• 7 mesi fa
Ultimo capitolo dell’emozionante viaggio di “Zeta”, la nuova serie originale di Red Bull che inquadra la Generazione Zeta attraverso sogni e paure di 5 campioni dello sport italiano. Dopo Matteo Berrettini, Alessandrina, Leonardo Fioravanti, Alessandro Mazzara, la quinta protagonista di questa produzione è Larissa Iapichino, fuoriclasse del salto in lungo, presente e futuro della nostra Nazionale. Una vita eternamente sotto i riflettori quella di Larissa, già famosa da piccola per via di un noto spot televisivo, una condizione che non ha mai vissuto con grande piacere. “Avrò avuto 4 o 5 anni ed ero andata a trovare mia madre sul lago di Bracciano - racconta la Iapichino - e al tempo facevo già una pubblicità che mi ha reso popolarissima. Un gruppo di ragazzini, avranno avuto 10 o 11 anni, mi riconoscono e vengono verso di me: io mi sono appoggiata a un muretto, cercando di nascondermi, e sono rimasta così finché non se ne sono andati. Non era cattiveria, l’ho fatto proprio perché mi vergognavo”. Di natura molto competitiva, Larissa inizialmente si iscrive a ginnastica artistica, una scelta consapevolmente collegata al desiderio di non seguire le orme dei genitori, poi arriva l’avvicinamento all’atletica, ed è l’inizio di una passione travolgente. Durante gli anni passati nelle nazionali giovanili vive tutto come un gioco e un divertimento, fin quando il talento cristallino della Iapichino ha deciso altrimenti: il 20 febbraio 2021, agli Assoluti Indoor di Ancona, salta 6.91, eguagliando il primato Indoor della madre e stabilendo il nuovo record mondiale “Under 20”. Da quel momento tutto cambia.

Dopo i primi exploit, arrivano pressioni, difficoltà e relative critiche, un momento così buio che rischierebbe di fermare tutto, eppure Larissa non molla e finalmente arriva la svolta: “Il turning point c’è stato a Istanbul, agli Europei Indoor: un nuovo tipo di consapevolezza, la percezione di come stavo e di come fossi riuscita a venirne fuori, un po’ come riavere in mano la propria vita” prosegue nel racconto la Iapichino. Che conclude: “In quel momento ho soltanto detto a me stessa, se fai un nullo poco importa, va benissimo così, provaci però, salta, vai libera".

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