PALERMO (ITALPRESS) - “I giornalisti sono considerati nemici della criminalità molto più degli stessi magistrati e delle forze dell’Ordine: loro fanno parte delle regole del gioco nella guerra tra guardie e ladri, mentre i giornalisti sono considerati una minaccia perché attraverso la cronaca e la diffusione dei dati di cui vengono a conoscenza minacciano la reputazione”. A dirlo è il presidente della commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici a margine di un incontro con i giornalisti nella sede dell’Ordine, in via Bernini a Palermo. “La lotta alla mafia si fa sul piano repressivo e su questo vediamo che oggi qualcosa non funziona - prosegue Cracolici - I magistrati stessi hanno denunciato quello che succede dentro le carceri: oggi la cupola, più che essere un luogo fisico, rischia di diventare la chat di un telefonino. In alcuni casi il carcere costituisce un salto di carriera, ma quando attraverso l’informazione viene messa a fuoco l’attività della criminalità nei territori questo viene considerato ancora più pericoloso. È giusto che io oggi sia qui a sostenere il lavoro dei giornalisti, sia di coloro che lo fanno per professione sia di quei ragazzi che si stanno avviando alla professione e provano a fare del giornalismo un atto di libertà“. xd8/vbo/gtr
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00:00I giornalisti sono considerati nemici della criminalità molto di più rispetto agli stessi magistrati, alle forze dell'ordine, perché quelli quasi quasi, come dire, fa parte delle regole del gioco, cioè nella guerra tra guardie e ladri ognuno ha un suo ruolo.
00:23I giornalisti invece sono considerati una minaccia perché il giornalista attraverso la sua cronaca, la diffusione dei dati di cui viene a conoscenza, minaccia la reputazione dei mafiosi.
00:39Questo è un tema di rimente. La lotta alla mafia si fa sul piano repressivo, vediamo quello che sta succedendo anche sulla repressione che qualcosa non funziona. Pensiamo alla stessa denuncia che i magistrati hanno fatto rispetto a quello che succede dentro le cacce.
01:10Ma al di là di questo i giornalisti colpiscono sul terreno reputazionale perché i mafiosi mettono il conto in carcere, anzi in alcuni casi il carcere costituisce un salto di carriera, un salto di qualità.
01:25Ma quando viene messa a fuoco la conoscenza delle attività che nei territori viene svolta dalla criminalità attraverso l'informazione, questo viene considerato persino più pericoloso. Ecco perché i giornalisti sono una categoria attenzionata dai mafiosi.