• l’altro ieri
I giornali dei partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, rigorosamente vietati e messi all’indice dal regime, costituivano infatti l’unico “microfono” aperto con i cittadini esterni all’organizzazione partigiana. Erano l’unico strumento mediatico. In questa puntata di avvicinamento al 25 aprile vediamo dunque come era organizzata e soprattutto diffusa la stampa clandestina in quella Torino presidiata dai nemici e quali fossero le difficoltà e i rischi quotidiani che correvano i gestori di tale mezzo di informazione.  

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Trascrizione
00:00In quei giorni del marzo-aprile 1945 gli obiettivi dei partigiani erano due, da un
00:09lato riuscire a continuare a dare un messaggio alla cittadinanza torinese che i partigiani
00:15c'erano, che stavano presidiando ormai i confini daziari della città e che erano pronti
00:22allo scontro finale, ma dall'altro nello stesso tempo informare il nemico, gli avversari,
00:28i nazifascisti che si stava per giocare la partita decisiva per la liberazione della
00:34città. In questo tipo di obiettivi c'era la necessità di una stampa clandestina, di
00:40una continua informazione clandestina a tutti i torinesi che ce l'avremmo fatta. In questa
00:47puntata raccontiamo, grazie anche a Franco Venturi, quelli che erano gli organi di diffusione
00:52della comunicazione in quella Torino presidiata da ben 16 polizie fasciste.

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