https://www.pupia.tv - Bologna - CASA. BOLOGNA, SOS INQUILINI: NUOVA PROPRIETÀ VUOL BUTTARCI FUORI
Bologna, 2 apr. - Nei mesi scorsi l'istituzione Asili infantili di Bologna ha venduto due palazzi di via Orfeo (27/2 e 29) e subito la nuova proprietà ha prospettato agli affittuari presenti la possibilità di risolvere i contratti, motivandola con la necessità di ristrutturare gli immobili per motivi di sicurezza. Ma gli inquilini hanno deciso di unire le forze per chiedere "chiarezza" su tutta l'operazione e che vengano rispettati i "diritti basilari" di chi vive negli appartamenti. La vicenda coinvolge, tra i due civici, oltre 20 famiglie. Si parla di affitti calmierati e alcuni degli inquilini vivono in via Orfeo anche da una trentina d'anni. Ma a fine gennaio "abbiamo ricevuto una comunicazione da parte della storica proprietà, l'istituzione Asili infantili- spiega uno degli inquilini, Patrizio Del Bello- che aveva provveduto a vendere i palazzi alla srl bolognese Giotto e, quindi, dal mese successivo avremmo semplicemente corrisposto il canone alla nuova proprietà". Il 4 marzo però "abbiamo ricevuto una comunicazione dal legale della Giotto che in termini poco giuridici, senza nessun riferimento normativo- prosegue Del Bello- e paventando delle criticità strutturali degli appartamenti, ci chiedeva di accettare bonariamente una soluzione alternativa, sottoscrivendo un nuovo contratto in via Agucchi", in un immobile della stessa società. La richiesta era insomma quella di "lasciare in sostanza gli appartamenti. Il legale, interpellato da alcuni di noi, tagliava corto dicendo che se non avessimo accettato ci saremmo visti in tribunale", aggiunge Del Bello. Nella lettera, la proprietà dava 15 giorni di tempo per un riscontro. Significa "comunicare dal giorno alla mattina che non si può più vivere in questi appartamenti", dice Del Bello, parlando di "comunicazione intimidatoria e figlia di un certo sentimento predatorio". Gli inquilini hanno quindi deciso di nominare dei propri legali, che si sono rivolti alla Giotto "chiedendo quali erano i titoli per chiedere di liberare gli appartamenti, se ci fossero provvedimenti dell'autorità pubblica che statuivano il fatto di essere in una situazione di pericolosità- riferisce Del Bello- e se c'erano date di inizio lavori o autorizzazioni da parte degli enti pubblici. Non ci è stato fornito nulla". In altri termini, il messaggio inviato alla Giotto è stato: "Noi abbiamo un contratto, se avete qualcosa in mano che può portare alla risoluzione del contratto- sintetizza Del Bello- mostratecela, ma questo non è avvenuto". Tra l'altro, vicino ai palazzi c'è anche un asilo e i genitori, riferiscono i residenti, hanno saputo che la struttura continuerà a funzionare anche durante i lavori, fatta eccezione per il cortile: "Ma se sta crollando l'immobile come può restare un asilo con 60 bambini?", si chiede Del Bello. Intanto diversi inquilini hanno contratti che scadono nel 2027, 2028 o 2029 e, quindi, dice Del Bello
Bologna, 2 apr. - Nei mesi scorsi l'istituzione Asili infantili di Bologna ha venduto due palazzi di via Orfeo (27/2 e 29) e subito la nuova proprietà ha prospettato agli affittuari presenti la possibilità di risolvere i contratti, motivandola con la necessità di ristrutturare gli immobili per motivi di sicurezza. Ma gli inquilini hanno deciso di unire le forze per chiedere "chiarezza" su tutta l'operazione e che vengano rispettati i "diritti basilari" di chi vive negli appartamenti. La vicenda coinvolge, tra i due civici, oltre 20 famiglie. Si parla di affitti calmierati e alcuni degli inquilini vivono in via Orfeo anche da una trentina d'anni. Ma a fine gennaio "abbiamo ricevuto una comunicazione da parte della storica proprietà, l'istituzione Asili infantili- spiega uno degli inquilini, Patrizio Del Bello- che aveva provveduto a vendere i palazzi alla srl bolognese Giotto e, quindi, dal mese successivo avremmo semplicemente corrisposto il canone alla nuova proprietà". Il 4 marzo però "abbiamo ricevuto una comunicazione dal legale della Giotto che in termini poco giuridici, senza nessun riferimento normativo- prosegue Del Bello- e paventando delle criticità strutturali degli appartamenti, ci chiedeva di accettare bonariamente una soluzione alternativa, sottoscrivendo un nuovo contratto in via Agucchi", in un immobile della stessa società. La richiesta era insomma quella di "lasciare in sostanza gli appartamenti. Il legale, interpellato da alcuni di noi, tagliava corto dicendo che se non avessimo accettato ci saremmo visti in tribunale", aggiunge Del Bello. Nella lettera, la proprietà dava 15 giorni di tempo per un riscontro. Significa "comunicare dal giorno alla mattina che non si può più vivere in questi appartamenti", dice Del Bello, parlando di "comunicazione intimidatoria e figlia di un certo sentimento predatorio". Gli inquilini hanno quindi deciso di nominare dei propri legali, che si sono rivolti alla Giotto "chiedendo quali erano i titoli per chiedere di liberare gli appartamenti, se ci fossero provvedimenti dell'autorità pubblica che statuivano il fatto di essere in una situazione di pericolosità- riferisce Del Bello- e se c'erano date di inizio lavori o autorizzazioni da parte degli enti pubblici. Non ci è stato fornito nulla". In altri termini, il messaggio inviato alla Giotto è stato: "Noi abbiamo un contratto, se avete qualcosa in mano che può portare alla risoluzione del contratto- sintetizza Del Bello- mostratecela, ma questo non è avvenuto". Tra l'altro, vicino ai palazzi c'è anche un asilo e i genitori, riferiscono i residenti, hanno saputo che la struttura continuerà a funzionare anche durante i lavori, fatta eccezione per il cortile: "Ma se sta crollando l'immobile come può restare un asilo con 60 bambini?", si chiede Del Bello. Intanto diversi inquilini hanno contratti che scadono nel 2027, 2028 o 2029 e, quindi, dice Del Bello
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