• mese scorso
Trascrizione
00:00Eolico sì, eolico no, distese di aerogeneratori di enormi dimensioni sulle colline tra pescare Chieti o sulle montagne della Marsica sono ormai parte del paesaggio.
00:22Pescina con l'armele, cerchio e tocco da casauria, distese di pali affascinanti agli occhi dei passanti ma potenzialmente rischiose per l'affano locale, nella maggior parte dei casi realizzate con enormi sbancamenti in area a vincolo paesaggistico oppure in zone cosiddette A2, ossia pregievoli dell'Appennino o nei corridoi di passaggio dell'Orso Bruno Marsicano o attraversate dagli uccelli migratori.
00:46L'Abruzzo, cuore verde d'Europa, è una regione affezionata all'eolico, forse troppo secondo gli ambientalisti, dato che è costellata da impianti da nord a sud e dalla costa all'entroterra. Tanti ricorsi e le mobilitazioni da parte dei comitati locali ma le proteste arrivano da più fronti.
01:02E sopravvive una quantità di bellezza in Italia, nonostante le minacce e la violenza degli uomini e il fatto che io sono convinto che una delle espressioni più tipiche della mafia del nostro tempo siano le pale eoliche e cioè la distruzione del paesaggio faccia avanti i alcuni criminali che prendono i soldi dell'Europa.
01:23Le ultime manifestazioni anti-eolico in ordine di tempo arrivano dal territorio del Medio Sangro, in particolare dai comuni di Civita Luparella, Fallo, Colle di Mezzo, Quadri e Villa Santa Maria.
01:33In assenza di un areale messo al sistema delle norme su energie rinnovabili, le imprese hanno carta bianca nel presentare una grande mole di progetti, con il risultato che in alcune zone, soprattutto del Velino Sirente e del Parco Nazionale d'Abruzzo, sorgono progetti o ci sono interessi a realizzarne quasi senza soluzione di continuità.
01:51Qui è un continuo, cioè qual è il limite? Non c'è un limite. La cosa preoccupante è che non ci sta un limite al fare nuovi impianti, sia di fotovoltaico che di eolico.
02:09In fatto di politica energetica l'Italia si muove a rilento in una confusione di norme e competenze che bloccano gli investimenti e spiegano in parte l'origine di quel 30% in più di costo dell'energia che pesa alla fine su famiglie e imprese.
02:23La Regione Abruzzo non fa eccezione. Tra i 27 progetti bloccati nei vari tarro contestati da comitati civici ed enti locali, secondo l'osservatorio NIMBI, sono 22 quelli che riguardano la produzione o il trasporto di energia elettrica.
02:37E sarà pure un paradosso, ma una buona fetta di questi progetti riguarda la produzione di energia da fonti cosiddette rinnovabili, vento, sole e biomasse.
02:46La Regione dovrebbe fare un piano complessivo per tutta la Regione, concordato poi anche con le Regioni confinanti, il Molise, le Marche e il Lazio, per vedere quanto se ne deve fare di eolico.
03:02Guardate che l'eolico in Abruzzo è già stato fatto molto, ci sono già molte centinaia di fale, in provincia di Chieti in particolare, ma anche nella zona del Sirente, le falde del Sirente, diciamo così, che quindi l'Abruzzo ha già dato.
03:17Ma se si vuole ancora realizzare qualche cosa, benissimo, però bisogna vedere dove e come. Invece qui ogni progetto viene esaminato come se fosse a se stesso.
03:27Tra i pionieri dell'energia eolica in Abruzzo c'è sicuramente Dario De Luca, sindaco di Collarmelle che negli anni Ottanta ha realizzato un impianto storico.
03:36Noi abbiamo incominciato come amministrazione addirittura negli anni Ottanta a pensare all'eolico perché noi a Collarmelle non c'era granché, c'era solo il vento e quindi abbiamo pensato di sfruttare quello che era un elemento negativo in una risorsa.
03:53Qui abbiamo coinvolto all'inizio l'Enea, poi come ente autonomo per vedere la ventosità, le caratteristiche e poi l'Enel e la massica gas come soggetto privato per lo sfruttamento dell'energia, che poi si è concretizzata con le amministrazioni degli anni Novanta, a metà degli anni Novanta.
04:16E' uno degli impianti storici dell'Enel?
04:18Sì, dell'Enel è proprio l'impianto storico, è considerato proprio il sito storico delle energie alternative, sia per la caratteristica perché sperimentava la monopala che era del brevetto Riva Calzoni, quindi era completamente italiano,
04:37sia perché stava ad un'altitudine di oltre mille metri, quindi intorno ai mille e cento metri, che per l'Europa era una novità assoluta. Quindi noi abbiamo fatto, per quanto ci sia stato possibile, lo sviluppo anche delle altre energie alternative, in particolare del fotovoltaico.
04:59Ovviamente abbiamo incominciato con un fotovoltaico estremamente ridotto, quelli che si fanno sopra i palazzi, quindi sulla casa comunale abbiamo messo questi impianti.
05:09Poi abbiamo deciso di fare un bando per quanto riguarda un vero e proprio impianto di 4 MW sul terreno di iniziativa comunale e gestito da una società privata ovviamente, da cui prendiamo le royalties che ci consentono di avere benefici economici notevoli.
05:33Le royalties che prendiamo tra fotovoltaico e eolico andiamo a coprire quasi il 50% del fabbisogno del bilancio, quindi noi abbiamo una cosa di questo genere.
05:47Poi abbiamo fatto anche un altro piccolissimo fotovoltaico, questo forse è la cosa più interessante, perché è un impianto di poco più di 100 KW, quindi dimensioni ridotte, ma che serve a coprire, e questo veramente, tutte le utenze pubbliche del Comune.
06:08Non abbiamo una spesa per quanto riguarda la gestione della pubblica illuminazione.
06:13Ma non tutti i paesi sono d'accordo sull'effettivo risparmio in bolletta.
06:18Una bolletta da pagare 289 Euro.
06:24Il Comune di Colarmelo ha un incasso tra le paleoliche e le cose che hanno messo di 720-730 mila Euro, incasso, e io pago una bolletta di 288 Euro, una bolletta alla casa.
06:46Io dico, a me le paleoliche sembrano una risorsa migliore della centrale che hanno messo sotto, no, la biomassa no.
06:58Per me è meglio quella che la biomassa, perché quando passo sotto puzza, invece quelle non danno nessun fasto, penso io, e non danno nessun danno.
07:08Sì, i pannelli e i sireni.
07:10Che poi di tutto questo non c'è un ritorno per la comunità di Colarmelo, questo è un altro discorso.
07:37Uno degli aspetti più delicati e controversi degli impianti olici è quello relativo alle potenziali ripercussioni sulla fauna nell'area interessata.
07:56Sono stati fatti studi in tutto il mondo e anche in Europa e si è visto che le centrale oliche possono avere, e spesso hanno, un impatto molto pesante sui uccelli, con particolare riferimento agli uccelli che veleggiano, per esempio i rapaci.
08:11Un avorteo grifone che è stato reintrodotto nella zona del Velino e adesso seguita un'area assai più vasta.
08:19Un esempio molto grave si è realizzato poche settimane fa in occasione dell'ultima riunione del Comitato Via, quando, puramente l'ho già bocciato in precedenza,
08:27il Comitato Via ha riesaminato un concetto di produzione centrale olica a Cupello, in provincia di Chieti, dove esiste una discarica che comporta una concentrazione noterulissima di tipi reali, di più specie minacciata a livello europeo e anche a livello nazionale, una elevatissima concentrazione di tipi reali tutto l'anno.
08:50Sono stati realizzati degli impianti, per esempio nella zona del Sirente, nella zona di Pescina, nella zona di Collarmele, nella zona di Pugullo, che è di fatto l'unico corridoio in Bologna.
09:02Si deve tenere conto che l'orso pescato è un territorio vasto, non si può tenere nel mercato di vicinanza, si deve espandere.
09:12Quella è una zona fondamentale per l'espansione verso il Sirente e Plinio e magari addirittura anche verso il Grassasso, ma si stanno praticamente danneggiando sicuramente i cosiddetti corridoi ecologici.
09:27A ben guardare, fermo restando il principio della tutela dell'ambiente e dell'importanza della produzione di energia da fonte rinnovabili, manca all'Abruzzo, manca a tutto il paese una programmazione generale dell'industria dell'eolico, per cui ciascuna regione non sa quale politica dei rinnovabili adotta la sua vicina di casa.
09:43Qui siamo a Cerchio, queste sono le palle oliche di Cerchio, qui alla nostra sinistra abbiamo poi i due pianti di Marmele e successivamente nel profondo il pianto di Cascina.
09:54Questa è una cartina che abbiamo realizzato nel 2010 e fa vedere la dislocazione dei vari progetti di eolico tra Lazio e Abruzzo.
10:06Questo è il confine regionale e questi in azzurro sono i parchi, il parco del Gransasso, Sirentevelino, parco d'Abruzzo e poi qua c'è il parco regionale dei Monti Sibiumini.
10:17Il grosso problema è che tutti gli impianti sorgono nelle aree di connessione tra i parchi, tra le aree protette, che sono quelli che la fauna dovrebbe usare per spostarsi da un parco all'altro.
10:28L'altro problema di questi grossi impianti sono gli sbancamenti, sia rispetto alle piazzole dove vengono installate le palle, sia rispetto alle strade, perché si fanno a volte decine di chilometri di strade sterrate,
10:47perché questi grossi camion portano tutti quanti i componenti che poi vengono assemblati delle palle eoliche e devono avere dei percorsi in una certa inclinazione, un certo raggio di curvatura,
11:07però non possono essere molto agevoli per dei camion di trasporto speciale. Il problema è che queste strade sono aperte a tutti, non c'è una sbarra, non c'è un divieto, non c'è nulla di nulla,
11:22e quindi dalla bicicletta, che ovviamente non c'è in fatto, ma dalla motocross alla jeep ai cacciatori che sono facilitati ad andare in certe zone, ai curiosi, ovvio che poi si crea comunque una frequentazione del posto, eccolo lì che poi c'è un disturbo sulla zona.
11:46Quando troviamo la pallina neumometrica veniamo a scoprire che poi c'è un qualche progetto che arriva in quella zona, è il primo segnale, un campanello d'allarme, a quel punto noi monitoriamo quella zona lì,
12:02cominciamo poi a fare una serie di osservazioni naturalistiche in modo da prepararci se vogliamo all'eventuale progetto che viene presentato, in modo che quando faremo le osservazioni abbiamo la documentazione per dire di no o motivare la nostra opposizione al progetto.
12:32Grazie

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