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NovitàTrascrizione
00:00Nella riunione di fine aprile il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto a ribasso molti
00:06tassi di crescita dei paesi del mondo e questo soprattutto a causa della maggiore incertezza
00:12relativa all'imposizione di tariffe e dazi doganali da parte del Presidente degli Stati
00:17Uniti d'America. Vediamo in particolare tre indici che rappresentano le reazioni dei mercati
00:23finanziari. Dopo l'annuncio dell'imposizione dei nuovi tassi il 2 aprile del 2025, l'indice
00:32di borsa Standard & Poor's 500 si è fortemente ridotto, indicando quindi che i mercati finanziari
00:39non apprezzano questo tipo di politica perché danneggerebbe troppo l'economia degli Stati
00:44Uniti. Altro indicatore importante, i tassi di interesse che il governo americano deve
00:49pagare sui suoi titoli sono aumentati di 50 punti base, dal 4% al 4,5% di massimo negli
00:58ultimi giorni. Questo significa che gli investitori sono fuggiti dall'investimento sui titoli americani
01:04e si sono rivolti ad altri mercati. Gli Stati Uniti quindi sono costretti, saranno costretti
01:09a finanziare il proprio debito con tassi di interesse più elevati. E questa è una variabile
01:14che difficilmente ricorre nei discorsi del Presidente degli Stati Uniti. Eppure oggi gli Stati
01:19Uniti hanno un debito al 120% del prodotto interno lordo, un ammontare difficile da gestire
01:26e al quale gli Stati Uniti non sono abituati. Per gran parte della loro storia, infatti,
01:30il debito era a livelli molto, molto minori. Ultimo indicatore è quello del tasso di cambio.
01:36Il dollaro si è fortemente depreciato sui mercati internazionali. A questo aggiungiamo
01:41che il debito pubblico americano è per un quarto in mano ad altri paesi, in particolare
01:48al Giappone, all'Europa e alla Cina. Se questi paesi si mettessero a vendere in massa vitri
01:53di Stati americani, il debito costerebbe ancora di più agli Stati Uniti. Quindi politiche
01:58che per ora hanno danneggiato soprattutto gli stessi Stati Uniti.