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All'inizio degli anni sessanta, il capitano dei carabinieri Carlo Arcuti, dopo lo scandalo provocato dalla sua relazione con la baronessa Barbara Greenberg Altamura, ritorna in Sicilia, a Catania, richiamato dal colonnello Valente per indagare su un uomo d'affari marsigliese in viaggio in Italia, tale Didier Martenne. Arcuti pedina Martenne e conferma i sospetti del colonnello Valente: l'Onorata Società sta cercando di far sorgere raffinerie di droga in Sicilia per controllare il traffico di stupefacenti tra Turchia e Stati Uniti d'America; Martenne in realtà è un esperto nella raffinazione di eroina ed è stato chiamato in Sicilia sotto le vesti di un rappresentante di fertilizzanti.

Le indagini di Arcuti conducono di nuovo il capitano verso Barbara Greenberg in Altamura, il suo vecchio amore che gli ha rovinato la vita, da poco dimessa da una clinica psichiatrica, il cui marito, il barone Francesco, a seguito dello scandalo provocato dalla relazione tra Arcuti e la moglie, ha lasciato il suo paese natale Trettorri, vendendo la villa di famiglia, e si è trasferito proprio a Catania, in una villa del centro storico della città etnea, insieme alla cugina, ed è ora divenuto un banchiere, coinvolto nel nascente traffico di droga. Barbara accetta la proposta di Arcuti di spiare le mosse del marito, tornando a vivere con lui nella sua nuova casa ed inscenando un riavvicinamento all'uomo ma, scoperta, rischia la morte e si salva grazie all'intervento di un mafioso senza scrupoli, tale Turi Mondello. Questi è stato mandato dall'avvocato Torrisi, socio in affari del barone, nella villa di quest'ultimo come autista e, forse innamorato della donna, salva Barbara, che viene creduta morta per parecchio tempo. Invece si scoprirà che i cadaveri rinvenuti sono, oltre che del barone Altamura, quello della cugina. Dopo aver regolato i conti con l'avvocato Torrisi e il fratello Carmine, che aveva ucciso involontariamente suo cognato e approfittato della sorella Teresa, Turi si pone a capo della cosca locale, assicura il monopolio del traffico degli stupefacenti agli altri boss e fornisce all'Onorata Società l'appoggio dell'assessore corrotto Calogero Cinisi, che sotto la minaccia di Turi, attraversa la vicenda da grande calcolatore e da manovratore occulto.

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