• 7 mesi fa
È un continente immenso eppure, a guardare i media italiani, è un puntino. L'Africa è presente sui nostri mezzi di comunicazione solo in riferimento all'immigrazione. Invece «esiste un'altra Africa oltre la cronaca, gli sbarchi e le emergenze», spiega Guglielmo Micucci, Direttore Generale di Amref Health Africa in Italia.

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Non solo immigrazione. Un nuovo punto di vista sull'Africa e le donne africane
Giornali e Tg ignorano perlopiù il cambiamento profondo, inarrestabile e rivoluzionario che ha per protagonisti i giovani e soprattutto le giovani africane, il loro impegno per un futuro sostenibile. È quanto emerge dalla V edizione de “L'Africa MEDIAta”, il rapporto curato dall’Osservatorio di Pavia e presentato da Amref Health Africa-Italia in vista dell’Africa Day del 25 maggio.

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«L’Africa rappresenta la gioventù, per eccellenza», spiega Bitania Lulu Berhanu, direttrice programma Y-ACT Amref: «il 70% degli 1,8 miliardi di giovani del mondo vive in Africa subsahariana. E c’è un gruppo in particolare che sta lottando con tenacia: le ragazze. Le barriere contro cui si stanno ancora scontrando sono tante e radicate nel tempo. I limiti e le difficoltà non riescono però ad arginare la forza e l’energia di queste giovani, desiderose di guidare il proprio continente verso una nuova era, all’insegna dei diritti».

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Le attiviste africane, da Vanessa Nakate a Chimamanda Ngozi Adechie
Il report ha preso in esame 36 attiviste africane, rilevando come i loro nomi circolano soprattutto all’interno dei gruppi tematici che condividono le stesse battaglie. Ad esempio, la galassia ambientalista per Vanessa Nakate, le istituzioni e i soggetti della sfera artistica per Lesley Lokko, Laetitia Ky e Zanele Muholi, i gruppi di lettura e scrittura per Chimamanda Ngozi Adechie o nel caso delle musiciste Fatoumata Diawara e Angélique Kidjo, i post di promozione dei concerti.

Riescono talvolta a catturare l’attenzione delle grandi testate nazionali per esempio quando il loro percorso si intreccia a polemiche socio-politiche italiane. Vedi il caso di Lesley Lokko che aveva denunciato pubblicamente che tre dei suoi collaboratori ghanesi non avevano ottenuto il visto dall’ambasciata italiana in Ghana per partecipare alla Biennale di Venezia.

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Per provare, nel nostro piccolo, a cambiare punto di vista sul continente africano, raccontiamo allora la storia di Nyandhier Ruop, la protagonista di questo video, che fa parte del gruppo di sostegno Mother to mother del villaggio di Mapara, nella contea di Tonj Est, in Sud Sudan. Una giovane donna impegnata quotidianemente per diffondere buone pratiche contro la malnutrizione nei primi anni di vita, che è una piaga per il Paese, e di coltivazione della terra, per una dieta più varia.

 

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