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Appuntamento con la Settimana di Money.it, la rassegna degli articoli più interessanti apparsi sull'area Premium di Money.it. Ampia rassegna dei principali temi internazionali, politici e finanziari insieme ad Alberto De Pasquale.
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00:00Buona giornata amici di money.it e bentrovati per la nostra rassegna, come lo sapete, la carrellata di alcuni degli articoli più interessanti apparsi nell'area premium di money.it, in descrizione come sempre le modalità per aprire alcuni di questi articoli, per abbonarvi se non l'avete già fatto e ogni settimana qui con me ci sono le firme di money.it premium, tra cui quella di Alberto De Pasquale che ritroviamo con piacere, ciao Alberto.
00:25Ciao Fabio, un saluto a te e a chi ci segue.
00:27E allora per partire ricordo ancora che c'è questo ulteriore servizio aggiuntivo per la lettura degli articoli, ci sono le vere e proprie corse di formazione su temi molto attuali, soprattutto per l'acquisizione di competenze utilissime quest'oggi per il mondo del lavoro, ma anche per un semplice proprio aggiornamento, pensiamo al mondo bitcoin, crypto, il mondo intelligenza artificiale, quindi ulteriori arricchimenti e proposte dall'area premium.
00:55Ma cominciamo allora con il primo dei tre approfondimenti che abbiamo scelto di questa settimana proprio di Alberto e questo è un dato allarmante, ricordiamo che Alberto fa degli articoli sempre molto interessanti perché si basano poi sui dati, quindi sulla concretezza e soprattutto con la sua enorme capacità di lettura di questi dati.
01:15Allora, l'industria italiana che è in crisi, ce ne avevamo accorto, avevamo questa sensazione, ma è confermato anche dai dati perché 25esimo mese negativo di fila per la produzione italiana in pressione da più tempo, anche rispetto a quella della ex locomotiva tedesca, alcuni paesi fanno decisamente meglio.
01:36E come Alberto se l'industria così si fosse quasi fermata nel complesso?
01:41Sì, allora diciamo che è un tema sempre molto molto caldo perché sicuramente parte da, è un'osservazione di tipo economico ma coinvolge più aspetti ed è sicuramente un argomento che fa parlare, fa parlare la politica e anche insomma chi si occupa di lavoro e questioni collegate all'industria.
02:03Allora, partiamo con dire che le prime tre economie dell'Unione Europea, Germania, Francia e Italia, in questo momento stanno tutte e tre affrontando una crisi della produzione industriale, anche se in modalità diciamo così molto differenti.
02:19Sappiamo, come dicevi, che la Germania è considerata da sempre la locomotiva d'Europa e quindi una Germania che rallenta fa sicuramente rumore, fa più rumore di tutte le altre possibili crisi che possono coinvolgere gli altri paesi membri.
02:35Ma è anche vero che non è l'unico paese che se la sta passando male, c'è appunto anche l'Italia, ma c'è anche ad esempio l'Ungheria che sicuramente non avrà una produzione industriale paragonabile a quella di questi tre paesi e c'è anche però, c'è anche la Francia.
02:51Il punto qual è? È che ognuna appunto sta affrontando un periodo negativo e con periodo negativo intendiamo una flessione sull'indice della produzione industriale, indice che innanzitutto chiariamo che può essere valutato o mese su mese, quindi ad esempio stabilire ad aprile di quest'anno come è andata la produzione italiana, la produzione industriale rispetto a marzo, al mese precedente,
03:16o per capire insomma come stanno andando le cose mese dopo mese, oppure fare un confronto su base tendenziale, cioè capire come il mese di quest'anno, come ha performato diciamo l'industria rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.
03:32E come detto Italia, Germania e Francia sono tutte alle prese con un calo tendenziale della propria produzione industriale.
03:39C'è però il caso italiano che sta andando avanti davvero da tantissimo tempo, infatti a febbraio, secondo l'ultimo aggiornamento Istat sul tema che ha certificato un calo della produzione industriale del 2,7%,
03:54dicevo a febbraio ci sono arrivati al venticinquesimo mese consecutivo di calo tendenziale dell'indice sulla produzione industriale.
04:02Nessun altro paese in Europa sta avendo una crisi industriale così prolungata come l'Italia, perché anche la Germania, che in questo momento è il grande malato, tutte queste etichette che si danno ai vari paesi per capire come stanno,
04:16neanche la Germania dicevo sta avendo una crisi così prolungata, perché la Germania è a soli 21 mesi, è sicuramente un periodo molto lungo per avere una produzione industriale in calo,
04:28però in effetti è l'Italia quella che la sta avendo più prolungata, perché va avanti da febbraio del 2023, nel caso della Germania da giugno.
04:38Inutile dire che chiaramente la Germania che è in crisi influenza tutta la produzione industriale europea appunto per il peso che ha quella tedesca,
04:48e non è un caso che tutta la produzione industriale europea nel suo complesso è al momento in crisi, perché sta proprio registrando un calo tendenziale da 21 mesi.
05:02Di fatto la crisi europea coincide con quella tedesca e noi sappiamo anche che l'industria tedesca e quella italiana sono strettamente correlate,
05:11insomma c'è una grande interconnessione, quindi se la Germania va male c'è poco da gioire, perché anche l'industria italiana non se la passa bene.
05:18Nel confronto tra il 2019 e il 2024, quindi parliamo di anni pieni, la Germania comunque è il paese che sta avendo, ha avuto il tracollo peggiore,
05:29perché parliamo di un calo del 12,4% della produzione rispetto appunto, confrontando quei due anni,
05:35mentre per Italia e Germania si tratta di un calo inferiore del 6,2 nel caso dell'Italia, di circa il 5 per la Francia.
05:43Ovviamente non sta andando tutto male, ci sono anche degli indicatori indubbiamente positivi nel caso dell'Italia e uno dei primi che viene in mente è quello del mondo del lavoro,
05:54effettivamente il tasso di disoccupazione è molto basso, l'occupazione è ai record da quando ci sono le serie storiche,
06:03è anche vero che perfino in questi dati positivi c'è qualche negatività, diciamo così, perché molto spesso esponenti di governo
06:13rimarcano la creazione di un milione di posti di lavoro da quando c'è stato l'insediamento del governo,
06:19effettivamente dicevo sul lavoro le cose vanno bene, è anche vero che si stima che circa il 90% di questo milione di posti di lavoro,
06:26quindi 900 mila posti di lavoro, riguardano il mondo dei servizi e solo il 10% quello della manifattura.
06:34Quindi riguardano posti di lavoro a bassa produttività, diciamo è brutto ragionare in questi termini,
06:39però se parliamo di produzione industriale, di produttività, bisogna fare i conti con questo,
06:45con la consapevolezza che probabilmente l'Italia sta sempre di più abdicando in un certo senso la propria posizione,
06:52di la propria manifattura, insomma il proprio ruolo a livello di produzione industriale,
06:57si sta sempre di più legando appunto al mondo dei servizi, al mondo del turismo,
07:02che dal punto di vista della produttività di certo non portano i risultati sperati.
07:10E ora passiamo a un altro tema, questo qui che gli italiani hanno comprato più moto che auto,
07:18e questo di riflesso ha un ritorno anche nell'industria dell'auto, giusto per legarci alla prima parte.
07:25Per le auto l'Italia ha perso i suoi primati, mentre per le moto li sta rafforzando i vestiti divergenti delle due industrie,
07:32oltre che nei numeri della produzione nazionale si riflettono anche in quelli di mercato.
07:37Ecco, secondo te, oltre ai dati, come si spiega questo?
07:41Nel senso che la moto è meno costosa e quindi magari si preferisce tenere quella che uno ha già di auto,
07:50o c'è un'esplosione di nuove passionalità invece per le due ruote?
07:56Allora, diciamo che è un po' tutto quello che hai detto, se vogliamo.
08:00Allora, adesso ci arriviamo.
08:02Sicuramente diciamo che in Italia tra le varie tradizioni che ci sono, indubbiamente c'è quella dei motori,
08:09e non è un caso appunto parlare di motori perché riguarda sia le quattro che le due ruote.
08:15Insomma, c'è una grande tradizione di marchi, c'è un grande seguito, c'è una grande storia industriale.
08:21Ricordiamo che l'Italia è sempre uno dei principali mercati, sia per le auto che per le moto.
08:26C'è un grande trasporto, c'è anche molta passione.
08:30Pensiamo, insomma, nel piccolo del privato, insomma, di ognuno di noi,
08:36e ci sono anche dei risvolti, non so, penso allo sport.
08:38I motori sono sempre molto seguiti, ovviamente con le dovute differenze,
08:42perché l'auto ovviamente rappresenta un mezzo di trasporto per la mobilità privata,
08:49che può essere condiviso, molto spesso associamo l'acquisto di un'auto al contesto familiare,
08:58e insomma un acquisto importante, consideriamo che, insomma, dopo la casa,
09:02credo che l'auto sia per la famiglia media l'acquisto più, l'investimento più importante.
09:07Mentre per la moto è un uso che, diciamo, tendenzialmente associamo più allo svago,
09:12ovviamente al netto degli appassionati delle due ruote,
09:16che chiaramente daranno priorità all'acquisto di una moto.
09:19Però diciamo che, in linea generale, l'auto è il mezzo principale dell'utilizzatore medio,
09:26e la moto è un po' il mezzo secondario, il secondo mezzo da affiancare al primo.
09:32E' anche vero che l'auto, insomma, è una sorta di totem, in Italia ce ne sono tantissime,
09:37sappiamo che l'Italia ha il più alto tasso di motorizzazione nell'Unione Europea,
09:42parliamo di 694 auto in circolazione ogni 1000 abitanti, sono tantissime.
09:48E' anche vero che, anche se tante, sono 40 milioni, sono molto vecchie.
09:54Noi abbiamo un parco circolante molto vetusto, c'è un'età media di oltre 12 anni, quasi 13 anni,
09:59quindi abbiamo tante auto, ma sono in circolazione da molto tempo,
10:03con tutte le conseguenze legate alla sicurezza,
10:06perché chiaramente non saranno aggiornate dal punto di vista degli ADAS e di quant'altro,
10:10e anche per le emissioni, perché saranno chiaramente più inquinanti.
10:14Come in tanti settori, tanti mercati, lo spartiacco è sempre stato la pandemia,
10:20quindi è sempre interessante capire come alcuni mercati hanno reagito al 2019,
10:28rispetto al 2019, che è considerato un po' il picco per molti mercati.
10:33Sicuramente quello dell'auto, perché nel 2019 in Italia ci sono state 1,9 milioni di immatricolazioni,
10:40un picco recente per il mercato italiano.
10:44Da quell'anno, poi nel 2020, c'è stato un tracollo, una lenta ripresa,
10:48e l'anno scorso, il 2024, c'è stato un milione e mezzo, 1,5 milioni di immatricolazioni.
10:55Ripeto, l'Italia è sempre uno dei primi mercati,
10:58però a quei numeri sembra improbabile riuscire a tornare.
11:03Il confronto tra il 2019 e il 2024 dice che si sono vendute,
11:06si sono immatricolate, è più giusto parlare di immatricolazioni,
11:09il 19% di auto in meno.
11:12Quindi si vendono meno auto, questo è un fatto.
11:15Per le moto, invece, il discorso è totalmente diverso,
11:17con moto intendiamo tutto al di là della cilindrata,
11:21quindi parliamo di ciclomotori, scooter, motocicli.
11:24Anche qui grande tradizione, sicuramente meno diffusione rispetto alle auto,
11:29ma c'è un mercato nettamente in crescita,
11:31perché sempre confrontando 2019 e 2024,
11:35sappiamo che nel 2019 in Italia si sono immatricolate 252 mila,
11:41tra ciclomotori, scooter e motocicli,
11:43passati nel 2024 a 373 mila.
11:47più 48%, quindi le auto calano, le moto crescono.
11:52Ovviamente è bene sottolineare che sia per le auto che per le moto
11:56le vette, diciamo, del passato erano ben più alte,
12:02senza andare troppo indietro nel tempo.
12:03Nel 2007 si sono immatricolate in Italia due milioni e mezzo di auto
12:07e negli anni 90 si erano immatricolate quasi un milione di motociclette.
12:14Quindi, insomma, i numeri erano ben diversi.
12:15Siamo in un contesto diverso,
12:17però è chiaro che il mercato delle moto va molto più forte delle auto.
12:23E, diciamo, la differenza tra i due settori
12:25è marcata anche non solo dal punto di vista del mercato,
12:29ma anche della produzione.
12:31L'Italia, fino a qualche decennio fa,
12:33era il quinto produttore in Europa come volumi,
12:36per quanto riguarda le auto,
12:38ed era nella top 10, diciamo,
12:40era tra i primi dieci produttori al mondo di auto.
12:43Questi primati oggi sono persi,
12:45perché l'Italia è nella top 10 europea
12:48ed è solo al ventesimo posto a livello mondiale.
12:50Quindi questo ci dice tanto su come sono cambiate
12:53le gerarchie a livello della produzione delle auto.
12:56Mentre per le moto è il primo produttore in Europa.
12:59Quindi per le auto ha perso i suoi primati,
13:02per le moto le mantiene e li sta rafforzando.
13:06Sappiamo bene quali sono le difficoltà del settore auto in Italia.
13:10Già c'è l'anomalia che l'Italia tra i grandi mercati
13:12è l'unico che è legato ad un un solo produttore,
13:16è l'Antis.
13:17Sappiamo di tutte le difficoltà,
13:19i blocchi alla produzione, la cassa integrazione.
13:22Proprio in questi giorni è arrivata la notizia
13:24del blocco nello stabilimento di Cassino fino al 5 maggio
13:28dove si producono le Alfa Romeo, Stelvio e Giulia
13:32e ci sarà anche a maggio sempre la cassa integrazione
13:35nello stabilimento di Atessa,
13:37un po' il fiore all'occhiello di Stellantis in Italia
13:40dove si producono i veicoli commerciali leggeri,
13:43per dirne uno il Ducato.
13:44Quindi insomma le difficoltà non mancano,
13:46mentre la produzione di moto va benissimo,
13:49negli ultimi dieci anni i numeri sono aumentati.
13:52Per concludere possiamo dire che il mercato delle moto
13:55dopo gli exploit del 2023 al 2024
14:00ha però iniziato il 2025 in flessione.
14:03Infatti nei primi tre mesi si parla di una diminuzione
14:07delle immatricolazioni a doppia cifra.
14:10Chi si occupa di queste cose ha individuato in questa flessione
14:14la fine dell'effetto Covid.
14:16Da quanto pare nel post pandemia le moto hanno goduto
14:20di maggiori favori perché la moto probabilmente più che l'auto
14:24è vista come un simbolo di ritrovata libertà nella mobilità
14:29e magari qualcuno ha anche reputato propizio il momento
14:33per togliersi questo sfizio, tra virgolette,
14:35per il discorso che facevamo prima,
14:37che la moto tendenzialmente è un secondo mezzo.
14:39Quindi forse viene un po' meno la spinta,
14:41c'è da capire cosa succederà ora,
14:43anche perché pare che i listini delle moto stiano anche crescendo.
14:47Quindi crescono anche i prezzi.
14:49Vedremo se il mercato riuscirà a fare nuovi record
14:53da quanto sembra no.
14:55È anche vero che il discorso sulla produzione resta valido.
14:58Le moto in Italia vanno molto meglio che le auto.
15:02Visto che siamo in tema di auto,
15:05vediamo questo dato,
15:08ne parlavamo giusto anche con Federico Giuliani
15:11nella sua rubrica mensile
15:13con i brand occidentali che sembrano in difficoltà,
15:18di cui si parla di demolire quelli occidentali,
15:23quindi che ormai la concorrenza cinese
15:26è sempre più spinta su questo settore.
15:29Come vedi questo tema, Alberto?
15:32Allora, questo è pure un argomento molto interessante.
15:36Sappiamo che il settore auto è in piena trasformazione
15:40e BYD forse più di tutti rappresenta un marchio
15:45che incarna queste trasformazioni in atto.
15:49Noi sappiamo che qualche anno fa BYD ha strappato a Tesla
15:53lo scettro di primo produttore,
15:56insomma a livello di vendite,
15:58per quanto riguarda le auto elettriche,
15:59anche se in realtà poi BYD produce anche auto ibride,
16:03però in questo caso, insomma,
16:05tra virgolette anche rivalità con Tesla,
16:08in realtà neanche poi portata avanti dallo stesso marchio,
16:11un po' esiste,
16:12insomma sappiamo che nei numeri
16:15c'è questa sfida continua
16:17e in un certo senso nel contesto attuale
16:19BYD ha anche forse un po' il vento in poppa,
16:22visto che nei confronti di Tesla,
16:24della sua personalizzazione,
16:26insomma Tesla è rappresentata dal suo uomo chiave Musk,
16:31BYD può essere anche un po' un'alternativa ideologica,
16:36diciamo, sappiamo bene,
16:37sarà capitato a chi ci segue,
16:38magari di aver avvistato una Tesla
16:40col classico adesivo,
16:42l'ho acquistata prima che Musk impazzisse,
16:45insomma, diciamo che c'è un po' il tema di,
16:48oltre ai meriti di BYD,
16:50chiaramente nella sua crescita,
16:51c'è anche un po' il tema della rivalità con Tesla.
16:54C'è un aneddoto che posso dire su BYD
16:56che mi ha colpito,
16:58che quattro anni fa agli europei di calcio,
17:02c'era tra i principali sponsor della competizione,
17:05Volkswagen,
17:06il noto marchio tedesco europeo,
17:10agli europei del 2024,
17:11l'ultima edizione,
17:12lo sponsor era BYD.
17:14Questo per dire come cambiano le cose,
17:16come anche cambia la presenza mediatica
17:20di questi marchi che arrivano sul mercato europeo,
17:24la cosa interessante di BYD,
17:26che è arrivato ad avere questo predominio
17:28nelle auto elettriche,
17:30è che il suo arrivo nel mondo delle auto
17:32è relativamente recente,
17:34perché BYD nasce con un'esperienza
17:38che parte dalle batterie,
17:40perché 30 anni fa, nel 1995,
17:42BYD iniziò come produttore di batterie,
17:45arrivando circa a 10 anni,
17:47ad diventare praticamente leader
17:49nella produzione di batterie per cellulari.
17:51Quindi acquisita quell'esperienza,
17:53solo anni dopo, nel 2003 circa,
17:56ha iniziato a produrre auto elettriche
17:57e nei successivi 20 anni,
17:59poi da quell'esperienza delle batterie
18:01è riuscita a imporsi come marchio di riferimento
18:05per le auto elettriche.
18:07Lo dicevo,
18:08il mercato delle auto in piena trasformazione,
18:10ci sono dei marchi storici europei
18:13che comunque godono ancora dei favori,
18:15degli appassionati,
18:16perché comunque ispirano affidabilità,
18:19storia, tradizione,
18:21ma è anche vero che le auto cinesi
18:23si stanno dimostrando sempre più appetibili
18:25per il prezzo
18:26e anche per una qualità costruttiva percepita
18:29sempre più elevata.
18:31Quindi sarà interessante capire
18:32cosa succederà nei prossimi mesi,
18:36anche perché, lo ripeto,
18:37auto elettriche,
18:38ma anche ibride plug-in
18:39che sono quelle in realtà più appetibili
18:42per l'Italia,
18:43perché sappiamo che il contesto dell'auto elettriche
18:46in Italia è ancora poco sviluppato.
18:49Vediamo adesso il trucco green
18:52usato dai CEO per guadagnare di più
18:55questi amministratori delegati,
18:58secondo uno solo di Banca d'Italia,
18:59l'aumento della retribuzione legata
19:01agli obiettivi su ambiente sociale governance
19:03difficilmente porta poi a risultati concreti,
19:07però intanto chiaramente fa gonfiare
19:11le loro retribuzioni, giusto?
19:13Sì, allora, questo è, insomma,
19:16uno studio molto interessante,
19:19come capita spesso,
19:20la Banca d'Italia prende degli argomenti
19:22anche un po' inusuali,
19:24ma che danno degli spunti di riflessione
19:28molto interessanti,
19:30perché si legano ad argomenti
19:32di stretta attualità.
19:34Diciamo che la domanda alla base di questo studio
19:36è pagare di più i CEO,
19:39insomma, gli amministratori delegati,
19:41di chi guida le grandi aziende quotate,
19:44effettivamente incentivandoli in questo modo
19:47a perseguire una maggiore sostenibilità.
19:51Conosciamo bene, diciamo, i criteri ISG
19:53sulla sostenibilità ambientale e sociale di governance,
19:57portano effettivamente a qualcosa,
19:59cioè è efficace,
20:01l'incentivo economico aiuta in questo,
20:04la risposta breve è improbabile che aiuta.
20:08Quella più lunga, insomma,
20:09adesso cerchiamo di capirla.
20:11Lo studio si è concentrato
20:13sull'analisi delle, dicevo,
20:14le principali società quotate
20:16nelle quattro principali economie,
20:18quindi Italia, Francia, Germania e Spagna.
20:2040 società per Italia, Germania e Francia
20:24e 35 per la Spagna.
20:26Innanzitutto lo studio sottolinea
20:29che le tematiche, le performance
20:32sulla sostenibilità
20:33sono sempre più prese in considerazione
20:36nella retribuzione degli amministratori delegati.
20:39Partiamo col dire che gli amministratori delegati
20:41hanno una retribuzione fissa,
20:45molto alta, insomma,
20:47nel caso di queste aziende molto importanti,
20:49è una retribuzione variabile
20:51legata ai risultati.
20:54Lo studio ci dice che nel 2018
20:57solo un'azienda su quattro
20:59di quelle considerate
21:00prendeva in analisi le performance ISG
21:06ai fini della retribuzione,
21:08diciamo, accessoria
21:09degli amministratori delegati.
21:11Nel 2022 le aziende che lo fanno
21:13sono diventate il 90%,
21:15quindi queste tematiche
21:16sono sempre più avvertite.
21:19Lo studio ci dice anche che
21:21gli amministratori delegati in media
21:23in questi quattro paesi
21:25guadagnano, diciamo,
21:27hanno una retribuzione fissa
21:29sorprendentemente,
21:30questo è il termine utilizzato nello studio,
21:33sorprendentemente simile,
21:35perché parliamo di una retribuzione
21:36compresa tra i 2,2 milioni
21:38e i 2 milioni e mezzo.
21:40Ripeto, parliamo di aziende molto importanti.
21:42Quella che cambia invece
21:43è la retribuzione variabile,
21:45cioè quella legata ai risultati.
21:48e in questo caso
21:49che risulta più bassa
21:51in Spagna e in Italia
21:52e più alta in Germania e in Francia.
21:55Ricordiamoci di questo aspetto
21:56perché ci tornerà utile.
21:59Come detto,
22:00le metriche ISG
22:01sono sempre più importanti
22:03e lo studio
22:04ha anche considerato
22:05quali sono gli amministratori delegati
22:08tra virgolette più efficaci,
22:10cioè in quali paesi
22:11le aziende
22:11sono risultate più efficaci
22:14nel raggiungere
22:15gli obiettivi di sostenibilità
22:17che possono essere a breve
22:18e a lungo termine.
22:19Facile capire
22:20che quelli a breve termine
22:21sono quelli
22:22insomma più immediati
22:23di cui si può avere
22:25una risposta
22:27nel giro di mesi
22:28o pochi anni,
22:29mentre quelli a lungo termine
22:30richiedono azioni
22:31più strutturate.
22:33Dallo studio
22:33risulta che
22:34gli amministratori
22:36più delegati,
22:37più efficaci
22:37sono quelli italiani
22:38e spagnoli.
22:39Infatti il 96%
22:41delle aziende spagnole
22:42e il 94%
22:43delle aziende italiane
22:44considerate
22:45ha completamente
22:46ottenuto
22:47i risultati previsti
22:48i risultati di breve termine,
22:50mentre le percentuali
22:52sono più basse
22:52in Francia
22:53e in Spagna,
22:54in Francia e in Germania,
22:55scusate,
22:56parliamo dell'86%
22:57e dell'83%.
22:58Cosa significa
22:59che gli amministratori
23:00delegati italiani
23:01e spagnoli
23:02sono più bravi
23:03dei colleghi
23:04tedeschi e francesi?
23:06Probabilmente
23:06non è così.
23:07Le conclusioni
23:08a cui giunge lo studio
23:09è che gli obiettivi
23:10che ci si è posti
23:12sono semplicemente
23:13più blandi,
23:15quindi c'è una maggiore
23:16efficacia
23:16perché gli obiettivi
23:18di sostenibilità
23:19sono più
23:19all'acqua di rose,
23:20diciamo così,
23:21e quindi il rischio
23:22è il famoso
23:23e temuto
23:24greenwashing,
23:25cioè porsi
23:26degli obiettivi
23:26ambientali
23:29di sostenibilità
23:30in senso lato
23:31molto generici
23:33e che non
23:33non impattano
23:35più di tanto
23:36e poi ottenerli
23:37senza però
23:37di fatto
23:38portare
23:39dei cambiamenti
23:39sostanziali
23:40e l'altra
23:41considerazione
23:41a cui giunge
23:42lo studio
23:42è che nel periodo
23:44considerato
23:45le aziende
23:47non hanno
23:47sostanzialmente
23:49anche se hanno
23:49perseguito
23:50obiettivi di
23:50sostenibilità
23:51non hanno
23:52sostanzialmente
23:52non ne hanno
23:53risentito
23:54dal punto di vista
23:55della performance
23:56e questo è sicuramente
23:57un campanello
23:58d'allarme
23:58perché se l'azienda
23:59si vuole rendere
24:00più sostenibile
24:01ma la sua
24:02produttività
24:02non cala
24:03è molto probabile
24:05che
24:05questa ricerca
24:06della sostenibilità
24:08non abbia
24:09intaccato il proprio
24:11modello di business
24:12e questo è un sintomo
24:13che probabilmente
24:14quei correttivi
24:17quella ricerca
24:17della sostenibilità
24:18è stata molto
24:19blanda
24:20e ora vediamo
24:22rapidamente
24:23le altre
24:24notizie
24:25anche per
24:26l'America
24:29la cuccagna
24:29è finita
24:30il 2 aprile
24:312025
24:32come il 15 agosto
24:331971
24:34dice Guido Salerno
24:35Aletta
24:36l'America
24:36si è mostrata
24:37in diretta mondiale
24:38con le spalle
24:39al muro
24:39pronta a tutto
24:40pur di reagire
24:40e difendersi
24:41il piano di Trump
24:42per salvare
24:43gli Stati Uniti
24:44con i dazi
24:46e senza uranio
24:47il nucleare americano
24:48rischia di spegnersi
24:49i dazi del 10%
24:50sulle importazioni
24:51canadesi
24:52rallentano
24:53gli acquisti
24:54di uranio
24:54del 50%
24:55minacciando
24:56la sicurezza energetica
24:58in un'era
24:58di rinascita
24:59nucleare
25:00visto che parliamo
25:02qui di dazi
25:03poi vedremo sicuramente
25:04anche qualche altro
25:04tema collegato
25:05rapidamente Alberto
25:06come vedi
25:07questa situazione
25:08dei dazi
25:08allora
25:10diciamo che
25:11ne stiamo parlando
25:12tutti
25:13insomma
25:13c'è stato
25:14ci sono stati
25:16continui aggiornamenti
25:17quasi in tempo reale
25:18sappiamo che
25:19quando ci sono
25:19questi argomenti
25:20che monopolizzano
25:22un po'
25:22il dibattito
25:23ci sono
25:24gli aggiornamenti
25:25continui
25:25ci piace
25:26un po'
25:27capire
25:27come sta
25:28evolvendo
25:29la situazione
25:30allora
25:30devo dire
25:32diciamo che
25:33alla fine
25:34si è arrivati
25:35un po'
25:35alla conclusione
25:36ma in realtà
25:37era quello
25:37che si diceva
25:38già qualche mese fa
25:39che
25:40tutta
25:41diciamo
25:41l'operazione
25:42dazi
25:42di Trump
25:43era poi
25:44finalizzata
25:45a uno scontro
25:46frontale
25:47con la Cina
25:47questo diciamo
25:48a mio avviso
25:49non c'era bisogno
25:51di una grande
25:52lungimiranza
25:53per capirlo
25:54perché comunque
25:55inizialmente
25:56questo
25:56Stati Uniti
25:58contro tutti
25:58anche i propri
25:59alleati
25:59sembrava un po'
26:01inverosimile
26:01questo scontro
26:02aperto
26:03nei confronti
26:03di tutti
26:04mentre con la Cina
26:04effettivamente
26:05la cosiddetta
26:07guerra commerciale
26:08era un po'
26:09più comprensibile
26:10quello che
26:12insomma
26:12personalmente
26:13mi ha colpito
26:14è che si
26:15Trump ha dovuto
26:16mantenere questa
26:17linea dura
26:18anche per galvanizzare
26:19un po'
26:19la sua base
26:20elettorale
26:20anche se comunque
26:21risulta dai sondaggi
26:23più recenti
26:24che la fiducia
26:25nella politica
26:26economica di Trump
26:27negli ultimi mesi
26:27è un po'
26:28in calo
26:29e sappiamo
26:29che lo stesso
26:30Trump
26:30è dovuto
26:31anche tornare
26:32un po'
26:32sui
26:33propri passi
26:34anche insomma
26:34dopo aver
26:35ascoltato
26:36vari consiglieri
26:38economici
26:38insomma
26:39più voci
26:39che lo hanno
26:40portato
26:41a rivedere
26:42un po'
26:42le sue
26:43posizioni
26:44a me
26:46personalmente
26:46ha colpito
26:47molto
26:47la vicenda
26:48dell'annuncio
26:50di Trump
26:51dell'invito
26:51a comprare
26:52perché c'è
26:53tutta quella
26:54questione
26:54sulle ombre
26:55di insider trading
26:57sicuramente
26:58quella
26:59è una dinamica
26:59molto
27:00particolare
27:02mi ha fatto
27:02un po'
27:03sorridere
27:03il fatto
27:04che sia stato
27:04evocato
27:05questo fenomeno
27:05dell'insider trading
27:07perché comunque
27:07tecnicamente
27:08parliamo di casi
27:09in cui
27:09qualcuno
27:10ha accesso
27:11a delle informazioni
27:13riservate
27:13e le usa
27:14per avere
27:15un vantaggio
27:16sui mercati
27:16in questo caso
27:17a mio avviso
27:18parliamo di qualcosa
27:19di ben oltre
27:20perché
27:20Trump non è
27:22una persona
27:23qualunque
27:23che ha avuto
27:24accesso
27:24a delle informazioni
27:25ma di fatto
27:26è colui
27:27che le informazioni
27:28le crea
27:29quindi
27:29è qualcosa
27:31anche di più
27:31quindi quando
27:33le borse erano
27:34crollate
27:35poi lui è invitato
27:36ad acquistare
27:37sicuramente
27:38ha influito
27:38in una maniera
27:39che un insider trading
27:42diciamo
27:42classico
27:43non avrebbe potuto fare
27:45quindi insomma
27:45mi ha colpito molto
27:46questa dinamica
27:48però insomma
27:48diciamo che
27:50su tutto il discorso
27:51Dazzi
27:51sembra prendere
27:52una via
27:53positiva
27:54quantomeno
27:55per l'Italia
27:55perché comunque
27:56sappiamo che
27:57i rapporti
27:58tra il governo italiano
27:59e l'amministrazione
28:00Trump
28:00sono tra i migliori
28:01direi
28:02in Europa
28:03quindi
28:03c'è da capire
28:05come questo rapporto
28:06che dobbiamo
28:07definire
28:08privilegiato
28:09a cosa
28:10potrebbe portare
28:11nei prossimi mesi
28:12Il declino
28:15dell'egemonia
28:16agricola
28:16degli Stati Uniti
28:17nel 1980
28:18la quota statunitense
28:19delle esportazioni mondiali
28:21di grano
28:21era del 44%
28:23mentre oggi
28:23è scesa
28:24all'11%
28:25Quali strumenti
28:27di politica industriale
28:28in un'epoca
28:28di guerre commerciali
28:29uno studio
28:30del Fondo Monetario
28:31Internazionale
28:31analizza gli errori
28:32da evitare
28:33nell'impostare
28:33i vari strumenti
28:34di politica industriale
28:36Senza acciaio
28:37la corsa
28:37dell'Europa
28:38ai metalli critici
28:39non servirà nulla
28:40ecco perché
28:40la produzione siderurgica
28:42dell'Unione Europea
28:42è scesa
28:43da 160 milioni
28:44di tonnellate
28:45nel 2017
28:46a 126 milioni
28:47nel 2023
28:48con un tasso
28:49di utilizzo
28:50della capacità
28:51paghi al 65%
28:53considerato
28:54insostenibile
28:55risparmiatori
28:56risparmiatori
28:56dei crack
28:56bancari
28:57traditi
28:57due volte
28:58o il rischio
28:59si ripresenta
28:59con banca
29:00progetto
29:01in company
29:01prescrizioni
29:02silenzio
29:02e responsabilità
29:03mancate
29:04migliaia di risparmiatori
29:05traditi
29:06spiega
29:07Vincenzo
29:07Imperatore
29:08dai crack
29:08bancari
29:09vedono svanire
29:10giustizia e memoria
29:11mentre il sistema
29:12resta impunito
29:13e soprattutto
29:14immutato
29:15con il dollaro
29:16in crisi
29:17i mercati
29:17possono comunque
29:18salire
29:19lo spiega
29:19Tommaso
29:20Scarpellini
29:21il crollo del dollaro
29:22spavente mercati
29:23ma lo studio
29:24delle svalutazioni
29:25storiche
29:25nel biglietto verde
29:26mostra come non sempre
29:27questo anticipi
29:28forti e ribassi
29:29in borsa
29:30cosa significa?
29:32questa è l'unica
29:32grande lezione di Trump
29:33a tutti gli investitori
29:35tariffesi
29:35tariffenot
29:36tariffenot
29:36tariffenot
29:37il mercato crolla
29:37del 20%
29:38in poche settimane
29:39per poi recuperare
29:40ancora più velocemente
29:41metà dei ribassi
29:43fa arrabbiare
29:44
29:44sei fatto
29:45market timing
29:46come proteggere
29:48gli asset in dollari
29:49dal rischio di cambio
29:50il dollaro scende
29:51a un nuovo minimo
29:51semestrale
29:52mentre la politica
29:53dei dazi di Trump
29:53genera incertezza
29:55come proteggere
29:55i vostri asset
29:56in dollari
29:57dal rischio di cambio
29:58e questo è spiegato
29:59in questo articolo
30:01recessione in arrivo
30:02potrebbe arrivare
30:03qualcosa di peggio
30:05non commettete
30:05questo errore
30:06questo articolo
30:07di Claudio Cervi
30:08premi nobile
30:09economisti
30:09lanciano l'allarme
30:10la recessione
30:11potrebbe essere
30:11solo l'inizio
30:13di una crisi sistemica
30:14che minaccia
30:14i valori fondamentali
30:16dell'Occidente
30:16l'incertezza
30:18sulle politiche commerciali
30:19è il motore
30:20del nervosismo
30:20dei mercati
30:21ma si aprono finestre
30:22di opportunità
30:23ecco dove
30:24racconta Livio Spadaro
30:25l'incertezza
30:26sulle politiche commerciali
30:27alimenti
30:28rischio di recessione
30:29e stagnazione
30:30eppure ci sono
30:30otto punti favorevoli
30:32da tenere in considerazione
30:33per il prossimo futuro
30:34la verità
30:35che nessuno dice
30:36sul mercato azionario
30:37cinese
30:38le azioni cinesi
30:39scendono
30:39e per quanto
30:40la questione
30:40dei dazi preoccupi
30:41nasconde una verità
30:42scomoda
30:43per le economie
30:43occidentali
30:45perché il mercato
30:45immobiliare
30:46è tornato ad essere
30:47un bene rifugio
30:47tra dazi crescenti
30:48rischio recessione
30:49e tassi incerti
30:50l'immobiliare
30:50torna centrale
30:51come bene rifugio
30:52focus sui
30:54rates
30:54inflazioni
30:55opportunità
30:56nel mercato
30:57nei mercati
30:57sviluppati
30:58perché investire in azioni
31:00rende poco
31:00in Italia
31:01l'investimento azionario
31:02non è sempre
31:03la scelta ottimale
31:03per tutti gli investitori
31:04il contesto fiscale
31:06i costi di gestione
31:07la volatilità
31:07influenza
31:08i risultati finali
31:10banche e dividendi
31:11a piazza affari
31:11c'è un titolo
31:12che rende il 13%
31:14dividendi delle banche
31:15sotto i riflettori
31:15questo titolo
31:16che rende il 13%
31:17non è l'unico
31:18è il momento
31:19di rivedere il portafoglio
31:20ecco i titoli
31:21spiegati in questo articolo
31:22che pagheranno
31:23di più
31:24al David & Dave
31:25come gestire
31:27gli investimenti
31:28e la pensione
31:28con le simulazioni
31:29Monte Carlo
31:30come un'antica
31:31tecnica matematica
31:32rivoluziona
31:32la pianificazione
31:33del futuro economico
31:34non si tratta
31:35di predire il domani
31:36ma di mappare
31:37il campo
31:38delle possibilità
31:39viaggiare in aereo
31:40sta diventando
31:41più pericoloso
31:42una serie di incidenti
31:44ha gettato
31:44una nuova luce
31:45sulla sicurezza aerea
31:46ma oggi
31:47è davvero così
31:48pericoloso
31:49viaggiare in aereo
31:50e con questa domanda
31:51qui è l'ultima
31:53segnalazione
31:54di questa settimana
31:55dall'Area Premium
31:56di Moni.it
31:56il link è in descrizione
31:57ad alcuni degli articoli
31:58di cui abbiamo parlato
32:00c'è anche il link
32:00per abbonarvi
32:02con il codice sconto
32:03YouTube 30
32:04che vedete in alto
32:05io ringrazio molto
32:07ovviamente
32:07per essere stato
32:08con me
32:09Alberto De Pasquale
32:12tanti auguri
32:12di buona Pasqua
32:13e a presto
32:15grazie
32:16alla prossima
32:16grazie a tutti
32:19grazie a tutti