevano agli orti, nel caso della Certosa di Trisulti, scendendo alcuni gradini, proprio come dicevamo all'inizio, per accompagnare l'orografia del terreno.
00:42:11Nelle altre certose, come l'italica Certosa di Pavia di epoca trecentesca, si sviluppano invece su un unico livello, quindi le celle affacciavano direttamente sugli orti.
00:42:22La certose del Galilea Maior si accede attraverso un lungo corridoio ritornando alla piazza, la piazza su cui affaccia il cosiddetto palazzetto di Innocenzo III e la biblioteca, biblioteca ed emeroteca che costituivano l'unico elemento ludico, tra virgolette, che era concesso ai monaci, in quanto qui svolgevano una lacre attività di copista.
00:42:52La piazza di epoca settecentesca, siamo nel 1702 quando la fontana che ora possiamo ammirare è stata rialzata dalla quota attuale pavimentale, vediamo anche la facciata della chiesa che è di epoca tardo-settecentesca ed è attribuita a Paolo Posi, architetto che ha operato a Roma nel restauro del Pantheon.
00:43:12Dirigiandoci dalla piazza verso l'uscita, sulla destra abbiamo la farmacia, farmacia che originariamente già si trovava all'interno dei limiti della cittadella della Certosa di Trisulti ma che è stata ampiamente modificata tra il 1630 e il 1760.
00:43:29All'interno della farmacia troviamo le scaffalature e le linee che sono opera del Faligname in tagliatore altoatesino Giuseppe Coffler che ha operato anche all'interno della chiesa, intagliando perfettamente conservati le porte che suddividono il coro dei padri dal coro dei conversi all'interno della chiesa
00:43:55ma anche le porte che hanno spia cronologica sul retro di accesso datata al 1727 che dividono l'abside da una parte dalla Cappella di San Bruno e dall'altra invece dalla Cappella dell'Annunziata.
00:44:12Ritornando alla farmacia, questa è stata ampiamente decorata in epoca ottocentesca dal pittore napoletano Filippo Balbi che soggiornò in Certosa tra il 1856 e il 1859, spia cronologica nel seminato alla Veneziana nel cosiddetto Saluttino Balbi data il rifacimento della pavimentazione al 1883.
00:44:38Filippo Balbi si è divertito oltre che a decorare le pareti del cosiddetto Saluttino Balbi ad inserire la figura di un monaco speciale che soleva frequentare la farmacia ed è il monaco Ricciardi.
00:44:54Un'analoga pittura la ritroviamo in quella che è la cosiddetta Certosa romana ovvero all'interno delle Termine di Diocleziano. La regola di San Bruno lascia il passo alla vocazione moderna della Certosa a museo. La Certosa di Trisultia è nel novero della direzione regionale Museo di Lazio e a partire dal 2021 è aperta a tutti, tutti i giorni, accessibile ed è gratuita.
00:45:24E dopo Trisulti ci spostiamo a Casamari, l'abbazia di Casamari, l'andiamo a scoprire grazie a un documentario della direzione regionale Museo di Lazio.
00:45:54Siamo a Casamari nel comune di Veroli, parte bassa della provincia di Frosinone, uno dei luoghi più suggestivi di questa regione.
00:46:24Cosa abbiamo qui?
00:46:26Abbiamo il complesso abbaziale di Casamari che sorge nell'area dove insisteva l'antico municipio romano di Cereate.
00:46:37Inizialmente sotto le dirette dipendenze di Arpino, successivamente una volta divenuto autonomo prese la denominazione di Cereate Mariane in onore e in ricordo del celebre console Caio Mario che fu cittadino di questo municipio.
00:46:57L'identificazione di quest'area con il municipio romano avvenne grazie ai rinvenimenti che si succedettero nel corso dei secoli, soprattutto nel novecento, quando tornarono alla luce reperti molto importanti anche di statuaria romana, materiale fittile votivo e soprattutto epigrafi che consentirono proprio di identificare questo luogo in Cereate Mariane.
00:47:24Noi oggi all'esterno dell'abbazia troviamo ancora dei resti che ci parlano di questo municipio come quelli di un ponte romano ad una sola arcata su cui transitava l'antica via Maria e che fu distrutto dai bombardamenti nel 1944, così come vediamo anche i resti di un acquedotto che garantiva l'approvvigionamento idrico all'antico municipio.
00:47:50Alle nostre spalle abbiamo anche delle colonne romane che furono poste accompagnando l'ingresso alla chiesa del complesso abbaziale.
00:48:00Questo materiale archeologico è confluito all'interno del museo inaugurato all'interno dei locali dell'abbazia dove troviamo tre diverse sezioni che documentano la storia antica di questo sito, quindi una sezione preistorica, una sezione dedicata alla storia dei popoli italici e soprattutto una sezione di età romana che documenta con dei manufatti di grande pregio la storia dell'antico comune.
00:48:30Bene Monica, allora ci avviamo a conoscere l'abbazia di Casamari? Andiamo!
00:48:42E continueremo a vedere le meraviglie di Casamari, ma fra pochissimo, solo pochi secondi di pubblicità.
00:48:51Polis, il racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti.
00:48:58Ben ritrovati su Polis, il racconto dei territori, in questa puntata in cui stiamo scoprendo le abbazie, le certose, le chiese dirette dalla direzione regionale Musei Lazio.
00:49:12Siamo nell'abbazia di Casamari e ora andiamo a vedere la seconda parte del documentario a lei dedicata.
00:49:21Allora Monica, siamo a Casamari, uno dei momenti più belli dell'architettura medievale italiana, ma soprattutto del mondo cistercense.
00:49:35Questo è stato un angolo di storia della civiltà europea fondamentale perché i cistercensi sono stati un ordine fondato nel 1089 in Francia.
00:49:50È un ordine che nasce all'interno dell'ordine benedettino e loro vogliono, i cistercensi, riaffermare la regola originaria di San Benedetto.
00:49:59Si diffondono in tutta Europa, arrivano dalla Francia alla Svizzera e soprattutto in Italia e qui a Casamari nel 1217 viene consacrata la chiesa abbaziale di questo insediamento cistercense.
00:50:17E questa di Casamari è uno dei capolavori dell'architettura cistercense in Italia, ma è importante anche per un fatto storico eccezionale.
00:50:26Qui davvero possiamo dire che nasce l'architettura gotica italiana, quella che definiamo italiana, Monica, perché qui davvero vengono fissati i criteri, i canoni, lo stile in generale di quello che sarà tutto il mondo della civiltà medievale italiana del 200 fino aggiotto proprio.
00:50:48San Bernardo, che è il fondatore della filosofia e anche il grande protagonista della diffusione dell'ordine cistercense in tutta Europa, fu un personaggio straordinario, fu non soltanto un uomo di fede, fu un filosofo della morale cristiana, fu colui che riaffermò la regola di Benedetto e lo affermò in modo estremamente rigoroso.
00:51:14E sai, questo comportò anche il fatto che tutta l'architettura, lo stile quindi del mondo cistercense era informato da una volontà di razionalizzare tutto, di rendere tutto essenziale.
00:51:28Non c'è decorazione, anzi la decorazione era addirittura proibita dai cistercensi e da San Bernardo e questo naturalmente ebbe delle conseguenze enormi perché qui possiamo dire in qualche modo che nasce addirittura una concezione dell'architettura che potremmo definire razionalista con un termine molto moderno perché tutto è impostato sulla regola geometrica,
00:51:52sull'essenzialità delle forme, sul rifiuto di qualsiasi aspetto decorativo e questa rivoluzione, perché tale fu, si deve a San Bernardo e alle sue concezioni di rigore morale e di fede.
00:52:07Ci parlavi del modulo quadrato.
00:52:09Sì, perché effettivamente era come un teorema matematico che si sviluppa ed è un teorema eccezionale perché con addirittura il numero 4, con il numero 3 alcuni studiosi hanno perfino individuato la proporzionalità di tutto il monastero cistercense,
00:52:29cioè tutto era regolato in base ad una proporzione numerica addirittura e questo era anche molto importante perché regolava anche tutto quello che era la vita del monastero.
00:52:42Naturalmente questo ebbe dei cambiamenti nel corso dei secoli perché Casamari, ad esempio, viene considerato quello di un momento della seconda stagione cistercense.
00:52:55Vedremo infatti, anzi tu ci illustrerai e ci farai vedere alcuni particolari che un po' contraddicono quello che abbiamo appena detto sull'origine della cultura cistercense.
00:53:06Adesso ci avviciniamo all'ingresso principale della chiesa di Casamari.
00:53:13Avvicinandoci vediamo appunto una delle prime eccezioni alle regole stringenti dell'ordine cistercense.
00:53:21La lunetta in pietra del portale è appunto una delle eccezioni di cui parlavo poco fa perché è una lunetta decorata a rilievo con due croci greche inscritte all'interno di due cerchi in basso e in alto invece troviamo una stella a otto bracci sempre con terminazioni vegetali.
00:53:48Qui troviamo un ornamento decorativo che invece Bernardo non prevedeva perché avrebbe distolto l'attenzione dei monaci dalla preghiera e dalla loro concentrazione.
00:54:00La porta invece è di recente realizzazione perché fu eseguita da Pietro Canonica nel 1952 in legno con rivestimento in rame e quattro riquadri invece in bronzo con le rappresentazioni simboliche dei quattro evangelisti.
00:54:22Qui accade una cosa anche particolare a Casamari a proposito di quello che hai detto Monica perché accade un recupero addirittura della cultura alto medievale che è molto singolare.
00:54:34Questo aspetto che tu giustamente hai definito di eccezione.
00:54:38Qui a Casamari avvengono in modo strano, un po' misterioso cioè un recupero della cultura decorativa alto medievale che è quella del tempo dei Longobardi per esempio e tutto questo fogliame che hai descritto effettivamente è qualcosa che ci riporta all'ottavo secolo addirittura ed è un recupero curioso.
00:54:59Alle sculture in treccio, a tutto questo mondo di cultura della natura vegetale, a questi stilemi fitomorfi addirittura e tutto questo viene recuperato quindi il recupero della decorazione all'interno di questa chiesa Cisterciense è un recupero storico di cui non sappiamo bene il motivo.
00:55:29Eccoci arrivati Monica, siamo nel cuore dell'abbazia Cisterciense di Casamari.
00:55:50Questa è la straordinaria chiesa abbaziale dell'inizio del 200 con la sua pianta che giustamente veniva chiamata pianta Bernardina dal nome del suo fondatore San Bernardo.
00:56:05Questa pianta che doveva essere la pianta di tutte le chiese Cisterciensi era una pianta concepita con la forma della croce latina quindi doveva rappresentare fortemente la croce di Cristo articolata in tre navate tutto questo quindi impostato sotto due momenti fondamentali il simbolo e l'essenzialità e il rigore della architettura.
00:56:35Tutte le linee di questa architettura sono linee che indicano la forza della struttura, forse in qualche modo la forza della fede, la forza dello spirito che deve animare chiunque entri qui dentro.
00:56:50Assistiamo Stefano anche a un'altra anomalia dentro la chiesa di Casamari che è rappresentata dalla torre campanaria che solitamente si trovava nelle chiese sempre all'incrocio del transetto e invece nel caso di questa chiesa troviamo il campanile Ergersi sull'ultima campata della navata centrale.
00:57:14Naturalmente la luce è un elemento fondamentale per l'architettura cistercienza Monica e era davvero importantissimo non tradire questo aspetto dell'architettura cistercienza.
00:57:27La diffusione della luce deve essere contenuta, deve essere una luce bassa, una luce che è funzionale alla spiritualità di questo luogo e quindi la luce deve essere contenuta nelle sue navate laterali con piccole fessure che di fatto ne consentivano l'ingresso fino poi ad allargarsi e diventare una luce dominante in fondo alla chiesa.
00:57:52E quello era il luogo dove era la presenza di Dio e quindi ovviamente una luce che doveva in qualche modo arrivare piena, completa, assoluta.
00:58:23Siamo nel chiostro, nel cuore dell'abbazia Cistercenze. Il chiostro è rigorosamente quadrato, è come fosse un modulo che si diffonde per tutti gli spazi architettonici dell'abbazia Cistercenze.
00:58:42Ma il chiostro è anche il luogo centrale della vita sociale all'interno di un abbazia Cistercenze, è il luogo dell'incontro, è il luogo nel quale i monaci leggono i libri, fanno una sorta di riflessione sulla vita spirituale, sui testi religiosi.
00:59:03Il chiostro Cistercenze era un chiostro decorato con queste architetture di archetti, di capitelli. Questo è uno dei più bei chiostri dell'architettura Cistercenze in senso assoluto.
00:59:18Con delle particolarità anche, perché in questo chiostro sono nascosti dei personaggi, dei personaggi che sono stati centrali nella vita del 200 italiano, perché addirittura delle testine che quasi si nascondono proprio tra il fogliame e i capitelli, sono raffigurati niente po' di meno che l'imperatore Federico II, il suo consigliere Pier delle Vigne,
00:59:48figura chiave che fu l'abbate Giovanni V, abbate di Casamari ma segretario di Stato diremmo oggi, un personaggio fondamentale nel papato dell'inizio del 200 anche per i rapporti che condusse, che ebbe con l'imperatore.
01:00:08In quel difficile momento, i rapporti tra papa e imperatore, in particolar modo con un imperatore così difficile, particolare come fu Federico II, l'abbate Giovanni fu colui che faceva il grande mediatore proprio, era quello che in qualche misura ricomponeva i momenti di grande crisi tra impero e chiesa.
01:00:30Ma c'è anche un'altra cosa, perché Federico II è qui rappresentato, raffigurato, nascosto un po'? Perché Federico II era molto legato all'ordine Cistercense, abbiamo le proprie documentarie che i grandi cantieri dei castelli federiciani, per esempio, erano stati costruiti quando esattamente in questi anni, intorno agli anni 20, 30, 40 del 200,
01:00:57queste grandi fabbriche cominciano a diffondersi in tutto il meridione d'Italia, soprattutto nel regno di Federico, tutto questo avviene molto probabilmente in tanti cantieri con maestranze cistercensi.
01:01:12Quindi pensa Monica che addirittura i monaci e soprattutto i conversi, che erano i religiosi laici che abitavano qui in spazi ben separati all'interno dei monasteri cistercensi, erano coloro che diventavano maestranze.
01:01:27Infatti questa è una delle grandi innovazioni introdotte dall'ordine cistercense, quella dei fratelli conversi, perché un aspetto fondamentale della vita monastica era anche il lavoro, infatti il ritorno alla purezza, al rigore della regola benedettina prevedeva proprio la ricerca di Dio attraverso, sì la preghiera, ma anche attraverso il lavoro, inteso come lavoro nei campi.
01:01:54E fra poco vedremo la terza e ultima parte del documentario dedicato all'abbazia di Casamari, lo faremo fra pochissimo, pochi secondi e poi torneremo qui su Polis.
01:02:06Ben ritrovati su Polis, il racconto dei territori, andiamo a vedere fra pochissimo l'ultima parte dello splendido documentario realizzato dalla direzione regionale Musei Lazio sull'abbazia di Casamari.
01:02:37Ci troviamo nel museo archeologico dell'abbazia di Casamari che, come abbiamo detto, ha una raccolta che copre un ampio arco cronologico dalla pre-storia fino all'età romana e, di età più antica, abbiamo i resti di un elefa Santicus che si estinse circa 80 mila anni fa con l'ultima era glaciale.
01:03:05E poi, di particolare interesse, abbiamo un dipinto murale sfaccato dalla chiesa di Santa Maria del Reggimento che era una chiesa del primo insediamento benedettino di metà undicesimo secolo.
01:03:21Vediamo raffigurati in questo dipinto al centro San Tommaso Beckett in abiti vescovili ed è affiancato da San Benedetto invece in abiti monacali e da San Leonardo.
01:03:37Alla destra di San Martino troviamo invece un viacono e un celebrante al di sotto di un'architettura molto raffinata.
01:03:47È da sottolineare di queste figure, questa loro fissità ieratica che guardano appunto verso lo spettatore in una totale immobilità.
01:03:58Però, in realtà, nel museo archeologico dell'abbazia di Casamari Stefano è conservata anche una bella e ricca raccolta di quadri.
01:04:08Sì, è una raccolta importante che viene ovviamente dagli altari della chiesa abbaziale Cesar Cein.
01:04:15Però c'è anche un gioiello della pittura caravaggesca romana perché in questo museo è conservata la pala di Giovanni Serodine, un pittore di origine svizzera nato ad Ascona nella parte nord del Lago Maggiore.
01:04:33Un pittore molto misterioso, sappiamo davvero poco e con cose contrastanti circa la sua vita.
01:04:41Giovanni Serodine viene a Roma probabilmente ai primissimi anni del Seicento e, come tutti, resta abbagliato da caravaggio.
01:04:51Ma è un pittore molto raffinato, sappiamo poveretto che muore a 30 anni, quindi giovanissimo, nel momento forse più alto della sua carriera.
01:05:00E questa pala conservata qui a Casamari è una pala che proviene dalla chiesa romana di San Lorenzo Fuorilamura ed è dedicata proprio al santo eponimo San Lorenzo.
01:05:14Giovanni Serodine costruisce tutta questa rappresentazione così particolare con tutti gli stilemi della grande lezione caravaggesca.
01:05:24E lo fa in modo molto raffinato perché è un pittore che evidentemente aveva nella sua esperienza, nella sua formazione, avuto a che fare con tutta una serie di grandi maestri del Seicento,
01:05:38addirittura dalla pittura genovese influenzata da Rubens fino ai bolognesi presenti a Roma.
01:05:43Insomma mette insieme Caravaggio, Bologna, Genova, cioè tutti i teatri più importanti della grande pittura del Seicento italiano.
01:06:14Siamo saliti dall'Abbazia di Casamari e siamo nella città di Veroli che è sopra l'Abbazia di Casamari.
01:06:24Un borgo storico tra i più importanti del Lazio, una città incantevole dove da pochissimo è stato inaugurato il Museo Nazionale Archeologico di Veroli,
01:06:39il Museo delle Civiltà Italiche che è stato intitolato a uno dei più illustri archeologi del Novecento di Veroli e cioè il professor Amedeo Maiuri.
01:06:51Francesca è la direttrice del Museo Civico di Veroli e ci illustrerà a lei il percorso dell'allestimento che abbiamo appena realizzato.
01:07:01La mostra Antichi Popoli Italici, gli Ernici, i Volsci e gli altri è allestita nelle nove sale al piano terra del Palazzo Marchesi Campanari,
01:07:11una splendida dimora settecentesca appartenuta ad un'importante famiglia dell'aristocrazia di Veroli.
01:07:18Oltre 300 pezzi esposti ci raccontano alcuni aspetti della vita quotidiana delle genti italiche che abitarono il territorio
01:07:27compresi tra i Monti Ernici, le valli del fiume Sacco e Liri e la pianura Pontina, quindi nei territori oggi ricadenti all'interno della provincia di Fosinone e Latina.
01:07:38Andiamo Francesca, siamo in uno dei punti più alti e suggestivi di Veroli.
01:07:43Il Palazzo Campanari ha questa straordinaria vista che domina tutta la geografia circostante,
01:07:49va dall'Abruzzo a tutti i borghi più incantevoli di questa parte della sociaria e davvero da lì si vedono tutti quanti,
01:07:59nella loro dimensione di borghi antichi quali sono effettivamente.
01:08:03Rifelli, Casamari, Boville, in lontananza anche Arpino, quindi c'è una bellissima veduta del panorama circostante.
01:08:11Ora invece siamo dentro il palazzo e siamo nel cuore del palazzo che è diventato da pochi giorni un museo nazionale.
01:08:19Che cosa racconta questo museo nazionale, Francesca?
01:08:22Allora, qui raccontiamo la storia di queste popolazioni degli ermici, dei volsci, dei latini e delle altre genti italiche
01:08:31che solitamente dalla tradizione, dalla storia, dalle fonti storiche sono raccontate come popolazioni molto autonome, distinte,
01:08:41spesso in conflitto tra loro, ognuno con la propria autonomia, con il proprio territorio,
01:08:45ma in realtà hanno tantissime cose in comune e l'obiettivo della mostra è proprio mettere in evidenza queste somiglianze,
01:08:55anche perché la loro immagine è cristallizzata nel momento in cui Roma si espande e conquista il Lazio meridionale
01:09:02e quindi è quasi sempre correlata a guerre, a scontri, alleanze.
01:09:07In realtà il racconto di questo mosaico di culture che si snoda per oltre quattro secoli, appunto precedenti la conquista romana,
01:09:16ci racconta una storia diversa, proprio grazie a contesti di scavo inediti, scavati negli ultimi decenni,
01:09:26con reperti in realtà conservati fino a poco tempo fa all'interno di depositi.
01:09:31Quindi si tratta di reperti inediti, oltre 300 pezzi, che grazie a questa mostra sono stati restaurati e resi per la prima volta visibili ai visitatori.
01:09:41Mentre le fonti storiche ci raccontano una storia molto netta, distinta, fatta di separazioni,
01:09:48in realtà l'archeologia ci mostra una storia diversa, più sfumata, fatta in realtà di condivisione.
01:09:54Condivisione nel modo di vivere l'abitato, di pensare al sacro, nel modo di seppellire i defunti,
01:10:01la mostra infatti spazia andando a focalizzarsi sugli aspetti principali della vita delle genti antiche.
01:10:09Ad esempio abbiamo la sepoltura con un ricco corredo di un bambino della fine del VII secolo proveniente da Nagni, incontrato a Spinelli,
01:10:17quindi di questa compagine territoriale molto ampia.
01:10:20In realtà il vedere tutti insieme questi reperti ci mostra appunto come più che differenze ci siano delle somiglianze,
01:10:27come la tipica anforetta laziale ad impasto bruno che è comune ai corredi di tutte queste sepolture provenienti da zone.
01:10:37Quindi civiltà italiche che vengono unite insieme e presentate per la prima volta insieme.
01:10:43Insieme, esatto, e questo è dovuto anche agli scambi commerciali, alla mobilità di gruppi,
01:10:48quindi non dobbiamo immaginare delle popolazioni statiche ma in realtà dei gruppi in continuo movimento.
01:10:53Nonostante rivalità, guerre e scontri, in realtà hanno molto in comune anche proprio lo stile, il modo di vivere, la cultura materiale.
01:11:03L'hai accennato prima, archeologia dell'abitato, della vita quotidiana, quindi anche archeologia del sacro.
01:11:12Esatto, all'interno della mostra, come dicevo prima, ci si focalizza sugli aspetti principali delle genti italiche.
01:11:17Abbiamo una sala dedicata appunto all'aspetto del sacro, quindi ai templi e ai santuari.
01:11:24In una sala appunto sono esposte le terracotte architettoniche provenienti da Anagni, quindi dal centro storico della città, l'Orto dei Canonici.
01:11:32Si tratta di terracotte fittili che andavano a decorare appunto dei templi.
01:11:37E poi abbiamo tutti quei materiali facenti parte delle offerte votive di alcuni santuari localizzati invece all'esterno delle mura della città dell'antichità.
01:11:47L'antica città di Anagni come Santa Cecilia e Osteria della Fontana.
01:11:52Per quanto riguarda invece appunto il porre insieme a questi contesti differenti, all'interno della stessa sala, delle terracotte e delle lastre fittili di Anagni,
01:12:03sono esposti materiali provenienti invece dal santuario del Tempio Mater Matuta di Satricum.
01:12:09Quindi per porre a confronto appunto i tipi di decorazioni molto simili però che provengono da territori comunque distanti e diversi.
01:12:20Vivere l'abitato, un'altra bellissima sala, forse quella più immersiva, è la sala dove sono illustrati i materiali relativi al villaggio di via Tommaso Landolfi,
01:12:31quindi a Frosinone siamo in questo caso, materiali pertinenti appunto al VI-V secolo a.C.
01:12:37Si tratta di una sala immersiva perché il visitatore si trova all'interno di una capanna riprodotta appunto sul pavimento
01:12:45e ha la possibilità di interagire direttamente con i reperti aprendo appunto questi piccoli sportelli dispositivi
01:12:53e poter visionare direttamente i reperti che non sono soltanto pertinenti a un abitato ma nella stessa area abbiamo anche delle sepolture,
01:13:02quindi insieme a queste strutture e questo villaggio è stato appunto scavato e scoperto grazie alle indagini condotte dalla superintendenza
01:13:12e quindi l'archeologia appunto preventiva ed è molto bella e interessante.
01:13:16La mostra dedicata alle civiltà italiche in realtà diventerà poi un allestimento permanente perché da pochi giorni il Palazzo Campanari di Veroli è diventato un museo nazionale,
01:13:27un avvenimento davvero straordinario, credo anche mi permetto di dire la storia di Veroli.
01:13:33E questo diventerà appunto l'allestimento permanente invece che avrà anche un suo proseguio perché questo allestimento verrà corredato
01:13:43di un ulteriore allestimento che stiamo preparando e che sarà aperto al pubblico probabilmente prima dell'estate
01:13:49e quindi sarà tutto insieme questo il museo nazionale dedicato a Vedeo Magliuri, cittadino illustre di Veroli nonché fondamentale archeologo della storia della Norosciana.
01:14:01E si conclude così il documentario dedicato a Casamari, si conclude anche questa puntata di Polis, ma torneremo la settimana prossima e parleremo ancora della direzione regionale musicale,
01:14:26vedremo le tantissime aree archeologiche e gli spazi museali gestiti da questo ente, alcune meraviglie straordinarie della nostra regione, appuntamento quindi fra sette giorni, grazie a tutti coloro che ci hanno seguito e arrivederci.
01:14:56Un racconto dei territori con Massimiliano Cacciotti

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