• l’altro ieri
ROMA (ITALPRESS) - “Oggi sappiamo che il vantaggio in termini di sopravvivenza dato dagli inibitori PARP alle pazienti con mutazione BRCA1 o BRCA2 si osserva anche in altre pazienti con deficit di ricombinazione omologa, ampliando la platea di beneficiarie dal 20% a quasi il 50% delle pazienti con carcinoma ovarico.” Lo ha detto Nicola Normanno, Direttore Scientifico IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) “Dino Amadori”, intervenuto a The Watcher Talk Salute, il format di Urania TV.
“Abbiamo assistito a una progressiva riduzione della mortalità per carcinoma ovarico, coincidente con l’introduzione di questi farmaci - ha aggiunto Normanno -. Dati recenti mostrano anche una riduzione dell’incidenza della malattia, probabilmente dovuta all’individuazione delle famiglie ad alto rischio tramite test genetici e alla possibilità di intervenire con chirurgia preventiva e diagnosi precoce. Investire in test e nuove tecnologie per diagnosi sempre più precise è fondamentale per migliorare la prevenzione e il trattamento della malattia"
fsc/gtr
(Fonte video: Utopia Studios)

Categoria

🗞
Novità
Trascrizione
00:00Noi sappiamo che quel vantaggio in termini di sopravvivenza che questa classe di farmaci,
00:09i bidoni di PARP dà alle pazienti che hanno una mutazione di BRCA1, BRCA2, in realtà
00:15lo possiamo osservare anche in altri pazienti che pur non avendo una mutazione di BRCA1,
00:22BRCA2 hanno tuttavia un deficit della ricombinazione omologa e quindi questo è ampliato dal 20%
00:29a quasi il 50% delle pazienti con carcinoma ovarico che possono beneficiare di un trattamento
00:36di bidoni di PARP.
00:37Ora questa quota però di pazienti che hanno un deficit di ricombinazione omologa ma non
00:43hanno la mutazione di BRCA1 è naturalmente un gruppo piuttosto eterogeneo che è legato
00:48a diversi meccanismi, non entro nei dettagli ma sono meccanismi di natura sia genetica
00:53che non genetica, che comunque determinano questa caratteristica di deficit di ricombinazione
00:59ovvero incapacità di andare a riparare danno al DNA che poi determina la suscettibilità
01:05a inhibito di PARP.
01:06Ora come mai c'è una riduzione delle incidenze di carcinoma ovarico?
01:09Noi stiamo facendo questi test genetici che ci consentono di individuare le famiglie ad
01:14alto rischio nelle quali con chirurgia preventiva, con diagnosi precoce, noi possiamo ridurre
01:20incidenze e mortalità.
01:22Questo credo sia un messaggio molto importante anche per la politica, per chi praticamente
01:27deve pagare questi test perché noi ragioniamo oggi in sanità in termini di silos, il costo
01:35del test è alto, il costo del farmaco è alto, dovremmo cominciare invece a vedere
01:39quali sono le ricadute a 360° dell'introduzione di una nuova pratica diagnostica e terapeutica,
01:45qui stiamo riuscendo a ridurre l'incidenza del tumore con degli sparmi notevoli per il
01:52sistema sanitario nazionale, oltre che naturalmente ricadute prevente benefici per tutti i nostri
01:57concittadini e i nostri pazienti, ma anche i concittadini perché molti di questi non
01:59sono ammalati, le persone che hanno una mutazione e ancora non sono ammalate noi possiamo intervenire
02:03in precocemente.
02:04Sono popolazioni nelle quali qui all'Isti Meddola stiamo sviluppando nuove tecnologie
02:09per arrivare a diagnosi precoce e ancora più precisa, sono popolazioni su cui noi dovremmo
02:13concentrare tutta la nostra attenzione e anche i nostri sforzi dalla comunità scientifica
02:17ma direi anche i finanziamenti perché lì noi possiamo veramente fare la differenza.