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NovitàTrascrizione
00:00Buongiorno dallo studio audio video del Campus Tiscali, oggi in redazione a Tiscali News
00:09è venuto a trovarci Luca Foschi. Ciao Luca. Ciao, ciao Cristiano. Luca Foschi, inviato
00:14di guerra a Not Embedded, non di quelli che vengono accompagnati dai soldati a vedere
00:17solo le cose che si ritiene che possano essere viste, quindi un inviato freelance indipendente,
00:25corrispondente di Avvenire e prima ancora di altre testate, è autore per buon piani
00:28di Al-Halas, lascio pronunciare bene Luca in arabo come si dice? Al-Halas, ma gli arabi
00:35probabilmente avrebbero da ridire comunque. E poco prima di iniziare questa chiaccherata
00:40in video, Luca stava spiegando che questo termine arabo, che è una cosa molto specifica
00:44anche del sentire del mondo, descrive la parte più intensa dell'oscurità della notte poco
00:49prima che arrivi l'aurora, no? Sì. Un momento molto particolare. Dentro c'è la grande passione
00:54per il racconto del mondo, diversi viaggi su alcuni dei principali fronti di guerra
01:00e un ragionamento su cosa significhi oggi raccontare il mondo anche con un certo uso
01:06delle parole. E possiamo dire che questo libro lo fa anche prendendosi tutto il suo tempo
01:12e il suo spazio, perché sono 500 e rotti pagine, quindi se state cercando il prontuario
01:18da 100 pagine che ti spiega il mondo e le leggi 50 avete sbagliato tappa, altrimenti
01:23benvenuti a un viaggio affascinante. Allora veniamo a far parlare l'autore. Intanto descriverei
01:30come tu arrivi a questo libro, Luca. Prima ci sono anni di chilometri macinati su alcuni
01:34dei principali fronti di guerra. Sì, è intensamente e follemente autobiografico. Dico follemente
01:42perché poi mi sono divertito a giocare con la letteratura, imbastardendo verità e finzione.
01:49Però naturalmente il percorso è il mio, il percorso di Ernesto Fiaschi, che naturalmente
01:56anche una variazione piccola, ma decisiva variazione nel cognome, racconta di me. Metto
02:03insieme la mia scoperta non solo del giornalismo, ma del mondo e della storia. È da difficoltà
02:09di raccontarlo, dello stupore e dell'orrore di raccontarlo. Quindi prima nelle scuole
02:15di giornalismo a Londra, quando facevo il cameriere, poi embedded, fino ad odorare che
02:22di giornalismo con gli eserciti e con gli stati non ce n'è, non è possibile vedere
02:28i fatti, non è possibile penetrare nella carne della storia, della cronaca, fino alla
02:34libera erranza e povera erranza da freelance in una scoperta progressiva del labirinto
02:42che la cronaca è, che la storia è, che il linguaggio è. Allora, le storie di quali
02:48fronti ti porti appresso è dentro, perché è un libro di narrativa questo, però dentro
02:53c'è tantissimo vissuto, è anche un diario personale che si porta appreso, le missioni
02:57tue personali in quali fronti ti porti? Beh troviamo la Palestina sicuramente, il Libano,
03:06la Siria, a cavallo a Kobane, lì dove la Turchia e la Siria si toccano, l'Afghanistan,
03:16questi sono nella riformulazione delle mie avventure, questa è la geografia. Comunque
03:24vicino o Medio Oriente, anche se Fiaschi poi in un gioco di prospettive si chiede sempre
03:28ma medio rispetto a cosa? Perché medio l'abbiamo definito noi molto tempo fa con sguardo imperialista
03:35e coloniale, quindi medio si chiede sempre il personaggio rispetto a che cosa. Si riesce
03:41ancora a raccontare la guerra in un giornalismo che è sempre più spesso, lo dicevamo anche
03:46nell'introduzione a questa nostra chiacchierata, accompagnato, cioè sali sulla camionetta,
03:51ti metti il giubino press, sei protetto dai soldati, ti facciamo fare il giro dove abbiamo
03:55deciso noi, scrivi una bozza, ce la sottoponi, questo è un dettaglio che ha svelato il grande
04:01pubblico Francesca Mannocchia, ha detto se vuoi scrivere di Gaza fai con gli israeliani e firmi un
04:07precontratto per cui gli dai un elaborato, loro ti correggono il compito e va la versione che
04:12loro hanno deciso. C'è un oltre? La possibilità di fare un giornalismo di guerra oltre queste
04:18modalità diciamo così educate e molto controllate? Beh è un po' il segreto di Pulcinella, anche
04:25storicamente giornalismo e potere vanno a braccetto, nascono assieme, o meglio quando il
04:31giornalismo di massa, chiamiamolo così, nasce è molto vicino al potere e sposa una prospettiva
04:37o l'altra, un controllo e l'altro. In particolar modo quello degli esteri, pensiamo alla Francia
04:44e alla Gran Bretagna imperialiste, quindi niente di nuovo. Certo per muoversi con gli eserciti il
04:50sistema è quello da molto tempo, almeno da quando gli americani nel Vietnam hanno scoperto che le
04:54guerre si perdono con la comunicazione sbagliata e hanno rimediato subito nel golfo nel 91 istituendo
05:00veri e propri uffici e sono i luoghi in cui i corrispondenti hanno cominciato a mettere il
05:07gilet, il caschetto, a sentirsi semi militari, sì nel mito emingueiano eccetera. Però il rischio
05:18nel depauperamento dell'artigianato giornalistico, del mercato giornalistico è che anche i freelance,
05:25anche i volentieri non possano, non vogliano farlo perché le condizioni economiche, le difficoltà
05:31logistiche di una verità che entrambi i fronti vogliono sempre nascondere, russi e ucraini,
05:38israeliani e palestinesi, bianco e nero, giallo e verde, vogliono sempre tutelare,
05:44correggere, controllare la verità. Lì il cane sciolto non è ammesso. Potrebbe fare un ottimo
05:50lavoro se ci fossero delle delle redazioni coraggiose capaci di supportare anche economicamente il
05:58libero battitore. Questo non avviene e allora si innesca un autocensura, si innesca la legge del
06:05mercato che si impone anche sul freelance che quindi è costretto a modulare il suo linguaggio,
06:12le immagini che propone secondo la legge della sopravvivenza e non secondo quello che per me è
06:17il sacro mestiere del corteggiamento della verità, che non è mai verità, è sempre un corteggiamento.
06:24Si perde molto dal dover sforbiciare, adattare anche da freelance che mantiene una certa
06:27indipendenza che però poi la deve vendere la sua opera di testimonianza e di scrittura. Si perde
06:32molto o fino a che punto si riesce a proteggere invece la verità della propria testimonianza di
06:37un determinato fatto, di un determinato fronte. Io ho cercato la sopravvivenza economica altrove e
06:44quindi non ho mai dovuto cedere all'autocensura. Le cose che ho fatto sono limpide però è chiaro
06:51che non è necessariamente un occhiuto controllo sul testo, sull'immagine, è più che altro un timore,
06:57una condiscendere al linguaggio che invece non vorresti sposare, un aggettivo che dovresti
07:05usare perché è proprio evidente invece scegli di eliminare dalla pagina. È il dominio, è un'egemonia
07:13in qualche maniera. Ci sono dei concetti che non possono essere oltrepassati, ci sono delle cose
07:18oscene che non possono essere pronunciate e quindi i discorsi politici rimangono sospesi,
07:23identici a se stessi. E soprattutto in un periodo, in un'epoca di proliferazione dell'informazione,
07:29la moltitudine infinita dell'informazione, l'unica risposta sarebbe osservare la messa a terra nei
07:36fatti, essere lì. L'unica arma che rimane è essere lì contro questa nuvola, questa tempesta quasi
07:43dantesca da quinto dell'inferno dell'informazione. L'unica risposta è forse anche la più umile e la
07:48più ovvia, stare dove le cose accadono. Ma questo, come abbiamo spiegato, diventa sempre più difficile.
07:55Ci sono degli episodi della tua esperienza di inviato di guerra o dei personaggi, anche
08:02le possiamo citare velocemente, uno o due, che ti sono rimasti per sempre dentro, nel cuore,
08:07nelle emozioni, che in qualche misura hai trasfigurato nei personaggi del libro? Che è
08:14uscito da qualche mese per buon piano, lo ricordiamo. Sì, penso che sia la grande famiglia degli umili,
08:21coloro che vengono spazzati via dalla storia, calpestati dalla storia, in quello che lì
08:28veramente si afferta, essere il meccanismo, il tritacarne del potere, di qualsiasi potere nella
08:35storia. I raid su un quartiere muoiono 150, un numero, anonimi, ma dentro ci sono vita. I morti,
08:42i morti dell'Afghanistan saltati per aria perché devono controllare le strade sulle quali si muovono
08:49gli americani che sono andati lì a fare non si sa bene cosa, visto che dopo 20 anni sono andati via
08:54lasciando l'Afghanistan ai talebani. Sono i profughi siriani che vivono ormai da 6, 7, 10 anni in
09:02accampamenti. Sono i libanesi del sud, sono i palestinesi che vivono sotto apartheid e che
09:09oggi vengono cancellati in un massacro dalle tinte sempre più oscure, sempre più genocidiali,
09:17nella striscia di Gaza. Gli ultimi come gli anonimi, gli spazzati via, la fiumana del progresso,
09:27direbbe Verga, avrebbe detto Verga, è coloro che ne vengono spazzati via. E poi qualche personaggio
09:34coraggioso, glorioso come Abuna, il prete italiano che da 40 anni in Palestina si bate per i ditti
09:41dei palestinesi, è quello che la sinistra forse sognando, non avendone, chiamerebbe un intellettuale
09:48organico, citando Gramsci, è lì in mezzo al gregge, musulmani, cristiani di ogni fattezza, ed è lì da 40
09:57anni con la preghiera a difendere i diritti di un popolo oppresso. Un padre presente. Nel vero senso
10:03della parola. In una chiacchierata dove stavamo scaldando i motori prima di questa nostra intervista
10:08in video mi dicevi che tu ultimamente sei il corrispondente, diciamo sei inviato che dà i suoi
10:13servizi ad avvenire e che si sono stupiti che nelle ultime tue diciamo spedizioni o viaggi sul
10:21fronte ucraino tu volessi farti tutto il fronte invece di fare il classico inviato che sta in un
10:26albergo e poi si spinge per qualche decina di chilometri attorno nel territorio e torna alla
10:31base. Tu mi dicevi io ho macinato qualcosa come 6 mila chilometri, mi sono fatto tutto il fronte e
10:36ad avvenire si sono sorpresi. Ma non è quello che dovrebbe fare un buon inviato di guerra. Sì però
10:41ci sono regole legate anche alle assicurazioni. Io non sono assicurato quando vado lì. Non sono
10:48assicurato. C'è una basta così si dice, non in avvenire. In molte redazioni, in tutte le
10:55redazioni si dice basta così che ti prega. Anche meno. Non ci interessa la verità. Che cosa speri
11:02di trovare in mezzo alle macerie? Qual è il senso? Stai nella capitale con un bello sfondo alle
11:07spalle, qualche grattacielo illuminato, una moschea sfruttilante, un bel panorama,
11:13uno sfondo, un fondo teatrale scenico e da lì racconti il tutto, la parte per il tutto, il
11:23grande trucco del linguaggio, del teatro giornalistico. E poi ci sono quelli, siamo in
11:30tanti, forse il numero si sta sottigliando, che invece sentono la pulsione di quella corpo a
11:36corpo con i luoghi, con i volti, con il linguaggio, per il quale non siamo quasi mai
11:42siamo preparati perché corrispondenti che parlino bene l'arabo, parlino bene il russo, non mi risulta...
11:48Qualcuno ha anche parecchi problemi con l'inglese. Molti hanno... Con la più internazionale di tutte
11:53avrei degli aneddoti succulenti, feroci, notissimi i corrispondenti che hanno problemi con l'inglese,
12:03come si possa fare? Quindi c'è un'interpretazione spettacolare del mestiere, non una eroica.
12:09Ecco, forse questi sono davvero i due aggettivi che descrivono l'attenzione di alcuni coraggiosi,
12:16giovani coraggiosi o anche meno giovani, e poi insomma quello che è lo stato dei fatti. Lo
12:24spettacolo, sufficiente, appena sufficiente, con i lanci d'agenzia, l'arlecchino del pezzo
12:33costruito in maniera così e poi invece una missione assolutamente velleitaria, eroica,
12:41fallimentare, perché poi un pezzo non cambierà mai nulla, una virgola, nello scontro o confronto
12:47con il potere, perché io così immagino il giornalismo come controllo sul potere. Nella
12:54messa a terra delle parole, cioè i fatti, disastri, disastrosi o meno, diciamo l'afflato eroico è
13:02decisamente in minoranza. Ma vale la pena di essere ad ogni costo? Per l'individuo senza
13:08avrà di dubbio perché è un rivolgimento della persona, filosofico, di ogni tipo. Chiuderei
13:14questa conversazione, questa chiacchierata, da dove siamo partiti, cioè Medio Oriente,
13:20ma medio rispetto a qualcosa, perché qua dentro c'è la questione dello sguardo nostro, comunque
13:27lo sguardo del grosso del potere che tuttora è occidentale sul resto del mondo, nel momento in
13:34cui, durante l'ultimo vertice dei BRICS, Vladimir Putin torna a dire un certo tipo di ordine mondiale
13:41è finito, quindi è sempre più evidente che c'è un tutta una fetta di mondo, che è tutt'altro che
13:47minoritaria, che non ha più voglia di stare in questo assetto. È perché, adesso ci spingiamo un
13:52pochino più nel geopolitico, ma cerchiamo di non diventare troppo ampollosi, vediamo se ce la
13:56facciamo, è perché si sta per usura del tempo consumando e sfasciando quell'ordine post seconda
14:03guerra mondiale, affidato agli americani, alla NATO e all'ONU, oppure perché nel frattempo le
14:09culture cambiano, le economie crescono e ci sta anche che certi popoli non vogliono stare sotto
14:15il tacco di altri? Questa è la prima parte della domanda. La seconda, è giusto che lo faccia
14:19presente un personaggio come Vladimir Putin, che probabilmente ha altri disegni nella mente?
14:24Domanda delle domande. L'impressione è davvero quella che si annusa, non solo nelle riviste
14:38specializzate di geopolitica, nei pezzi più approfonditi, fra i saggi e sapienti. Io non
14:45mi fido mai troppo, perché poi la storia è sorprendente, ribalta tutto in pochissimo tempo.
14:53Certo che l'epoca è questa, è finito il trentennio unipolare americano, seguito al
14:58crollo del muro di Berlino, al collasso dell'Unione Sovietica, dove gli americani e i loro amici, noi
15:03occidentali, hanno fatto il bello e il cattivo tempo, con guerre che sono state fatte, portate
15:12a termine in malo modo, in maniera più o meno fallimentare, hanno lasciato il segno nella
15:15memoria, nel senso dei popoli, che non sono soltanto in parte passivi, ma registrano i fatti
15:22e sviluppano un sentimento di ingiustizia storica, civile storica, politica etica. Chiaramente basta
15:31guardare i voti che espressi all'ONU sull'affare palestinese, il mondo è spaccato a metà, ma non
15:38a metà nel numero. I ricchi votano per difendere le nefandezze israeliane, i popoli votano per tutto
15:46il resto del mondo, i BRICS, il cosiddetto terzo mondo, si chiedono se al netto degli atti di
15:52terrore che sono stati compiuti da Hamas, forse siamo davanti a un, almeno dal 1967 in poi, vedi
15:58le risoluzioni davanti a un'operazione coloniale che è stata ignorata per così tanti decenni,
16:03che adesso trova un momento culminante. Ecco, la Palestina davvero è in grado di riassumere
16:09intorno alle macerie, molte delle questioni, che poi parte di questo momento negativo della storia,
16:18se la vogliamo vedere in tesi, antitesi e sintesi, se vogliamo che l'antitesi sia un dittatore come
16:24Putin circondato da un'oligarchia, che le speranze si poggiano sulla Cina comunista
16:31dell'ultracontrollo, della privazione dei diritti, della libertà di parola, beh, è spaventoso.
16:37Siamo una bella distopia quasi, è come muoversi, no, poi vince Trump con Musk,
16:44sembra di muoversi in un romanzo di Philip K. Dick quasi.
16:47Diciamo che gli autori di Black Mirror sono dei rozzi scrittori.
16:51Naif. Però questo è un passaggio fondamentale, io credo, per noi. Dobbiamo tirar fuori la testa
16:59dall'acqua del nostro tempo e cercare di guardare per un attimo alla distanza,
17:05non direi da sopra perché è troppo complicato, ma di lato, per vedere che ascisse e ordinate
17:10del nostro tempo sono davvero malandate, ecco, è spaventoso. Che cosa verrà?
17:16Un famoso libro descrive l'ascesa e declino delle grandi potenze, sembra quasi esserci un ciclo,
17:25sappiamo che nessuno cede mai volentieri lo scettro, che l'accessione, il passaggio,
17:32è sempre catastrofico. Speriamo che non sia così. Si vedrà. Intanto un buon modo per tirare fuori la
17:38testa da quest'acqua comoda in cui siamo immersi nel nostro periscopio è, un buon modo, è proprio
17:43la lettura di Al-Halas, L'ora più buia del Medio Oriente, scritto da Luca Foschi,
17:47edito da Bonpiani e vi lasciamo al piacere di questa lettura. Grazie Luca. Grazie Cristiano,
17:52grazie a voi.