L’inventario nazionale dei rifiuti radioattivi mostra dati preoccupanti nel Lazio. Il volume nel nostro Paese cresce nel 2023 di 1.504 metri cubi. In totale, 32.663,1 metri cubi, con un aumento del 4,83% rispetto al 2022. Ed è il Lazio a detenere il volume maggiore: 10.549 metri cubi, il 32,30% del totale. Seguono Lombardia, Piemonte, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia. A crescere sono quelli a vita molto breve (+ 255,3 metri cubi), ad attività molto bassa (+ 891,29), ad attività bassa (+ 334,9) e ad attività media (+ 22,57). L’impianto italiano in cui si registra l’aumento maggiore per quanto riguarda il volume di rifiuti radioattivi (+ 453,06 metri cubi) è Nucleco Spa, presso il Centro ricerca Enea della Casaccia (Roma), anche a causa del trasferimento presso i suoi depositi dei rifiuti radioattivi provenienti dal deposito della ex Cemerad di Statte (Taranto), dove continuano le attività di messa in sicurezza degli scarti pericolosi e la bonifica del sito da parte del commissario straordinario.
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00:06nel nostro paese cresce infatti nel 2023 di 1.504 metri cubi, in totale 32.663,1 metri
00:14cubi, con un aumento di quasi il 5% rispetto al 2022. Ed è proprio Lazio di tenere il volume
00:21maggiore, 10.549 metri cubi, cioè il 32,30% del totale nazionale. Seguono Lombardia, Piemonte,
00:30Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia. A crescere sono quelli a vita molto
00:35breve, più 250 metri cubi, ad attività molto bassa, più 891, ad attività bassa più 334,
00:43e attività media più 22. L'impianto italiano in cui si registra l'aumento maggiore per quanto
00:49riguarda il volume dei rifiuti radioattivi è Nuclei QSPA presso il centro ricerchenea
00:54della Casaccia, anche a causa del trasferimento presso i suoi depositi dei rifiuti radioattivi
00:59provenienti dal deposito dell'ex Cemerad di Statte, provincia di Taranto, dove continuano
01:05le attività di messa in sicurezza degli scarti pericolosi e la bonifica del sito da parte del
01:10commissario straordinario.