• mese scorso
Conduce Marina Turco
Trascrizione
00:00Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
00:17Ben trovati, questo è TGS7, il nostro rotocalco settimanale.
00:21Domani è il 25 novembre, giornata internazionale dedicata all'impegno contro la violenza sulle donne.
00:28Un appuntamento al quale ci siamo preparati nei giorni scorsi anche attraverso la nostra testata giornalistica.
00:35Oggi ricordiamo una donna, una donna siciliana palermitana uccisa a 25 anni.
00:42Ha pagato su un doppio fronte, essersi opposta alla mafia nella sua famiglia
00:48ed essersi opposta ad uno stereotipo, quello che qualcuno in famiglia potesse decidere per suo conto chi sposare o meno.
00:56Lo facciamo con suo figlio, stiamo parlando del figlio di Lia Pipitone e saluto qui in studio da noi Alessio Cordaro.
01:03Ben trovato, benvenuto a TGS.
01:06Grazie Maria, un piacere.
01:07Abbiamo preparato una scheda per raccontare cosa avvenne quell'anno, era il 1983,
01:14erano tempi moderni, contemporanei nei quali le donne sceglievano già allora.
01:20Lia Pipitone lo fece ma questo non le fu perdonato.
01:24Ci racconta Giorgio Mannino.
01:27Nata per la libertà e per questo uccise.
01:30Lia Pipitone nasce a Palermo, suo padre non è un uomo qualunque.
01:34Antonino Pipitone, boss del quartiere Acquasanta, uomo fidatissimo di Totò Rina.
01:39Lia cresce in una famiglia di mafia, con gli anni si ribelle e con coraggio si oppone alla figura ingombrante del padre.
01:46Riesce persino a frequentare il liceo ma il padre le tarpa le ali.
01:51Lia qualche anno più tardi fugge da casa con il fidanzato Gero.
01:55Da quell'amore ancora cerbo nasce un bambino, Alessio, ma il boss non si arrende e costringe la figlia a tornare a casa.
02:02La giovane Lia però è una donna libera, contesta il padre e non accetta l'idea di far crescere il figlio in quell'ambiente di mafia.
02:10Intanto l'amore con Gero finisce.
02:12Per Antonino Pipitone è un nuovo affronto alle regole di Cosa Nostra, un disonore.
02:17Dagli affiliati del clan è sospettata di frequentare un lontano cugino, Simone Di Trapnich, e diventa il suo miglior amico.
02:23Ma nel quartiere si mormora che i due abbiano una relazione extraconiugale.
02:27Solo voci false messe in giro anche dentro il clan per giustificare il suo assassino che avviene a Palermo il 23 settembre 1983.
02:37La città in quegli anni caldissimi è un mattatoio.
02:40Lia entra in una sanitaria in via Papa Sergio.
02:43All'improvviso arrivano due uomini che nel tentativo di rapinare la cassa del negozio le sparano.
02:49Ma la rapina è un depistaggio.
02:51Lia more sul colpo, aveva 25 anni.
02:54Seguono anni e anni di indagini confuse, aperte, chiuse e poi riaperte.
02:59Di depistaggi, di voci spifferate, dei collaboratori di giustizia, sin quando nel 2018 vengono condannati come mandanti del delitto i bossi Vincenzo Galatolo e Antonio Madonia.
03:09Lo scorso aprile la Cassazione conferma le condanne.
03:12Lia Pipitone è vittima di mafia, eppure la Regione Siciliana non le riconosce lo status di vittima innocente di mafia.
03:20Sul luogo del delitto il Comune di Palermo non ha ricordato Lia con una targa.
03:24Ci hanno dovuto pensare i ragazzi dell'Associazione Libera a rendere omaggio alla sua memoria.
03:30La targa però è stata rimossa lo scorso settembre, perché in quel quartiere il nome di Lia dà ancora fastidio.
03:36L'Associazione Mille Colori Hollus di Palermo ha fondato il centro antiviolenza intitolato alla memoria di Lia Pipitone, nata per la libertà e per questo uccisa.
03:47Alessio Cordaro, avevi 4 anni quando tua mamma è stata uccisa.
03:53Ovviamente il ricordo è pressoché inesistente, ma una vita dedicata alla memoria di questa ragazza.
04:01Qual è l'ispirazione che più ti muove in questi anni di grande comunicazione anche all'esterno per rivendicare i diritti di questa giovane donna?
04:14Emotivamente tutt'oggi è parecchio oneroso da parte mia affrontare quello che è stato il breve percorso di vita di mamma.
04:21Indubbiamente una forte spinta è data dall'incontro soprattutto con le nuove generazioni, che ho sempre sottovalutato se devo essere sincero.
04:29Ma nei quali posso riscontrare, visto che periodicamente faccio incontri con le scuole,
04:35che qui tutti hanno, seppur gli eventi successi a mamma risalgono a 40 anni fa,
04:42quindi con una dinamica e un modo superandi che è distante dalla realtà odierna,
04:47i ragazzi di oggi hanno voglia di conoscere e di lottare contro questa realtà infelice che purtroppo tutt'oggi affligge ancora la nostra terra.
04:54Sei cresciuto senza di lei, come sei cresciuto?
04:57Sono cresciuto con non poche difficoltà.
05:01Indubbiamente la mancanza di una madre nella caraccita di un bambino, almeno nel mio caso specifico, ha lasciato una voragine non colmabile.
05:10Però mi motiva l'idea che a raccontare e condividere la sua storia possa servire a dare coraggio e forza a coloro che ad oggi affrontano problematiche simili alle sue
05:22o con un qualsiasi forma di soppruso nei confronti delle violenze verso le donne, per esempio.
05:27E di fatto quello che ha subito è una doppia violenza, una violenza di carattere mafioso e una violenza di genere,
05:33perché è stata isolata all'interno della famiglia.
05:37La famiglia Pipitone, quanta distanza fra te e loro?
05:40Un abisso. Quando ho preso consapevolezza di chi era il padre di mia madre, l'unica strada per me percorribile è stata quella di prendere le distanze.
05:51All'epoca decidemmo con papà addirittura di allontanarci da Palermo e da tutta quella che era la famiglia materna.
05:58E invece poi il ritorno, perché casa vostra è casa vostra, è così?
06:03Assolutamente sì, casa mia oggi è casa che era di mamma all'epoca.
06:08Io continuo ad abitare nel quartiere dove ha vissuto mamma e ne vado orgoglioso di ciò.
06:14Sono dell'idea che dobbiamo riattribuirci territori che ci sono stati indebitamente sottratti dalla criminalità organizzata e non scappare e lasciargli lì.
06:23Ci sono stati segnali di fastidio, li definiamo così, se non di minaccia, tuttavia. Ci puoi raccontare cosa è accaduto?
06:30Più di recente, come è venuto fuori dalla cronaca, per esempio abbiamo installato con la Mille Colori Onlus una panchina in ricordo di mamma in via Mieraio Rizzo,
06:39via di residenza della famiglia Pipitone, e quest'ultima è stata addirittura sradicata dal suolo dove era stata installata.
06:47Questo è chiaramente un atto rivendicativo e di intimidazione.
06:53Identamente il nome di mamma e l'immagine di mamma dà ancora fastidio ai poteri mafiosi.
07:00Scorre quel sangue anche nelle tue vene, se lo senti dentro lo rigetti completamente? Che rapporto hai con questo passato?
07:09Lo sento e ne vado orgoglioso se devo essere sincero.
07:14Ma quello di tua mamma però?
07:17Assolutamente sì. Consideri che io sono il primo nipote di ambo due le famiglie, possibilmente si ospicavano in un presunto eroe della dinastia,
07:26invece hanno il loro pioggia e il rimo nemico.
07:29Se c'è qualcosa che mi gratifica ad oggi è la possibilità di lottare e di dare supporto in questo dare una valenza alla prematura scomparsa di mamma.
07:38Hai dimostrazioni di fastidio anche dalla gente del quartiere? Sei lì un po' a sfidarli se vogliamo? Come funziona il tuo rapporto col territorio?
07:49Ad essere franco no. Nel senso che chi mi conosce e mi conosce anche a prescindere dalla storia di mamma,
07:56da quando è a conoscenza anche di questi dettagli della vita e del vissuto di mamma stessa, ne è orgoglioso di avermi tra le sue conoscenze.
08:05Non ti nascondo che secondo me chi non sposa questa idea di vita, anzi probabilmente supporta ancora quelli che sono gli ambienti criminali,
08:13mi evita a prescindere. Probabilmente c'è una forma di timore nel senso dell'avere un rapporto.
08:21Ti tengono a distanza debita? Probabilmente sì.
08:25Lei era molto bella, anche molto intelligente, molto ribelle. Cosa ti dice tuo padre? Le assomigli?
08:31Sì e non solo papà. Tutta la famiglia mi dicono che evidentemente io non ho avuto modo di conoscere la mamma.
08:38Come dicevamo all'inizio avevo appena quattro anni, ero poco più di un bambino all'epoca, per cui non ho ricordi tangibili del vissuto di mamma e di chi era.
08:47Però chi ha avuto modo di conoscerla ad oggi continua a dirmi che vede tanto di lei in me.
08:53Evidentemente ho ereditato da quest'ultima la voglia di libertà e di indipendenza e di questo non posso che esserne orgoglioso e di esserti regalato.
09:02Una manifestazione è stata convocata per domani. Coincide la data del 25 novembre con quella della morte di Biagio e Giuditta, due studenti che furono falciati da un'auto di scorta di due giudici, di Paolo Borsellino e di Leonardo Guarnotta.
09:19Ci ricordano queste tre figure, comunque tutte e tre vittime della mafia, tua madre vittima anche di una forma di violenza più sudola, quella che ancora si protrae all'interno delle famiglie mafiose.
09:32È una manifestazione organizzata dalla Sostampa, tu sarai presente?
09:38Sì, sarò assolutamente presente, avrò il piacere di vedere installata una targa commemorativa e ricordo di mamma.
09:45Se posso permettermi, è un po' paradossale perché seppur ad oggi la comunità riconosce mamma in quanto vittima e non solo, anche a livello delle autorità.
09:57In questo caso parlavi della Sostampa, della situazione magistrati, è assurdo che a livello statale il tutto si sia arenato burocraticamente considerando mamma una vittima di serie B.
10:08Perché ad oggi non viene riconosciuta vittima innocente di mafia in quanto figlia di un mafioso, dello stesso mafioso che la condannò a morte e ha consentito il suo uomicidio.
10:16Questo ovviamente non mi fermerà nella battaglia nel riconoscimento, laddove possa avere una valenza e aiutare chiunque abbia difficoltà di questo tipo.
10:24Questo lo racconti, lo scrivi e la tua rivendicazione è in questo libro che hai scritto con il collega Salvo Palazzolo.
10:30Facciamolo vedere, c'è la storia di una famiglia, c'è la ribellione all'interno di una famiglia, c'è un grande simbolo della possibilità di cambiare a Palermo.
10:39Qual è il tuo prossimo passo, da uomo o da figlio di Lia Pipitone prima di lasciarci?
10:45Io continuerò la battaglia. Il passo è sempre lo stesso e me lo porto avanti da 12 anni, da quando Salvo mi prospettò di indagare insieme a lui.
10:53Perché chiaramente mi disse sin da subito che quello che si sapeva non era tutto. Ogni giorno ha sempre più valenza questa ricerca della verità.
11:02E non voglio che il non arrivare a questa verità sia un deterrente per coloro che si trovano ad affrontare le situazioni.
11:09L'ultimissima cosa, tu mi hai raccontato che hai affrontato a viso aperto il padre di Lia Pipitone, quello che era tuo nonno comunque.
11:18Come fu questo colloquio? Te la senti di raccontarcelo?
11:21Sì, io con molta franchezza all'epoca ero poco più di un adolescente.
11:27A un certo punto avevo voglia e necessità, più che voglia, di sapere in prima persona da lui cosa ne sapesse.
11:34Quindi andai a trovarlo a casa per chiederne quanto lui sapesse di quello che era successo a mamma.
11:40Lì mi fu detto che era il caso di uscire fuori in balcone a parlarne perché casa poteva essere dissimilata ai microspie.
11:46Una volta fuori mi disse che non ne sapeva nulla, che lui non era parte in causa.
11:51In realtà era una risposta che pensavo che mi avesse dato, ma che mi rendo conto non mi sarebbe stata.
11:57Perché sono dell'idea che in un modo o nell'altro le scelte di vita di suo padre hanno condizionato la prematura scomparsa di mamma
12:03così come la vita di tutti coloro che gli sono stati accanto.
12:06Grazie Alessio Cordaro, davvero auguri in bocca al lupo.
12:09Grazie, vive il lupo.
12:11Ci fermiamo fra poco alla seconda parte di TGS7.
12:15Rieccoci in studio, parliamo ancora del 25 novembre, domani una giornata importante.
12:21Parliamo dei reati, di maltrattamento, violenze e stalking.
12:25Le denunce sono triplicate al Tribunale di Palermo.
12:28Dal 2020 a questa parte c'è stata proprio un'impennata di segnalazioni.
12:32La Procura ha destinato un gruppo di magistrati a questa fattispecie di reati.
12:38Ne abbiamo parlato con Laura Vaccaro, procuratore aggiunto,
12:41la quale sottolinea come non si siano registrati i femminicidi a Palermo
12:46anche grazie alla rapidità con cui l'autorità interviene dopo le segnalazioni.
12:52Non solo, Laura Vaccaro non è un pubblico mistero qualsiasi.
12:57Ecco lei che ha sostenuto l'accusa nel processo probabilmente più raccontato degli ultimi anni a Palermo.
13:06Quello ai responsabili dello stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo del 2023.
13:12Ecco l'intervista che abbiamo realizzato con lei al Palazzo di Giustizia.
13:16Dottoressa Vaccaro, il 2024 si chiude probabilmente con uno degli anni più complicati
13:23sul piano dei processi che hanno riguardato reati contro donne, contro giovani donne.
13:32Che bilancio ha fatto? Siamo alla fine dell'anno.
13:35Il bilancio potrebbe essere duplice, nel senso se volessimo guardare soltanto ai dati di questo ufficio
13:46della Procura di Palermo, il bilancio ci preoccupa per quanto riguarda i numeri
13:53che registrano un trend in preoccupante crescita ormai da qualche anno.
13:59Ricordo che quando sono arrivata nel 2020 avevamo per quanto riguarda i maltrattamenti
14:06o i reati di violenza sessuale, ma anche per lo stesso stalking,
14:10i numeri che si aggiravano intorno alle 300 denunce per anno.
14:16Ora siamo già intorno a 1.200-1.500 dipende dal tipo di reato.
14:22Sicuramente preoccupata perché mi rendo conto che è un fenomeno che registra un trend in crescita
14:30preoccupante perché riguarda persone giovani, giovani vittime e giovani autori di reato.
14:38Alla chiusura dell'anno, guardando il lavoro della Procura,
14:42certamente posso essere soddisfatta perché il lavoro dei miei colleghi,
14:48che è un lavoro di altissima qualità, è stato riconosciuto dai giudici.
14:53Abbiamo tante sentenze di condanna, abbiamo tante misure cautelari,
14:58quindi vuol dire che le richieste dell'ufficio sono variate positivamente
15:03dall'ufficio dei giudici per le indagini preliminari e dal Tribunale.
15:06E questo per noi è un dato importante perché vuol dire che viene riconosciuta
15:12la fondatezza, la qualità e la competenza del lavoro svolto dalla Procura.
15:18La gente sa che c'è gente che se ne occupa in questo Palazzo di Giustizia.
15:22Non soltanto questo, vuol dire che un certo tipo di reati che vengono segnalati a questo ufficio
15:28vengono immediatamente assegnati a un gruppo di magistrati specializzati
15:35e trattati da un gruppo di magistrati specializzati.
15:37Quindi noi facciamo moltissime richieste di misure cautelari per reati di stalking,
15:42di maltrattamento, di violenza sessuale e di lesioni.
15:49Questi reati che spesso accompagnano, che caratterizzano epiloghi drammatici come il femminicidio
16:00e il fatto che ci sia un gruppo di magistrati specializzati,
16:03che questi reati li affronta immediatamente con la specializzazione che richiedono,
16:08con le competenze che richiedono e con misure di tipo cautelare
16:14che provano a reprimere questo fenomeno prima che possa eventualmente giungere ad epiloghi drammatici,
16:21credo che questo abbia anche una sua valenza e va riconosciuta.
16:25Sicuramente il processo di quest'anno, il più importante, è quello che ha riguardato
16:30lo stupro di gruppo al Foro Italico a Palermo dello scorso anno
16:34e ne viene fuori uno spaccato drammatico e molto preoccupante
16:39che è quello intanto della vittimizzazione secondaria,
16:42cioè la vittima dello stupro diventa nuovamente vittima durante il procedimento
16:47nonostante si sia tentato di limitare questo tipo di danni.
16:51Che cosa le viene fuori in termini di impressioni da parte sua in questa vicenda?
16:57Intanto diciamo subito che questo processo si è concluso con una sentenza di condanna,
17:03quindi adesso siamo in un'altra fase che non riguarda più lo svolgimento del processo,
17:11che dovrà valutare eventualmente una possibile impugnazione.
17:16Io non lo so se possiamo definirlo il processo più importante,
17:22proviamo a definirlo come quello che ha avuto una maggiore rilevanza mediatica.
17:27Come Procura abbiamo mandato a giudizio in un altro processo delle ipotesi di reato gravissime
17:36commesse in danno di minori, di violenza sessuale, di maltrattamenti,
17:39quindi processi che purtroppo hanno questa connotazione di gravissima violenza
17:44nei confronti di vittime vulnerabili, ne abbiamo abuti tanti.
17:47Certamente questo processo a cui lei fa riferimento è quello che ha avuto una enorme eco mediatica
17:53e continua ad averla sui giornali in questi giorni.
17:56Mi permette di dire che la Procura di Palermo rispetto a questo processo
18:02ha sempre solo parlato con i provvedimenti giudiziali,
18:05non c'è nessuna dichiarazione che può essere attribuita a questo o a quell'altro magistrato.
18:10È abitudine di questa Procura, consolidata dal Procuratore De Lucia,
18:15proprio quello di parlare con i nostri provvedimenti.
18:18È vero anche che nel processo a cui stiamo facendo riferimento,
18:24durante la requisitoria per esempio io ho fatto cenno ad alcune cose
18:29che questa città ci ha restituito rispetto a questo episodio delittoso.
18:33Hai cambiato idea nel frattempo?
18:35Non ho cambiato idea.
18:36Quando io nella mia requisitoria ho detto e si è data eco a questa affermazione,
18:41ho fatto riferimento alle pagine di Sciaccia quando nel descrivere l'omicidio del giorno della Civetta
18:48dice che erano tutte facce di ciechi.
18:51Io questa frase l'ho detta e la penso perché molte facce di ciechi
18:57hanno verosimilmente accompagnato quello che noi riteniamo sia stato uno stupro di gruppo.
19:04Perché c'è stata una città indolente, una città indifferente,
19:08una città sappiamo da elementi sicuri che delle persone hanno visto,
19:14hanno addirittura provato a soccorrere,
19:17sono state forse quelle che hanno avuto per prime la possibilità di contattare i familiari di questa ragazza.
19:25Eppure nessuno si è mai presentato.
19:28E non credo che il momento in cui c'è stata l'assunzione di alcol presso la Vuciria non ci fosse nessuno.
19:38Era una città che pullulava di gente,
19:40ma una città che è passata indifferente rispetto a quello che stava avvenendo,
19:46cioè che dei giovani, giovanissimi, potessero consumare in maniera esagerata dell'alcol.
19:53E forse ci siamo troppo abituati a questo fenomeno, non ci desta più preoccupazione.
20:00Allora mi viene da pensare che questa città di Palermo,
20:04che per anni è stata stuprata dalla criminalità organizzata, dalla mafia,
20:12non possiamo pensare che questo stupro sistematico di decenni e decenni della criminalità organizzata
20:19poi non ha nessun effetto sulla società civile.
20:23Lo ha. Lo ha anche sui nostri giovani.
20:26Perché se diventa una città distratta, indolente,
20:31una città in cui, per esempio, siamo abituati a passeggiare tra immondizia o degrado,
20:41questo degrado, volenti o nolenti, poi passa.
20:45Quando si trova sul tavolo tutta questa serie di fascicoli,
20:50lei parla di lavoro esponenzialmente aumentato.
20:53Che cosa ne ricava? Che cosa la preoccupa di più?
20:57Che siamo più violenti, che siamo più indifferenti,
21:00che siamo più abbandonati o che abbiamo meno appoggio nell'ambito delle istituzioni
21:07per cercare di mettere a freno anche i peggiori istinti. Che cosa?
21:11Guardi, che non abbiamo appoggio io non lo direi perché ultimamente possiamo dire
21:18di avere un compendio di leggi che per la prima volta mettono al centro questo tipo di reati
21:27e non insistono soltanto sull'aspetto direi repressivo, quindi del tipo di pena,
21:34ma dall'individuazione del tipo di reato, cominciamo dal fatto che finalmente
21:38poi è entrato nel nostro codice lo stalking, ma c'è tutta una serie di norme
21:44che accompagnano ormai l'introduzione di fatti specie e reato,
21:48che hanno proprio il compito di facilitare la vittima, di consentirle, come dire,
21:56di accompagnarla nel suo percorso di svelamento della violenza,
22:01di accompagnarla nel suo percorso processuale.
22:04Quindi io direi che da questo punto di vista no.
22:06Gli strumenti ci sono?
22:07Gli strumenti ci sono, avremmo bisogno di più magistrati, avremmo bisogno di più personale,
22:12avremmo bisogno di più forze di polizia specializzate e dedicate a questo fenomeno, questo sì.
22:18Quello che mi spaventa è come questi fenomeni di violenza incidano sui giovani,
22:26che ti fa pensare lo stesso che si pensava per i reati di mafia,
22:31cioè c'è un'antimafia dei delitti, ma c'è un'antimafia dei diritti
22:37che contribuisce a costruire, come dire, una liberazione dai reati di mafia,
22:43dalla cultura mafiosa.
22:44Lei è una magistrata e qui al Palazzo di Giustizia di Palermo ormai siete in maggioranza.
22:49C'è il seme dello stereotipo anche in un ambiente come il vostro?
22:54Nel nostro dei giornalisti c'è, per esempio.
22:58Guardi, noi siamo società come la sua categoria, quindi siamo specchio della società anche noi,
23:06quindi sì, certo che ci sono.
23:08Io ricordo anni fa, proprio in questo Palazzo di Giustizia fu organizzato uno dei primi convegni
23:15in cui si parlava di violenza di genere.
23:18Mi ricordo l'intervento di un collega che era un dirigente di ufficio,
23:25il quale disse che era felice quando aveva saputo la notizia che le donne entravano in magistratura.
23:32Lei sa che le donne sono entrate in magistratura nonostante la Costituzione
23:37avesse sancito con l'articolo 3 l'uguaglianza, però avvenne questo molti anni dopo,
23:42cioè la mia data di nascita nel 1963.
23:45Io sono lieta di questa coincidenza bellissima.
23:49Le donne entravano in magistratura nel 1963.
23:51Questo collega che evidentemente era già magistrato quando le donne entravano in magistratura
23:55disse che lui era molto contento dell'ingresso delle donne in magistratura
23:58perché le donne ingentiliscono l'ambiente.
24:01E io che ero al tavolo dei relatori disse un po' come le piante.
24:05Certamente vede gli stereotipi, incidono in un processo,
24:12certamente incidono come incidono nella società.
24:15Laura Vaccaro, procuratore aggiunto, ha visto tutto nella sua carriera?
24:20No, per fortuna questo lavoro mi appassiona
24:26e mi lascia intatte quelle che erano le ragioni per cui ho iniziato nel 1992.
24:33Io ho avuto la ventura di superare l'esame di magistratura il 28 maggio del 1992,
24:40cinque giorni dopo la strage di Capace.
24:42Quindi veramente sono contenta di conservare dopo 32 anni ancora intatte
24:51le ragioni per cui ho deciso di fare questo lavoro e le ragioni per cui ricordo.
24:56Io iniziai a fare uditore giudiziario a Perugia
25:00e il giorno in cui ho preso possesso delle mie funzioni a Perugia
25:06qualcuno che era all'interno della magistratura
25:11mi disse ma tu vuoi andare, pure tu ora vuoi tornare in Sicilia a fare lo sceriffo?
25:17Io mi ricordo che questa frase mi ferì, mi irritò
25:22perché supponeva un giudizio terribile su chi invece aveva dato la sua vita.
25:27Dissi sì, io torno nella mia terra perché voglio mettermi a servizio di questa terra,
25:34a servizio delle persone più vulnerabili.
25:37Non sente la vostra indipendenza minacciata oggi?
25:41La nostra Costituzione è la nostra più importante garanzia,
25:45il Presidente della Repubblica come Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura
25:48è la nostra più importante garanzia.
25:50A noi sta appunto lavorare nel rispetto delle norme,
25:55delle nostre prerogative di autonomia e di indipendenza
25:58come persone che siamo chiamate non soltanto ad eseguire le norme
26:05ma abbiamo studiato per imparare ad interpretare il diritto.
26:12Finisce così TGS7, grazie per averci seguito, arrivederci.
26:34Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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