(askanews) - È un viaggio nel mistero e nella grandezza della "divina" Duse, the Greatest, il documentario scritto e diretto da Sonia Bergamasco, nei cinema dal 3 febbraio, con un'anteprima il 25 gennaio al Sudestival, il festival lungo un inverno della Città di Monopoli. Partendo dalle poche tracce rimaste della grande attrice di teatro, le fotografie, le lettere, i testi, l'unico film, Cenere, Bergamasco mostra come lei rivoluzionò i codici della recitazione con la sua "verità".
«Aveva una tecnica così affilata, così magistrale che non si vedeva più, mentre una grandissima sua contemporanea, Sara Bernhardt, aveva una tecnica eccelsa ma si vedeva. Era un gioco a mostrare mentre, mentre per Eleonora Duse era un gioco a nascondere, sottrarre».
Anche Charlie Chaplin rimase affascinato dalla Duse
Duse conquistò Charlie Chaplin, che la definì la più grande artista del mondo; fu venerata in Italia e negli Stati Uniti. Un 20enne Lee Strasberg la vide a teatro e a lei si ispirò per il suo metodo di recitazione: «Non si capiva che stava recitando», dice in un filmato mostrato nel documentario. Divina ma mai diva, capocomica oltre che attrice, Duse fu anche amatissima dal pubblico femminile della sua epoca. Bergamasco ha spiegato: «Lei aveva scelto ruoli e personaggi che parlavano al presente, che parlavano la stessa lingua delle donne che venivano a teatro, quindi c'era un rispecchiamento molto forte, anche donne eversive, o crudeli, o assassine, o donne che soffrivano molto, soffrivano tradimenti, ingiustizie, però sceglieva di parlare una lingua anche quotidiana».
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«Aveva una tecnica così affilata, così magistrale che non si vedeva più, mentre una grandissima sua contemporanea, Sara Bernhardt, aveva una tecnica eccelsa ma si vedeva. Era un gioco a mostrare mentre, mentre per Eleonora Duse era un gioco a nascondere, sottrarre».
Anche Charlie Chaplin rimase affascinato dalla Duse
Duse conquistò Charlie Chaplin, che la definì la più grande artista del mondo; fu venerata in Italia e negli Stati Uniti. Un 20enne Lee Strasberg la vide a teatro e a lei si ispirò per il suo metodo di recitazione: «Non si capiva che stava recitando», dice in un filmato mostrato nel documentario. Divina ma mai diva, capocomica oltre che attrice, Duse fu anche amatissima dal pubblico femminile della sua epoca. Bergamasco ha spiegato: «Lei aveva scelto ruoli e personaggi che parlavano al presente, che parlavano la stessa lingua delle donne che venivano a teatro, quindi c'era un rispecchiamento molto forte, anche donne eversive, o crudeli, o assassine, o donne che soffrivano molto, soffrivano tradimenti, ingiustizie, però sceglieva di parlare una lingua anche quotidiana».
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00:00Nel 1968, Suor Mary Mark, figlia di Enrichetta, decide di donare alla Fondazione Cini tutto quello che ancora possiede della nuova materna.
00:11E' un viaggio nel mistero e nella grandezza della divina Doose The Greatest, il documentario scritto e diretto da Sonia Bergamasco,
00:19nei cinema dal 3 febbraio con un'anteprima il 25 gennaio al Sudestival, il festival lungo l'inverno della città di Monopoli.
00:27Partendo dalle poche tracce rimaste della grande attrice di teatro, le fotografie, le lettere, i testi, l'unico film a cenere,
00:36Bergamasco mostra come lei rivoluzionò i codici della recitazione con la sua verità.
00:44Aveva una tecnica così affilata, così magistrale, che non si vedeva più.
00:52Mentre una grandissima sua contemporanea, Sara Bernard, aveva una tecnica eccelsa, ma si vedeva.
01:00Era un gioco a mostrare, mentre per Eleonora Doose era un gioco a nascondere, sottrarre.
01:10Doose conquistò Charlie Chaplin che la definì la più grande artista del mondo.
01:15Fu venerata in Italia e negli Stati Uniti.
01:18Un ventenne Lee Strasberg la vide a teatro e a lei si ispirò per il suo metodo di recitazione.
01:25Non si capiva che stava recitando, dice in un filmato mostrato nel documentario.
01:30Divina ma mai diva, capocomica oltre che attrice, Doose fu anche amatissima dal pubblico femminile della sua epoca.
01:39Lei aveva scelto un repertorio e personaggi femminili che parlavano al presente,
01:46che parlavano la stessa lingua delle donne che venivano a teatro, delle persone che venivano a teatro.
01:54E quindi c'era un rispecchiamento molto forte.
01:58E anche donne eversive, donne o crudeli o assassine o donne che soffrivano molto,
02:07che soffrivano intradimenti, soffrivano ingiustizie, però sceglieva di parlare una lingua anche quotidiana.
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