Roma, 4 mar. (askanews) - A cosa può arrivare un comico quando attraversa una crisi creativa? Maccio Capatonda ce lo racconta nella serie "Sconfort Zone", su Prime Video dal 20 marzo. Sei episodi in cui l'attore interpreta sé stesso, in un momento di totale mancanza di ispirazione, mentre viene spinto da uno psicologo a intraprendere una terapia d'urto: uscire dalla sua confort zone affrontando le sue più grandi paure, dalla morte all'ansia di perdere il controllo, dalla dipendenza affettiva all'attaccamento ai beni materiali. "Per immedesimarmi e per scrivere meglio questa serie ho paradossalmente non avuto più idee per scrivere questa serie. - ha spiegato l'attore - Quindi sono entrato in un loop infernale che mi ha fatto deprimere. Ne sono uscito con l'aiuto degli altri autori che mi hanno aiutato a scavare dentro di me, perché poi è una serie autobiografica alla fine". Con la Gialappa's Maccio ha iniziato a lavorare 20 anni fa, mentre 10 anni fa ha diretto e interpretato il suo primo film. Con "Lol", però, ha avuto la grandissima popolarità che forse lo ha messo un po' in crisi. Quella confort zone di successo lo ha portato a guardarsi indietro, al disagio che provava da bambino nella sua Chieti, in famiglia, e alla volontà di trasformarlo in comicità. "Io avevo chiamato i miei veri genitori per fare il provino, erano bravissimi a litigare, ma litigavano e basta. - ha ironizzato Maccio - Per un mese sono stato indeciso se prendere loro o gli altri, poi alla fine mi sono deciso e ho preso gli altri. E meno male perché gli altri erano attori, altrimenti sarebbe stato un incubo. Una sconfort zone il triplo di quella che è stata".
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