Nel giorno dedicato alla disabilità, vorrei proporvi questo mio articolo:
DISABILI OGGI, DISABILI DOMANI
di Antonella Pederiva
La giornata dedicata alla disabilità piano, piano, arriverà a sera. Calerà il sipario, gli spettatori si ritireranno ordinatamente. Prima le autorità, in ordine di gerarchia, poi il pubblico fatto di gente comune. Ma lo spettacolo non finirà. Dietro la tenda la tragedia si consumerà ancora, nascosta agli occhi di chi si sarà defilato. Rispetto ad anni fa qualcosa si è fatto, ricorrenze come queste non sono inutili. Sensibilizzare serve ma ancora di più servirebbe formare coscienze.
Viviamo in una società in cui conta di più l’apparire rispetto all’essere o meglio dove l’essere coincide con l'apparire. Una società che fa riferimento ad immagini stereotipate, frutto di una cultura fatta di modelli e icone generati dal mondo della pubblicità, dello sport, dello spettacolo, della televisione, del web; un mondo “preconfezionato” di regole e format che inquadrano le persone in target ben definiti. Una società che produce prodotti di bellezza da esibire sul mercato, concetti di perfezione intesi come assoluti e assolutisti. Ezio Bosso, grande compositore e musicista, recentemente scomparso, di sé scriveva:
"La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto "evaporo". Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto. La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c'è, c'è. E il passato va lasciato a qualcun altro. Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono". Uomini, donne, persone, non disabili, questo è quello che i nostri occhi devono abituarsi a vedere. Occasioni e opportunità di crescita, come per tutti, servizio, aiuti, abbattimento di barriere. E ancora, inclusione, sostegni, e una vicinanza fatta di gesti senza compatimento, privi di commiserazione ma fatti di compassionevole empatia e partecipazione. Perché la vita è fatta di tanti tasselli, sfaccettature variopinte della stessa realtà.
DISABILI OGGI, DISABILI DOMANI
di Antonella Pederiva
La giornata dedicata alla disabilità piano, piano, arriverà a sera. Calerà il sipario, gli spettatori si ritireranno ordinatamente. Prima le autorità, in ordine di gerarchia, poi il pubblico fatto di gente comune. Ma lo spettacolo non finirà. Dietro la tenda la tragedia si consumerà ancora, nascosta agli occhi di chi si sarà defilato. Rispetto ad anni fa qualcosa si è fatto, ricorrenze come queste non sono inutili. Sensibilizzare serve ma ancora di più servirebbe formare coscienze.
Viviamo in una società in cui conta di più l’apparire rispetto all’essere o meglio dove l’essere coincide con l'apparire. Una società che fa riferimento ad immagini stereotipate, frutto di una cultura fatta di modelli e icone generati dal mondo della pubblicità, dello sport, dello spettacolo, della televisione, del web; un mondo “preconfezionato” di regole e format che inquadrano le persone in target ben definiti. Una società che produce prodotti di bellezza da esibire sul mercato, concetti di perfezione intesi come assoluti e assolutisti. Ezio Bosso, grande compositore e musicista, recentemente scomparso, di sé scriveva:
"La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto "evaporo". Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto. La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c'è, c'è. E il passato va lasciato a qualcun altro. Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono". Uomini, donne, persone, non disabili, questo è quello che i nostri occhi devono abituarsi a vedere. Occasioni e opportunità di crescita, come per tutti, servizio, aiuti, abbattimento di barriere. E ancora, inclusione, sostegni, e una vicinanza fatta di gesti senza compatimento, privi di commiserazione ma fatti di compassionevole empatia e partecipazione. Perché la vita è fatta di tanti tasselli, sfaccettature variopinte della stessa realtà.
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