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Trascrizione
00:00Inclassificabile, mutevole, ironico e inquieto, sono quattro aggettivi che spesso capita di
00:09trovare associati al lavoro di Thomas Schütte, artista tedesco, cui punta della dogana a
00:13Venezia, dedica la prima grande retrospettiva in Italia intitolata Genealogies, un viaggio
00:18che in fondo ha a che fare con le domande fondamentali sull'umano, ma che prende spesso
00:22forme inattese e stranianti, e la mostra si muove lungo due filoni intrecciati.
00:26Il primo percorso, ha detto la scagnusca Mimmo Renaud, cocuratrice della mostra, riguarda
00:34la scultura.
00:35Abbiamo 50 pezzi della collezione di François Pinot, che sono davvero al centro della mostra,
00:39la maggior parte di loro sono veri capolavori e li erano già stati esposti prima, e poi
00:44il secondo percorso che ha un dialogo con la scultura e riguarda il disegno, e la maggior
00:48parte di queste opere non sono mai state viste, come quella alle mie spalle che è una serie
00:52di dipinti su grandi striscioni, è un secondo filone narrativo che va dagli anni settanta
00:56a oggi ed è un universo che si muove in parallelo rispetto a quello della scultura.
01:00La mostra veneziana vuole mettere in evidenza come la produzione su carta disciutte sia
01:09centrale anche nel lavoro, più noto al grande pubblico, delle sculture, che pure nella loro
01:13imponenza restano degli esempi chiari di non monumentalità e di non retorica, i corpi
01:18sono indefinibili, i proteiformi forse ibridi, le gambe affondano nel fango e l'identità è
01:23un'illusione. Non si capisce come interpretare queste figure umane, ha aggiunto Jean-Marie
01:31Galet, curatore della Pinot Collection e cocuratore della mostra, e c'è un collegamento con la storia
01:35dell'arte, fin dall'inizio dell'umanità, rappresentiamo corpi umani, rappresentiamo gli
01:39altri, e la mostra è piena di domande affascinanti su come possiamo rappresentare qualcun altro.
01:44Domande che, come è giusto che sia, non diventano mai risposte, ma prendono tante
01:51possibili diverse strade, fino a convincerci che il punto di tutta la mostra è la nostra
01:55partecipazione a un mistero, probabilmente quello del nostro stesso essere umani.
02:00Non è un mistero la realizzazione, ha aggiunto Galet, questo è molto visibile, si vedono tutte
02:07le tacce degli utensili, si vede a volte una certa struttura, si vedono i materiali che usa,
02:12acciaio, bronzo, vetro, ma anche argilla, e si vedono molte tacce della fabbricazione,
02:16ma il mistero è nell'interpretazione, e questa rimane aperta.
02:20Tra tante suggestioni possibili, tra le quali anche una sorta di tassonomia delle forme
02:28delle immaginarie di Thomas Schutt, ce n'è una che invece riguarda la storia espositiva recente
02:32di Punta della Dogana, come se un sottilissimo filo legasse in modo invisibile, ma presente,
02:38le grandi mostre che sono state ospitate qui, e che in questo caso può prendere la forma di
02:42Echi delle esposizioni di Damien Hirst del 2017, così come di quella del 2024 di Pierre Huyghe,
02:48entambe, a nostro avviso, indimenticabili.

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